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L’eclissi di sole riduce il traffico internet di Stati Uniti, Canada e Messico

Già passata alla storia come “Grande eclissi nordamericana”, i dati registrati ieri hanno indicato senza ombra di dubbio che il traffico internet di Stati Uniti, Canada e Messico è calato del 12% rispetto alla scorsa settimana, mentre anche il flusso di byte di dati è diminuito dell’8%.

È quanto comunicato da Cloudflare, secondo cui in alcuni Stati, in particolare Vermont, Arkansas, Indiana, Maine, New Hampshire e Ohio, il crollo del traffico di rete è stati anche del 40% durante i minuti di oscuramento della nostra stella.

Non solo, anche le temperature sono crollate a seguito dell’eclisse solare, di circa 5-6°C in quei pochi minuti.

Il Primo Paese a vedere l’eclissi è stato il Messico e proprio qui, nelle regioni di Coahuila, Durango e Sinaloa, più tardi anche Città del Messico, si è visto lo stesso fenomeno: riduzione del traffico e del flusso di dati.

Fino a un secolo fa, forse, si poteva anche credere a qualche fenomeno ultraterreno o mistico, ma oggi sappiamo bene che cos’è un’eclissi solare e in questo caso parliamo semplicemente di un fenomeno scientifico.

Fenomeno che, fortunatamente, affascina così tanta gente da strappare milioni di persone dalla normale routine quotidiana (in Texas l’eclissi di sole è durata 4 minuti e mezzo circa), fatta soprattutto di schemi accesi e accesso ai servizi internet, con il risultato che il traffico di rete è improvvisamente calato, proprio durante il fenomeno celeste.

Il fenomeno astronomico ha tenuto col naso all’insù mezzo continente, tra eventi speciali, scuole chiuse, stadi pieni, hotel esauriti, nozze di massa, esperimenti scientifici e le immancabili teorie cospirazioniste, da quelle apocalittiche a quelle politiche. Solo negli Stati Uniti si calcola un pubblico di oltre 200 milioni di spettatori.

Noi italiani dovremo aspettare fino al 12 agosto 2026 per la prossima eclissi solare visibile dal nostro Paese. L’ultima visibile dall’Europa risale all’11 agosto 1999.

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