Lo studio dei mezzi di comunicazione in Cina costituisce un tema di sempre maggior interesse e dibattito. L’uso di nuove e potenti tecnologie nei media ha infatti contribuito a rivoluzionare il mondo della comunicazione e dell’informazione cinesi e lo ha fatto a tal punto che la questione non è più relegabile al solo piano nazionale, ma si è fatta globale. Nel corso degli ultimi 70 anni, la Repubblica popolare cinese ha sperimentato nuove tecnologie e forme di comunicazione che hanno avviato un processo di rafforzamento dell’identità nazionale in continua evoluzione.
In questo processo, fattori legati al controllo della popolazione, alle necessità di mercato e alle spinte identitarie hanno plasmato un nuovo uso dei media. Gianluigi Negro, utilizzando gli strumenti del sinologo e quelli dell’esperto di media studies, offre una ricostruzione inedita e articolata sulla storia dei media cinesi e su come giornali e radio, televisione e cinema, social media e app, dalla fondazione della Repubblica popolare cinese a oggi, abbiano contribuito alla costruzione dell’identità nazionale.
Le voci di Pechino è, inoltre, un’analisi critica sui possibili usi ideologici e propagandistici dei nuovi media, una riflessione sul rischio della loro trasformazione in strumenti di omologazione e controllo dell’opinione pubblica.
Gianluigi Negro è docente di Lingua e traduzione cinese presso l’Università di Siena. Ha svolto attività di ricerca presso il China Media Observatory (Università della Svizzera Italiana) e presso l’Istituto di Giornalismo e Comunicazione della Peking University e della Tsinghua University. I suoi studi riguardano la storia dei media cinesi e la governance di Internet. È membro dell’Associazione Italiana Studi Cinesi e dell’Internet Governance Academic Network (Giga-Net).