Nuovi business model imposti dagli Over the Top e nuovi dispositivi che cominciano a fare breccia nelle abitudini dei consumatori rischiano di indebolire la posizione degli operatori telefonici di fronte ai loro clienti.
Pressioni che si sommano a quelle già in atto, legate ai nuovi metodi di comunicazione introdotti dai social media e che hanno messo in forte crisi quelli tradizionalmente offerti dalla telco (e loro principale fonte di guadagno) ossia le chiamate e gli sms. Le web company come Google e Facebook pronte a realizzare infrastrutture proprie attaccando le telco al cuore del loro business.
Senza contare poi gli effetti di regolamentazioni sempre più stringenti e, hanno spesso lamentato gli operatori, eccessivamente sbilanciate verso i consumatori senza considerare la necessità dell’industria di investire in infrastrutture e innovazione.
La parola d’ordine delle telco è, quindi, ‘diversificazione’: è necessario e urgente muoversi oltre i confini delle attività tradizionali per offrire ai clienti nuovi servizi in grado di (ri)fidelizzarli.
Da un lato ci sono, certo, i contenuti, ma in questo caso la platea di concorrenti provenienti sempre dal mondo OTT è vasta, agguerrita e affermata e le telco non possono che inseguire e comunque fare da comprimarie (pensiamo al progetto di ‘Netflix del Sud Europa’ lanciato da Vivendi).
Cosa fare, allora, per non perdere definitivamente il contatto coi propri clienti, sempre più allettati dalle sirene dei servizi internet?
Un esempio può essere l’operazione appena conclusa in Francia da Orange che ha comprato il 65% della divisione bancaria della compagnia di assicurazioni Groupama con l’obiettivo di lanciare la sua ‘Orange Banque’ all’inizio del 2017.
Un accordo volto allo sviluppo di un nuovo modello di banca che permetterà a Orange di estendersi nel settore dei servizi bancari, beneficiando di un’infrastruttura già operativa e rodata.
Orange Bank sarà un servizio bancario al 100% mobile e secondo Orange permetterà di attrarre almeno 2 milioni di clienti solo in Francia. A regime, Orange Banque dovrebbe debuttare anche su altri mercati come la Spagna o il Belgio, facendo leva – ha detto il PDG di Orange, Stephane Richard – sulla fedeltà degli oltre 28 milioni di clienti dell’operatore. Entro il 2018, Orange conta di generare ricavi per 400 milioni di euro solo coi servizi finanziari. Servizi che il gruppo già offre su alcuni mercati africani con Orange Money.
Orange, tra l’altro, comincia a raccogliere i frutti delle diversificazione. La società ha chiuso il terzo trimestre consecutivo in crescita, registrando ricavi per 10 miliardi di euro, in aumento del 3,5%, trainati dalla crescita in Spagna e nel segmento dei servizi business. L’Ebitda si è attestato a 2,57 miliardi, in crescita dell’1,9%. La società ha nuovamente negato che siano in corso trattative per operazioni di avvicinamento ad incumbent europei (leggi: Telecom Italia) dopo il fallimento delle trattative per l’acquisizione dell’operatore francese Bouygues Telecom.
Un altro esempio della volontà delle telco di sopravvivere alla tempesta digitale arriva da oltreoceano, dove l’operatore telefonico Verizon è a un passo dall’acquisizione di Yahoo!, la società che negli anni 90 era sinonimo di internet ma che non ha saputo ripensare il proprio business model di fronte al nuovo che avanzava veloce, rappresentato sempre dal duo Google-Facebook.
La posta in gioco è alta, ne va della sopravvivenza, ma il contrattacco si sta organizzando per far fronte a una sfida non certo delle più semplici: replicare alla concorrenza, o meglio ancora superarla.