Lo studio

Le tecnologie 4IR (5G, cloud, IoT e IA) varranno 2,2 trilioni di euro per l’economia UE entro il 2030. Il Rapporto BEI

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Le tecnologie del presente su cui c’è da puntare con maggiore decisione sono il cloud computing, l'Internet delle cose, le reti 5G e l'intelligenza artificiale. Il Rapporto BEI/EPO vede le Pmi europee ben piazzate, ma troppo indietro rispetto ai concorrenti americani e asiatici. E poi ci sono ancora troppe barriere commerciali.

Il Rapporto sulle tecnologie 4IR (5G, cloud, IoT e IA)

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Le nuove tecnologie per la connettività avanzata potrebbero aggiungere 2,2 trilioni di euro all’economia dell’Unione europea (UE) entro il 2030, ha affermato il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (BEI), Ricardo Mourinho Félix, in occasione della presentazione del Rapporto “Deep tech innovation in smart connected technologies”.

Si tratta delle soluzioni tecnologiche propedeutiche alla quarta rivoluzione industriale, o dell’Industry 4.0, che la Bei ha individuato nel cloud computing, nel 5G, nell’Internet of Things (IoT) e nell’intelligenza artificiale (IA).

In un momento di massima emergenza per i territori dell’Unione europea e oltre (anche considerando lo scenario drammatico dell’Europa orientale, in particolare tutti quei Paesi direttamente ed indirettamente coinvolti nella guerra russa in Ucraina), grazie alle tecnologie 4IR “Le imprese europee stanno recuperando terreno rispetto alle principali controparti internazionali e gli investimenti nell’innovazione tecnologica avanzata sono fondamentali per rafforzare ulteriormente la competitività dell’Europa nelle tecnologie digitali avanzate”, ha aggiunto Mourinho Félix.

Le piccole ma altamente innovative imprese europee che operano in questi settori possono svolgere un ruolo decisivo nel miglioramento dei livelli di competitività sui mercati globali delle tecnologie digitali. Lo studio di oggi mette in evidenza le condizioni politiche e commerciali necessarie per la prosperità di queste aziende“, ha invece spiegato l presidente dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO), António Campinos.

Tecnologie che stanno trasformando, molto rapidamente, non solo il mondo digitale, ma anche quello fisico e secondo alcuni analisti presto anche quello della nostra esistenza più intima, cioè della dimensione biologica.

Importanza dei brevetti: al primo posto gli USA

Prendendo in esame solo i brevetti delle tecnologie 4IR, si evidenzia che l’attività delle piccole e medie imprese (PMI) dell’UE è aumentata rapidamente durante tra il 2010 ed il 2019, con un tasso di crescita medio annuo vicino al 20%.

Rimane tuttavia una enorme distanza dalle controparti americane. Secondo il Rapporto BEI/EPO, infatti, al primo posto ci sono le imprese degli Stati Uniti, che in totale sono 6,517, contro le 2.634 dell’Unione.

Dopo gli USA, comunque, ci sono sempre Giappone, Cina e Corea del Sud, che vantano un’elevata specializzazione nei settori chiave del cloud, del 5G, dell’IoT e dell’IA, con centri di innovazione all’avanguardia nel mondo.

In Europa l’Italia c’è

Nello specifico, all’interno dell’Ue, a vantare il tasso di innovazione più alto c’è la Germania, con 570 Pmi impegnate nelle tecnologie 4IR, seguita dalla Francia (400) e dall’Italia (273).

Da considerare che il posto più alto del podio sarebbe occupato dalla Gran Bretagna, con 950 Pmi.

In questo quadro, secondo un sondaggio proposto dal Rapporto stesso, il 49% delle piccole e medie imprese che sviluppano tecnologie 4IR considera i brevetti molto importanti per garantire i finanziamenti necessari e l’80% afferma che la strategia di proprietà intellettuale è fondamentale per i propri investitori.

Sia nell’Ue, sia negli USA, infine, queste aziende dimostrano un’intensità di investimento, superiore alla media, ma allo stesso tempo devono affrontare costi di sviluppo più elevati e hanno anche bisogno di tempo per portare le loro innovazioni sul mercato.

Tecnologie e barriere

Tre quarti delle Pmi della deep tech, che sviluppano tecnologie per la connettività avanzata, indicano tra le maggiori barriere commerciali la difficoltà di accesso ai finanziamenti e la mancanza di professionisti qualificati.

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