L’impatto della proprietà intellettuale sull’economia dell’Unione
La proprietà intellettuale (PI) ha un enorme peso nella crescita economica di una regione, perfino di un continente, come nel caso dell’Unione europea. Secondo l’Euipo, l’Ufficio dell’Unione per la proprietà intellettuale, le imprese che fanno un uso intensivo di diritti di proprietà intellettuale generano oltre 81 milioni di posti di lavoro, direttamente o indirettamente, ovverosia quasi quattro posti di lavoro su 10 negli Stati europei (39,4 %).
Stando ai dati riportati nella quarta edizione degli studi sul contributo della PI a livello settoriale, le industrie ad alta intensità di diritti di PI costituiscono la spina dorsale del mercato unico dell’UE, in quanto rappresentano oltre il 75 % degli scambi commerciali all’interno dell’UE.
Industrie che valgono la metà del PIL Ue
Il contributo alla crescita delle industrie ad alta intensità di diritti di PI è stato stimato attorno al 47% del prodotto interno lordo dell’Ue, per un valore pari a 6.400 miliardi di euro.
“L’Europa e l’innovazione vanno di pari passo e le imprese che sfruttano la loro proprietà intellettuale (PI) stanno riscontrando evidenti benefici, contribuendo nel contempo al funzionamento del mercato interno dell’UE. Lo studio mostra che, rafforzando l’ecosistema della PI in Europa, rafforziamo l’economia. Le industrie ad alta intensità di diritti di proprietà intellettuale sono una forza trainante per l’occupazione e il commercio e possono sostenere l’Europa nel suo percorso verso la ripresa economica e la transizione verde”, ha dichiarato Christian Archambeau, Direttore esecutivo dell’EUIPO.
Energia e trasporti driver della transizione ecologica
Tra queste industrie ad alta intensità di diritti di PI, è crescente il ruolo di quelle impegnate maggiormente nella transizione ecologica e che sviluppano tecnologie da impiegare nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
Sono i marchi green, tra cui molti attivi nei settori energy e trasporti, che valgono il 14% del Pil Ue e garantiscono il 9,3% dei posti di lavoro.
Una domanda di brevetto su dieci fatta nell’Unione riguarda tecnologie di mitigazione dei cambiamenti climatici volte a ridurre o prevenire le emissioni di gas a effetto serra.
Lo studio conferma i vantaggi economici complessivi che marchi, disegni e modelli, brevetti, diritti d’autore, indicazioni geografiche e le privative per ritrovati vegetali comportano per l’economia europea e la competitività delle sue aziende sui mercati globali.