Scoperta dai conquistadores a metà del Cinquecento, la patata era ancora vista due cento anni più tardi in Francia come un “famigerato” tubero utile con il quale si nutriva solo il bestiame giacché possibile portatore di malattie tra cui … la lebbra!!!
“Incroyaaaaable” per un impenitente mangiatore di “frites” e di “purée”, (la parola purée è femminile … come “purea”) transalpino!
Fu Antoine-Augustin Parmentier, farmacista, nutrizionista e igienista ante litteram, che scoprì il suo valore alimentare durante la guerra dei Sette Anni – 1756-17639 mentre era prigioniero in Germania.
Rappresentazione di Axomama la dea della patata (Perù)
Importata dagli altipiani delle Ande dove le chiamavano “papas”, si coltivavano già le patate in Spagna, Germania e Italia nel Seicento, mentre, per convincere Luigi XVI, Parmentier dovette organizzare un pranzo con solo piatti a base di patate tra cui quello che divenne il famoso “hachis Parmentier”, un piatto economico a base di purée di patate e di carne macinata, rimanenze di bollito o di arrosto di manzo ripassate in padella.
La patata quindi al tavolo del re ma soprattutto a servizio dei meno privilegiati … cosa che farà scrivere a Engels nel 1884 nel « L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato »: « Il ferro era entrato al servizio dell’uomo, l’ultima e la più importante di tutte le materie prime che ebbero nella storia un ruolo rivoluzionario, l’ultima… fino alla patata. »
Gagliardo, vero?
La mia ricetta
Ingredienti per 6 persone
1,5 kg di patate per il purè
¼ lt di latte
30 gr di burro
150 gr di groviera svizzera grattugiata
500 gr di carne macinata di manzo
1 bicchiere di vino bianco
¼ litro di brodo (anche fatto con un dado …)
30 gr di burro
4 cucchiai di olio extra vergine di oliva
2 cipolle
1 carota
Prezzemolo
Sale e pepe
Preparazione
Lessate le patate con la buccia in una pentola poi scolatele. Sbucciate le patate calde e schiacciatele con lo schiacciapatate o il tritaverdure, meglio non utilizzare il mixer e preriscaldate il forno a 220°.
Sbucciate e tagliate finemente le cipolle, poi fate scaldare 30 gr di burro in una cocotte, fate soffriggere la cipolla, il prezzemolo e la carota tagliata a pezzettini piccolissimi, poi aggiungete quattro cucchiai di olio extravergine di oliva e due minuti dopo il macinato di manzo. Mescolate fino a quando la carne avrà cambiato colore.
Aggiungete il vino bianco e mescolate, unite il brodo e lasciate cuocere fino a ridurre il liquido a 1/3 del volume iniziale, aggiustate di sale e pepe e spegnete il fuoco.
Fate il purè con latte, burro e mescolatevi 100 gr di groviera grattugiato o ovviamente del parmigiano.
Stendete uno strato di purè in una pirofila imburrata, poi la carne che ricoprirete con un secondo strato di pur che cospargerete di 50 gr rimanenti di formaggio grattugiato.
Mettete in forno e ritirate quando la superficie sarà dorata. Servite caldo con una bella insalata verde di contorno!
Cosa? Quanto sono francese? Mah … in questo caso l’insalata di contorno ci sta benissimo!
Comunque la bellezza del “hachis Parmentier”, (in fondo, un “gattò”), presto diventato un piatto tradizionale della cucina povera francese riscoperta dalla “cuisine bistrot” e molto di moda da qualche annetto, per fortuna, è che lasciare campo libero alla fantasia. Eh sì, se alcuni chef preferiscono farlo “à l’ancienne”, altri vi aggiungono del tartufo grattugiato o lo zenzero, la scorsa di arancia, sostituiscono il vino bianco con del Porto, il manzo con il petto di anatra e una fricassea di porcini, della carne di agnello accompagnati di uvetta e di cumino … o, addirittura, c’è la versione vegetariana in cui un mélange di spinaci e broccoletti, o una ratatouille prende il posto della carne…
Insomma, c’è di che sbizzarrirsi … provateci ne vale proprio la pena!