Nei giorni scorsi il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha sanzionato, dopo una lunga attività istruttoria, il sistema di votazione elettronica della piattaforma Rousseau.
La sanzione scaturita ha dato luogo a gravi dichiarazioni da parte di rappresentanti del maggior partito di governo nei confronti del presidente del Collegio, Antonello Soro. Tali accuse irriguardose sono state peraltro reiterate con una interrogazione parlamentare a firma di Luca Carabetta e Anna Macina.
Le associazioni firmatarie del presente comunicato, impegnate da sempre sulle tematiche della protezione dei dati personali, non intendono entrare nel merito delle parole poco rispettose espresse nei confronti del Garante. Per lui parlano sette anni di alta professionalità e di guida chiara e trasparente dell’intera struttura, sette anni nel corso dei quali si è registrata un’esplosione senza precedenti delle modalità di raccolta impropria dei dati personali in rete e di penetrazione dei sistemi di sorveglianza digitale di massa, diretta e indiretta.
Le associazioni trovano invece fuori posto le considerazioni irrituali fatte da un rappresentante del governo nei confronti del Garante, ovvero del presidente di una Autorità regolatoria, la cui indipendenza è garanzia di corretto esercizio delle prerogative che connotano la sua missione.
Le appartenenze politiche pregresse del Garante possono avere un peso solo quando ad esse può essere ricondotto un comportamento improprio che altera la serenità del suo giudizio. In tal caso, data la gravità delle affermazioni espresse, le circostanze andrebbero dettagliatamente dimostrate, senza alcun ricorso al pregiudizio. Tanto più se le affermazioni seguono una sanzione, peraltro mite, nei confronti dell’apparato di raccolta dati controllata dal partito del medesimo rappresentante del governo che ha espresso le gravi affermazioni nei confronti del Garante.
Quando la politica accusa di parzialità un’Autorità regolatoria indipendente è sull’indipendenza di quest’ultima che sta prendendo la mira. L’affermazione appare ancor più rilevante se posta in relazione all’ormai prossimo rinnovo del Collegio del Garante.
Non vorremmo che tali affermazioni, ancor prima di essere malauguratamente orientate dal pregiudizio, possano rappresentare un’occasione per legittimare scelte poco rispondenti a quel profilo di indipendenza che deve invece caratterizzare ogni autorità regolatoria.
- Raffaele Barberio, Privacy Italia
- Ugo Carlo Di Nicolò, UNIDPO
- Michele Iaselli, ANDIP
- Donato A. Limone, Coord. Advisory Board Privacy Italia
- Andrea Lisi, ANORC Professioni