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Le 37 aziende che tagliano il business con la Russia. E Putin minaccia il sequestro degli asset

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L’economia russa sta subendo un tracollo non solo a causa delle restrizioni finanziarie imposte dall’Unione europea e dagli Stati Uniti, ma anche per il crescente numero di aziende, non solo occidentali, che stanno annunciando di interrompere o di chiudere il loro business sul terreno russo. Come reazione, il Cremlino ha minacciato di voler sequestrare i beni delle società in partenza e potrebbe assumere il controllo temporaneo delle aziende con almeno il 25% di proprietà straniera.

La risposta della Casa Bianca: “La Russia rischia di ritornare all’economia del 1917”

“Qualsiasi decisione illegale da parte della Russia di sequestrare i beni delle società Usa e internazionali che stanno interrompendo o chiudendo le attività nel Paese si tradurrà in un contraccolpo economico ancora maggiore per la Russia. Peggiorerà il già chiaro messaggio alla comunità imprenditoriale globale che la Russia non è un luogo sicuro in cui investire e fare affari”, è la risposta della portavoce della Casa Bianca. Jen Psaki cita anche un importante leader d’affari russo con legami con il presidente Putin, secondo cui il sequestro degli asset delle società estere che lasciano la Russia, “ci riporterebbe indietro nel 1917” e che “le conseguenze di una tale mossa – la sfiducia globale nei confronti della Russia da parte degli investitori – avrebbero un impatto per molti decenni”.

Ecco le principali compagnie che hanno annunciato piani per tagliare il business con la Russia.

Petrolio e gas

BPShell ed ExxonMobil. La mossa potrebbe costare a BP, in precedenza il più grande investitore straniero in Russia, fino a 25 miliardi di dollari. Shell sta uscendo da progetti congiunti con la Russia per un valore stimato di 3 miliardi di dollari.

La norvegese Equinor ha anche annunciato che prevede di uscire da iniziative con la Russia stimate per un valore di circa 1,2 miliardi di dollari.

La francese Total Energies ha dichiarato che smetterà di fornire capitali per nuovi progetti in Russia, ma non ha ancora detto che si ritirerà dal Paese

Trasporto e automotive

Boeing ha annunciato il 2 marzo che sospenderà le “importanti operazioni” a Mosca e chiuderà i suoi uffici a Kiev.

Le case automobilistiche statunitensi General Motors e Ford hanno dichiarato il 28 febbraio che sospenderanno tutte le esportazioni verso la Russia. L’esposizione di GM al Paese è limitata, poiché vende solo circa 3.000 veicoli in Russia ogni anno. La società tedesca Volkswagen ha dichiarato che sospenderà le consegne di auto in Russia alle concessionarie locali e Ford sospenderà le joint venture.

La casa automobilistica svedese Volvo ha dichiarato che interromperà le spedizioni in Russia, così come la produzione e le vendite nel Paese, fino a nuovo avviso, citando i rischi associati alle sanzioni dell’UE e degli Stati Uniti.

Il produttore di autocarri tedesco Daimler intende vendere la sua partecipazione del 15% nella società russa Kamaz, mentre il Gruppo Mercedes-Benz sta cercando di cedere anche la sua partecipazione in Kamaz. 

Il produttore di motociclette Harley Davidson ha smesso di spedire in Russia. Putin non può sostituire la sua Harley con una nuova.

La casa automobilistica giapponese Toyota ha dichiarato il 3 marzo che interromperà la produzione nella sua fabbrica russa e terminerà a tempo indeterminato le esportazioni nel Paese. Anche NissanHonda e Subaru stanno bloccando le esportazioni nel paese e Mazda non sta attualmente spedendo parti a uno stabilimento russo.

Intrattenimento e tecnologia

La Disney sospenderà l’uscita di film in Russia, incluso il prossimo della Pixar “Turning Red”.

Warner Media e Sony Pictures hanno seguito l’esempio, con la sospensione delle uscite dei film nei cinema russi.
Netflix non accetta nessun nuovo cliente nel Paese e non è chiaro cosa accadrà con gli account esistenti, ha affermato la piattaforma streaming, che ha meno di 1 milione di clienti in Russia.

Meta ha affermato che avrebbe bloccato i media russi RT e Sputnik sulle piattaforme Facebook in Europa ed anche YouTube ha annunciato una misura simile.

TikTok, la piattaforma di social video, ha annunciato il 6 marzo la sospensione di tutti i nuovi post e live streaming per gli utenti in Russia. 

Banche e pagamenti digitali

Goldman Sachs Group e JPMorgan Chase & Co hanno annunciato, ieri, che stanno liquidando le loro attività russe, diventando le prime grandi banche statunitensi ad uscire dal Paese dopo l’invasione dell’Ucraina.

Apple ha anche interrotto le vendite in Russia e sta limitando i servizi tra cui Apple Pay. Sempre sul versante dei pagamenti elettronici, tutte le transazioni avviate con carte Visa e Mastercard emesse in Russia non dovrebbero funzionare fuori dai confini e tutte le carte Visa emesse al di fuori della Russia non funzioneranno più all’interno del Paese, ha fatto sapere la società. Anche PayPal ha detto bye bye alla Russia.

Nike ha interrotto le vendite online, aggiungendo di non poter garantire le consegne in Russia, mentre Delled Ericsson hanno anche sospeso le spedizioni e le vendite.

H&M ha dichiarato il 2 marzo che sospenderà temporaneamente tutte le vendite in Russia. Idem Ikea, che ha sospeso le attività in Russia e Bielorussia, colpendo quasi 15.000 dipendenti.

Infine, Burger King ha annunciato, ieri, di aver interrotto il supporto aziendale per i suoi oltre 800 ristoranti in franchising in Russia. La decisione arriva dopo che molte altre catene di fast food statunitensi, tra cui la rivale McDonald’s, hanno sospeso l’attività in Russia.

Per approfondire:

Mosca annuncia pacchetto di sanzioni: stop all’export di grano e acciaio, ma anche di apparecchiature per tlc, auto e sanità. Attesa sul gas

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