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Le 12 tecnologie della quarta rivoluzione industriale. Quali scelte per un futuro responsabile?

nella foto: Colonnello Pasquale AGLIECO con il colonello Mortillaro e il Cap. Pigozzo 2010-10-05 ©Giuseppe pirastru

Le tecnologie emergenti della 4a rivoluzione industriale (4IR) stanno per trasformare il mondo, se in positivo o negativo sarà da vedere.

La possibilità che i benefici vengano massimizzati ed i rischi mitigati, se non azzerati, dipenderà, in senso lato, dalla qualità di che ci governerà e delle istituzioni regolatrici preposte ai vari settori, delle regole che ci daremo e da come svilupperemo ogni peculiare tecnologia.

Solitamente i dibattiti che riguardano le tecnologie emergenti danno risposte opposte, limitandosi fra coloro che sono estremamente favorevoli “gli entusiasti”, in ragione dei vantaggi e potenziali guadagni futuri e tra coloro che la pensano in maniera diametralmente opposta, intravedendo pericolosi scenari, i “catastrofisti”.

Probabilmente, la vera sfida, è tentare di districarsi fra questi due estremi, riuscendo a capire e costruire la consapevolezza delle sfide e tensioni che viviamo su base quotidiana, per scegliere in che direzione procedere.

Il compito diventa sempre più pressante man mano che il progresso tecnologico progredisce ed accelera, a velocità impensabili solo dieci anni fa. Nel contempo, mentre cerchiamo di diventare sempre più consapevoli di quello che ci succede intorno, le innovazioni tecnologiche si riverberano ineludibilmente sulla nostra società, sulla politica e anche sugli equilibri geopolitici mondiali.

Secondo “The Global Risks Report 2017[1] del World Economic Forum, che nel corso degli anni ha sempre analizzato i rischi degli scenari futuri, dai rischi della disinformazione legata alla tecnologia della rete, al potenziale impatto dei suoi effetti sui processi democratici, quest’anno ha indagato, attraverso sondaggi, 12 tecnologie emergenti affermando che, in generale, prevale un certo ottimismo, laddove i vantaggi percepiti superano gli effetti negativi.

Le 12 tecnologie chiave emergenti[2]

 

Stampa 3D

La manifattura comincia ad usare una vasta gamma di materiali ed alcune innovazioni includono la biostampa di tessuti organici;

Nanomateriali

La creazione di nuovi materiali essenzialmente a base di nanostrutture per il massimo sfruttamento delle proprietà dei materiali quali l’efficienza termoelettrica, il mantenimento delle forme e nuove funzionalità.

Intelligenza artificiale e robotica

Le macchine che sostituiscono gli uomini, da sempre uno dei miti della fantascienza, con associazione di compiti e scelte ed incremento delle capacità di micro funzioni e movimenti sempre più vicini alle caratteristiche degli umani.

Biotecnologie

Probabilmente il settore più prolifico in tema di innovazione ed ingegneria genetica, attraverso la sequenziazione del dna a scopi terapeutici, in stretta connessione con le interfacce biologiche.

Cattura, Conservazione e trasmissione dell’energia

Gli avanzamenti tecnologici delle batterie e cellule energetiche le rendono sempre più efficienti per lo sviluppo dell’energia rinnovabile sia essa la solare, del vento e delle maree. Ma soprattutto le innovazioni riguarderanno i sistemi di distribuzione mediante griglie intelligenti, trasferimento wireless.

Blockchain e “contabilità condivisa”

Il sistema tecnologico basato sulla crittografica riesce a monitorare, verificare e rendere immutabili dei dati relative alle transazioni finanziarie. Le cryptomonete saranno il futuro oltre il bitcoin ?

Geo-ingegneria

Gli interventi tecnologici sul nostro pianeta tipicamente al fine di mitigare gli effetti climatici distruttivi e del suo cambiamento, il controllo delle emissioni di anidride carbonica o lo sfruttamento solare.

I sensori IoT

L’ “Internet of Things”, ovvero l’uso del sistema dei sensori connessi, la loro interpretazione, sfruttamento e la creazioni di griglie di sistemi complessi, ci migliorerà veramente la vita?

Le neurotecnologie

Innovazioni come le “smart drugs”, neuroimaging, le interface bielettroniche ed in genere tutte le funzioni che consentono l’attività cerebrale umana quale la lettura, la comprensione, la comunicazione.

Le nuove architetture computazionali

Le nuove architetture “computazionali”,  i computer quantistici o, persino, i futuri computer biologici, dotati di proprie reti neutrali saranno le nuove tecnologie del futuro hardware.

Lo spazio

Lo sviluppo di sistemi missilistici, anche da parte di privati, così come lo sviluppo di sistemi ottici, consentiranno una nuova conoscenza dello spazio e, a breve, anche micro viaggi spaziali.

Realtà virtuale

Nuove interfacce fra uomo e macchina per ambienti sempre più “immersive”, consentiranno renderizzazioni sempre più accurate per esperienze sempre più accurate, con proiezioni e progetti sempre più semplici.

Il comportamento dei “clienti” si evolve costantemente

Secondo le tecnologie chiave di predictive analytics, machine learning, distributed computing, clickstream analytics, il modo in cui tutti noi (in fondo siamo tutti sempre più clienti) interagiamo sta evolvendo, sia per l’approccio al futuro sia per le attività quotidiane che definiscono quotidianamente i nostri bisogni.

Se cambiamo lavoro, dobbiamo adeguare il tempo di percorrenze verso l’ufficio e questo cambierà anche gli orari in cui potremo, oppure no, continuare ad andare in palestra, la scelta del mezzo di trasporto e così via, le nostre abitudini cambiano continuamente e questa non è una grande novità, probabilmente è sempre stato così. Se non che, oggi, qualsiasi cosa facciamo, lasciamo delle tracce “tech” dietro di noi, sul tipo di mezzo che usiamo, per esempio un car sharing, cosa compriamo, come lavoriamo che alla fine della giornata definiscono il nostro comportamento elettronico.

Chi nell’immediato futuro non terrà conto di ciò e non analizzerà questi comportanti rischia di essere estromesso dal mercato.

Nel commercio, ad esempio, molte di queste “nuove “ tecnologie sono state già ampiamente sviluppate e sfruttate, dalle previsioni meteo alle tracce lasciate dai clienti che fanno shopping, per influenzare le decisioni di marketing, quando e come vendere e quando e dove lanciare campagne promozionali. Qualche altro esempio, i supermercati usano le carte fedeltà per capire il comportamento della clientela, le banche le carte di credito per i mutui, i prestiti e le abitudini di spesa, le assicurazioni, attraverso i sensori di cui dispongono, analizzano lo stile di guida la percorrenza da cui dipenderà anche il costo della nostra polizza.

Le grandi Tech Company, analizzano anche i clickstream, il processo di immagazzinare dati a seconda di quali pagine web visitiamo, in che ordine e quanto vi rimaniamo. Tutti questi (Big) dati vengono costantemente analizzati, sia per il traffico in se stesso e capire come ci muoviamo, sia per finalità di e-commerce, per determinare l’effettività del sito e quanto ci fermiamo sulle caratteristiche dei diversi articoli. Basta fare una prova, visitate Geek, Amazon, Ali Express, Eprice, solo per nominarne alcuni, ma vale per tutti, chiudete la pagina e ricominciate in un qualsiasi sito di news, quotidiani, posta elettronica, vedrete comparire a margine della pagina tutti gli articoli che avete visionato e, vi vengono “costantemente” riproposti (li compreremo per liberarcene?).

Esiste un impatto distruttivo delle tecnologie emergenti?

 La potenzialità distruttiva (disruptive) delle nuove tecnologie nei confronti dei vecchi modelli di business è già presente e cresce di giorno in giorno. Si potrebbe essere tentati di pensare che questa “distruzione tecnologica” possa comportare eventi drammatici nella trasformazioni dei modelli di lavoro che oggi siamo abituati a conoscere ma non è così, perché in numerosi settori questa rivoluzione, silenziosa, è già in corso ed il cambiamento è in atto.

Si pensi al mondo dei veicoli, senza voler arrivare alle autovetture che si guidano da sole, quanta tecnologia è presente nei nostri modelli che aiutano il guidatore, ma ne limitano anche l’autonomia.

Prima di arrivare a questi modelli di autovetture che si guideranno da sole e ridurranno il rischio di incidenti, si pensi a cosa dovranno fare le compagnie assicurative per adeguarsi, considerando anche che qualcuno pensa che si vada sempre di più verso sistemi che non prevederanno più il possesso del mezzo di locomozione, facendo così calare la richiesta di polizze.

Cosa succederà al mondo del lavoro e qui il tema si fa ancora più infuocato, saremo sostituiti da robot o, quantomeno, le macchine ci toglieranno il lavoro agli “umani”? Davvero la prossima rivoluzione industriale sconvolgerà il mercato del lavoro? Con minori salari e la salita della disoccupazione? O, comunque, magari la sola nuova allocazione del lavoro per aree geografiche, il reshoring continuerà?

E se questo fosse vero, senza voler entrare in una discussione politica che già oggi vede contrapposti diverse fazioni dai più diversi interessi che affermano una teoria piuttosto che un’altra, quali saranno i meccanismi regolatori da mettere in campo per evitare o quantomeno ridurre le tensioni sociali. Può questo essere considerato un rischio emergente del futuro? Riusciranno i nostri governanti a tenere il passo con le sfide future per prevenire questi rischi?

Le scelte dei Governi

Come si governano le tecnologie emergenti è una questione complessa, infatti una regolamentazione stringente può ostacolare o addirittura ridurre i vantaggi potenziali. Ma, al contrario, laddove ci si continui a percepire un’incertezza normativa, gli sviluppatori, ma soprattutto coloro che rendono possibile lo sviluppo delle nuove tecnologie, gli investitori, potrebbero essere riluttanti ad esporsi, intravedendo i pericoli che una mancata definita politica governativa possa far risultare gli sforzi vani con successivi provvedimenti normativi.

Sappiamo bene come gli investitori, in tutto il mondo, almeno idealmente, amino regimi stabili, trasparenti ed aperti con una leggera imposizione fiscale e, comunque, siccome non ne esistono, calcolino i loro rischi attentamente rivolgendosi sempre dove conviene maggiormente.

Ma, quanto ci fidiamo delle tecnologie, cosa prevarrà il vantaggio futuro o le inevitabili conseguenze negative delle prime applicazioni. Si prenda ad esempio la circolazione stradale, saremo tutti favorevoli alle future autovetture che si guideranno da sole o, al primo incidente incolperemo il sistema di guida autonoma e, ci fideremo del sistema normativo/regolatorio messo in opera dal nostro sistema di governo?

Ma ancora più importante i nostri sistemi di governo o norme saranno sufficientemente flessibili da adattarsi rapidamente a sistemi che, per la loro intrinseca caratteristica, subiscono una rapidissima evoluzione nel giro di pochi mesi?

Quindi un altro dilemma sarà come intervenire sulle nuove tecnologie, regolarle strettamente o lasciare che i sistemi si autoregolino, una scelta in un certo senso filosofica che in ogni caso comporterà conseguenze.

Il dibattito dei prossimi anni sarà proprio questo, se, come e quando intervenire.

 

Le “nostre” scelte del futuro

La velocità dei cambiamenti tecnologi è impressionante e, di conseguenza, la velocità di tutta la nostra vita è cambiata e ogni anno sentiamo l’impellente necessità di cambiare il telefono, il personal computer, l’Ipad o succedaneo e possibilmente ogni altro gadget hi tech che portiamo in tasca od indossiamo.

Quindi la nostra vita ed il nostro lavoro sono e saranno sempre più, ormai inevitabilmente, pervasi dalla tecnologia.

La nostra quotidiana ricerca della soluzione dei problemi, la ricerca di nuove idee e le soluzioni che troviamo ai nuovi problemi soprattutto quelli più grandi ed anche quelli che, potenzialmente, possono cambiare il futuro e, persino, il mondo. Sono queste “nuove idee” che amiamo e sono quelle che hanno sempre spinto il genere umano alla ricerca di qualcosa di nuovo, di quello che chiamiamo il progresso.  Oggi più che mai è questa al fotografia del nostro tempo. La domanda che ci dovremmo porre tutti, quindi, è quanto potere ha la tecnologia oggi per cambiare il mondo, ovviamente nella migliore maniera possibile.

E se davvero la tecnologia, in futuro, riuscisse anche solo ad intravedere la soluzione ai più grandi problemi che affliggono il mondo, dal cancro ai cambiamenti climatici, all’educazione o a tutte le ineguaglianze che pervadono le società moderne. Ma, la tecnologia da sola può fare ben poco e non è la soluzione e, ogni tanto, può anche diventare parte del problema. La tecnologia oggi è parte integrante a tutti gli aspetti della nostra vita, tutti i giorni e tutti i momenti e, nonostante il più delle volte venga usata con buoni propositi, le potenziali conseguenze negative continuano a rimanere intorno a noi. Pensiamo alle minacce alla sicurezza sia nel concetto generale che alla propria, alla privacy, alle fake news, ai social media che spesso tendono a diventare più “anti-social”. Così la tecnologia, che dovrebbe connetterci, più che unire ci divide.

La tecnologia può realizzare grandissimi progetti, ma la “tecnologia” in sé, da sola non vale niente e non vuole niente, non decide. la parte delle decisioni, delle scelte riguarda noi. Allora siamo veramente preoccupati che la futura intelligenza artificiale darà alle “macchine” la capacità di pensare come gli esseri umani, ma, invece, dovremmo essere molto più  preoccupati per le persone che cominciano a pensare come i “macchine”, ma non c’è tecnologia che possa valere le nostre debolezze, compassioni, empatie e soprattutto le previsioni e le preoccupazioni per le conseguenze delle decisioni prese. Qui rientrano gli esseri umani e le strutture sociali che sono preposte “a guardia” dei valori “umani”.

Così come la tecnologia da sola non è sufficiente, se non è combinata con le arti, con la scienza e con l’umanesimo. Solamente tenendo sempre al centro dei propri progetti l’individuo, si può fare la differenza e davvero andare ad impattare il futuro e sfruttare a pieno la tecnologia permeata con i valori che portaranno progresso a favore della  collettività. L’ottimismo è credere nelle nuove generazioni, nelle loro passioni e nel loro viaggio al servizio dell’umanità.

[1] World Economic Forum Global Risks Perception Survey 2016

[2]  Le 12 tecnologie emergenti sono tratte dal “World Economic Forum Handbook” sulla quarta rivoluzione industriale.

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