Nei prossimi venti anni un terzo dei posti di lavoro nel Regno Unito potrebbe essere soppiantato da robot e computer.
Più di 10 mila ruoli potrebbero essere svolti da sistemi automatizzati: i lavori a basso reddito (meno di 30 mila sterline l’anno) rischiano d’essere obsoleti cinque volte di più di quelli meglio pagati.
In un recente Rapporto dell’università di Oxford vengono individuate le categorie ad ‘alto rischio’. Si tratta degli uffici di supporto amministrativo, quelli di vendite e servizi, dei trasporti, costruzione e produzione.
Molte di queste professioni sono già state pesantemente colpite. I robot hanno preso il lavoro di tanti e, secondo il Report, a Londra il 65% dei bibliotecari ha perso il proprio posto dal 2001 a oggi e quasi il 50% degli assistenti personali e delle segretarie.
Nel Rapporto si rileva tuttavia che il 40% dei posti di lavoro del Regno Unito presenta un margine di rischio ‘basso o nullo’, percentuale che sale al 51% per la City.
I settori sicuri sono quelli che richiedono capacità relazionali come la sanità o l’istruzione, oppure talento creativo o ancora la scienza o l’ingegneria, del resto qualcuno deve costruirli questi robot.
Angus Knowles-Cutler, senior partner di Deloitte, ritiene che lo Studio potrebbe esacerbare le diseguaglianze di reddito e creare un “crescente divario tra ricchi” e “meno abbienti“. Il Regno Unito è comunque nella posizione migliore rispetto alla maggior parte dei Paesi per affrontare i cambiamenti.
“Londra – ha commentato Knowles-Cutler – è la più grande città del mondo per High Skills“.
Il professore dell’università di Oxford Carl Benedikt Frey, autore del Rapporto insieme al collega Michael Osborne, ha indicato che “Città qualificate come Londra sono incubatori di nuove idee e progetti. Con le giuste politiche, Londra potrà essere in prima linea nello sviluppo della prossima generazione di tecnologie digitali”.