L’auto senza conducente esce dal laboratorio e accende il motore in strada per il coronavirus. Succede negli Stati Uniti, dove diversi tipi di self driving car stanno cominciando a dare una mano in funzioni importanti, come ad esempio la consegna della spesa agli anziani chiusi in casa per la quarantena o quella di medicinali o apparecchi sanitari negli ospedali.
I mezzi senza conducente servono quindi in questa fase come supporto per contrastare il virus. Da metà aprile lo sta facendo la General Motors, con la sua unità specializzata denominata Cruise, consegnando cibo con due autisti a bordo: uno con la mascherina e i guanti per la consegna del cibo in modalità “contactless”.
Di nuovo in strada in California sono anche le auto senza conducente di Pony.ai, società sostenuta da Toyota, che consegnano generi alimentari per conto di siti di food online e consegnano altresì pasti nell’ambito di un programma locale di emergenza.
Nel frattempo, in strada da aprile c’è anche Nuro, società sostenuta da Softbank, la seconda società in california ad aver ottenuto un permesso per veicoli driverless, impegnata nella consegna di attrezzature medicali ad una struttura temporanea anti Covid-19 nell’ospedale di sacramento.
Nessuna di queste tre summenzionate aziende sta guadagnando dalle sue attività, che vengono svolte per ora allo scopo di raccogliere dati sula resa dei veicoli.
Altre imprese Usa di mezzi a guida autonoma in un modo o nell’altro attive nella lotta al virus sono Beep, l’azienda di camion senza conducente TuSimple, fra i cui investitori c’è Ups, e il gigante russo Yandex a Skolkovo n Russia, per la consegna di piccoli pacchi con il suo mini robot Yandex.Rover.