Che ne sarà dell’industria auto? Per ora è KO
L’industria dell’automobile europea non ce l’ha fatta a superare il triplo maglio della pandemia da Covid-19, dei rallentamenti delle supply chain globali e della crisi energetica. Quest’ultima poi esacerbata dallo scoppio improvviso della guerra in Ucraina.
Secondo le ultime elaborazioni del Centro Studi Promotor, il primo trimestre del 2022 ha registrato un crollo totale del settore in tutti i Paesi europei, con un dato medio del -33,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 (il dato pre-pandemia).
Non di molto migliore il confronto con il primo trimestre del 2021, perché pendendo in esame gli ultimi dati sul mercato dell’automobile in Europa, forniti dall’Associazione europea dei produttori di automobili (Acea), si stima che il dato sia stato comunque negativo, con una diminuzione delle immatricolazioni del -12,3% (tranne alcune realtà minori, come Islanda, Cipro, Romania o Bulgaria, in crescita).
Il Paese con il dato peggiore tra i Big è l’Italia, che ha registrato un -24,4%, seguita dalla Francia, con un -17,3%, quindi la Germania, con un limitato -4,6%.
Marzo nero per l’Italia
Anche esaminando il mercato del solo mese di marzo, il mercato europeo segna sempre un negativo in doppia cifra, -20,5%, con le performance peggiori in Spagna e Italia, rispettivamente con -30% e -29,7%, seguite come al solito da Francia (-19,5%) e Germania (-17,5%).
Per l’Italia è evidente che il ritardo enorme nell’assegnare i tanto attesi fondi per l’ecobonus auto per quest’anno e fino al 2030 (per un totale di 8,7 miliardi di euro) abbia segnato il destino della nostra industria almeno fino ad ora e sicuramente con strascichi anche nei mesi che verranno.
“Volendo trovare comunque un elemento positivo nell’attuale situazione del mercato dell’auto dell’Europa Occidentale va segnalato che crescono in molti paesi dall’area le immatricolazioni di vetture elettriche pure. In Germania per questo tipo di auto nel primo trimestre si registra un incremento del 29%, nel Regno Unito la crescita è addirittura del 78,7%, ma in Italia vi è però un calo del 14,9% dovuto in larga misura agli incentivi promessi, ma ancora sulla carta”, ha commentato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor.
Nel nostro Paese, che da almeno due anni ha visto una crescita delle immatricolazioni di auto elettriche (sia batteria, sia ibride, sia plug-in) anche a tre cifre, per la prima volta a marzo ha visto il segmento elettrico registrare dei primi segnali di arresto, proprio per la mancanza di budget per finanziare gli incentivi auto.