Di seguito l’intervento integrale della presidente della Camera Laura Boldrini alla presentazione odierna della Relazione annuale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
“Mi fa piacere ospitare qui alla Camera la presentazione della Relazione annuale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’attività svolta nel 2014. Saluto e ringrazio quindi il Presidente Giovanni Pitruzzella, che fra poco svolgerà la sua relazione, i componenti l’Autorità e tutte le personalità intervenute, in particolare il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
L’anno appena trascorso ha visto rafforzarsi il ruolo dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a garanzia non solo di un mercato libero e concorrenziale, ma anche dei diritti dei consumatori, che da sempre costituiscono l’anello più esposto.
A differenza di esperienze in altri paesi, la funzione affidata al Garante della concorrenza di coniugare la tutela della concorrenza e quella del consumatore costituisce il vero valore aggiunto dell’Antitrust italiana.
Un ruolo, quello dell’Autorità Antitrust, divenuto ancora più determinante nell’attuale contesto socio-economico, in cui i primi, seppur timidi, segnali di ripresa dell’economia italiana necessitano di essere incoraggiati attraverso l’adozione di misure che agevolino e garantiscano una crescita economica sostenibile, duratura e, soprattutto, equa.
La grave crisi che ha colpito il nostro Paese ha infatti prodotto, oltre agli evidenti danni al tessuto economico e finanziario, anche una maggiore disuguaglianza sociale tra diverse fasce e territoriale tra nord e sud. Un fenomeno, questo, purtroppo già presente in Italia e aggravatosi negli anni della crisi, che oltre ad essere eticamente inaccettabile costituisce un ostacolo oggettivo alla crescita. Solo per dare un dato: nel nostro Paese la diseguaglianza, dagli anni ’80 ad oggi è cresciuta del 33% contro una media OCSE del 12%.
Più concorrenza significa, quindi, anche maggiore equità sociale. Il rafforzamento della competitività e un mercato realmente concorrenziale contribuiscono a limitare il potere di fissare i prezzi e conseguentemente anche le rendite, stimola una distribuzione delle risorse più equa e una minore concentrazione nelle mani di pochi gruppi di potere. Così, si indebolisce anche l’influenza che tali gruppi esercitano sui policy makers. In questo senso, ho più volte richiamato l’attenzione sulla opportunità di adottare un codice etico per i deputati e sulla assoluta necessità di dotare il nostro Paese di una regolamentazione trasparente e uniforme dell’attività lobbistica, già prevista peraltro in tanti altri Paesi. Abbiamo, come Italia, un evidente ritardo che va colmato.
Appare pertanto evidente, in questo quadro, come l’azione regolatoria dell’Antitrust, nel correggere le distorsioni del mercato attraverso la rimozione delle barriere di ingresso e la sanzione delle pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori, sia ormai diventato un fondamentale e irrinunciabile strumento di garanzia dell’iniziativa economica privata e della parità di condizioni.
Le medesime esigenze sono oggi ancor più avvertite per quanto riguarda la gestione della sfera digitale, e di Internet in particolare. Ci si è infatti resi conto che la mancanza di principi, lungi dal garantire una rete libera, favorisce al contrario il prevalere degli interessi dei più forti, se non addirittura abusi derivanti dalle loro posizioni di predominio. Chi parla di preservare Internet come uno spazio libero e senza regole commette un errore. Le regole già ci sono ma sono dettate da potenti soggetti economici o da Stati poco interessati ai diritti dei loro cittadini.
Basti pensare alla smisurata influenza esercitata dai giganti della comunicazione, i cosiddetti Over The Top e non solo, al loro immenso potere commerciale: entrano nelle nostre vite, in modo apparentemente inoffensivo, ma con lo scopo di perseguire i propri interessi.
Questo è uno dei temi dei quali si è occupata la Commissione per i diritti e i doveri in Internet istituita qui alla Camera, che lo scorso gennaio ha avuto il piacere di ascoltare in audizione anche il Presidente Pitruzzella.
Si tratta della prima volta che in sede parlamentare si istituisce una Commissione ad hoc su questi argomenti ed è una iniziativa che abbiamo fortemente voluto e promosso perché Internet è non solo un mezzo di comunicazione, ma anche e soprattutto come potente strumento di partecipazione democratica. L’accesso e l’utilizzo libero di Internet vanno considerati ormai diritti e, come tali, devono essere trattati anche dal legislatore.
La Commissione, composta sia da deputati che da esperti del settore, ha iniziato i suoi lavori nel mese di luglio del 2014 con l’obiettivo di delineare un quadro di principi fondati su un corretto bilanciamento dei diversi interessi in gioco. Si è giunti così all’elaborazione di una bozza di Dichiarazione per i diritti di Internet, poi sottoposta ad un’ampia consultazione pubblica, con l’obiettivo di approdare ad un atto di indirizzo che impegni il Governo a promuovere in tutte le sedi internazionali i principi in essa contenuti e a sostenere la necessità di giungere appunto alla definizione di una cornice, per così dire “costituzionale”, su questi temi. Spero davvero che entro il mese di luglio si riesca a portare a conclusione il lavoro della Commissione.
L’impulso che abbiamo voluto dare a questa Commissione nasce dalla consapevolezza di quanto sia importante dare accesso alla Rete e dare così la possibilità di progredire attraverso la Rete. Internet rappresenta infatti una grandissima risorsa, volano per lo sviluppo economico e uno straordinario mezzo di partecipazione.
La rete può essere, tuttavia, anche il luogo in cui si consumano ingiustizie e nuove disuguaglianze, dove i diritti delle persone si scontrano spesso con i grandi poteri politici e commerciali.
Condivido quindi in pieno il pensiero del Presidente Pitruzzella nell’affermare che Internet ha sì fatto crescere nuove opportunità, ma ha anche creato nuove disparità. Senza tacere il consolidarsi di alcune posizioni dominanti, diventate in breve tempo strutturali e permanenti, che hanno spesso frenato l’ingresso di nuovi competitors con cui confrontarsi sul piano dell’innovazione tecnologica.
Questa è dunque, a mio parere, una delle nuove frontiere delle politiche della concorrenza: contemperare l’esigenza di garantire un’adeguata protezione degli utenti/consumatori con le prospettive di sviluppo di mercato e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali.
E’ un profilo questo su cui ormai sta maturando una forte consapevolezza anche sul piano internazionale; basti pensare agli interventi della Corte Suprema degli Stati Uniti, al dibattito al Congresso americano, alle iniziative intraprese da alcuni Stati come il Brasile, con la legge sul Marco Civil, fino a giungere agli interventi del Consiglio d’Europa, della Corte di Giustizia e al dibattito in seno alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio europeo. Qui in Italia, l’Antitrust ha contribuito molto in questo senso attraverso le sue istruttorie e i suoi provvedimenti.
Di questo dobbiamo davvero dare atto all’Autorità e sostenerla nel suo operato non semplice”.