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L’anti GPS cinese “BeiDou” varrà 156 miliardi di dollari entro il 2025

L’industria della navigazione satellitare cinese cresce del 20% l’anno

L’industria cinese della navigazione satellitare potrebbe raggiungere un valore complessivo di oltre 156 miliardi di dollari (1000 miliardi di yuan) entro il 2025, secondo stime diffuse dall’agenzia di stampa Xinhua.

Un traguardo possibile grazie al nuovo sistema “BeiDou” (o BDS), sviluppato in casa, che conta di scalzare presto l’americano GPS (Global Positioning System) almeno dall’interno del grande Paese asiatico, dove il mercato della navigazione satellitare sta crescendo ad un tasso medio annuo del +20%, stando alla valutazione del China Satellite Navigation Office.

Una tecnologia home made necessaria all’obiettivo primario del Paese: arrivare in breve tempo a rivaleggiare a livello tecnologico ed economico con gli Stati Uniti e l’Europa. Imprese ed esercito in Cina non devono più usare il GPS, si legge nei commenti provenienti da fonti governtive, perché è frutto della ricerca e l’innovazione del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, quindi un pericolo nazionale in termini di libertà di raccolta dei dati sensibili e confidenziali da parte di Washington (stesso discorso al contrario negli USA nei confronti delle tecnologie provenienti dalla Cina).

Tra le due potenze è ormai in atto da anni una competizione estrema per la supremazia tecnologica, industriale, commerciale ed economica nei vari settori considerati strategici.

Nuova via della seta e nuove applicazioni per BeiDou

Il nuovo sistema sarà proposto a tutti i Paesi coinvolti nel grande progetto della Nuova Via della seta o Belt and Road Initiative. Già oggi tale sistema e i servizi correlati sono stati esportati in oltre 120 Paesi e regioni del mondo, per più di 100 milioni di utenze attive.

Il BDS, comunque, offre servizi dal 2018 e l’allargamento della sua costellazione a 30 satelliti (più 47 stazioni a terra) consentirà il raggiungimento di una precisione nel tracciamento e la localizzazione che andrà da 10 metri a 10 cm, molto meglio del GPS, che arriva al massimo a 30 cm.

Oltre alle applicazioni militari, il sistema di navigazione satellitare cinese è utilizzato anche nei chip per smartphone Snapdragon di Qualcomm e Kirin di Huawei, ma presto troverà spazio anche nel settore dei trasporti e nelle infrastrutture strategiche (come le grandi dighe, le reti ferroviarie per i treni superveloci, le reti di distribuzione energetica o le smart highways, per rendere più precisa e rapida la comunicazione dei dati).

L’Europa investe più risorse in Galileo

Anche l’Europa non rimane a guardare i due sfidanti, anche perché Bruxelles ha da tempo lanciato il suo sistema di navigazione satellitare, “Galileo”, con cui potenziare e promuovere nell’Ue l’innovazione da una parte e l’autonomia industriale e la leadership tecnologica dall’altra.

A tal fine, il Parlamento europeo ha aggiornato il programma spaziale dell’Ue approvando un nuovo finanziamento da 14,8 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, non solo per “Galileo” (a cui andrebbero più di 9 miliardi di euro), ma anche per il programma di osservazione spaziale “Copernico” e per “Egnos”, il sistema europeo di copertura per la navigazione geostazionaria,

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