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L’amministrazione Trump sta valutando nuove restrizioni sulla vendita di chip Nvidia alla Cina, in particolare per il modello H20, progettato per rispettare le attuali limitazioni imposte dagli Stati Uniti. Secondo fonti anonime, le discussioni sono ancora in una fase preliminare, mentre l’amministrazione sta definendo le proprie priorità di politica commerciale.
Howard Lutnick, nominato Segretario al Commercio, ha dichiarato che intende adottare un approccio rigido nel controllo delle esportazioni di semiconduttori, senza specificare ulteriori dettagli. Le azioni di Nvidia hanno registrato un calo del 6,9% dopo la pubblicazione della notizia, riflettendo le preoccupazioni del mercato.
L’azienda ha espresso disponibilità a collaborare con il governo statunitense per affrontare il tema delle restrizioni. Tuttavia, sostiene che tali misure non solo spingono la Cina a sviluppare tecnologie indipendenti, ma rischiano di indebolire le aziende statunitensi. Nvidia è soggetta a restrizioni dal 2022 e ha già dovuto modificare i propri prodotti per conformarsi alle normative.
L’eventuale ampliamento delle restrizioni potrebbe influenzare ulteriormente i suoi ricavi nel mercato cinese, uno dei più rilevanti per il settore dei semiconduttori.
La notizia arriva in un contesto di crescente competizione nell’AI, con aziende cinesi che stanno facendo progressi significativi. Inoltre, recenti rivelazioni su possibili accessi non autorizzati a dati di OpenAI da parte di startup cinesi hanno innescato preoccupazioni sulla sicurezza tecnologica e sulla protezione dell’innovazione statunitense.
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OpenAI afferma di avere prove che DeepSeek in Cina ha utilizzato il suo modello per addestrare un concorrente
OpenAI sostiene di aver raccolto prove che la start-up cinese DeepSeek abbia impiegato i suoi modelli proprietari per addestrare un concorrente open-source, sollevando preoccupazioni su una possibile violazione della proprietà intellettuale.
La tecnica al centro della disputa è la ‘distillazione’, un processo che consente di trasferire conoscenze da modelli avanzati a versioni più piccole ed economiche. Sebbene diffusa nel settore, l’azienda statunitense ritiene che DeepSeek ne abbia abusato per costruire il proprio sistema, infrangendo così i termini di servizio di OpenAI.
Già lo scorso autunno, OpenAI e Microsoft avevano condotto indagini su account sospetti legati a DeepSeek, bloccandone l’accesso alla loro API. Il modello R1 di DeepSeek ha sorpreso il mercato per le sue elevate prestazioni ottenute con costi ridotti, suscitando il timore che simili sviluppi possano erodere il valore degli investimenti nelle costose infrastrutture di AI, come quelle di Nvidia, il cui titolo ha subito un calo del 17%.
Alcuni esperti ritengono che DeepSeek possa aver addestrato il proprio modello utilizzando output generati da GPT-4, violando così le regole di OpenAI. Tuttavia, la pratica di sfruttare output di modelli avanzati per migliorare modelli minori è comune sia in Cina che negli Stati Uniti. OpenAI ha dichiarato che adotterà misure di protezione più rigorose e collaborerà con il governo americano per salvaguardare la sua tecnologia.
Paradossalmente, l’azienda è essa stessa sotto accusa per presunte violazioni di copyright nei confronti di testate giornalistiche e autori.
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