Root e AI ai fornelli
L’intelligenza artificiale (AI) integrata nei robot, magari quelli che preparano i piatti nella cucina di un ristorante, dei chef-bot, che un giorno riceveranno il prestigioso e ambitissimo riconoscimento internazionale delle stelle Michelin.
Siamo ancora lontani da questo, ma negli Stati Uniti, a San Francisco, per la precisione, la Chef Robotics sta già impiegando robot automatizzati e guidati dall’AI nella preparazione dei piatti nella grande industria alimentare, in sei siti produttivi di altrettante aziende.
Per il momento parliamo di pasti preparati, messi sottovuoto e pronti alla vendita, non di preparazioni espresse in cucine di ristoranti, ma siamo già ad un buon punto nello sviluppo della robotica industriale nel settore alimentare.
Nei sei stabilimenti dell’industria alimentare nordamericana in cui sono impiegati questi robot, la raccolta di dati è enorme e sta facendo crescere l’AI proprietaria chefOS, che fino ad oggi ha lavorato e preparato 20 milioni di pasti.
Posti di lavoro persi o già vacanti?
Il problema, in questo caso, per quel che riguarda l’applicazione dell’AI, è sempre relativo ai posti di lavoro. Quanti addetti alla preparazione di pasti alimentari da imbustare e spedire perderanno l’impiego a favore di robot e AI?
Tanti, secondo noi, ma in questo caso, secondo Chef Robotics, l’automazione è necessaria oggi proprio per far fronte alla mancanza di manodopera specializzata nella grande industria alimentare.
A fronte di una costante crescita del settore negli Stati Uniti, si registra una concomitante e rapida decrescita di domande di lavoro.
Secondo i dati riportati da roboticsandautomationmagazine.co.uk, negli Stati Uniti si contano 1.137.000 posti di lavoro vacanti, in questo settore, con un tasso di turnover annuale del personale superiore al 150%.
Senza dipendenti che sappiano lavorare bene, secondo la società di robotica, è inevitabile impiegare i bot-chef guidati dall’AI.