Crypto-asset più una minaccia che un’opportunità per i consumatori
Durante il 2021, il 60% degli americani ha fatto uso di crypto-asset, contro il 10% degli europei. Un settore economico in rapida espansione, che però potrebbe nascondere molte più insidie che concrete opportunità per i consumatori.
Il crypto-asset è un nuovo tipo di attività registrata in forma digitale e resa possibile dall’uso della crittografia, come nel caso delle criptovalute, dei token e degli Nft.
Intervenendo a una conferenza sul quadro legislativo della digitalizzazione, dell’euro digitale e dei pagamenti, la Presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, ha dichiarato che questi nuovi asset digitali “potrebbe alimentare l’instabilità in atto”, generando confusione su cosa è denaro e cosa non lo è. Inoltre, “sono troppo volatili per costituire un mezzo di pagamento”.
In particolare, ad essere troppo volatili sarebbero bitcoin ed ethereum, secondo la Lagarde, che chiede all’Europa una rapida regolamentazione del settore per proteggere consumatori e imprese dai rischi associati ai crypto-asset.
Attenti alle Big Tech, a rischio autonomia strategica dell’Ue
In un passaggio del suo intervento, la numero uno della Bce, ha inoltre sottolineato che “l’ingresso nel mondo dei pagamenti e delle criptovalute delle Big Tech potrebbe aumentare il rischio di dominio del mercato e di dipendenza dalle tecnologie di pagamento estere, con conseguenze per l’autonomia strategica dell’Europa”.
“Già oggi più di due terzi delle transazioni con carta sono gestite da società con sede al di fuori dell’Ue”, ha aggiunto Lagarde, per questo il progetto dell’euro digitale può “prevenire questi sviluppi e garantire la fiducia nel sistema monetario sia mantenuta e l’innovazione”, si legge in una nota Ansa.
Per evitare questi problemi, la Bce crede che l’euro digitale possa garantire maggiore sicurezza, autonomia e fiducia nel sistema monetario e i suoi scambi.
Euro digitale pronto per il 2024
Il progetto dell’euro digitale è ancora in fase di istruttoria, che si stima terminerà entro il 2023, per poi passare a quella realizzativa entro il 2024, secondo Fabio Panetta, membro del Consiglio direttivo della Bce.
“L’euro digitale non è solo un progetto autonomo confinato al settore dei pagamenti, è piuttosto un’iniziativa politica davvero europea che ha il potenziale per influenzare la società nel suo insieme – ha evidenziato Lagarde, osservando che – mantenere la fiducia dei cittadini nel denaro e nei servizi di pagamento nell’era digitale è un obiettivo importante in sé e per sé, ma è ancora più importante per l’economia europea in generale, perché un sistema di pagamento affidabile, efficiente e sicuro è la base per il funzionamento delle nostre economie”.