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La Ue costretta a pagare 180 milioni a Elon Musk per il lancio dei suoi satelliti

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La Commissione Ue continua a parlare di autonomia strategica, ma alla prova dei fatti si trova costretta a pagare 180 milioni di euro nel quadro dell’accordo con SpaceX per lanciare in orbita i suoi satelliti visto che il suo programma missilistico è in stallo.  

Il lanciatore europeo Ariane 6 in forte ritardo

Il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha dichiarato a POLITICO di aver accettato di rivolgersi alla società spaziale di Elon Musk – con la quale ha recentemente litigato sulla politica digitale a causa della sua proprietà di X (ex Twitter) – perché il lanciatore europeo Ariane 6 è in forte ritardo.

“Abbiamo quattro satelliti da lanciare l’anno prossimo“, ha detto Breton martedì a margine di una riunione ministeriale a Siviglia. “E dato che Ariane 6 non sarà ancora disponibile, ho accettato la proposta dell’Agenzia spaziale europea di utilizzare SpaceX”.

I lanci sono indicativamente programmati per il mese di aprile e luglio, ciascuno con il lancio in orbita di due satelliti di geo navigazione Galileo.

Sistema russo Soyuz off limits

Come riportato per la prima volta in aprile da POLITICO, la Commissione ha esaminato opzioni alternative per le missioni chiave fino al 2024 a causa dei costosi ritardi per Ariane 6 – che non è ancora stato autorizzato al lancio – e del ritiro del vecchio sistema Ariane 5.

Il piano originale era quello di lanciare i quattro satelliti Galileo, che contribuiscono a costituire l’alternativa dell’UE alla rete GPS statunitense, con il sistema missilistico russo Soyuz, una versione del quale è stata lanciata dallo spazioporto europeo nella Guyana francese. Tuttavia, la guerra contro l’Ucraina ha fatto naufragare questa opzione.

Se Ariane 6 fosse sulla buona strada, ciò non sarebbe stato un problema, poiché il suo primo lancio era previsto per il 2020.

Accordo di sicurezza con gli Usa ancora da chiudere

“Avevamo un calendario che era stato promesso e non rispettato”, ha detto Breton di Ariane 6, un programma sviluppato da ArianeGroup, filiale di Airbus e Safran. “Ci sono stati ritardi ancora e ancora. A causa di questi ritardi abbiamo dovuto prendere determinate decisioni.”

Tuttavia, prima che le date di lancio di SpaceX possano essere fissate, l’UE deve prima concordare un accordo di sicurezza con le autorità statunitensi che garantirebbe agli ingegneri europei l’accesso 24 ore su 24 ai satelliti all’avanguardia Galileo e il diritto di recuperare la tecnologia qualora il razzo si guasta e il carico utile viene perso in mare.

“Stiamo parlando di satelliti critici, quindi stiamo ancora negoziando con gli Stati Uniti”, ha detto Breton.

C’è da dire che a maggio scorso è nata una partnership fra i maggiori player satellitari europei, per il lancio in orbita di un nuovo sistema continentale denominato Iris 2, nel quadro di in programma della Ue.

Il consorzio è aperto e gestito da Airbus Defence and Space, Eutelsat, Hispasat, Ses e Thales Alenia Space. Il consorzio si avvarrà anche di team delle società Deutsche Telekom, Ohb, Orange, Hisdesat, Telespazio e Thales. Insieme avranno l’obiettivo di creare una costellazione satellitare all’avanguardia, basata su un’architettura multi-orbita e interoperabile con l’ecosistema terrestre.

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