Italia, dalla “Sueddeutsche Zeitung” un cartellino rosso all’ex premier Renzi
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – L’economia italiana e’ in ripresa, i crediti bancari inesigibili sono ridotti, gli imprenditori si fanno coraggio. Sono segnali labili, ma sono estremamente importanti, scrive la “Sueddeutsche Zeitung”, perche’ riguardano due annosi problemi italiani: la stagnazione economica di lungo termine e l’incauta concessione del credito dovuta alla penetrazione degli interessi politici locali nel sistema bancario; un problema culminato dopo la crisi finanziaria del 2008 in quello opposto, cioe’ l’arresto del flusso di credito alle attivita’ produttive. Per la prima volta, pero’, la ripresa pare arrivare nella vita quotidiana di molti italiani. Il numero dei dipendenti e’ tornato al livello precedente la crisi del 2008. Fino ad ora l’economia e’ stata sostenuta perlopiu’ dalle esportazioni, ma negli ultimi mesi anche i consumi privati hanno esibito segnali di ripresa. Il parlamento sta attualmente discutendo la legge di bilancio per il 2018. Proprio in un momento simile, critica la “Sueddeutsche Zeitung”, l’ex premier Matteo Renzi ha scelto di attaccare l’autonomia della Banca d’Italia accusando il governatore uscente, Ignazio Visco, di non aver vigilato a dovere sulle banche che hanno trascinato alla rovina molti risparmiatori. Il populismo, accusa il quotidiano tedesco, ha contagiato anche Renzi e il suo partito. Il leader del Partito democratico tenta di guadagnare consensi elettorali in vista delle prossime elezioni in primavera. Il mandato di Visco scadra’ fra pochi giorni dopo sei anni alla guida della Banca centrale. Stara’ al capo dello Stato su proposta del Primo ministro Gentiloni decidere se confermarlo o nominare un successore. Nel novembre del 2015, ricorda il quotidiano tedesco, il governo di Renzi ha dovuto salvare quattro banche regionali italiane. Tra loro c’era Banca Etruria, che aveva ingannato i suoi correntisti e nel cui Consiglio di amministrazione c’era il padre dell’allora ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Questo conflitto d’interessi ha pesato significativamente sull’immagine del governo di Matteo Renzi. C’e’ chi pensa, secondo la “Sueddeutsche Zeitung”, che la sua sia una resa dei conti. Renzi, conclude il quotidiano, ha intrapreso il tentativo di battere il Movimento cinque stelle con le sue armi, ma questa tattica rischia di rivoltarglisi contro.
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Argentina, tolta l’immunita’ parlamentare a ex ministro chiave dei governi Kirchner
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Julio De Vido, ex ministro e figura di riferimento dei governi argentini di Nestor e Cristina Kirchner, va in prigione. E’ la conclusione, attesa, di una giornata passata con gli occhi puntati sulla Camera dei deputati. L’Aula aveva approvato la richiesta di revoca dell’immunita’ parlamentare De Vido con una decisione, maturata con i voti favorevoli dei partiti di governo e di parte delle opposizioni. La notizia finisce rapidamente in prima pagina di tutti i quotidiani locali, vista l’importanza dell’imputato. Per anni responsabile della Pianificazione, ministero da cui passano molte decisioni sulle grandi opere, De Vid ha accolto il verdetto parlamentare consegnandosi alle autorita’. Una decisione, quella della Camera, che lascia poco margine ai dubbi: 176 i voti favorevoli, nessuno contrario e una astensione. Ex ministro dei Lavori pubblici e nome di riferimento dell’era dei governi peronisti, De Vido e’ indagato in due processi: la presunta appropriazione indebita di fondi pubblici destinati al settore minerario e l’acquisto a prezzi gonfiati di carburanti dall’estero. La mozione di revoca dell’immunita’ era stata raccomandata ieri dalla Commissione affari costituzionali. Al momento del voto in aula – denunciando “un piano di persecuzione politica” della magistratura e dell’esecutivo – non erano presenti i deputati del Fronte per la Vittoria-Partito giustizialista, settore del peronismo gia’ legato in passato alla famiglia Kirchner. I deputati hanno detto di non voler “avallare” con la loro presenza “l’aggressione, la persecuzione contro un compagno”. C’e’ “un gruppetto di giudici e procuratori che agisce d’accordo con il mandato del potere esecutivo”, ha detto il presidente del gruppo parlamentare Hector Recalde nella conferenza stampa rilanciata sui social network. Recalde ha riconosciuto differenze di posizione all’interno del blocco ma ha alla fine rivendicato la decisione comune sull’abbandono dei lavori. I parlamentari di sinistra sono tornati a rimproverare al governo liberale di Mauricio Macri di non voler istituire “la commissione Bicamerale per indagare sulle complicita’ dei civili nella dittatura”.
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Gran Bretagna, la sorprendente crescita economica prepara la strada ad un aumento dei tassi
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Il primo aumento dei tassi di interesse negli ultimi dieci anni sara’ quasi certamente deciso dalla Bank of England la prossima settimana, dopo la diffusione dei dati secondo cui il Prodotto interno loro della Gran Bretagna e’ aumentato piu’ del previsto nel terzo trimestre di quest’anno: lo scrive il quotidiano “The Times” facendo riferimento alla crescita dello 0,4 per cento registrata nel trimestre luglio-settembre; secondo i dati dell’Ufficio nazionale di statistiche (ONS), dopo l’aumento dello 0,3 per cento del Pil nei primi due trimestri di quest’anno l’economia britannica sta accelerando e con ogni probabilita’ alla fine del 2017 registrera’ una crescita complessiva dell’1,6 per cento. La solida performance economica, scrive il “Times”, ha tolto ogni ostacolo ad un aumento dei tassi di interesse, dall’attuale 0,25 allo 0,5 per cento, che la Banca centrale dovrebbe quasi certamente decidere nella riunione di giovedi’ prossimo 2 novembre: del resto, ricorda il uotidiano, e’ gia’ da settembre scorso che la Bank of England aveva anticipato che un aumento dei tassi poteva arrivare “nei prossii mesi” se i dat macro-economici lo avessero consentito. E in effetti le buone notizie non vengono solo dal Pil: la disoccupazione e’ al minimo da 42 anni e la percentuale di occupati e’ ad un livello record; l’industria manifatturiera e le esportazioni britanniche stanno pienamente approfittando della congiuntura mondiale e della caduta della sterlina seguita al referndum sulla Brexit. L’unica nota negativa, ricorda il “Times”, e’ il livello di fiducia dei consumatori e delle famiglie: che e’ migliorata nel mese di ottobre secondo i dati raccolti dal Centro ricerche sull’economia e sugli affari (CEBR) e dall’organizzazione YouGov; ma che tuttavia resta ancora aldisotto del livello precedente al referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. L’incertezza indotta dalla brexit infatti continua ad essere il tallone d’Achille del paese, come ammette anche il “Times”: secondo l’analista Kallum Pickering della Berenberg, citato dal quotidiano, senza quel referendum il paese avrebbe potuto puntare tranquillamente ad una crescita annua del 2,5 per cento; mentre ora si deve accontenare di seguire molto a distanza una Eurozona che quest’anno dovrebbe crescere complessivamente del 2,2 per cento.
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Usa, il decalogo delle compagnie aree sulle nuove misure di sicurezza per chi vola negli Stati Uniti
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Le compagnie aeree stanno avvisando i passeggeri con destinazione Stati Uniti di presentarsi al check-in con almeno tre ore di anticipo sulla partenza. Lo rivela il quotidiano statunitense “Wall Street Journal”, precisando che l’avviso e’ legato alle nuove misure di sicurezza volute dal governo di Washington in risposta alla crescenti preoccupazioni di attacchi terroristici. Aumentano dunque i controlli e vengono introdotti “interrogatori” nei confronti di alcuni o forse tutti i viaggiatori. Verranno anche controllati i dispositivi elettronici piu’ grandi di un normale smartphone. La novita’ era stata preannunciata dal dipartimento per la Sicurezza nazionale Usa (Dhs) sin dallo scorso giugno e le nuove misure interesseranno circa 325 mila passeggeri al giorno e 280 scali aeroportuali esteri da cui partono voli per gli Stati Uniti. L’esame piu’ accurato dei comportamenti dei passeggeri, riferisce il “Wall Street Journal, potrebbe prevedere domande sulle motivazioni del viaggio e sui contatti personali dei viaggiatori. In Israele la pratica dell’interrogatorio, utile ad indentificare potenziali terroristi, e’ vigore da molto tempo. Le compagnie aeree, che hanno contributo ad ideare le nuove misure di sicurezza, si sono mostrate collaborative, avvisando i propri passeggeri delle variazioni ed invitandoli a presentarsi in aeroporto con congruo anticipo. Lo scorso marzo il governo statunitense aveva anche posto limitazioni al trasporto dei computer portatili all’interno dei velivoli, imponendo venissero collocati invece nelle stive. Le autorita’ europee hanno pero’ chiesto di sospendere l’allargamento all’Europa di questa specifica misura in quanto avrebbe inciso negativamente sul flusso di viaggiatori, oltre a destare preoccupazioni pe la sicurezza a causa dell’eccessiva presenza di batterie al litio, altamente incedibili, nelle stive dei velivoli.
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Spagna, ministro Esteri Ossezia del Sud a Barcellona per monitorare il processo indipendentista
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Il ministro degli Esteri della Repubblica dell’Ossezia del Sud, Dimitri Medoev, ha iniziato lunedi’ la sua visita ufficiale in Catalogna con l’apertura di un ufficio per stabilire relazioni bilaterali con le istituzioni indipendentiste catalane. Lo ha riferito ieri il quotidiano spagnolo “El Pais”. Medoev e’ arrivato a Barcellona con un ordine del giorno non noto alla stampa e abbia pianificato fin da subito una serie di incontri con alcuni uomini d’affari catalani. “L’interesse e’ quello di promuovere relazioni bilaterali nel campo degli affari umanitari e culturali. Ventisei anni fa, il popolo dell’Ossezia del sud ha vissuto gli stessi passaggi politici per arrivare alla formazione del proprio Stato” ha commentato Medoev nel portale “Sputkin” creando cosi’ un parallelo tra la crisi catalana e i movimenti indipendentisti delle repubbliche filo-russe. Medoev ha visitato anche le regioni italiane di Lombardia e Veneto, dove domenica scorsa si e’ tenuto un referendum consultivo per chiedere maggiore autonomia al governo centrale di Roma. Le autorita’ dell’Ossezia del sud avevano rilasciato un comunicato ufficiale gia’ il 25 settembre scorso, in cui chiedevano il rispetto del “diritto sovrano dei cittadini della Catalogna” e avevano avvertito che qualunque tentativo di repressione sarebbe stato inaccettabile.
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Gran Bretagna, a rischio la capacita’ di “condurre importanti operazioni militari anfibie”
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna rischia di perdere la sua capacita’ di condurre importanti operazioni militari anfibie se il governo decidera’ di accogliere il piano di tagli e di risparmi che e’ allo studio e che prevederebbe la ndenita all’estero di diverse unita’ navali: il quotidiano conservatore “The Telegraph” oggi giovedi’ 26 ottobre si fa portavoce di questo allarme, lanciato da diversi parlamentari ed alti ufficiali dopo che la rivista specializzata “Jane’s” ha rivelato che il paese si appresterebbe a vendere in Sudamerica due navi. A quanto pare, i vertici delle Marine militari di Cile e Brasile sarebbero stati contattati e gli sarebbero state offerte le due unita’, la “HMS Albion” e la “HMS Bulwark”, vere e proprie piattaforme galleggianti per il supporto ad operazioni anfibie di sbarco di truppe su teatro lontani; anche un paio di fregate della classe Type-23 sarebbero state offerte ad eventuali compratori stranieri. Il ministero britannico della Difesa ieri ha reagito a queste rivelazioni negando con forza una eventuale riduzione del numero delle fregate di cui dispone la Royal Navy, e che e’ appena sufficiente alle attuali necessita’; ed ha anche affermato che “non ci sono impegni” con il Cile o il Brasile. Ma fonti dell’Ammiragliato citate dal “Telegraph” confermano che il piano di risparmi messo a punto dal Primo lord del mare, l’ammiraglio Sir Philip Jones, prevede tagli dolorosi, tra cui innazitutto proprio i due vascelli da sbarco “HMS Albion” e “HMS Bulwark”, che sarebbro messi in vendita gia’ l’anno prossimo.
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Usa, il presidente Trump annuncera’ la soluzione alla crisi da abuso di oppiacei, scettiche le associazioni
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump aveva promesso durante la campagna elettorale di voler aggredire la crisi legata all’abuso di oppiacei nel paese, ma le sue parole sono rimaste solo “affermazioni di facciata”. E’ quanto sostiene il quotidiano statunitense “Washington Post”, aggiungendo che sebbene Trump abbia costituito una commissione per studiare il problema, non ha poi dato seguito a quanto emerso dal rapporto della commissione stessa. I messaggi del capo della Casa Binaca si limiterebbero, secondo il quotidiano, ad invitare i cittadini a non iniziare ad assumere droghe, mentre nulla avrebbe fatto sul fronte del recupero dei tossicodipendenti. I tagli annunciati al servizio Medicaid vanno nella direzione opposta all’offrire sostegno a chi e’ gia’ nel vortice della droga. Trump aveva promesso per la giornata del 26 ottobre una “enorme dichiarazione” sull’abuso di oppiacei che uccide quasi 100 tossicodipendenti al giorno. Il “Washington Post” riferisce le preoccupazioni delle associazioni che si occupano del problema che chiedono che la crisi venga ufficialmente dichiarata “emergenza federale” e che l’amministrazione Trump stanzi miliardi di dollari necessari per il recupero dei tossicodipendenti e per iniziative di prevenzione. Il rapporto della commissione ha reso noto che nel 2015 27 milioni di persone facevano uso di sostanze stupefacenti illegali, ma solo il 21 per cento di costoro erano in cura. Da qui, la raccomandazione di accrescere velocemente le soluzioni di trattamento della tossicodipendenza anche con l’uso di brupernorfina. La commissione pubblichera’ il rapporto finale il primo novembre prossimo. Nel frattempo si teme che il presidente si limitera’ a destinare alla risoluzione della crisi da oppiacei una “somma del tutto inadeguata”.
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Francia, l’Assemblea ha votato sull’innalzamento del regime di protezione sociale
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – “Le Figaro” e “Le Monde” parlano dell’aumento della Csg, il regime francese di protezione sociale, votato questa notte dall’ Assemblea Nazionale in un clima “teso” colmo di “pressioni”. L’innalzamento di 1,7 punti della Csg ha visto contrapporsi da una parte i deputati della Re’publique en Marche, il partito del presidente Macron, e dall’altra i comunisti insieme alla France Insoumise di Jean-Luc Me’lenchon e i Repubblicani. La misura, spiegano i quotidiani, mira a compensare la soppressione dei contributi per i lavoratori del privato. La maggioranza parlamentare ha difeso la riforma ponendo l’accento sull’innalzamento del potere di acquisto per i lavoratori. Dal canto suo, il gruppo dei Repubblicani ha denunciato l’impatto che la legge avra’ sugli agricoltori e i pensionati, “due famiglie chiave” per il partito secondo “Le Monde”. Dal Canto suo, la maggioranza parlamentare ha parlato di una “misura di solidarieta’ generazionale”. “Liberation” riporta le posizioni dei comunisti e degli “insoumis”, che invocano un “tradimento” dello “spirito” della Sicurezza Sociale, che potrebbe portare verso un “sistema all’americana”.
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Francia, Macron sta preparando un rimaneggiamento del governo
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Il presidente Emmanuel Macron starebbe riflettendo in merito a un terzo “rimaneggiamento di governo”. Lo afferma “Le Figaro”, secondo il quale la probabile nomina dell’attuale portavoce del governo, Christophe Castaner, a segretario generale della Republique en marche comporterebbe dei cambiamenti all’interno dello scacchiere dell’esecutivo. Il quotidiano fa alcuni dei possibili nomi che potrebbero sostituire Castaner, sottolineando pero’ che non ci dovrebbero essere grandi cambiamenti. L’unica incognita riguarda il ministro del lavoro, Muriel Penicaud, che nei prossimi giorni potrebbe essere inscritta nel registro degli indagati per l’affaire Business France. Un’eventualita’ che costringerebbe il governo a modifiche piu’ radicali. “Un rimaneggiamento e’ sempre un’occasione per riflettere sui segnali da inviare, sugli equilibri politici da modificare e alle personalita’ da fare montare in vista delle prossime scadenze elettorali” scrive il quotidiano, ricordando le prossime elezion europee. “Le Figaro” afferma che molte personalita’ politiche si stanno giu’ organizzando. Tra quese, anche Pierre Moscovici “che si attiva ne provato nella speranza di ottenere un posot da capolista” per il 2019.
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Steinmeier in Russia, con Mosca segnali di distensione
26 ott 11:03 – (Agenzia Nova) – Lo scorso mercoledi’ il Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier si e’ recato per la prima volta in visita ufficiale in veste di Capo dello Stato in Russia. In realta’ pero’ non e’ affatto nuovo nel Paese del Presidente Putin. Il suo dossier sulla Russia inizio’ quando era capo della Cancelleria di Gerhard Schroder. Come ministro degli Esteri della prima grande coalizione, l’attuale Presidente tedesco ha cercato di avviare una nuova Ostpolitik dal 2006 in poi. “Cambiamento attraverso il ravvicinamento” potrebbe essere lo slogan adottato come motto di questa sua politica, cosi’ come lo era quella dell’ex Cancelliere Willy Brandt. Come ministro ha continuato su questa strada, anche contro lo scetticismo della Cancelliera Angela Merkel. L’annessione della Crimea da parte della Russia lo ha pero’ in parte fatto ricredere. Il suo e’ un viaggio molto delicato e concordato con la Cancelleria. Una visita di un solo giorno, ma significativa giacche’ il suo predecessore Johachim Gauck si era sempre rifiutato in 5 anni di recarsi in Russia. Fu infatti Christian Wulff l’ultimo Presidente tedesco a recarsi 7 anni fa in Russia per un viaggio di 4 giorni. Non ci sono state discussioni inerenti l’economia, ma il focus principale della visita e’ stata la conversazione personale con Vladimir Putin, discutendo del futuro delle relazioni russe con l’Europa. “Sono qui anche per chiarire come possiamo migliorare i nostri rapporti per essere entrambi soddisfatti nel futuro”, ha detto Steinmeier incontrando il Presidente russo. Il conflitto in Ucraina orientale e’ stato un altro punto nodale della discussione, e per cui il rispetto degli accordi di Minsk sono una conditio sine qua non perche’ le sanzioni verso la Russia siano tolte.
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