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La stampante 3D dell’italiana WASP sbarca negli USA

L’annuncio è arrivato l’altro ieri durante il Maker Faire di New York (26/27 settembre): le stampanti 3D a schema Delta dell’italiana WASP saranno distribuite anche sul mercato degli Stati Uniti. A darne notizia Fonderie Digitali, rete italiana di imprese innovative, e il progetto WASP (World’s Advanced Saving Project), ideatore e creatore della linea di stampanti 3D Delta.

Un’iniziativa che punta all’internazionalizzazione del marchio WASP lanciato nel 2012 da Massimo Moretti, alla promozione della maker economy e che nei prossimi mesi vedrà l’avvio di un impianto di produzione di stampanti 3D Delta nella Bay area di San Francisco. Obiettivo dichiarato da Fonderie Digitali e WASP è arrivare a produrre 100 stampanti 3D al mese già dal primo semestre del 2016.

Il mercato coinvolto nell’operazione è quello dei ‘prosumer’: architetti, designer, creativi, artisti, inventori, piccoli centri di ricerca e sviluppo e techshop. Prossimo passo sarà invece il mercato ‘educational’ (qui alcune immagini dei modelli 3D printing WASP, tra cui quelli presentati a New York, il DeltaWASP 4070 e 60100).

Sempre nei giorni scorsi, tra il 18 ed il 20 settembre, a Massa Lombarda (Ravenna), adiacente agli impianti WASP, è stata presentata la BigDelta 12 metri. Una stampante 3D alta 12 metri tramite cui sarà possibile tirare su rapidamente case a basso costo e realizzate con materiali ecosostenibili (pensate soprattutto per i Paesi più poveri e con un grave problema abitativo).

La stampante 3D WASP, infatti, è parte integrante di un obiettivo di sostenibilità totale, che parte dall’utilizzo di materiale a km 0 e che passa per l’efficienza energetica e lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili per il suo funzionamento (sole, vento e acqua), adattandosi a qualsiasi tipo di contesto ambientale e caratterizzandosi per la facilità di trasporto e assemblaggio.

WASP da anni porta avanti una politica di autoproduzione e di conoscenza condivisa, proponendo una visione molto più ampia rispetto a quella di una casa a costo zero. Stiamo parlando della maker economy, un nuovo modello in cui tutto può essere autoprodotto grazie a soluzioni condivise fornite dalla stampa 3D e legate alle necessità primarie: lavoro, salute e abitazione. Un modello di smart economy che va dalle abitazioni stampate in 3D, come nel caso della BigDelta, alla costruzione di qualsiasi apparecchio e oggetto grazie al 3D printing, a cui ormai è facile integrare soluzioni tecnologiche Internet of Things e M2M.

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