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La spesa sanitaria in Italia: meno di 2mila euro a testa. In Germania si spende il doppio

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Persino con la pandemia di Covid la spesa sanitaria in Italia non è aumentata: meno di 2mila euro a testa ed è rimasta inferiore a quella della fine degli anni 2000.

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Persino con la pandemia di Covid la spesa sanitaria in Italia non è aumentata: meno di 2mila euro a testa ed è rimasta inferiore a quella della fine degli anni 2000, a differenza di quanto è accaduto per gran parte dei nostri vicini europei. È quanto emerge dai dati dell’Ocse, ripresi anche dalla Corte dei Conti nel recente report per il Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali.

La spesa sanitaria in Italia è rimasta bassa anche durante il Covid

I dati che l’organo di controllo dei conti dello Stato utilizza come parametro i dollari PPP, ovvero calcolati a parità di potere d’acquisto ma noi abbiamo cercato i medesimi numeri, espressi però in euro e in termini costanti. Significa che esulano dall’inflazione e si possono quindi paragonare le cifre di oggi con quelle di 10 o 20 anni fa senza che il carovita inquini i confronti. Ebbene, come si può vedere dall’infografica che abbiamo realizzato, nel nostro Paese sono stati spesi nel 2020 1.855,6 euro per ogni residente. Si tratta di 106,3 euro in più del 2019, ma di 32,1 euro meno che nel 2010.

La sanità in Italia e in Europa, il confronto della spesa statale

È stridente in particolare il contrasto con i numeri della Germania, dove, invece, la spesa pubblica sanitaria arriva a 3.855,4 euro pro capite, e con quelli della Francia, dove vengono stanziati 3.010,9 euro per ogni abitante. Persino in Svizzera e Norvegia, tra gli Stati più ricchi al mondo, il settore pubblico è meno generoso di quello tedesco, evidentemente a causa dell’importante peso, in questi Paesi, del privato nella sanità. Come succede spesso anche in altri ambiti sono i numeri spagnoli quelli più simili ai nostri. Madrid ha speso nel 2020 1.853,3 euro pro capite, solo 2,3 meno di Roma. Molto lontani, invece, gran parte dei Paesi dell’Est e la Grecia, quest’ultima con solo 1.062,6 euro a testa.

L’andamento della spesa sanitaria in Italia

Ad essere ancora più rilevante dei soli numeri del 2020 è l’andamento di questo indicatore negli anni. Come già detto, l’Italia dalla crisi finanziaria seguita al fallimento di Lehman Brothers in poi non ha vissuto progressi. Anzi. Il valore massimo è stato toccato nel 2010, con 1.887,7 di spesa pubblica pro capite in sanità, e non è stato più raggiunto. Le misure di austerità messe in atto per migliorare la credibilità dei nostri conti pubblici di fronte ai creditori hanno fatto in modo che nel 2013 tale cifra scendesse a 1.672,5 euro. Si tratta dell’11,4% in meno in soli tre anni.

La ripresa successiva nel complesso ha seguito il ritmo di quella dell’economia, che è stata piuttosto lenta: in 6 anni sono stati recuperati solo 76,8 euro e il livello di finanziamento statale alla vigilia della pandemia era ancora del 7,3% inferiore al 2010.

Nel 2020 ovviamente vi è stato un balzo, sono state stanziate risorse aggiuntive con procedura d’urgenza, ma  è accaduto lo stesso ovunque. In Spagna e nel Regno Unito l’aumento rispetto al 2019 è stato anche superiore, rispettivamente dell’8,9% e del 13,9%, mentre in Germania è stato analogo al nostro, del 6%. È negli anni precedenti che, comunque, gli incrementi della spesa in sanità erano stati erano stati decisamente maggiori a Nord delle Alpi.

In Germania la spesa pubblica in sanità è cresciuta dell’83,7% in 25 anni

I dati dell’Ocse arrivano fino al 1995. Già allora per ogni tedesco Berlino stanziava più di quanto spende oggi Roma per ogni italiano, ovvero 2.097,4 euro. Nel tempo questa cifra è  aumentata quasi ogni anno, con poche eccezioni, e, anzi, a differenza di quanto avvenuto nel nostro Paese non vi è stato un taglio durante la crisi del debito (che del resto non ha colpito la Germania). Nel periodo precedente alla pandemia, poi, si è verificata un’accelerazione, che ha portato la spesa in sanità tedesca a crescere complessivamente dell’83,7% in 25 anni. Questo incremento, ripetiamo, prescinde dall’inflazione, che pure c’è stata, ma è esclusa da questi calcoli.

Nello stesso periodo nel nostro Paese l’incremento è stato, invece, del 53,7%, ma si è verificato tutto tra 1995 e 2010. Se considerassimo solo il decennio 2010-2020 la differenza sarebbe ancora più stridente: +30,7% gli stanziamenti in Germania, -1,7% in Italia. Su, del 21,7% anche quelli decisi in Francia, e del 28,2% quelli inglesi. Ci hanno battuto anche gli spagnoli, che pure hanno vissuto fasi di crisi economica più profonda della nostra: Madrid ha aumentato la spesa in sanità dell’8,6% in 10 anni.

Il risultato è che oggi per ogni tedesco il settore pubblico spende in assistenza medica più del doppio che per ogni italiano. Si tratta di una differenza che solo in parte è giustificata dalle migliori performance del Pil e dal maggior reddito pro capite della Germania, che non è certo due volte quello dell’Italia.

La spesa sanitaria privata in Italia e in Europa

Non si incontrano invece le stesse differenze tra Italia, Germania, Francia, Spagna nel campo della spesa privata, che sia “out of pocket”, ovvero per visite da professionisti o prestazioni singole, o per le assicurazioni sanitarie. Ogni italiano nel 2020 ha versato mediamente 583,5 euro a testa, una cifra non troppo distante dai 675,5 euro dei tedeschi e dai 676,4 degli spagnoli e, anzi, più dei francesi, con 543,6 euro. I divari sarebbero stati anche minori se non vi fosse stata la pandemia, che ha ridotto, come è facile immaginare, le occasioni di spesa delle famiglie, che hanno rimandato visite ed esami non indispensabili.

Nel 2019, infatti, i nostri connazionali hanno usato 622,8 euro per curarsi privatamente, una cifra cresciuta del 20,1% dal 2010, nello stesso periodo in cui, invece, la spesa pubblica pro capite diminuiva. Del resto molte delle ragioni di quell’aumento sono da trovare proprio nel definanziamento della sanità in Italia, che non riesce più a coprire in modo capillare i bisogni di una popolazione che invecchia e che ne avrebbe sempre più necessità.

I dati si riferiscono al: 1995-2020

Fonte: OCSE e Corte dei Conti

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