Spagna, il governo chiedera’ al Vaticano l’autorizzazione per riesumare i resti di Franco
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Dopo il rifiuto incassato dal priore Santiago Cantera, il governo spagnolo si rivolgera’ direttamente al Vaticano per chiedere l’autorizzazione ad accedere alla Valle dei Caduti e riesumare i resti del dittatore Francisco Franco, uno dei cavalli di battaglia della sua campagna a sostegno della memoria storica. Lo riferisce il quotidiano “El Pais”, sottolineando che l’Arcidiocesi di Madrid avrebbe invece deciso di non prendere posizione, limitandosi a dichiarare di non essere contraria al trasferimento delle spoglie salvo, pero’, il via libera da parte della famiglia del generale. Il priore, ricorda il giornale, ha inviato lo scorso dicembre alla Moncloa una lettera con la quale ha respinto la richiesta avanzata dal ministro delle Finanze, Dolores Delgado, sollevando le ire del governo che, tuttavia, non sarebbe stato colto completamente alla sprovvista. Con una dichiarazione ufficiale, l’esecutivo di Pedro Sanchez ha infatti ammesso di essere a conoscenza da tempo delle posizioni di Cantera e ha lamentato il suo atteggiamento radicale e il suo passato politico. Nonostante tale ostacolo, pero’, il governo ha assicurato che non cedera’ rispetto al suo proposito e percorrera’ ogni strada pur di trasferire il corpo del dittatore dal luogo sacro ed emblematico per la storia della Spagna.
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Stati Uniti, giura il nuovo Congresso, record di donne e minoranze
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Il 116mo Congresso degli Stati Uniti ha giurato ieri, 3 gennaio, inaugurando una nuova legislatura caratterizzata da un record di presenze femminile e di minoranze. L’esito delle elezioni di medio termine dello scorso 6 novembre ha riconfigurato il Congresso, con la Camera dei rappresentanti controllata ora dai Democratici con 235 seggi, contro i 199 dei repubblicani, mentre al Senato il Grand old party (Gop) ha consolidato la sua maggioranza con due seggi in piu’, ora 53 contro i 47 dei Democratici. Il 116mo Congresso ha gia’ fatto la storia per il numero di parlamentari donne (127) e di esponenti delle minoranze afroamericana e ispanica che hanno prestato giuramento. La democratica Ilhan Omar e’ la prima musulmana a Capitol Hill, insieme a Rashida Tlaib, prima somala-americana ad essere eletta al Congresso. Omar su Twitter, la sera prima del giuramento, ha ricordato il suo arrivo negli Stati Uniti come rifugiata 23 anni fa. Le democratiche Sharice Davids e Deb Haaland sono le prime donne native americane elette al Congresso, dopo un’elezione di medio termine che ha registrato la vittoria record di nativi americani negli uffici federali, statali e locali. La repubblicana Marsha Blackburn e’ la prima donna senatrice del Tennessee: alle elezioni di medio termine ha avuto la meglio sull’ex governatore democratico Phil Bredesen. Dopo aver sconfitto il veterano democratico Joseph Crowley di New York, Alexandria Ocasio-Cortez, 29 anni, e’ ora la piu’ giovane donna mai eletta al Congresso. Cortez, ex organizzatrice della campagna presidenziale di Bernie Sanders e tra le voci piu’ critiche del presidente Donald Trump, ha alimentato l’attenzione nazionale con una presenza aggressiva sui social media e una piattaforma progressista che richiede importanti cambiamenti generazionali, razziali e ideologici, oltre a una serie di gaffe in merito a questioni economiche e istituzionali. La democratica Jahana Hayes e’ invece la prima donna nera del Connecticut, eletta al Congresso dopo aver sconfitto il repubblicano Manny Santos nel quinto distretto congressuale dello Stato. Ayanna Pressley e’ la prima deputata nera a rappresentare il 7mo distretto del Congresso del Massachusetts. Il Texas ha eletto le sue prime rappresentanti latinoamericane al Congresso con Veronica Escobar e Sylvia Garcia. La democratica Kyrsten Sinema e’ la prima donna a rappresentare l’Arizona e la prima persona apertamente bisessuale mai eletta al Senato. Un ultimo aspetto del nuovo Congresso riguarda il numero di veterani delle Forze armate che hanno prestato servizio in Iraq e in Afghanistan, ex consiglieri anti-terrorismo ed ex ufficiali della Central Intelligence Agency (Cia): ben 22 in tutto. Un membro su cinque dei nuovi eletti portera’ a Capitol Hill un’esperienza nel campo della sicurezza nazionale.
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Spagna, Erc conferma il suo “no” alla legge di bilancio
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Il leader di Erc, Sergi Sabria, ha confermato l’intenzione del suo partito di votare contro la legge di bilancio siglata Psoe-Podemos, in quanto ritiene che il governo centrale non abbia fatto nulla per favorire la liberazione dei leader catalani in carcere dallo scorso anno e non abbia favorito alcun dibattito sostanziale sulla situazione politica della Catalogna. “Abbiamo cercato di essere molto chiari per evitare equivoci e per far capire le nostre condizioni fin dal primo momento. Ma il Psoe non si e’ mosso ne’ in una direzione ne’ nell’altra”, ha detto Sabria, in un’intervista all’agenzia “Europa Press”, rilanciata dal quotidiano “La Vanguardia”. “Erc ha il suo presidente in prigione e il suo segretario generale in esilio per un motivo totalmente ingiustificato”, ha ribattuto. Sabria ha poi ammesso che la manovra di Pedro Sanchez “non e’ cattiva” ma ha ribadito che il via libera di Erc e’ condizionato a due richieste fondamentali: dare una risposta all’autodeterminazione della Catalogna e risolvere la situazione dei politici indipendentisti in carcere e all’estero con l’accusa di ribellione e sedizioni per aver promosso il referendum del 1° ottobre 2017.
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Regno Unito, la lotta nel Partito conservatore dietro l’invio della marina nella Manica contro l’immigrazione illegale
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Dietro l’invio di unita’ della marina britannica nel Canale della Manica per contrastare l’immigrazione illegale, vi e’ una sorda lotta politica in corso all’interno del Partito conservatore al governo nel Regno Unito. Lo sostiene il quotidiano britannico “The Times”, svelando oggi i retroscena della decisione di inviare nel Canale una unita’ della Royal Navy. Nella serata di ieri 3 gennaio, la motovedetta “HMS Mersey” e’ salpata dal porto di Portsmouth diretta verso la Manica per dare man forte alle scarse risorse della Forza di frontiera e contribuire a contrastare il flusso di migranti che salpano dalle vicine coste della Francia a bordo di piccole imbarcazioni di fortuna, sfidando le avverse condizioni meteorologiche nel tentativo di raggiungere il Regno Unito a costo dell’enorme pericolo. La decisione di dispiegare la “HMS Mersey”, scrive il “Times”, e’ arrivata a conclusione di una “vera e propria rissa” tra il ministero della Difesa e quello dell’Interno, a proposito di chi debba pagare il conto di 20 mila sterline al giorno (oltre 22 mila euro) per la collaborazione della marina alle attivita’ antimmigrazione nella Manica. Dietro a tutta questa vicenda di soldi e di responsabilita’ per la crisi migratoria, afferma il “Times” vi e’ una sorda lotta tra gli aspiranti alla successione del primo ministro Theresa May, la quale ha annunciato che alle prossime elezioni non si ricandidera’ alla leadership del Partito conservatore e del governo. Tra i contendenti, riferisce il “Times”, ci sarebbero alcuni tra i maggiori esponenti dell’attuale esecutivo. Si tratta, in particolare, del ministro dell’Interno Sajid Javid, del ministro della Difesa Gavin Williamson e del ministro degli Esteri, Jeremy Hunt. Questi tre alti esponenti del governo conservatore, ricorda il “Times”, negli scorsi giorni ed ore sono stati protagonisti di una serie di colpi bassi e maliziose allusioni. Le polemiche si sono sviluppate sia sull’allarme per l’aumento del fenomeno migratorio, che il ministro Javid e’ accusato di aver esagerato per esaltare il proprio ruolo, sia attorno alle dichiarazioni dello stesso ministro dell’Interno, che aveva aveva suggerito come non tutti i migranti che affrontano la pericolosa traversata marittima siano in realta’ dei “veri profughi”. E quest’ultima sua dichiarazione ha trascinato nell’agone delle polemiche anche il Partito laborista, che spalleggiato dalle organizzazioni umanitarie ha accusato di “razzismo” e di “mancanza di umanita’” il ministro Javid.
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Francia, l’arresto di Drouet potrebbe riaccendere la protesta dei gilet gialli
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – L’arresto di Eric Drouet, figura di spicco del movimento dei gilet gialli, potrebbe riaccendere la protesta dopo la pausa natalizia. E’ quanto afferma il quotidiano francese “Le Figaro”, dopo che Drouet, arrestato il 2 gennaio scorso, e’ stato rilasciato ieri pomeriggio. In seguito al fermo di Drouet, sui social network i simpatizzanti dei gilet gialli sono insorti, definendo il loro leader un “prigioniero politico”. Secondo “Le Figaro”, la vicenda di Drouet potrebbe riaccendere gli animi dei gilet gialli, che hanno gia’ previsto nuove manifestazioni per domani, 5 gennaio, a Parigi, Nizza, e Bordeaux. In questi ultimi giorni, la polizia ha sgomberato con la forza le rotatorie occupate dai gilet gialli in tutta la Francia. Non appena rilasciato, Drouet ha denunciato il carattere “politico” del suo arresto. “Cercano di darci delle responsabilita’ quando non ce ne sono” ha affermato Drouet, spiegando che “non c’e’ stato alcun appello a manifestare” il 2 gennaio. L’avvocato di Drouet, Kheops Lara, ha dichiarato che l’arresto del suo assistito e’ stata “un’operazione puramente e bassamente politica”.
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Francia, Macron prepara riorganizzazione gabinetto presidenziale
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, sta preparando un’ampia riorganizzazione del gabinetto dell’Eliseo dopo le recenti dimissioni di Sylvain Fort dall’incarico di direttore della comunicazione. Lo riferisce il quotidiano francese “Le Figaro”, secondo cui il rinnovamento del gabinetto dell’Eliseo dovrebbe essere annunciato entro i prossimi sei mesi. Questa scelta del titolare dell’Eliseo inserisce all’interno della riorganizzazione del palazzo presidenziale francese annunciata l’estate scorsa da Macron dopo lo scoppio dello scandalo Benalla, quando un addetto alla sicurezza presidenziale ha aggredito un manifestante. Tra i membri del gabinetto presidenziale che verranno sostituiti c’e’ Stephane Sejourne’, consigliere politico di Macron, il quale ha gia’ fatto sapere diverse settimane fa che si occupera’ della campagna elettorale delle prossime elezioni europee della Re’publique en marche. Tra i possibili dimissionari ci sono anche Ismael Emelien, consigliere speciale di Macron, e Patrick Strzoda, direttore del gabinetto. Macron non puo’ piu’ sbagliare. Scosso dalle proteste dei gilet gialli e indebolito dalle recenti rivelazioni su Alexandre Benalla, il collaboratore dell’Eliseo licenziato per aver aggredito dei manifestanti, Macron deve ricompattare al piu’ presto la sua squadra per ripartire con le riforme e con la campagna elettorale delle europee.
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Germania, polizia indaga su “milizia cittadina” di estrema destra ad Amberg
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – La polizia tedesca sta indagando su una presunta “milizia cittadina” di estrema destra ad Amberg, in Baviera. Lo riferisce il settimanale tedesco “Die Zeit”, ricordando che ad Amberg, il 29 dicembre scorso, un gruppo di giovani richiedenti asilo ubriachi ha aggredito e ferito 12 persone. Per la maggior parte, le lesioni sono state lievi, ma l’episodio avrebbe portato alla mobilitazione dell’estrema destra che avrebbe organizzato pattuglie di vigilanti contro gli immigrati. “La polizia rifiuta nel modo piu’ assoluto ogni area fuori legge o zona di protezione che sia causa di timori per la popolazione”, ha detto un portavoce della polizia tedesca a “Die Zeit”. Il sindaco di Amberg, Michael Cerny, ha reso noto che nella citta’ “sono state osservate delle ronde” dopo le violenze compiute dai richiedenti asilo. Cerny ha inoltre rivelato di aver ricevuto delle e-mail in cui veniva avvertito che delle ronde sarebbero state inviate ad Amberg. Tuttavia, Cerny non ha voluto rivelare il mittente della posta elettronica, che ha trasmesso alla polizia. Per “Die Zeit”, la “milizia cittadina” di Amberg potrebbe essere formata dal Partito nazionaldemocratico tedesco (NpD), gruppo di estrema destra. Secondo l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bfv, i servizi segreti interni della Germania) il programma dell’NpD e’ “manifestamente vicino a quello del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedesco” di Adolf Hitler. Recentemente, sono state diffuse sui siti dell’NpD fotografie e filmati che mostrano membri del partito nelle strade di diverse citta’ tedesche con indosso giubotti rossi con la scritta “Creazione zone di protezione”. Secondo “Die Zeit”, si tratta di “un’allusione alle Staffette di protezione”, ossia le SS naziste. “Norlmamente, i membri dell’NpD indossano questi giubotti per attivita’ di propaganda, non per compiere delle ronde”, scrive “Die Zeit”. Tuttavia, a causa dei timori per il massiccio afflusso di rifugiati e immigrati registrato in Germania negli ultimi anni, nel paese si diffonde il timore per gli stranieri.
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Economia, El Erian (Allianz), rischi maggiori 2019 in “possibili errori politici e incidenti nei mercati”
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – I rischi maggiori per l’economia nel 2019 sono rappresentati da “possibili errori politici e da incidenti nei mercati”. E’ quanto prevede il primo consulente economico del gruppo assicurativo tedesco Allianz, Mohamed Aly el Erian. In un’intervista rilasciata oggi al quotidiano tedesco “Handelsblatt”, El Erian spiega che gli “incidenti nei mercati riguardano solitamente un problema di liquidita’: gli investitori intendono vendere, ma non riescono a trovare acquirenti, quindi vendono tutto cio’ che possono”. Secondo il consulente di Allianz, un esempio di “errore politico” si avrebbe se “Ue e Cina non adottassero misure di stimolo della crescita”. Entrambe le economia, afferma El Erian, “stanno crescendo lentamente, ma la politica non ha ancora fornito una risposta complessiva” al problema. Se questa dovesse continuare a mancare, avverte El Erian, “sara’ molto piu’ difficile per le banche centrali normalizzare le loro politiche monetarie”. Durante l’intervista con “Handelsblatt”, il consulente di Allianz e’ intervenuto anche sugli ultimi sviluppi negli Stati Uniti, notando come “nel paese vi e’ il rischio che la politica contagi l’economia”. “Penso al parziale stallo delle attivita’ del governo, all’attacco contro l’indipendenza della Federal Reserve e alla politica commerciale, sempre piu’ considerata dalla prospettiva della sciurezza nazionale”, afferma El Erian. Il consulente di Allianz aggiunge poi che “il debito sovrano e il crescente disavanzo di bilancio” degli Stati Uniti “al momento non sono un problema, ma gli investitori devono esserne consapevoli nel lungo periodo”. Secondo El Erian, “probabilmente non vi sara’ una recessione negli Usa” durante il 2019, poiche’ “i principali motori di crescita” del paese sono “ancora ben posizionati”. Il consumo delle famiglie e’, infatti, “sostenuto da una solida crescita del mercato del lavoro e i salari sono lievemente aumentati”. Inoltre, “i bilanci delle imprese sono fondamentalmente positivi, le aziende investono e hanno riserve di capitale relativamente sufficienti”. Infine, nota El Erian, “la spesa pubblica e’ aumentata dopo l’approvazione, nella scorsa primavera della politica di bilancio espansiva dell’ammistrazione Trump”.
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Italia, i sindaci si ribellano al decreto sicurezza di Salvini
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – Un gruppo di sindaci di grandi citta’ italiane si e’ ribellato contro Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, rifiutando di applicare le nuove norme restrittive in materia di gestione dei richiedenti asilo previste dal decreto sulla sicurezza. Lo riferisce oggi il quotidiano britannico “The Telegraph”. I sindaci di Palermo, Napoli, Firenze e Parma ritengono che il decreto sulla sicurezza violi i diritti fondamentali dei profughi e dei migranti. La legge, spiega il “Telegraph”, impedisce agli immigrati di ottenere la residenza mentre sono in attesa del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Cio’ significa che gli immigrati non possono accedere a servizi come le cure mediche gratuite e l’assegnazione di case popolari, o mandare i loro figli a scuola. I sindaci ribelli minacciano di non applicare il decreto sulla sicurezza nelle loro citta’. Per il “Telegraph”, si tratta della prima seria sfida istituzionale alla coalizione populista al governo dal primo giugno scorso. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha definito “inumano” il decreto sulla sicurezza. Da Firenze, il sindaco Dario Nardella ha affermato che il provvedimento “si fa beffe” dei diritti umanitari. A sua volta, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha dichiarato che la sua citta’ continuera’ a garantire i diritti di residenza ai richiedenti asilo, in sfida al decreto sulla sicurezza. Ai sindaci che protestano contro il provvedimento, il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, ha risposto: “Con tutti i problemi che si sono a Palermo, il sindaco Leoluca Orlando ha pensato bene di mettere in scena una forma di disobbedienza civile a favore degli immigrati. Invece di pensare agli immigrati illegali, i sindaci di centrosinistra dovrebbero occuparsi delle difficolta’ economiche in cui versano i propri concittadini”. Salvini ha, inoltre, minacciato di tagliare le sovvenzioni statali ai comuni che rifiutassero di applicare il decreto sulla sicurezza, approvato dal Parlamento e promulgato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo scontro tra il titolare del Viminale e i sindaci, ricorda il “Telegraph”, arriva subito dopo il discorso di fine anno di Mattarella, che ha invitato a mettere fine ai rancori prevalenti nella politica italiana ed ha messo in guardia l’Italia dai pericoli che potrebbero dalla retorica xenofoba. Il discorso di Mattarella, nota il “Telegraph”, e’ stato seguito in televisione da oltre 10 milioni di cittadini italiani, ottenendo un record di ascolti.
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Italia, per il “Wsj” l’economia del paese rischia una “spirale mortale”
04 gen 11:12 – (Agenzia Nova) – L’Italia non rischia un collasso del sistema finanziario, come paventato da piu’ parti nei mesi scorsi, ma la terza economia dell’eurozona appare avviata su una “spirale mortale” difficilmente correggibile, afferma un editoriale del “Wall Street Journal”. La fine del programma di quantitative easing della Banca centrale europea ,avverte l’editoriale, coincidera’ con una nuova dose di “panico romano”; la preoccupazione, afferma pero’ il “Wsj”, dovrebbe essere “costruttiva”: “paradossalmente, l’Italia e’ stata la maggiore e la minore beneficiaria” degli acquisti di titoli obbligazionari dell’Eurotower: secondo il quotidiano Usa, senza l’intervento di Mario Draghi la Penisola sarebbe incorsa da tempo in una “catastrofe fiscale”. “Solo un miracolo – o 365 miliardi di euro di acquisti di debito sovrano italiano da parte della Bce – possono spiegare come negli ultimi anni un paese il cui debito pubblico e’ esploso al 130 per cento del Pil abbia pagato quasi gli stessi interessi rispetto alla Germania, con un rapporto debito-pil del 60 per cento”. Il Qe ha anche sostenuto il sistema bancario italiano gravate dai crediti deteriorati. A dispetto dei massicci acquisti della Bce, le banche italiane restano di gran lunga le principali detentrici del debito sovrano della Penisola, che costituisce il 10 per cento degli asset bancari italiani: quasi tre volte la media dell’eurozona. L’aumento del prezzo di mercato delle obbligazioni sovrane italiane (la contropartita del calo dei rendimenti) ha costituito un salvataggio di fatto del settore bancario italiano. La Bce, scrive il “Wsj”, ha anche garantito un secondo e ancor meno palese aiuto agli istituti di credito italiani: il Qe ha aumentato l’appetito degli investitori per gli asset piu’ rischiosi, incluso il monte dei crediti non performanti accumulati dalle banche della Penisola. E’ vero che i bassi tassi d’interesse hanno compresso gli utili delle banche italiane, ma del resto – afferma il quotidiano Usa – lo stato sclerotico dell’economia nazionale avrebbe comunque impedito di accumulare utili tramite le ordinarie attivita’ di credito. Il lato negativo del Qe per l’Italia, prosegue l’editoriale, e’ rappresentato invece dalla disincentivazione ad adottare le riforme necessarie a salvare l’Italia dalla progressiva morte economica. Roma, afferma il “Wsj”, si e’ perlopiu’ allontanata dai programmi di riforma introdotti dopo la crisi dell’eurozona, nel 2010. Il quotidiano Usa nota pero’ che “un’impennata dei costi di rifinanziamento del debito e’ bastato a disciplinare il governo italiano” espressione dei partiti cosiddetti “populisti” della Penisola, Movimento 5 stelle e Lega. In questa duplice dinamica starebbe la “spirale catastrofica” che vede “i governi e le istituzioni finanziarie trascinarsi vicendevolmente a fondo tramite la reciproca dipendenza dal debito”. Secondo il quotidiano Usa, pero’, il vero problema dell’Italia e’ un altro: “le banche che un tempo esistevano per convertire i depositi in credito non possono piu’ prestare profittevolmente” a causa dei tassi di interesse ultrabassi e del “soffocamento dell’economia reale da parte della classe politica”. E’ questo, conclude l’editoriale, il vero scenario che si profila all’orizzonte dell’Italia dopo la fine del Qe: non un pirotecnico collasso finanziario, ma la “lenta spirale di morte” di un governo che non e’ in grado di sostenere la sua economia reale, e di una economia reale che non riesce a sostenere le sue banche”.
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