La Spagna rafforza i legami con la Cina che cerca alleati nella guerra commerciale contro gli Usa
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Con un incontro alla Zarzuela con re Felipe VI, il presidente della Cina, Xi Jinping, ha iniziato ieri una visita di Stato in Spagna che portera’ alla firma di una serie di accordi economici e commerciali ed aprira’ una nuova tappa nelle relazioni politiche fra Madrid e Pechino. Dopo la tappa iberica, che coincide con il 45° anniversario dell’inizio delle relazioni diplomatiche bilaterali, e una breve sosta in Portogallo, il leader comunista volera’ in Argentina per partecipare al summit del G-20, un appuntamento fondamentale durante il quale si potrebbe decidere il futuro della guerra commerciale fra Pechino e Washington. La notizia e’ su tutti i principali quotidiani spagnoli che sottolineano come, nel braccio di ferro tra le due maggiori economie del pianeta, Pechino cerchi di tirare acqua al proprio mulino, coltivando legami con altri paesi. In questo contesto, l’Unione europea si presenta come un’alternativa chiave per il gigante asiatico, con la Spagna in prima linea, dal momento che si tratta del paese con cui la Cina ha sempre mantenuto un rapporto amichevole, anche in questioni spinose come il Tibet o Taiwan. “La Spagna, come la Cina, e’ interessata a garantire l’apertura dell’economia mondiale”, motivo per cui la visita di Xi dovrebbe essere intesa come “un chiaro segnale” che i due paesi e l’Unione europea “dimostreranno l’intenzione di voler salvaguardare il multilateralismo e un sistema commerciale basato su regole”, ha detto l’ambasciatore cinese a Madrid, Lyu Fan, in un’intervista all’agenzia di stampa “Xinhua”. Xi Jinping e’ intenzionato ad aprire ulteriormente il gigantesco mercato cinese e attirare altre compagnie spagnole verso la sua nuova rotta della seta, un progetto multimilionario di infrastrutture terrestri e marittime con il quale mira a incrementare il commercio in tutto il mondo. Ad oggi, la Spagna sta gia’ partecipando attivamente a questo piano con la linea ferroviaria che collega la citta’ di Yiwu, nel sud della Cina, a Madrid. Il governo di Pedro Sanchez, molto attento alla agenda internazionale, cerca inoltre di collaborare con la Cina sia in Africa che in America Latina , dove il peso del gigante asiatico sta crescendo in modo esponenziale e dove si concentrano i maggiori interessi dell’azione estera di Madrid. Per il momento, il viaggio del presidente cinese e’ riuscito a sbloccare due accordi, in sospeso da tempo, che permetteranno alla Spagna di esportare uva da tavola e carne di maiale verso la Cina. Cio’ significa l’apertura del settore alimentare spagnolo ad un mercato di 1,9 miliardi di persone, che rappresentano il 31 per cento della popolazione mondiale.
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Usa intenzionati a ritirarsi da trattato Inf, ma consultano alleati
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Gli Stati Uniti confermano l’intenzione di ritirarsi dal trattato Inf (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty), uno dei principali strumenti contro la diffusione delle armi nucleari, ma continuano in proposito le consultazioni con gli alleati. Lo ha detto il direttore della National Intelligence, Dan Coates, secondo quanto riferisce il “Wall Street Journal”. Il motivo della decisione di Washington sta – ha detto – nelle violazioni del trattato da parte della Russia. Il trattato Inf, siglato nel 1987, vincola i firmatari a non sviluppare o a usare missili balistici o da crociera con raggio fra i 500 e 5.500 chilometri. Secondo Coates, “i rapporti di intelligence rivelano che la Russia ha testato in volo, prodotto e schierato missili da crocierale cui caratteristiche sono proibite dal trattato”. Mosca, al riguardo “non ha mostrato segno di voler ammettere la violazione, e tanto meno di adeguarsi al rispetto del trattato”. In particolare, Coats ha citato il missile denominato 9M729, di cui ha negato l’esistenza fin quando gli Usa hanno dimostrato il contrario, per poi asserire che le sue capacita’ non violano il trattato.
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Usa: sanzionati due stretti collaboratori del presidente del Nicaragua Daniel Ortega
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che impone sanzioni finanziarie a due stretti collaboratori del presidente del Nicaragua Daniel Ortega. Lo riferisce il dipartimento di Stato. Colpiti dal provvedimento sono il vicepresidente del Nicaragua, Rosario Maria Murillo De Ortega, e Nestor Moncada Lau, consigliere per la sicurezza nazionale della presidenza nicaraguense. la decisione, si legge nel comunicato del dipartimento di Stato, fa parte delle azioni volte a contrastare gli abusi del regime di Ortega, fra cui lo smantellamento delle istituzioni democratiche e le gravi violazioni dei diritti umani, e “sono un segnale del fatto che gli Stati Uniti non tollerano lo sfruttamento per interessi privati del popolo e delle risorse pubbliche del Nicaragua”.
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Spagna, Londra beffa Sanchez sulla questione Gibilterra
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il Regno Unito non ha alcuna intenzione di aprire su Gibilterra e continuera’ a difendere gli interessi dell’enclave in territorio spagnolo anche nei futuri negoziati con l’Unione europea, nonostante gli impegni sottoscritti, su richiesta di Madrid, in cambio del via libera all’accordo sulla Brexit. Lo rivela oggi il quotidiano “Abc”, sottolineando che, dopo la firma di domenica del Trattato di uscita del Regno Unito dall’Ue, mentre il primo ministro Pedro Sanchez parlava di successo “senza precedenti” delle istanze spagnole su Gibilterra, l’ambasciatore britannico presso l’Ue, Tim Barrow, inviava una seconda lettera ai presidenti del Consiglio europeo, Donald Tusk, e della Commissione, Jean-Claude Juncker, per mettere in chiaro che Londra non avrebbe ceduto di un millimetro rispetto alle posizioni iniziali. “Il governo britannico insiste che non v’e’ alcun dubbio circa la sovranita’ del Regno Unito su Gibilterra, comprese le acque territoriali”, si legge sulla missiva. “Inoltre – continua il testo – Londra ribadisce il suo impegno a Gibilterra a non portare avanti trattative che potrebbero portare la sua popolazione a finire sotto la sovranita’ di un altro stato contro la propria volonta’ democraticamente espressa”. Secondo “Abc”, i documenti che, a detta di Sanchez, segnano una “tripla garanzia per la Spagna”, sarebbero stati aggiunti al verbale della riunione tenuta domenica a Bruxelles, ma non al testo del Trattato, che mantiene il controverso articolo 184 che tutela Londra da eventuali ingerenze spagnole.
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Regno Unito: leader laburista Corbyn vuole dibattito televisivo con premier May prima della finale del programma “I’m a Celebrity”
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il Partito laburista britannico preme perche’ il dibattito televisivo sulla Brexit tra il suo leader Jeremy Corbyn e il primo ministro Theresa May avvenga il 9 dicembre prossimo, subito prima dell’attesissima puntata finale del popolare programma televisivo “I’m a Celebrity, Get Me Out of Here” (equivalente del programma italiano “L’Isola dei famosi”). Lo riporta oggi il quotidiano britannico “The Guardian”; affermando che che tre emittenti, “Bbc”, “ITV” e “Sky” hanno presentato ai due maggiori partiti politici del Regno Unito le proprie proposte per ospitare il dibattito. I laburisti sarebbero favorevoli alla proposta di “ITV”, che metterebbe in onda il faccia-a-faccia Corbyn-May in prima serata. In questo modo, il dibattito politico godrebbe del traino garantito dall’attesa sulla stessa rete della finale del programma “I’m a Celebrity”, per la quale si attende un pieno di ascolti. L’ufficio del primo ministro May non avrebbe espresso alcuna specifica preferenza per una rete o per una data in particolare. Tuttavia, evidenzia il “Guardian”, e’ chiaro che il faccia-a-faccia televisivo tra Corbyn e May avra’ un senso solo se avverra’ a ridosso del cruciale voto che la Camera dei Comuni sara’ chiamata ad esprimere l’11 dicembre sull’accordo per la Brexit sottoscritto il 25 novembre da May con il Consiglio europeo.
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Usa-Regno Unito: ambasciatore Johnson tenta di placare l’ira di Londra dopo le dichiarazioni di Trump sulla Brexit
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – L’ambasciatore degli Stati Uniti a Londra, Woody Johnson, e’ intervenuto oggi sul quotidiano britannico “The Times” per cercare di calmare l’ira del governo del primo ministro Theresa May, infuriato per i commenti del presidente degli Usa, Donald Trump, all’accordo tra sulla Brexit tra Regno Unito e Ue. Trump aveva affermato che l’intesa andrebbe a solo vantaggio dell’Unione europea, danneggiando i futuri rapporti commerciali tra Usa e Regno Unito. L’ufficio del primo ministro britannico e’ particolarmente furioso, sottolinea il “Times”, perche’ i commenti negativi di Trump sulla Brexit rafforzano le posizioni dei conservatori piu’ euroscettici, i cosiddetti “Brexiters”. Inoltre, le affermazioni di Trumo sono giunte proprio in concomitanza con l’avvio campagna politico-mediatica lanciata da May per convincere il parlamento di Westminster a ratificare l’accordo sulla Brexit. Come ritorsione, la premier britannica ha annunciato di non voler incontrare Trump personalmente nel corso del vertice del G20 che si svolgera’ a Buenos Aires nel prossimo fine settimana. “Non vogliamo affondare l’accordo sulla Brexit”, ha affermato l’ambasciatore Johnson nel suo intervento pubblicato dal “Times”: Per il diplomatico, “se il Regno Unito riuscira’ a riprendere il controllo della sua politica commerciale, allora sara’ in testa alla fila” per stringere un fruttuoso e ambizioso trattato commerciale con gli Stati Uniti.
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Francia: il presidente Macron cerca di contenere la protesta dei gilet gialli
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, tenta di guadagnare tempo nei confronti dei gilet gialli, il movimento nato in queste ultime settimane contro il caro-carburante. E’ quanto afferma “Le Figaro”, spiegando che il presidente non vuole cambiare la traiettoria della sua strategia energetica, ma ha comunque annunciato tre mesi di concertazioni locali sulle misure riguardanti la transizione ecologica. Nel discorso di circa un’ora tenuto ieri dall’Eliseo, Macron ha cercato di “diluire la collera disperdendola a livello locale su problematiche locali”, scrive il quotidiano. Senza mai citare direttamente i gilet gialli, il capo dello Stato francese ha parlato delle violenze che si sono verificate durante le manifestazioni di sabato scorso condannandole. “I frequentatori della politica si aspettano da me una rinuncia, ma e’ perche’ abbiamo agito sempre cosi’ che oggi ci troviamo in questa situazione” ha detto Macron. Secondo un sondaggio condotto da OpinonWay, il 76 per cento delle persone interrogate giudica insufficienti le misure annunciate, mentre il 78 per cento pensa che il governo deve rinunciare all’aumento delle tasse previste a gennaio. Dati che certamente non sorprenderanno Macron, consapevole del fatto che i suoi annunci non avrebbero placato il malcontento dell’elettorato.
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Francia, il presidente Macron cerca di equilibrare il suo progetto energetico
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – Nel suo discorso pronunciato ieri sulla legge di programmazione pluriennale dell’energia (Ppe), il presidente francese, Emmanuel Macron, ha cercato di delineare un progetto equilibrato, tra una decrescita del nucleare e un aumento delle energie rinnovabili. “Le Figaro” ricorda che sotto la presidenza di François Hollande era stato fissato l’obiettivo di arrivare al 50 per cento di energia nucleare entro il 2025, ma con il suo successore la data limite e’ stata spostata al 2035. Entro quell’anno, verranno chiusi 14 dei 58 reattori nucleari. Le energie rinnovabili dovranno coprire il 40 per cento della produzione di energia elettrica entro il 2030. “Saremo molto esigenti con i professionisti sull’abbassamento dei costi”, ha detto Macron. Lo Stato aumentera’ i sovvenzionamenti annuali passando dagli attuali 5 miliardi di euro a una cifra compresa tra i 7 e gli 8 miliardi. L’eolico terrestre e il solare saranno i primi ad essere interessati da questa misura. Tuttavia, la filiera dell’energia rinnovabile attende con impazienza la fase di concertazione annunciata dal presidente Macron e dal ministro della Transizione ecologica, François de Rugy.
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Germania: ministro Esteri Maas, rafforzare coesione in Europa e “non lasciarsi schiacciare da grandi potenze”
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – A fronte della “crescente competizione” tra Stati Uniti, Russia e Cina, si deve “rafforzare la coesione in Europa e non lasciarsi schiacciare dalle grandi potenze”. E’ quanto dichiarato dal ministro degli Esteri della Germania, Heiko Maas, durante il suo intervento al forum sulla politica internazionale organizzato dalla Fondazione Koerber a Berlino nella giornata di ieri, 27 novembre. Durante il suo discorso, Maas ha inoltre fatto riferimento alla “incertezza” che circonda la permanenza in vigore del trattato sulle armi nucleari a medio raggio (Inf) dopo l’annuncio del recesso degli Stati Uniti dall’intesa, dato il 20 ottobre scorso dal presidente degli Usa, Donald Trump. L’Europa, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco, e’ stata “la maggiore beneficiaria” del trattato Inf, concluso da Stati Uniti e Unione Sovietica nel 1987 e pertanto e’ “estremamente interessata” a che l’intesa “venga osservata”.
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Ue-Italia: commissario Dombrovskis, “necessaria correzione sostanziale” a legge di stabilita’
28 nov 10:57 – (Agenzia Nova) – I segnali di apertura al compromesso sulla legge di stabilita’ dati dal governo italiano, con la possibile riduzione del disavanzo di bilancio per il 2019 dal 2,4 al 2,2 per cento del Pil, non paiono aver impressionato la Commissione europea. “E’ necessaria una correzione sostanziale”, ha infatti dichiarato Valdis Dombrovskis, commissario europeo per l’Euro e il dialogo sociale, la Stabilita’ finanziaria, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali. In un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano tedesco “Handelsblatt”. Dombrovskis ha ricordato all’Italia “il suo impegno di ridurre il disavanzo strutturale dello 0,6 per cento nel prossimo anno”. Secondo il commissario europeo, “in nessun caso” le concessioni che l’Italia potrebbe compiere sulla legge di stabilita’ saranno “sufficienti a evitare una procedura di infrazione” per disavanzo eccessivo nei confronti del paese. “Finora abbiamo aspettato invano una correzione sostanziale” della politica di bilancio da parte del governo italiano, ha proseguito Dombrovskis, che pure ha notato come la coalizione populista al governo a Roma abbia “modificato i toni” nel confronto con Bruxelles, cessando gli “attacchi contro l’Eurozona”.
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