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Food tech. Per la ristorazione del futuro investiti in app 2,5 miliardi di dollari

La ristorazione non sarà più solo sinonimo di esperienza sensoriale, ma anche digitale. Non solo per i clienti, ma anche per chi lavora. Dall’ordinazione al pagamento, dalle prenotazioni alla gestione del marketing, fino alla formazione dei dipendenti e alla donazione del cibo in eccesso: c’è un’app che facilita tutte queste attività. E dal 2012 ben 100 applicazioni che si occupano di questo hanno visto un aumento totale di capitale di 2,5 miliardi di dollari perché i loro investitori vedono imminente “l’apertura” di nuovi ristoranti: sempre più connessi e digitali, proprio come i clienti di oggi.

In una grafica le 100 startup del ristorante del futuro

Il sito CBINSIGHTS ha prima catalogato le 102 startup, che nella ristorazione negli ultimi 5 anni hanno registrato, in tutto il mondo, un forte aumento di capitali, e poi è riuscito anche nell’impresa di rappresentarle in un’unica grafica. Così con un semplice colpo d’occhio è possibile vedere l’evoluzione dei ristoranti. In alcuni Paesi sono già realtà, ma gradualmente a livello mondiale la ristorazione cambierà per effetto del digitale. Ecco i trend del futuro.

Pagamenti digitali attraverso il tablet con cui si ordina, piattaforme per le prenotazioni e app per il marketing: sono questi i tre settori che vedono il maggior numero di startup finanziate negli ultimi anni. Questo significa che aziende come Presto (E la Carte), ha ricevuto circa 70 milioni di dollari di finanziamenti – tra i suoi soci figura Intel, e Ziosk, che forniscono tablet-Pos sui quali i clienti possono scorrere il menu, ordinare e poi pagare direttamente, potrebbero nascere anche in Italia perché a livello mondiale hanno attirato l’attenzione di importanti investitori: significa che c’è profumo di business. Così per le piattaforme che facilitano la gestione delle prenotazioni online, un esempio è Resy finanziata con 15 milioni di dollari da Airbnb, Lerer Hippeau Ventures, RSE Ventures. Inoltre ben 7 compagnie sono specializzate in Pos abilitati ai pagamenti con lo smartphone, anche in Italia da poco è realtà questa modalità ma nel vederla in molti punti di ristorazione dovranno passare anni, comunque è un mercato su cui si può investire con pochi rischi. App, invece, come Zipscene, che ha ricevuto 9 milioni di dollari, sono molto utili perché raccolgono i feedback dei clienti per creare poi una loro migliore profilazione per le campagne di marketing.

3,5 milioni di dollari sono stati investiti da Wellington Financial in Qless, l’app che non fa fare la fila, non perché fa passare davanti a chi è arrivato prima, ma perché invia sullo smartphone la notifica con la quale si avvisano i clienti che il loro tavolo si è da poco liberato. In Italia esiste un’app simile per saltare la fila negli uffici e ospedali pubblici e privati: si chiama Qurami, la si potrebbe sviluppare anche per i ristoranti.

Wi-Fi, musica e postazioni per la ricarica dei cellulari

Esistono applicazioni, come WiWide, che in Cina gestisce la connessione a Internet nei ristoranti e fornisce al titolare una serie di dati che i clienti lasciano mentre navigano in Wi-Fi. Tra gli investitori di questa compagnia cinese c’è Xiaomi, che abbiamo scoperto essere al secondo posto nel mondo tra le Unicorn della tecnologia. Oltre alla connessione, quando si è in un locale di ristorazione è piacevole ascoltare anche la musica giusta per l’occasione e non a caso Spotify, piattaforma leader nella musica in streaming, ha investito in Soundtrack Your Brand di Stoccolma, perché in grado di offrire stazioni musicali specifiche per i tipi di locali. Gli sviluppatori di quest’app hanno raccolto 42 milioni di dollari. Dalla musica a un’altra esigenza: quante volte si scarica il cellulare mentre siamo in giro? Esistono aziende che installano nei ristoranti postazioni per consentire ai clienti di ricaricare i loro dispositivi, una di queste è Powermat (ha ricevuto 5 milioni di dollari di finanziamenti) con la quale Starbucks ha avviato una partnership. In Italia ancora nessuna traccia…

Consegne a domicilio con ordinazione da app

Un ristorante oggi e soprattutto del futuro non può non offrire ai clienti la possibilità di ordinare da casa con un’app. Questo è un trend in espansione per gli startupper, lo sanno bene gli ideatori di OLo, che ha raggiunto la cifra di 62 milioni di dollari come finanziamento, e vede eBay tra i suoi tre investitori.

Formazione dipendenti, efficienza energetica e donazione del cibo in eccesso

 Non solo app per i clienti. When I Work, per esempio, è stata sviluppata per la gestione, profilazione e comunicazione con i dipendenti, la cui formazione professionale può avvenire anche attraverso applicazioni, come Schoox e ServeAnywhere, in sostanza è un apprendimento e-learning, soprattutto sulla mission del ristorante. Infine le piattaforme digitali aiutano i ristoratori anche per controllare i risparmi energetici, LumaStream (13,2 milioni di dollari di raccolta fondi) realizza sistemi di illuminazione LED a bassa tensione, e lo sviluppo di app che garantiscono l’efficienza energetica fanno gola ai tanti gestori. Infine oggigiorno è possibile liberarsi del cibo in eccesso senza buttarlo nella spazzatura: per esempio con Spoiler Alert (2,8 milioni di dollari di finanziamento) è possibile donarlo, ma anche venderlo e beneficiare di incentivi fiscali. Nel nostro Paese l’anno scorso è stata approvata la legge anti-spreco alimentare: meno burocrazia per la donazione del cibo. Se oltre alla normativa ci fosse anche una piattaforma per far incontrare ristoranti e persone e associazioni bisognose allora il vantaggio per la comunità sarebbe davvero enorme.

Con il racconto di alcune delle 100 app per la ristorazione che nel mondo hanno raccolto più finanziamenti negli ultimi 5 anni abbiamo voluto evidenziare che questo settore è un terreno fertile sia per chi vuole sviluppare un’app sia per chi ha la possibilità di investire. D’altronde si sa, mangiare piace a tutti e non se ne può fare a meno, e se attraverso il digitale si soddisfano le nuove esigenze del cliente allora il business è servito su un piatto d’argento.

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