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La rete tiene in vita Kiev: app d’allerta per i bombardamenti e WiFi nei bunker

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Internet non si può abbattere

Internet è ancora attiva in Ucraina. Nonostante i bombardamenti russi sulle principali città, sui distretti industriali, sulle infrastrutture critiche, compresa la rete elettrica, il web ancora esiste e anche i social network continuano a dar voce alla popolazione stremata, ora alle prese anche con la scarsità di acqua potabile e di cibo.

Esempio di questa resilienza delle telecomunicazioni è lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che continuamente pubblica video in cui incita gli ucraini alla resistenza e partecipa a incontri online con altri capi di Stato e rappresentanti delle diplomazie internazionali.

Abbattere l’intera rete delle telecomunicazioni in Ucraina non è cosa semplice e secondo molti analisti una internet funzionante fa comodo anche ai russi, che invece, a quanto pare, qualche difficoltà logistica l’hanno incontrata, mostrando più di una vulnerabilità nella loro strategia militare e nelle stesse dotazioni tecnologiche.

La rete locale serve anche ai russi

Come ricorda ilpost.it, quando nel 2014 la Russia dichiarò l’annessione della Crimea – attraverso un criticatissimo referendum locale, mai riconosciuto completamente dalla comunità internazionale – c’è voluto molto tempo prima di strappare agli ucraini il pieno controllo dei mezzi di comunicazione e dell’infrastruttura di telecomunicazione, mettendo sotto torchio il gestore telefonico Urktelecom.

I russi non possono distruggere la rete 3G e 4G e un esempio è il sistema per criptare le comunicazioni mobili (chiamato “ERA”), che consente alle truppe sul campo di battaglia di scambiarsi messaggi in sicurezza, anche tra gli alti comandi e il fronte, ma che non può funzionare senza le suddette reti.

Più WiFi nei rifugi antiaerei

Ieri la municipalità di Kiev ha annunciato l’avvio della registrazione delle domande per l’installazione e l’attivazione di reti WiFi anche nei rifugi antiaerei della Capitale.

Il vicesindaco della città, Vitali Klitschko Petr Olenich, aveva dato vita ad un sito dedicato a fornitori e cittadini: i primi per presentare domanda di realizzazione di antenne e punti di accesso alla rete; i secondi per richiedere le attivazioni del WiFi nei vari bunker.

Se il tuo rifugio non ha accesso a internet, lascia una richiesta. Ti contatteremo e ti informeremo su quello da fare. Invito i fornitori a partecipare al progetto e ringrazio coloro che sono già con noi“, si legge in un messaggio su Telegram e sulla prima pagina del sito stesso.

L’app che salva la vita

Altro strumento tecnologico a servizio della cittadinanza ucraina è la vecchia app Kyv Digital generalmente usata per acquistare biglietti dell’autobus e della metropolitana, o per trovare e pagare il parcheggio in città, che ora è stata riconvertita in app per lanciare gli allarmi antiaerei in caso di bombardamento, indicando alle persone il rifugio più vicino nel luogo in cui si trovano.

Una soluzione utilizzata da più di 1,5 milioni di cittadini, che ha già emesso migliaia di allarmi, condiviso mappe dei rifugi antiaerei, diffuso informazioni su come sostenere l’esercito e fornito collegamenti utili a mezzi ufficiali di informazione.

Un esempio della grande utilità della tecnologia soprattutto in situazioni di emergenza e di guerra come quelle che si stanno vivendo in Ucraina, frutto di competenza e capacità d’azione, perché l’app è stata rimodulata in meno di 24 ore dal CDTO dell’Ucraina, il Chief digital transformation officer, il responsabile nazionale della transizione digitale.

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