Vi è mai capitato di non accendere la Tv per intere giornate e addirittura per mesi? E al contempo vedere dalla fattura dell’energia elettrica l’addebito mensile della quota per il pagamento del canone Rai? Per questo motivo molti consumatori propongono una nuova modalità di pagamento dell’abbonamento per il Servizio pubblico radiotelevisivo, per esempio alla stregua di Netflix: quindi più flessibile. Se pago vedo. Se non pago non vedo. E dunque rimettere di nuovo mano alle leggi di riferimento come ha fatto il Governo Renzi addebitando l’abbonamento alla televisione sulla bolletta elettrica.
Abbiamo rivolto il quesito all’esperto di media Francesco Siliato, dello Studio Frasi e Docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi al Politecnico di Milano.
Key4biz. Che cosa ne pensa della proposta di far pagare il canone Rai come si fa con Netflix?
Francesco Siliato. Credo crei molta confusione tra interesse pubblico, bene comune e interesse privato. La confusione è già troppa se certi Amministratori delegati credono di svolgere servizio pubblico soltanto perché mandano in onda uno sproposito di talkshow. Gli obblighi della Concessionaria del servizio pubblico sono molti. Potrebbe Netflix dedicare il 25-30% del proprio budget a produrre prodotti made in Italy? Realizzerebbe notiziari? In LIS? ecc…
Perché allora un servizio pubblico dovrebbe essere remunerato come fosse privato? Il servizio pubblico radiotelevisivo non può concettualmente essere una pay per view, basarsi su un’offerta pagata a consumo. I sordomuti dovrebbero pagarsi il loro programma in LIS. Sembra più un’idea per abolire il servizio pubblico che altro.
In questo momento gli stessi broadcaster nazionali (Rai inclusa) si rivoltano contro una proposta che li costringerebbe ad investire di più sul made in Italy, supportati da alcuni partiti, movimenti e media pronti poi a scandalizzarsi e protestare per la fuga dei giovani cervelli!
Key4biz. Se la proposta è realizzabile quali leggi e in che modo dovrebbero essere modificate?
Francesco Siliato. Nell’attuale stato di fatto con la protervia con cui i privati agiscono contro il bene comune, tutto sembra possibile. Andrebbe abolito il senso di bene pubblico e le istituzioni dovrebbero rinunciare a svolgere il ruolo di controllo e mediazione per lasciare ai privati, ancora più di adesso, la gestione del sistema dei media, vecchi, nuovi e che verranno.
Key4biz. Si potrebbe, invece, pensare di superare definitivamente il canone e indirizzare le risorse pubbliche alla Rai nella stessa modalità con cui avviene per chi offre un Servizio pubblico: scuola, musei, vigili del fuoco, ospedali, ecc…
Francesco Siliato. Ribalterei la proposta. La RAI è una concessionaria pubblica, risponde quindi ad una Concessione, ha obblighi dettati da una Convenzione e deve seguire regole stabilite da un Contratto di servizio. Sarebbe interessante che anche scuole, musei, ospedali, etc. rispondessero a regole e controlli parlamentari permanenti come quelli destinati al servizio pubblico radiotelevisivo.
Key4biz. Qual è il suo giudizio sul canone Rai nella bolletta elettrica?
Francesco Siliato. Un ottimo modo per evitare che gli evasori fiscali rappresentassero un esempio per furbetti privi dell’idea di servizio pubblico e bene comune, ed è stato un buon metodo per stanarli. Difendere gli evasori e poi lamentarsi dei servizi pubblici non è atto coerente.
Key4biz. Qual è la sua proposta per migliorare il Servizio pubblico nell’era della digital transformation?
Francesco Siliato. Sono troppe e articolate le idee, ma inizierei dal prendere atto che la digital trasformation è una social trasformation, ovvero è la società che è cambiata dietro i social. Si frantuma, si perde nel narcisismo individuale che ciascuno fraintende come sociale e diventa davvero collettivo, ma separato dal reale. Ruolo primario del servizio pubblico è quindi riportare la coesione sociale. Coesione sociale ricercata attraverso l’utilizzo di tutte le piattaforme, di una presenza costante, dell’attenzione al bene comune.