Nelle more dell’esito delle elezioni europee di sabato 8 e domenica 9 giugno, al Ministero della Cultura al Collegio Romano e alla Direzione Cinema e Audiovisivo a Santa Croce in Gerusalemme è tutto fermo sul controverso decreto “tax credit” e anche su tutti gli altri decreti attesi da molti mesi da tutti gli operatori del settore cinematografico e audiovisivo.
Eppure, al contempo, permane la sofferenza e insofferenzadegli operatori, in particolare dei lavoratori, che ieri hanno promosso una manifestazione di protesta a Roma, intitolandola “Siamo ai titoli di coda”, come il nome del neo-costituito Comitato Lavoratori del Cine-Audiovisivo: hanno indirizzato una “lettera aperta” al Ministro Gennaro Sangiuliano ed alla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, che non risulta abbiano reagito. È invece giunto il sostegno dei partiti di opposizione (dapprima il Movimento 5 Stelle con Gaetano Amato, poi Alleanza Sinistra Verdi con Tino Manni e Massimiliano Smeriglio, e successivamente del Partito Democratico, con Matteo Orfini e Irene Manzi)… Silenzio totale da Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Forza Italia, Noi Moderati. Si rimanda al nostro intervento di ieri, su “Key4biz” del 4 giugno 2024, “Cinema e audiovisivo ‘congelati’ dai ritardi del Ministero della Cultura: perché tardano ancora i decreti ministeriali?”.
Tutto fermo, quindi, sia per il decreto “promozione” (per il finanziamento ministeriale di festival, rassegne ed iniziative di ricerca e promozione), sia per il decreto di nomina delle nuove “commissioni esperti” (nessuna evidenza pubblica, almeno finora: il Ministro coopterà tutti “intuitu personae” o seguirà la procedura adottata dal suo predecessore, con un avviso pubblico di invito a presentare candidature?!)…
Come abbiamo segnalato più volte, se è in parte comprensibile la lentezza con il quale il Mic ha licenziato il decreto “tax credit” (trasmesso per la controfirma al Ministero dell’Economia e Finanze), a causa della sua complessità, registriamo il ritardo accumulato nel corso dei mesi: immaginiamo che il Direttore Generale Nicola Borrelli non andrà ad apportare modificazioni significative rispetto al “decreto promozione 2023” (che è stato pubblicato l’anno scorso il 21 aprile, facendo cronologicamente retromarcia rispetto al miglioramento degli anni 2021 e 2022, allorquando il decreto omologo era stato pubblicato nel mese febbraio).
Un “loop” di paralisi burocratica alla Direzione Cinema e Audiovisivo?
E quindi, cosa diavolo si attende ancora?!
Forse la nomina delle “commissioni di selezione”?! Ma questa sarebbe veramente una logica perversa di “cane che si morde la coda”, in un surreale loop di paralisi burocratica.
E, in questo caso, non si “spiega” nemmeno con l’evento politico delle elezioni europee, perché si ha ragione di ritenere che l’esito non andrà ad influenzare le decisioni amministrative del Ministero della Cultura.
E non si spiega nemmeno perché il Ministero della Cultura non proceda al rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Cinecittà, anzi perché non si sia presentato a via Tuscolana il 9 maggio scorso, in occasione dell’assemblea dei soci (in verità, il socio unico Mic che esercita i diritti del Mef), che avrebbe dovuto approvare anzitutto il bilancio 2023 della società pubblica. Assemblea andata deserta.
Contestualmente all’approvazione del bilancio (che determina la conclusione del mandato degli attuali cinque consiglieri), l’azionista Mic avrebbe dovuto procedere alla nomina di 3 dei 5 consiglieri, essendo gli altri 2 di competenza del Mef. Attualmente la Presidente Chiara Sbarigia è “in quota” Mef insieme alla consigliere Isabella Ciolfi, mentre i tre di competenza del Mic sono Nicola Maccanico, Federico Bagnoli Rossi e Giuseppe De Mita (vedi… infra).
Tutto congelato. Senza spiegazione.
E senza nemmeno l’escamotage utilizzato dai soci della Rai Radiotelevisione Italiana spa, ovvero il Mef e la Siae (Società Italiana Autori Editori, socio di minoranza con lo 0,44 % delle quote azionarie di Viale Mazzini), che hanno comunque approvato nell’Assemblea del 28 maggio scorso il bilancio 2023 (peraltro già approvato dal Cda il 17 aprile), ma hanno rimandato a nuova data la nomina del Cda, formato – come è noto – da 7 membri, di cui 4 eletti da Camera e Senato, 2 designati dal Governo (Mef/Presidenza del Consiglio) ed 1 eletto dai rappresentanti dei lavoratori (in questo caso, l’elezione da parte dei dipendenti è avvenuta il 20 maggio 2024, ed ha visto vincitore Daniele Di Pietro, che “eredita” l’incarico del compianto Riccardo Laganà). Sulle nomine Rai pende anche la “spada di Damocle” del ricorso al Tar presentato da 4 dei 70 candidati al Consiglio di Amministrazione, la cui prima udienza pubblica è stata calendarizzata per il 23 ottobre 2023 (vedi “Key4biz” del 31 maggio 2024, “Cda Rai: il Tar del Lazio non accoglie la sospensiva, ma riconosce che la questione è complessa”): che faranno, nel mentre, gli azionisti? Cosa faranno i Presidenti di Camera Senato?
Nel caso di Cinecittà, invece, il bilancio è stato approvato dal Cda il 21 marzo, ma al 5 giugno nessuna traccia dell’approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci: perché?!
Il bilancio di Cinecittà per il 2023 è stato approvato il 21 marzo 2024, ma a distanza di oltre 2 mesi non è ancora pubblico
Eppure il Cda di Cinecittà ha approvato il bilancio di esercizio 2023 ben 2 mesi e mezzo fa, ovvero il 21 marzo 2024, con tanto di comunicato stampa discretamente entusiasta diramato dall’Amministratore Delegato Nicola Maccanico: ricavi industriali per oltre 46 milioni di euro, con un delta positivo del 20 % rispetto all’anno precedente. Nel triennio della gestione 2021-23, la società avrebbe raggiunto così un totale fatturato da attività industriali di 100 milioni di euro. Si leggeva anche, nel comunicato diramato alla stampa e ai media: “lo stato di avanzamento del Progetto Pnrr è attualmente in linea con i target europei e nazionali e sono state avviate tutte le attività necessarie al conseguimento dell’ultimo obiettivo europeo, fissato al 30 giugno 2026”. Nel comunicato, nemmeno un cenno all’entità dei contributi da Mic (dovrebbero essere almeno 28 milioni di euro nel 2023, e saranno 31,5 milioni nel 2024 in base al “piano di riparto” approvato il 12 aprile 2024) ed ai contributi da Pnrr…
Sommando i 46 milioni da ricavi commerciali ai 28 milioni previsti dal contributo “ordinario” dal Ministero della Cultura, il bilancio 2023 si chiuderebbe a quota a 74 milioni di euro (= 46 + 28)…
Il “toto-nomine” vedrebbe accreditata la attuale Presidente Chiara Sbarigia nel ruolo di Amministratore Delegato, mentre la presidenza verrebbe assegnata a Giuseppe De Mita (figlio dell’ex leader della Dc Ciriaco De Mita). La prima attualmente “in quota” Lega Salvini (sebbene a suo tempo nominata dal “dem” Dario Franceschini), il secondo “in quota” Fratelli d’Italia.
Il destino dell’attuale Ad Nicola Maccanico permane incerto.
Fatto sta che perplessità emergono su queste due nomine (Sbarigia e De Mita), anche in considerazione del curriculum ricco di Maccanico (da Warner a Sky) e dei successi registrati nella gestione di Via Tuscolana, che sono stati pubblicamente apprezzati anche dal Ministro Gennaro Sangiuliano…
Come dire?! Un altro dei tanti “misteri” della politica culturale italica: perché Maccanico dovrebbe lasciare l’incarico?!
Giuseppe De Mita (attuale membro del Cda) neo Presidente e Chiara Sbarigia (attuale Presidente) neo Amministratore Delegato di Cinecittà? Una qualche considerazione nel merito e di opportunità. Sarebbe questo un “nuovo corso”?! E perché far fuori Nicola Maccanico?
Rispetto a De Mita jr., riemergono naturalmente i dubbi “formali” che un anno fa lo videro perdere la chance di guidare la “cassaforte” dello sport italiano, Sport e Salute spa (che gestisce circa 400 milioni di euro l’anno di sovvenzioni pubbliche): alcuni hanno sostenuto (anche tra i giornalisti), sbagliando, che la nomina sarebbe saltata perché il figlio di Ciriaco non può vantare il titolo di laurea, ma un dossier IsICult realizzato per “Key4biz” ha ben chiarito che – per quanto incredibile – l’attuale normativa italiana consente anche ad un cittadino non laureato di essere chiamato come amministratore (presidente o ad o consigliere) di una società pubblica, dato che da anni non è stato emanato il decreto del Mef che avrebbe dovuto definire i pre-requisiti. In argomento, si rimanda al dossier, pubblicato da “Key4biz” il 20 maggio 2024, “Risiko nomine: il ‘caso De Mita jr’. Si può essere nominati amministratori di una società pubblica senza laurea?”. Si ricordi peraltro che IsICult / Key4biz sono stati gli unici a segnalare, nel silenzio di tutti, che De Mita jr era stato cooptato nel marzo 2023 nel Cda di Cinecittà, in sostituzione dell’ex consigliere Goffredo Bettini, che si era dimesso nell’ottobre del 2022: vedi “Key4biz” del 22 marzo 2022, “Un De Mita nel cda di Cinecittà, intanto oggi sciopero delle troupe cinematografiche”; la nomina è stata formalizzata il 27 marzo 2023, ma IsICult l’aveva anticipata già da settimane, “Cinecittà: da Bettini a De Mita? Rai: in arrivo la Commissione di Vigilanza. Il Presidente sarà “in quota” M5s”…
Giuseppe De Mita non può vantare esperienze significative nel settore cinematografico e audiovisivo: perché nominarlo? Non sarebbe certo coerente con l’annunciato “new deal” e con un minimo di “mix” tra competenza e fiducia…
Incarichi sovrapposti: Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà e al contempo Presidente dell’Associazione Produttori Audiovisivi e membro del Cda di Apa Service srl…
Rispetto a Chiara Sbarigia, le domande sono altre: si rinnova sia la questione di latente conflitto di interessi, sia comunque la questione di opportunità.
Se è vero che Sbarigia è stata nominata, sul fronte pubblico, dal “dem” Dario Franceschini alla presidenza di via Tuscolana, incarico che ha assunto il 20 aprile 2021, la stessa, sul fonte privato, è stata anche nominata, il 27 giugno del 2023, Presidente dell’Apa – Associazione Produttori Audiovisivi, la maggiore associazione imprenditoriale del settore dopo la cinematografica Anica (guidata da Francesco Rutelli). Sbarigia ha assunto l’incarico che per anni (dal 2017 al 2023) era stato affidato a Giancarlo Leone (già Vice Direttore Generale della Rai dal 2006 al 2011). Prima di essere nominata a Cinecittà, Sbarigia è stata per molti anni Direttrice Generale dell’Apa stessa.
Nessuno, a parte IsICult / Key4biz ha segnalato la inopportunità di un simile duplice incarico.
Pochi sanno peraltro che Sbarigia è anche nel Consiglio di Amministrazione di una società controllata al 100 per cento da Apa (l’associazione), che si chiama Apa Service srl (presieduta dall’ex esponente politico Marco Follini, e nel cui cda siedono anche l’ex Dg della Rai Claudio Cappon e gli ex Presidenti di Apa Giancarlo Leone e Fabiano Fabiani), impresa che ha visto crescere il fatturato – ovvero più esattamente il “valore della produzione” – dal poco meno di 1 milione di euro dell’esercizio 2021 agli oltre 3 milioni dell’anno 2022 (il bilancio 2023 non è ancora stato depositato in Camera di Commercio).
Chiara Sbarigia è stata nominata Consigliere di Amministrazione di Apa Service il 5 maggio 2023, quasi due mesi prima della nomina a Presidente di Apa (associazione), avvenuta il 27 giugno 2023…
Su un totale di ricavi di 3 milioni di euro nel 2022, Apa Service srl dichiara in bilancio che 2 milioni sono “contributi” derivanti dall’Ice ovvero Agenzia Ice – Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese Italiane (presieduta da febbraio 2024 da Matteo Zoppas) e dal Piano Media della Commissione Europea (ovvero l’European Education and Culture Executive Agency)…
Apa Service srl (che ha 4 dipendenti) è un braccio operativo di Apa (associazione, che ha 6 dipendenti) e gestisce una parte dei proventi da “copia privata” (così come previsto dalla Legge sul Diritto d’Autore, la n. 633/1941 e successive modificazioni), così come è “capofila” nell’organizzazione della gran kermesse romana del Mia, il Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, in un “raggruppamento temporaneo di impresa” con Anica…
Si ricordi che la controllante Apa è l’ente incaricato dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae), ai sensi degli articoli 71-sexties e seguenti della citata Legge 22 aprile 1941, n. 633), a gestire la ripartizione dei compensi per copia privata maturati da opere audiovisive del comparto televisivo nell’anno 2022
Va segnalato che Chiara Sbarigia, nella sua ultima autocertificazione in relazione alle norme “anticorruzione” e “trasparenza”, dichiara (in data 11 dicembre 2023) di percepire 88mila euro nella veste di “rappresentante legale” di Cinecittà, ai quali si sommano 42mila euro come “rappresentante legale” di Apa.
Però la carica di Consigliere di Amministrazione di Apa Service srl viene completamente ignorata (il campo “Funzioni di Amministratore o Sindaco di Società” del modulo non è stato proprio compilato), ma essa invece risulta inequivocabilmente dai dati attuali del Registro Imprese InfoCamere. Peraltro nel 2020 Sbarigia era stata nominata Presidente di Apa Service srl.
Si ricordi peraltro che come risulta dal tabulato degli affidamenti del 2020, Cinecittà ha assegnato ben 150.000 euro ad Apa (allora si chiamava Associazione Produttori Televisivi ovvero Apt), con affidamento diretto per l’attività di “co-direzione progetto dinamiche politiche e strategiche” (?!)…
Tra l’altro, il Direttore della Comunicazione è Marcello Giannotti (già a capo della comunicazione Rai ai tempi dell’Ad Fabrizio Salini; chiamato a Cinecittà nel maggio 2022) e Maurizio Venafro come Direttore Legale e Rapporti Istituzionali e Risorse Umane e Affari Generali (era stato Capo di Gabinetto dell’ex Presidente della Regione Lazio il “dem” Nicola Zingaretti; chiamato a via Tuscolana nel gennaio 2022)… I 3 succitati dirigenti hanno stipendi che oscillano tra i 120mila ed i 150mila euro l’anno. Si ricordi che l’Ad Nicola Maccanico percepisce invece sui 240.000 euro l’anno, a fronte dei 100.000 della Presidente Chiara Sbarigia; gli altri 3 membri del Cda beneficiano di un trattamento economico di 20.000 euro. Il dirigente più pagato dopo l’A.d. è Claudio Ranocchi, a quota 185.000 euro (è “Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo, Acquisti, gare ed appalti Gestione Fondi Cinema, Pubblico Registro Cinematografico Audiovisivo”).
E naturale sorge anche un altro quesito: al di là di potenziali conflitti di interesse o di questioni di naturale opportunità, la nomina di Chiara Sbarigia ad opera del Ministro Dario Franceschini ha pienamente rispettato la normativa in materia di “incompatibilità” / “inconferibilità” prevista dal Decreto Legislativo 39/13? Il decreto prevede la preclusione a conferire incarichi a coloro che nei 2 anni precedenti “hanno svolto incarichi o ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati da pubbliche amministrazioni o che hanno svolto attività professionali a favore di questi ultimi”. Si ha ragione di ritenere che, essendo stata Sbarigia nominata Presidente di Cinecittà il 21 aprile 2021 dal Ministro Franceschini, nessuno si sia posto la questione, considerando che fino a quella data era stata Direttore Generale dell’Apa (incarico assunto nel 2003), ente privato che pure qualche beneficio da parte di pubbliche amministrazioni l’ha certamente avuto (basti citare i 150.000 euro assegnati da Cinecittà ad Apt/Apa, come risulta dal tabulato degli affidamenti dell’anno 2020, accessibile nella sezione “Trasparenza” del sito web di Via Tuscolana)… La “ratio” della norma è semplice: per esempio (in settore altro), gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali non possono essere conferiti a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dal servizio sanitario regionale… Nel suo cv pubblicato sul sito web di Cinecittà, Sbarigia scrive di essere divenuta Presidente di Cinecittà il 20 aprile 2021 e di mantenere, a quella data, l’incarico di Direttore Generale dell’Apa. E dal giugno 2023, di Apa diviene Presidente.
Questi temi controversi sono stati oggetto di analisi anche di Sergio Rizzo. L’autore del recente “Io so’ io. Come i politici sono tornati ad essere intoccabili” (eccellente pamphlet edito da Solferino / Corriere della Sera) avrebbe verosimilmente peraltro qualcosa da eccepire, in termini di opportunità, anche su altro fronte, segnalando che il marito di Chiara Sbarigia, Sergio Garufi, è il Responsabile del “Mia Digital” ed Editor in Chief del Mercato Internazionale Audiovisivo (finanziato dalla Dgca del Mic, oltre che dal Maeci/Ice).
La terza edizione dell’Audio-Visual Producers Summit in Calabria, dal 10 al 12 giugno: una triangolazione Apa / Mic Dgca / Cinecittà.
Infine, merita essere segnalata l’imminente nuova edizione (la terza) dell’Audio-Visual Producers Summit (Avps), che quest’anno – col titolo di “Nuove Frontiere” – si terrà presso Altafiumara Resort & Spa | Santa Trada / Scilla / Reggio Calabria, tra pochi giorni, dal 10 al 12 giugno 2024: una conferenza internazionale, ovvero di un format Apa (Associazione Produttori Audiovisivi) che propone convegni, panel, “networking” e incontri business, realizzato con il sostegno della Dgca del Mic, del Maeci (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale/Ice), e della Fondazione Calabria Film Commission, con la collaborazione giustappunto di Cinecittà… Si tratta di una iniziativa “fortemente voluta” dalla Sottosegretaria Lucia Borgonzoni (così si leggeva nel comunicato stampa di Cinecittà diramato il 22 luglio 2023). La prima edizione si è tenuta a Matera nel luglio 2021 e la seconda a Trieste nel luglio 2023… L’edizione 2022 veniva presentata come una “iniziativa Cinecittà per la Dgca del Mic in associazione con Apa” (ed in effetti nel bilancio 2022 di Via Tuscolana, si riscontrano 250.000 euro di contributi incassati, provenienti dalla Dgca Mic proprio per il “Summit”). Quest’anno i ruoli sembrano invertiti: “un format Apa con il sostegno della Dgca del Mic in collaborazione con Cinecittà”.
Una “triangolazione”, insomma, Apa / Mic Dgca / Cinecittà… Il tutto “incarnato” nella persona fisica di Chiara Sbarigia: Presidente di Apa (e Consigliera di Amministrazione di Apa Service srl), consigliere di fiducia della Sottosegretaria al Mic Lucia Borgonzoni (che ha delega sulla Dgca), Presidente di Cinecittà. È anche nel Comitato di Presidenza di Confindustria Cultura (Federazione Italiana dell’Industria Culturale), in questo caso col… “cappello” dell’Apa (ed in effetti sarebbe anomalo che vi fosse in rappresentanza di una società pubblica qual è Cinecittà, sebbene si ricordi che Rai siede nel Consiglio di Confindustria Radio Televisioni). È anche giurata al Premio Strega. Però, non siede nel Consiglio Direttivo del “Sancta Sanctorum” del cinema nazionale, qual è il David di Donatello (alias Accademia del Cinema Italiano), la cui ultima edizione è stata però organizzata presso gli “studios” di Via Tuscolana.
Si ricordi che, attraverso i “Progetti Speciali”, la Direzione Cinema e Audiovisivo del Mic ha assegnato (bando per l’anno 2022, con risultati pubblicati nel giugno 2023) ben 200.000 euro proprio ad Apa Service srl, giustappunto per l’Audio-Visual Producers Summit (Avps), ed altri 200.000 euro per il Mia 2022… ed altri 50.000 euro ad Apa (l’associazione) per il “Rapporto sull’Audiovisivo”… Per un totale, tra Apa associazione ed Apa srl, di quasi mezzo milione di euro in un anno.
Sia ben chiaro: abbiamo certezza che Chiara Sbarigia non abbia mosso 1 euro di Cinecittà a favore di Apa e/o di Apa Service srl, nel suo ruolo di Presidente di Via Tuscolana, ma è evidente una qual certa inopportunità, anche soltanto – come dire?! – “estetica”.
Anche perché Sbarigia è notoriamente la prima consigliera della Sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la quale è “decision maker” assolutamente centrale in materia di cinema e audiovisivo, in virtù della ampia delega concessale dal Ministro.
Nel 2023, il Mic ha assegnato a Cinecittà contributi per 28 milioni di euro, senza considerare i “progetti speciali”… Nel bilancio 2022 di Via Tuscolana, si leggono 41,5 milioni di “ricavi commerciali”, a fronte di ben 35,5 milioni di “contributi” pubblici (di cui 28 da “contributo ordinario” del Mic), per un totale di ricavi di 77 milioni di euro (= 41,5 + 35,5 ml.). Come abbiamo già segnalato, l’esercizio 2023 si dovrebbe chiudere a meno ovvero a circa 75 milioni di euro (44 + 30,5), ma il dato ufficiale resta ancora ignoto (si attende l’approvazione del bilancio da parte del socio unico Mic/Mef), e non è possibile conoscere i contributi altri rispetto all’“ordinario”, ovvero l’ammontare dei “progetti speciali”…
I dipendenti di Cinecittà a fine 2023 erano ben 370 (di cui soltanto un 20 % a tempo determinato)…
Immaginiamo (ci auguriamo) che il Ministro Gennaro Sangiuliano si dimostri coerente con la annunciata volontà di cambiamento delle “regole del gioco”.
Il Ministro ha dato certamente prova di innovazione, nella nomina del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (Csca) del Mic, affidato alla guida di una professionista indipendente e “fuori dai giochi” del sistema, la avvocatessa Francesca Assumma, e cooptando tra i consiglieri anche l’avvocato Michele Lo Foco. Si ricordi che l’avvocato Lo Foco ha tra l’altro pubblicamente parlato di “fatture false” nel castello di carte del fino a poco tempo fa molto decantato meccanismo del credito d’imposta.
E forse la “revisione” del tax credit e della “Legge Franceschini” è ancora troppo timida, e molti sono coloro asserragliati nel fortino della conservazione.
La nomina del nuovo Cda di Cinecittà, che potrebbe anch’essa avvenire dopo un pubblico avviso a presentare candidature, così come la nomina delle due nuove Commissioni Esperti della Dgca del Mic saranno un vero test per verificare la volontà del Ministro Gennaro Sangiuliano di innovare realmente, scardinando le storiche “regole del gioco”, che hanno portato alla situazione patologica ormai evidente.
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.