8 giugno 2023: l’ex-Presidente Donald J. Trump è incriminato alla conclusione dell’inchiesta condotta dal gran giurì istituito dallo special counsel Jack Smith del DOJ riguardante i documenti confidenziali che Trump aveva trasportato illegalmente a Mar-a-Lago dopo aver terminato il suo mandato nel gennaio 2021.
13 giugno 2023 pomeriggio: l’ex-Presidente si è presentato nell’aula del 13° piano del tribunale Wilkie D. Ferguson Jr. U.S. Courthouse (v. Nota 1) dove era stato convocato per l’udienza preliminare. Nelle 49 pagine del testo dell’accusa sono descritti in dettaglio i 37 capi d’accusa, di cui 31 relativi all’aver trattenuto volontariamente di documenti classificati secondo di termini dell’Espionage Act (v. Nota 2) e altri sei per ostruzione della giustizia, distruzione o falsificazione o occultamento di documenti, cospirazione e dichiarazioni false in un’investigazione federale.
Il suo valletto Walt Nauta è stato incriminato per gli stessi reati per avere aiutato Trump in tutte le occasioni prese in considerazione dagli investigatori.
Si tratta, senza alcun dubbio, del più importante caso criminale nella storia degli Stati Uniti, con conseguenze ancora impossibili da definire; ma potrebbe diventare il secondo più importante caso qualora Trump fosse incriminato anche per l’insurrezione del 6 gennaio 2021.
In passato sono stati incriminati sotto il profilo penale governatori, senatori, membri della Camera dei Rappresentanti e molti eletti nelle legislature degli Stati, ma nessun ex-Presidente è mai stato incriminato in un caso criminale federale e, nel caso di Trump, l’incriminazione riguarda l’aver compromesso la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Questo processo presenta una serie d’interrogativi da una parte procedurali, d’altra parte sostanziali poiché non esiste giurisprudenza, essendo questo un caso unico nella storia degli Stati Uniti; inoltre, a molte domande che si pongono pubblicamente su diversi aspetti del processo avvocati, ex-procuratori, docenti di materie giuridiche e altri specialisti non esistono risposte: la Costituzione non è di nessun aiuto dato che nessuno degli autori aveva potuto immaginare un tale evento e gli Emendamenti riguardano materie estranee al caso in oggetto (v. esempi più sotto).
Illustration by João Fazenda, The New Yorker, 18 giugno 2023
Alcuni analisti politici, dopo aver avuto conoscenza di un’intensa attività di propositi violenti pro-Trump su siti social di estrema destra tramite le associazioni VICE NEWS e Advance Democracy, che effettuano un monitoraggio continuo dei siti più estremisti, tra cui The Donald (che ebbe un ruolo centrale nella pianificazione dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021), 4chan e altri simili, hanno espresso il timore che vi potessero essere focolai di insurrezione, non solo a Miami, e anche attacchi violenti alle persone come il Segretario del DOJ e famiglia, i procuratori coinvolti nelle indagini, membri della gran giurì, politici democratici, e vogliono vedere Jack Smith arrestato al suo arrivo in Florida.
Su tutti questi siti estremisti sono apparsi numerosissimi post che invitavano i followers a manifestare in massa per Trump davanti al tribunale a Miami. Tuttavia, contrariamente alle attese, il 13 giugno i sostenitori di Trump all’esterno del tribunale di Miami erano relativamente pochi e la dimostrazione era pacifica.
Screenshots da NBC nei quali sono visibili sostenitori di Trump in numero assai ridotto – 13 giugno 2023
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Durante la sua Presidenza, Trump aveva visibilità di tutti i documenti classificati nei diversi gradi di segretezza; questo diritto venne a cessare automaticamente il 20 gennaio 2021 al termine del suo mandato. Pertanto, tutti i documenti che trasferì alla sua residenza a Mar-a-Lago lo furono illegalmente.
L’inchiesta dello special counsel Jack Smith per il Department of Justice nasce da questa premessa.
Dopo la conclusione dell’udienza preliminare, alcuni commentatori (Glenn Kirschner, ex procuratore, Michael Popov, avvocato e altri) hanno sottolineato come Trump sia da considerarsi un vero pericolo per la comunità a causa dei propositi che tiene e degli incitamenti alla violenza da parte dei suoi accoliti e hanno considerato non consono a questa evidenza che il giudice dell’udienza preliminare lo abbia lasciato libero sotto la sua responsabilità. Parecchi giornalisti hanno poi interpretato questa decisione come un favore a Trump, soprattutto quando si tenga conto che Jack Teixeira, una guardia delle forze aeree degli USA, che era stato arrestato in aprile 2023 per conservazione intenzionale e trasmissione di informazioni classificate relative alla difesa nazionale, era stato incarcerato il 19 maggio e il 15 giugno è stato incriminato da un gran giurì federale con sei capi d’accusa, accuse assai simili a quelle mosse nei confronti di Trump.
Per una curiosa coincidenza il 16 giugno è deceduto Daniel Ellsberg che nel 1971 fece pervenire al New York Times, Washington Post e successivamente ad altri quotidiani le fotocopie di 7.000 pagine di documenti segreti relativi alla guerra del Vietnam con l’intento di far conoscere come cinque presidenti (Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon) avevano sistematicamente mentito al pubblico e al Congresso e avevano ecceduto i limiti del loro mandato presidenziale. Con il suo gesto, Ellsberg sperava di far cessare la guerra ed era pronto a subirne pienamente le conseguenze; questo non accadde, ma contribuì alla caduta di Nixon. Fu incriminato secondo i termini dell’Espionage Act e, grazie alla difesa dell’avvocato Leonard Boudin e del professore della Law School di Harvard Charles Nesson, fu esonerato da tutte le accuse nel maggio 1973 (v. Nota 6). (Il film di Steven Spielberg “The Post” racconta questo episodio)
Tanto per Trump che per Ellsberg di documenti confidenziali e segreti sempre si tratta; l’utilizzo che ne è stato fatto rispettivamente nei due casi si può prestare a interessanti considerazioni da parte dei lettori.
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Background
Per più di un anno dopo la fine del suo mandato, Trump oppose ripetutamente resistenza agli sforzi del governo di recuperare i documenti, inclusi quelli confidenziali, riservati e segreti che erano risultati essere ancora in suo possesso.
In seguito a ripetute richieste della National Archives and Records Administration (NARA), Trump consegnò due volte alcuni documenti; alla seconda consegna fu allegata una lettera firmata da uno degli avvocati nella quale si dichiarava che non vi erano altri documenti confidenziali a Mar-a-Lago, ma il DOJ notò immediatamente che questi dovevano essere solo una piccola parte di quelli in possesso di Trump.
Nell’agosto 2022 l’F.B.I. preparò un “affidavit” per chiedere al giudice uno “warrant” (mandato) per poter effettuare ricerche (search and seize) nella residenza di Trump a Mar-a-Lago in Florida, luogo che non è sottoposto a particolari forme di sicurezza, dove si recano molte persone, anche stranieri, per incontrare Trump.
Il giudice autorizzò la ricerca, che fu effettuata l’8 agosto 2022, e furono trovati più di 11.000 documenti, tra cui più di 100 documenti classificati confidenziali, riservati e segreti relativi alla sicurezza nazionale. Alcuni di questi documenti furono trovati nella scrivania dell’ufficio privato di Trump, sollevando sospetti circa l’uso che Trump potrebbe averne fatto, inclusi eventualmente sospetti che ne avesse fatto uso per benefici personali. Tutti i documenti furono consegnati al DOJ per le necessarie analisi.
Il mandato utilizzato per giustificare la ricerca nella residenza di Trump incluse tre articoli, con il dettaglio delle leggi infrante: “Espionage Act”, secondo il quale compie un crimine chi detiene illegalmente e senza autorizzazioni valide segreti concernenti la sicurezza nazionale; ostruzione; nascondere o distruggere documenti governativi (lo stesso Espionage Act è anche la base dell’incriminazione dell’8 giugno 2023).
A fine agosto 2022, gli avvocati di Trump chiesero l’intervento di un giudice per bloccare l’analisi dei documenti da parte dei procuratori del team dello special counsel Jack Smith e dagli agenti dell’FBI. Il giudice federale Aileen Cannon (nominata da Trump, a vita, e ora giudice, per estrazione a sorte, nel processo che si terrà a Miami) bloccò l’analisi nominando uno special master incaricandolo di esaminare i documenti per separare quelli privati di Trump o sottoposti al privilegio cliente-avvocato. Il DOJ fece appello e la Corte d’Appello di Atlanta emise una sentenza in suo favore, stigmatizzando le decisioni del giudice scrivendo che non aveva alcun diritto d’intervenire (è da notare che due dei tre giudici della Corte d’Appello erano stati nominati da Trump). Questa manovra, tipica di Trump nei suoi démélés con la giustizia, ritardò di più di tre mesi l’analisi dei documenti.
Trump accusò (falsamente) gli investigatori di aver rifiutato più volte la sua proposta di consegnare i documenti, cercando di provare così che il regime di Biden aveva usato come arma il DOJ e l’FBI nei suoi confronti (weaponization of the DOJ and the FBI).
Secondo il DOJ vi erano anche prove che le scatole contenenti i documenti erano state nascoste e trasferite da un luogo all’altro a Mar-a-Lago quando erano già state fatte le richieste per la restituzione; una di queste richieste era stata fatta mediante “subpoena”, ma Trump non aveva ottemperato. Questi trasferimenti di scatole da un luogo all’altro di Mar-a-Lago furono confermati da vari testimoni durante le udienze del gran giurì nelle quali venne alla luce che Trump aveva fatto trasferire scatole anche nel suo ufficio per esaminarle.
In particolare, due testimoni, dipendenti di Trump, asserirono davanti al gran giurì che Trump fece muovere molte scatole il 2 giugno 2022, il giorno prima dell’arrivo dell’avvocato Jay Bratt del DOJ e di agenti dell’FBI il 3 giugno 2022 in esecuzione del subpoena riguardante la ricerca di documenti confidenziali. Inoltre, durante le udienze riferirono che nel maggio 2022, prima di ricevere il subpoena, Trump aveva fatto trasferire numerose scatole da un luogo all’altro per un dress rehearsal, ovvero per una prova generale, in vista di una probabile “visita” dell’FBI, come effettivamente accadde il 3 giugno e poi l’8 agosto 2022.
Inoltre, attraverso testimonianze di dipendenti di Trump davanti al gran giurì e inchieste giornalistiche, si appurò che Trump aveva mentito al proprio avvocato Evan Corcoran a proposito dell’esistenza a Mar-a-Lago di numerose scatole contenenti anche documenti segreti e confidenziali, impedendogli l’accesso ai locali nei quali erano ammassate le scatole e forzandolo al tempo stesso ad asserire che tutti i documenti erano stati consegnati (lettera consegnata ai procuratori, dettata da Corcoran a Chistina Bobb, che la firmò). In base a queste informazioni, Jack Smith riuscì a ottenere da un giudice federale che l’avvocato Corcoran fosse dispensato dal privilegio cliente-avvocato, invocando la clausola di eccezione crimine-frode (crime-fraud exception) in base al fatto che Corcoran era stato parte di un tentativo criminale da parte di Trump. Corcoran divenne così un testimone di primaria importanza per la procura federale.
Inoltre, i procuratori avevano accumulato numerose prove che Trump teneva dei documenti confidenziali nel suo ufficio visibili a visitatori certamente non autorizzati alla visione di tali documenti, e a volte li aveva addirittura mostrati a persone da lui invitate nel suo ufficio.
Se considerati nel loro insieme, questi dettagli relativi all’investigazione sui documenti classificati suggeriscono istanze di possibile ostruzione da parte di Trump di ben più ampio respiro e specificità rispetto a quanto reso noto dall’FBI e dal DOJ prima della diffusione del testo dei 37 capi d’accusa. D’altra parte, allungano i tempi degli episodi di possibile ostruzione sotto esame da parte degli investigatori, cioè un periodo compreso tra eventi a Mar-a-Lago prima del subpoena e quello fino al periodo successivo al recupero dei documenti l’8 agosto 2022.
Secondo l’articolo del Washington Post di Devlin Barrett, Josh Dawsey, Spencer S. Hsu and Perry Stein del 25 maggio 2023, la tempistica potrebbe essere un elemento cruciale per i procuratori che cercano di determinare l’intento di Trump nel tenere per sé centinaia di documenti classificati dopo aver lasciato la Casa Bianca: si tratta di un fattore chiave per decidere se, nel corso del processo, insistere sulla denuncia per ostruzione oppure per cattiva/pericolosa gestione di segreti concernenti la sicurezza nazionale o per entrambe. Il WP aveva pubblicato in precedenza che numerose scatole erano state trasportate fuori dal deposito dopo che Trump aveva ricevuto il subpoena, ma la tempistica precisa di questa attività è un elemento significativo per l’investigazione e per il processo, come riferito da persone informate dei fatti.
Da inchieste giornalistiche è risultato che gli avvocati di Trump lo avevano invitato a più riprese a cercare di trovare un accordo con gli investigatori per evitare un’incriminazione, ma Trump si era sempre opposto affidandosi ai consigli di suoi accoliti e, forse, con la speranza che un’incriminazione avrebbe rafforzato la sua posizione di candidato alle primarie del Partito Repubblicano e la sua presa sulla sua base, permettendogli inoltre di ottenere fondi per la sua campagna elettorale.
Secondo i sondaggi d’opinione di aprile, maggio e giugno 2023, il favore nei confronti di Trump non è diminuito né dopo l’incriminazione del 30 marzo 2023 a New York per il caso del pagamento alla porno star Stromy Daniels, né dopo l’incriminazione dell’8 giugno a Miami; in entrambi i casi, Trump ha raccolto parecchi milioni di dollari in donazioni nei giorni successivi alle incriminazioni, ma al tempo stesso il Partito Repubblicano perde consensi presso gli elettori meno estremisti.
L’accusa
Al temine del suo mandato nel gennaio 2021, Trump aveva fatto trasferire a Mar-a-Lago, la sua residenza in Florida, migliaia di documenti, inclusi documenti segreti e confidenziali, che avrebbero dovuto essere consegnati alla National Archives and Records Administration (NARA), secondo quanto statuito da una legge del 1978 riguardante l’obbligo da parte delle alte cariche delle Stato (Presidente, Vicepresidente, Ministri, altri membri dell’esecutivo) di consegnare a questa Amministrazione tutti i documenti relativi al loro mandato. La legge era stata proposta e promulgata per risolvere la questione della proprietà dei documenti di Richard Nixon.
Testo integrale delle 49 pagine dell’accusa:
- https://www.politico.com/news/2023/06/09/trump-2nd-indictment-full-document-text-00101294
Commento del New York Times, 13 giugno:
I 37 capi d’accusa:
- 31 per aver trattenuto volontariamente di documenti classificati
- 1 per cospirazione per ostruire la giustizia
- 1 per aver trattenuto un documento o altri elementi
- 1 per aver nascosto in maniera corrotta un documento o altri elementi
- 1 per aver nascosto un documento nel corso di un’investigazione federale
- 1 per un piano per nascondere documenti e altri elementi.
Riassumo qui di seguito alcuni dei principali capi d’accusa con l’obiettivo di trasmettere al lettore la gravità delle accuse.
- È un crimine trattenere dei documenti relativi alla sicurezza nazionale senza autorizzazione e aver mancato di consegnarli a un funzionario del governo avente titolo di prenderli in custodia.
Per ottenere una condanna, i procuratori dovrebbero dimostrare che Trump sapeva che era ancora in possesso dei documenti dopo aver lasciato la Casa Bianca e che non ha ottemperato alla richiesta del governo di restituirli e successivamente è stato emesso un subpoena nei suoi confronti.
… è possibile che i procuratori abbiano depositato anche cinque capi d’accusa citando cinque documenti diversi; una condanna comporterebbe teoricamente dieci anni di reclusione per ogni capo d’accusa, anche se altre persone incriminate secondo i termini dell’Espionage Act hanno ricevuto condanne nettamente inferiori al massimo della pena.
Per ottenere una condanna, i procuratori dovrebbero inoltre dimostrare alla giuria che i documenti sono relativi alla difesa nazionale, che erano custoditi in maniera non sicura e che la loro divulgazione potrebbe nuocere agli Stati Uniti o aiutare un avversario straniero.
Anche se la difesa di Trump dovesse sostenere che li aveva declassificati, i procuratori tecnicamente non avrebbero bisogno di dimostrare che erano ancora classificati perché l’Espionage Act costituisce un precedente temporale rispetto al sistema di classificazione.
Accusa di cospirazione
È un crimine accordarsi con un’altra persone per infrangere la legge. I procuratori dovrebbero dimostrare che Trump e qualche altra persona avevano una convergenza d’idee di commettere un crimine specifico e che una delle due aveva preso delle iniziative per raggiungere lo scopo.
La pena può essere fino a cinque anni di reclusione.
Ostruzione
È un crimine nascondere dei documenti per ostacolare uno scopo ufficiale. I procuratori dovrebbero dimostrare diverse cose, compreso il fatto che Trump sapeva di avere ancora documenti che erano oggetto degli sforzi della National Archives and Records Administration di prendere possesso dei documenti presidenziali. Inoltre, dovrebbero essere in grado di dimostrare che si oppose volontariamente al subpoena del DOJ di restituire documenti contrassegnati come classificati e che aveva volontariamente impedito ai suoi subordinati di consegnarli tutti, mentre al tempo stesso sosteneva con i funzionari che aveva ottemperato al subpoena.
La pena prevista è fino a venti anni di carcere per ciascun reato.
Dichiarazioni mendaci
È un crimine fare dichiarazioni mendaci a un agente delle forze dell’ordine a proposito di un fatto rilevante per l’investigazione del funzionario. Tali crimini prevedono una pena di fino a cinque per ciascun reato.
Non è noto se Trump abbia fatto delle dichiarazioni di ordine sostanziale al governo,
ma i procuratori potrebbero accusarlo se potessero provare che cospirò o indusse un’altra persona a mentire al DOJ che non vi erano altri documenti che avrebbero dovuto essere consegnati in base al subpoena.
Oppure, se i procuratori possono dimostrare che indusse i suoi avvocati a mentire involontariamente al DOJ, potrebbero accusare direttamente Trump di aver provocato le dichiarazioni mendaci anche se non aveva compiuto il reato lui stesso. La legge dice che “chiunque volontariamente induce a compiere un atto che, se fosse compiuto direttamente da lui stesso o da un altro, sarebbe un reato contro gli Stati Uniti, è punibile come responsabile principale”. (v. sotto il caso dell’avvocato Evan Corcoran)
Uso improprio di documenti ufficiali
È un crimine nascondere o distruggere documenti ufficiali, che siano da considerare o meno collegati alla sicurezza nazionale.
Tra altre dichiarazioni, ex-collaboratori hanno raccontato che a volte Trump distruggeva documenti ufficiali e altri hanno testimoniato che ne gettava nella toilette. Un dipendente della NARA ha dichiarato che alcuni dei documenti cartacei che l’amministrazione di Trump le aveva trasferito erano strappati, e alcuni erano stati ricostruiti incollandone i pezzi.
La pena prevista è fino a tre anni per ogni reato.
Oltraggio alla Corte
È un crimine disobbedire volontariamente a un’ordinanza della Corte, come il subpoena del gran giurì che Trump ricevette nel maggio 2022 con la richiesta di restituire tutti i documenti contrassegnati come confidenziali che erano ancora in suo possesso.
Per ottenere una condanna i procuratori dovranno mostrare prove che Trump sapeva che aveva trattenuto altri documenti contrassegnati come classificati, oltre a quelli già consegnati, durante e dopo che i suoi rappresentanti legali avevano preteso di aver ottemperato al subpoena. La pena prevista è di una multa fino a $ 1.000 e fino a sei mesi di pena detentiva.
Alcune fotografie scattate dal valletto Walt Nauta e altri dipendenti di Trump a Mar-a-Lago che possono essere utilizzate della procura durante il processo:
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L’ufficio del Procuratore federale
Breve bio: https://en.wikipedia.org/wiki/Jack_Smith_(lawyer)
John L. Smith è nato nel 1969 vicino a New York e si laureò Juris Doctor cum laude alla Harvard Law School nel 1994.
Ha prestato servizio presso il DOJ in qualità di Assistant United States Attorney, interim United States Attorney, capo della Sezione per l’Integrità Pubblica. È stato anche procuratore principale alla Corte penale internazionale presso Kosovo Specialist Chambers, incaricato di investigare e perseguire crimini di guerra commessi durante la guerra del Kosovo.
Jack Smith è noto per la sua ampia esperienza in investigazioni complesse, il suo rigore, la sua attenzione ai dettagli e al contesto nel quale le leggi vengono applicate.
Nel novembre 2022 Jack Smith era stato nominato dal Segretario del Dipartimento della Giustizia Merrick Garland per investigare da una parte l’esistenza di numerosi documenti confidenziali nella residenza di Mar-a-Lago di Trump, documenti illegalmente rimossi dagli uffici della Casa Bianca e trasportati alla residenza e possibilmente in altri luoghi appartenenti all’ex-Presidente, d’altra parte per investigare le responsabilità di Trump nell’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021, avvenuto con l’intento di bloccare la sessione del Congresso che doveva eleggere i neo-eletti Joe Biden e Kamala Harris e di mantenere Trump al potere.
È previsto che nel secondo caso Jack Smith agisca in base alle raccomandazioni emesse nei confronti di Trump contenute nella relazione finale della commissione House Select Committee on January 6th (2021):
- Ostruzione di una procedura ufficiale (il rifiuto di apparire davanti alla commissione)
- Cospirazione per defraudare gli Stati Uniti (tentativo di restare al potere)
- Cospirazione per dichiarazioni false (il diniego di aver perso le elezioni)
- Tentativi d’incitare, assistere o aiutare e sostenere un’insurrezione (i tweet inviati prima dell’insurrezione e il non essere intervenuto per far cessare l’attacco che dopo più di tre ore dall’inizio).
Jack Smith convocò due gran giurì distinti, uno per ciascuno dei due casi.
I procuratori dell’ufficio della Procura di Jack Smith sono stati scelti tra i più qualificati e in possesso della maggior esperienza in casi criminali complessi del DOJ; vi sono inoltre consulenti e avvocati di grande prestigio reclutati all’esterno.
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A seguire:
- A seguire:
- • Il giudice Aileen M. Cannon
- • reazioni di Trump + l’intervista di Trump dove conferma tutte le accuse principali
- • reazioni di alcuni stretti collaboratori di Trump
- • reazioni dei principali esponenti del Partito Repubblicano
- • reazioni dei principali esponenti del partito democratico – Biden non si esprime
- • social media e canali tv di estrema destra
- • altri
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Nota 1
Wilkie D. Ferguson Jr. U.S. Courthouse
- https://en.wikipedia.org/wiki/Wilkie_D._Ferguson
Wilkie D. Ferguson Jr. (11 maggio 1938 – 9 giugno 2003) è stato un avvocato e giudice Americano.
Il Tribunale fu dedicato a Wilkie D. Ferguson perché fu il primo afroamericano a essere nominato prima United States district judge of the United States District Court for the Southern District of Florida, poi nel 1976 dal Governatore Rubin Askew al 11th Judicial Circuit Court of Florida (Dade County Circuit Court) dal 1977 al 1981 e infine alla Florida Third District Court of Appeal nel Dicembre 1980 dal 1981 al 1993.
Nacque a Miami da emigrati dalle Bahamas e frequentò scuole segregate. Dopo l’università in Florida, prestò servizio nelle forze armate di terra. Ricevette il titolo di Juris Doctor nel 1968 dalla Howard University School of Law (fino agli anni 1980 l’università era frequentata principalmente da studenti afroamericani, con la reputazione di essere una delle migliori università del sud; la facoltà di legge formò i primi afroamericani che raggiunsero posizioni di primaria importanza tanto come avvocati che come giudici).
Nota 2
Espionage Act
- https://en.wikipedia.org/wiki/Espionage_Act_of_1917
L’Espionage Act del 1917 è una legge federale promulgata il 15 giugno 1917, poco dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Fin dall’inizio è stata una legge assi controversa e ha subito numerosi emendamenti.
Parecchi articoli dell’Espionage Act sono descritti nella sezione L’accusa.
Tra i casi più noti di persone incriminate in base agli articoli dell’Espionage Act si possono ricordare il socialista Austriaco-Americano membro della Camera dei Rappresentanti e giornalista Victor L. Berger, Il leader sindacale e candidato cinque volte alla presidenza USA per il partito socialista Eugene V. Debs, alcuni anarchici, spie sovietiche e di altri paesi, Julius e Ethel Rosenberg, Daniel Ellsberg che fece pubblicare i Pentagon Papers, il fondatore di Wikileaks Julian Assange (per aver pubblicato documenti classificati; il caso ha notevoli implicazioni giuridiche perché riguarda la libertà di stampa e l’ambito di applicazione del Primo Emendamento), Edward Snowden (che rivelò l’esistenza del programma di sorveglianza PRISM quando era consulente della National Security Agency), e Donald J. Trump.
Nota 3
Federalist Society for Law and Public Policy Studies
- https://en.wikipedia.org/wiki/Federalist_Society
La Federalist Society for Law and Public Policy Studies (FedSoc) è un’organizzazione legale americana conservatrice e libertarian che sostiene un’interpretazione della Costituzione textualist (v. Nota 4) e originalist (v. Nota 5).
Ha sede a Washington, D.C.; ha sedi locali in più di 200 università con facoltà di giurisprudenza e ha sezioni specifici per studenti, avvocati, e docenti; la sezione degli avvocati ha più di 70.000 membri attivi in novanta città.
Con l’organizzazione di eventi, seminari, e altri attività di diffusione culturale, fornisce un forum che permette a esperti in giurisprudenza di vedute diverse e anche opposte di interagire con membri della professione legale intesa in modo ampio, la magistratura e le facoltà. È una delle organizzazioni più influenti nel campo giuridico.
Fu fondata nel 1982 da un gruppo di studenti delle facoltà di giurisprudenza di Yale, Harvard e Chicago con l’obiettivo di sfidare e mettere in discussione l’ideologia liberal o di sinistra dominante nelle facoltà di giurisprudenza e università più prestigiose. Gli obiettivi specifici sono: “operare un controllo sul potere esecutivo, proteggere le libertà individuali e interpretare la Costituzione secondo il suo significato originale”. Svolge un ruolo fondamentale di networking e di tutoraggio per giovani avvocati conservatori.
Inoltre, svolge ormai il ruolo di gatekeeper di fatto per gli avvocati di centro-destra che aspirano a ottenere incarichi federali e di giudice federale quando è Presidente un repubblicano. Esaminò e verificò per il Presidente Trump le credenziali della lista dei candidati potenziali alla Corte Suprema. Fino a marzo 2020, 43 dei 51 candidati durante il mandato di Trump al ruolo di giudice alle corti d’appello erano membri attivi o ex-membri della Federalist Society.
Nel 2019 il Washington Post pubblicò un articolo nel quale constatava che la Federalist Society aveva raggiunto “una vetta di potere e influenza senza precedenti”. Degli attuali nove giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti, sei sono membri attivi o ex-membri dell’organizzazione: Brett Kavanaugh, Neil Gorsuch, Clarence Thomas, John Roberts, Samuel Alito, and Amy Coney Barrett, di cui tre nominati da Trump.
Politico ha scritto che la Federalist Society è diventata in meno di cinquant’anni la più influente organizzazione in ambito legale nella storia: non solo nel plasmare il modo di pensare degli studenti in giurisprudenza, ma anche nel cambiare la stessa società americana facendo spostare deliberatamente e con costanza d’intenti la magistratura verso la destra.
Nota 4
Interpretazioni textualist
- https://en.wikipedia.org/wiki/Textualism
Textualism è una teoria di derivazione formalista secondo la quale l’interpretazione della legge è basata fondamentalmente sul significato comune di un testo legale, senza tener conto di fonti non testuali, quali le intenzioni dei legislatori quando la legge fu scritta e promulgata, il problema che la nuova legge intendeva risolvere, o anche questioni significative riguardanti la giustizia o rettitudine morale della legge.
I seguaci del Textualism non danno importanza ai materiali di storia legislativa quando cercano di accertare il significato di un testo. Sostengono che i tribunali dovrebbero leggere le parole di un testo normativo come le leggere un qualsiasi membro del Congresso. Cercano il significato che “una persona ragionevole avrebbe ottenuto dal testo della legge giustapposto al resto del corpo legislativo”.
Nota 5
Interpretazioni originalist
- https://en.wikipedia.org/wiki/Originalism
L’approccio originalista si propone di privilegiare, nell’interpretare la Costituzione, le possibilità che più si avvicinano al suo obbiettivo e suo “ragionevole” significato originario (original meaning) ovvero, all’intenzione storica dei padri costituenti (original intent): è una teoria d’interpretazione della costituzione che afferma che tutti i contenuti della Costituzione debbono essere interpretati secondo quanto era stato inteso “al tempo della sua adozione”.
Tale concezione considera la Costituzione come un testo stabile nel tempo, da quando fu promulgata, e che il significato dei suoi contenuti può essere modificato soltanto seguendo la procedura esplicitata nell’Articolo 5: le modifiche alla Costituzione debbono consistere nella proposta di un Emendamento o Emendamenti e conseguente ratifica.
Il processo di ratifica di un Emendamento alla Costituzione molto complesso e, salvo rare eccezioni, necessita di tempi molto lunghi.
I proponenti della formulazione originalistica sostengono che originalism era stato il metodo principale dell’interpretazione della Costituzione dalla sua attuazione fino al New Deal, quando altre interpretazioni si fecero strada e divennero assai seguite.
Questa teoria si oppone al concetto della Living Constitution, che afferma che la Costituzione dovrebbe essere interpretata tenendo conto del contesto dei tempi attuali, anche se tale interpretazione differisce dalle interpretazioni originali del documento.
Nota 6
Daniel Ellsberg
- https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Ellsberg
Ellsberg iniziò la sua carriera come analista strategico alla RAND Corporation, concentrandosi sull’energia nucleare e il comando e controllo delle armi nucleari.
Ottenne il Ph.D. in economia a Harvard nel 1962 con una tesi sulla teoria della decisione; l’argomentazione era basata su degli esperimenti mentali che dimostravano che le decisioni prese in condizioni d’incertezza o di ambiguità non potrebbero essere consistenti con delle probabilità soggettive ben definite. Questo argomento ora è conosciuto sotto il nome di “Paradosso di Ellsberg”. Ha costituito la base di un’ampia letteratura scientifica sviluppatasi dagli anni ’80.
Lavorò al Pentagono dal 1964 sotto il Segretario alla Difesa Robert McNamara; poi andò in Vietnam per due anni lavorando come membro del Dipartimento di Stato.
Al ritorno dal Vietnam, riprese il lavoro alla RAND. Nel 1967contribuì a uno studio top-secret dei documenti classificati sulla conduzione della guerra in Vietnam; lo studio era stato commissionato da Robert McNamara. Questo studio, completato nel 1968, formò la base della pubblicazione dei Pentagon Papers.
Successivamente dal 1970 al 1972 lavorò al Technology’s Center for International Studies a MIT.
Nel 1969, con l’aiuto dell’ex-collega a RAND Anthony Russo, Ellsberg fece segretamente diverse fotocopie dei documenti classificati relativi alla conduzione della guerra in Vietnam ai quali aveva accesso. Con la pubblicazione dei Pentagon Papers, fu rivelato che il governo era a conoscenza del fatto che la guerra, nelle condizioni in cui era condotta in quel momento, probabilmente non potrebbe essere vinta. Inoltre, come scrisse anni dopo un giornalista del New York Times, i documenti dimostrarono, tra altre cose, che l’amministrazione del Presidente Johnson aveva mentito sistematicamente non solo al pubblico, ma anche al Congresso su una questione di enorme importanza e significato a livello nazionale.
Durante tutto il 1970, Ellsberg tentò segretamente di convincere alcuni Senatori (principalmente J. William Fulbright, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato, e George McGovern, uno dei principali oppositori della guerra) che condividevano le sue idee di rendere pubblici i documenti nell’aula Senato, poiché un Senatore non può essere perseguito per qualsiasi cosa dica davanti ai membri del Senato che sia messo a verbale.
Ellsberg fece circolare presso alcuni oppositori alla guerra alcune copie dei documenti sotto condizione di segretezza; tra questi c’era Neil Sheehan, corrispondente del New York Times, che scrisse un articolo basato su quanto aveva ricevuto da Ellsberg.
La domenica 13 giugno 1971 il NYT pubblicò il primo di nove puntate contenenti degli estratti e dei commenti a partire dalle 7.000 pagine della collezione completa dei documenti.
Il NYT fu bloccato per quindici giorni dal pubblicare gli articoli in ottemperanza a un’ordinanza del tribunale in seguito a richiesta dell’amministrazione Nixon.
Nel frattempo, eludendo per tredici giorni una caccia all’uomo da parte di agenti dell’FBI, Ellsberg trasmise i documenti al Washington Post, dove la proprietaria Katharine Graham decise di pubblicarli, risollevando così le sorti del quotidiano.
Il 30 giugno la Corte Suprema ordinò che le pubblicazioni del NYT potessero riprendere. Due giorni prima della decisione della Corte, Ellsberg ammise pubblicamente il suo ruolo nella diffusione dei documenti; fu incriminato, ma fu assolto nel 1973.
Il 29 giugno 1971, il Senatore Mike Gravel dell’Alaska fece mettere a verbale 4.100 pagine dei Pentagon Papers che aveva ricevuto da un giornalista di Washington Post per conto di Ellsberg.
Il titolo ufficiale dei Pentagon Papers è: Storia del processo decisionale degli Stati Uniti sulla politica per il Vietnam, 1945-1967.
United States-Vietnam Relations 1945–67, Department of Defense Study, 12 volumi, Government Printing Office, Washington, 1971. Questa è la versione ufficiale e completa dei Pentagon Papers, pubblicata dal Governo.
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