Activision Blizzard ha pubblicato i suoi primi resoconti ecooonomici, indubbiamente positivi, successivi alla dichiarazione della pandemia COVID-19. Nonostante ricavi netti in calo di circa il 2% nel trimestre terminato il 31 marzo, la cifra spesa sui prodotti della compagnia è salita di quasi il 21% su base annua.
“Activision Blizzard ha superato le stime del primo trimestre, grazie soprattutto ai risultati superiori al previsto del nostro investimento in iniziative creative e commerciali per Call of Duty”, ha dichiarato l’azienda. “Abbiamo anche riscontrato un andamento positivo di World of Warcraft e risultati superiori alle aspettative di altre serie fondamentali. Finora questi trend sono proseguiti nel secondo trimestre, con risultati ancora migliori ad aprile”.
Activision ha ricordato che tutti i suoi impiegati lavorano dalle proprie abitazioni fin da metà marzo. L’azienda ha pagato i costi di test e trattamento sia ai propri dipendenti che alle loro famiglie.
In virtù dell’andamento positivo, Activision Blizzard ha aumentato le proiezioni per l’anno fiscale, portandole da 6,45 a 6,8 miliardi di dollari. La stima tiene in considerazione anche il potenziale impatto negativo del COVID-19, con effetti come maggiore disoccupazione, recessione globale e difficoltà logistiche. Tra i possibili inconvenienti, non è invece previsto il ritardo dei giochi in sviluppo.
“Riguardo allo sviluppo dei prodotti, la maggiore complessità di alcuni aspetti non ha alterato i nostri piani per le uscite principali di quest’anno”, ha precisato l’azienda.
Daniel Alegre, nuovo presidente e CFO di Activision Blizzard, ha inoltre confermato le uscite in programma, tra cui il capitolo annuale di Call of Duty. Il publisher ha in cantiere anche due titoli “basati sulle IP di Activision” e l’espansione Shadowlands per World of Warcraft.