Analisi

La morte di Berlusconi e il futuro del suo impero. Sarà più fragile?

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Gli occhi del mercato sono puntati su futuro dell'impero di Silvio Berlusconi. La famiglia promette continuità, ma la dipartita del Cavaliere cambia le carte in tavola. Quali prospettive per MFE, la ex Mediaset?

Le azioni di MediaForEurope (MFE), la ex Mediaset, hanno preso il volo ieri dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il vecchio presidente deteneva il 61% di Fininvest, la holding di controllo del gruppo mediatico. Come sarà ripartita la sua eredità?

L’eredità politica di Silvio Berlusconi in Italia è al contempo importante e controversa. Lo scrive l’Agefi, agenzia di stampa francese che ha dato ampio spazio a ricostruire il quadro delle aziende del Cavaliere.

Il suo lascito economico, in particolare, solleva diverse domande, visto che l’uomo d’affari era personalmente azionista di maggioranza, con il 61% di Fininvest, torre di controllo del gruppo MediaForEurope, (MFE), ex Mediaset e di Mondadori.  

Le Monde, dal canto suo, si domanda se la scomparsa del Cavaliere non rischi di rendere più fragile il gruppo, dove Marina e Pier Silvio detengono ruoli operativi (rispettivamente in Mondadori e MFE, ex Mediaset) ma gli altri tre figli avranno certo parte nell’eredità. Come cambieranno le cose? si domanda il quotidiano francese, che richiama anche il ruolo di Vivendi come azionista (silente) con una quota sterilizzata nel fondo fiduciario Simon.

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Il resto del capitale della holding è diviso tra i suoi cinque figli

Lunedì, le azioni di classe A di MFE sono aumentate del 6,9% dopo essere balzate dell’11% durante la seduta. Quella di Arnoldo Mondadori Editore ha preso l’1,5%. La morte del patriarca alimenta le speculazioni su un possibile riassetto dell’impero berlusconiano. “Le attività continueranno con assoluta continuità sotto tutti gli aspetti”, ha risposto Fininvest in un comunicato inviato ai media italiani.

Fininvest, che detiene il 50% dei diritti di voto di MediaForEurope, pesa oltre 3,8 miliardi di euro di fatturato per 360 milioni di euro di utile netto nel 2021, data dell’ultimo bilancio disponibile. Oltre ai media e all’editoria, è attiva, più marginalmente, nel settore bancario (Mediolanum), culturale (Teatro Manzoni) e calcistico (Monza).

La holding è presieduta da Marina Berlusconi. La primogenita del miliardario e azionista al 7,65% segue le attività editoriali di Mondadori. Suo fratello minore Pier Silvio, classe 1969 e detentore anche lui del 7,65%, pilota MFE, dove sono ospitate le attività televisive, fiore all’occhiello del gruppo. Gli altri tre eredi Berlusconi, nati negli anni ’80 da una seconda unione, e che insieme detengono il 21,4% del capitale, non esercitano funzioni esecutive così avanzate. Due di loro, Barbara e Luigi, siedono nel consiglio di amministrazione della holding.

MFE, player del consolidamento in Europa

Pur indebolito dalla malattia, Silvio Berlusconi è rimasto un formidabile uomo d’affari e l’elemento catalizzatore della famiglia. Come sarà distribuito il suo 61% di Fininvest? E che ruolo giocherà ora MFE nel consolidamento del settore dei media europei, area in cui il gruppo è stato molto attivo negli ultimi anni?

Tra il 2016 e il 2021, una lunga battaglia legale ha contrapposto la famiglia a Vivendi e Vincent Bolloré. Il gruppo francese aveva siglato un progetto di alleanza che prevedeva partecipazioni incrociate e l’acquisizione del canale pay Mediaset Premium, prima di ritirarsi con disappunto del partner italiano. Vivendi aveva preferito salire al 29% nel capitale di Mediaset. Una scalata ostile mai perdonata da Berlusconi al suo ex partner Bollorè.

I due gruppi hanno finalmente firmato un trattato di pace nel maggio 2021: l’accordo ha consentito la creazione della holding di diritto olandese MediaForEurope, mentre Vivendi si è impegnata a vendere sul mercato entro cinque anni la sua quota residua del 19,2% del capitale. Un’uscita che deve però ancora concretizzarsi. Di fatto Vivendi detiene ancora il 23,6% dei diritti di voto in MFE.

Bollorè resta osservato speciale

Difficile adesso che Bollorè torni in auge con Marina e Pier Silvio, dopo quello che la famiglia Berlusconi considera il tradimento su Mediaset Premium, con i francesi che erano arrivati addirittura al 29,9% di Mediaset prima di essere sterilizzati in un trust dall’Agcom per la doppia presenza dominante di Mediaset e Tim.

L’ex Mediaset è riuscita poi ad acquistare il saldo del capitale della sua controllata in Spagna, con la quale si è fusa il 3 maggio. MFE ha spinto le sue pedine anche in Germania, dove il 31 marzo deteneva una partecipazione del 25% nel capitale di ProSiebenSat. In Francia, ha collaborato nell’autunno del 2022 con Xavier Niel per presentare un’offerta sul canale televisivo M6, che Bertelsmann alla fine ha rinunciato a vendere.

Una terza via per il futuro di Fininvest potrebbe essere l’ingresso dei fondi o di qualche player internazionale. Discovery in passato ci aveva provato senza successo.

La famiglia ha fatto capire chiaramente anche ieri, nel comunicato di Fininvest, che non ha alcuna intenzione di vendere. La linea professata è quella della continuità.

MFE sale ancora

Proseguono gli acquisti su MFE, la holding televisiva della famiglia Berlusconi, oggetto di speculazioni in Borsa su una possibile vendita dopo la morte del Cavaliere. I titoli di classe A avanzano del 3,4% a 0,52 euro mentre quelli di classe B salgono dell’1,6% a 0,72 euro. A Francoforte Prosieben, di cui MFE è il principale azionista, avanza dello 0,7%, dopo il balzo del 6,3% della vigilia. Invariata invece Mondadori, così come è poco mossa Banca Mediolanum (+0,4%), sui cui riassetti la Borsa è più fredda.

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