Secondo il sempre autorevole Guinness dei Primati—e altre fonti rispettabili—la guerra più breve mai combattuta fu quella ‘Anglo-Zanzibariana’ del 27 agosto 1896. Durò, ufficialmente, 38 minuti, dalle 9 del mattino alle 9:37 compreso. Le vittime furono un marinaio britannico, rimasto gravemente ferito, e un numero incerto di cittadini zanzibarini, stimato in circa 500 tra feriti e morti.
La causa immediata del conflitto fu la morte due giorni prima del Sultano filo-britannico Sayyid Ḥamad bin Thuwayni. Si sospettava che il Sultano fosse stato avvelenato dall’ambizioso nipote, Khalid bin Barghash, appoggiato o dai tedeschi o da gruppi omaniti interessati a riportare l’isola al suo ruolo tradizionale di entrepôt della schiavitù nera, un’attività osteggiata dal Regno Unito. L’isola di Zanzibar era—fin dal 1890—un protettorato inglese. La ‘protezione’ fornita era perlopiù contro la Germania, che con l’allora Africa Orientale Tedesca controllava il vicino Tanganica, più o meno corrispondente all’attuale Tanzania.
Ad ogni modo, al momento della morte di bin Thuwayni, il nipote pretese immediatamente il trono—trascurando però di ottenere prima il permesso dai britannici, che per proteggersi proprio da questo tipo di evenienza avevano imposto un trattato al Paese isolano che gli dava un potere di veto sui candidati al Sultanato. Bargash decise comunque di installarsi a Palazzo, circondandosi di una grande massa di guardie e seguaci—convinto che gli inglesi, nonostante un loro piccato ultimatum, bluffassero.
Invece, non bluffarono… Una pattuglia della Royal Navy bombardò per pochi minuti il Palazzo e finì tutto lì. Barghash scappò dai tedeschi sul vicino continente e la Gran Bretagna mantenne il controllo effettivo dell’isola fino al 1963.
Questo tipo di operazione di guerra è definita ‘spedizione punitiva’, tipicamente caratterizzata dalla breve durata e dal fatto che non è seguita dall’occupazione del territorio. Una definizione formale la descrive così: “Quando il sovrano territoriale è troppo debole o indeciso per imporre il rispetto del diritto internazionale, uno stato che subisce il torto può trovare necessario invadere il territorio e castigare gli individui che violano i suoi diritti e minacciano la sua sicurezza”.
La spedizione punitiva ‘classica’ era tipica dell’epoca coloniale ma si usa saltuariamente ancora, come nel caso della breve occupazione militare dell’isola caraibica di Grenada da parte degli Stati Uniti nel 1983. L’operazione fu provocata da un colpo di stato grenadino portato avanti da un Revolutionary Military Council che chiese subito l’appoggio di ‘consiglieri militari’ sovietici, cubani, nordcoreani, libici e dell’allora Germania dell’Est—all’epoca tutti paesi apertamente ostili agli interessi americani. L’operazione durò quattro giorni prima del ritiro Usa e causò la morte di 19 americani, 45 grenadini e 24 cubani. Furono feriti due sovietici.