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La Grecia vuole diventare il nuovo paradiso dei data center. E l’Italia?

Cloud nazionale_Polo strategico nazionale_non obbligatorio

Sono sempre più numerose le Big tech che guardano con interesse alla Grecia per i loro data center. Grazie alla sua situazione geografica, il paese balcanico è un punto di passaggio ideale per i cavi in fibra sottomarini. Lo scrive Les Echos.

Nell’area di Atene

Attualmente si tratta di un vasto terreno incolto di circa 7,5 ettari, sul quale si fronteggiano edifici prefabbricati e una piccola chiesa dedicata a San Girolamo. Sul fondo, protetto da barriere, un enorme buco profondo 7 metri. A Paiania, nella periferia orientale di Atene, la società francese Data4 ha avviato il 19 novembre la costruzione di quello che dovrebbe diventare il più grande campus di data center del paese. Una spinta per la Grecia, che intende ritagliarsi un posto nella mappa globale dello stoccaggio dei dati.

“Questo progetto è un esempio di come è cambiata la percezione della Grecia, una conferma dell’eccellente traiettoria economica del paese”, ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, presente per l’occasione. Davanti a ministri e diplomatici, e sotto la benedizione di un metropolita della Chiesa greco-ortodossa, l’amministratore delegato di Data4, Olivier Micheli, ha simbolicamente posato la prima pietra.

Due data center di una potenza di 15 megawatt ciascuno devono nascere qui, il primo entro fine 2026 inizio 2027.

Molti altri potrebbero seguire: l’investimento inziale di 330 milioni di euro salirebbe a 500 milioni con un terzo edificio, o addirittura “fino a 1 miliardo, se la domanda c’è”, confida a “Echos” Olivier Micheli. La sua azienda, acquistata lo scorso anno dalla canadese Brookfield, ha un piano di investimenti di diversi miliardi per espandersi in Europa.

Crisi economica

Questo perché la Grecia, e in particolare la regione di Atene, ha risorse da far valere. Bloccato nella crisi economica, il Paese ha mancato il passaggio nell’archiviazione dei dati e attualmente conta appena una ventina di data center, molto lontani dalle roccaforti europee e dalle regioni emergenti come la Spagna, dove Microsoft e Amazon stanno investendo massicciamente miliardi di euro.

Tuttavia, si prevede che il mercato raddoppierà le sue dimensioni entro il 2030, spinto da una motivazione inarrestabile. La posizione geografica del Paese, al crocevia tra Europa, Africa, Medio Oriente e Asia, lo rende un punto di passaggio ideale per i cavi in ​​fibra ottica sottomarini, attraverso i quali transita il 99% del traffico Internet globale. Una ventina di tubazioni collegheranno nei prossimi anni il territorio a tre continenti e ne faranno un punto d’incontro strategico per archiviare, elaborare dati e rimandarli in altre parti del mondo.

Atene fa gola

“Atene era solo un punto di ricarica ma sta diventando un nodo di interconnessione”, osserva Jérôme Totel, direttore della strategia e dell’innovazione di Data4. Con le nuove tratte telematiche Atene-Milano o Bari-Corfù, è ora un’alternativa a Marsiglia e Genova, e soprattutto la via più breve verso i FLAP [Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi, i principali mercati di data center d’Europa]. Poiché la domanda è destinata a esplodere con l’intelligenza artificiale, la latenza diventa un fattore sempre più decisivo per il settore.

La disponibilità di terreni in Attica, nella regione di Atene, e il volontarismo di un governo favorevole alle imprese hanno infine convinto Data4 a stabilirsi in Grecia dopo Francia, Germania, Spagna, Italia e Polonia.

Un hub del Mediterraneo

Grazie al boom del turismo e al costo di una drastica disciplina di bilancio, la Grecia sta registrando tassi di crescita ben al di sopra della media della zona euro ed è recentemente tornata nella categoria “investimento” della maggior parte delle principali agenzie di rating. Un rimbalzo di cui i greci aspettano ancora di sentire i benefici ma che sta attirando sempre più investitori stranieri, tra cui Google, Amazon e Microsoft. Quest’ultima sta investendo 1,1 miliardi di dollari nella costruzione di tre data center e ha ottenuto nella prima metà dell’anno le autorizzazioni per lanciare il suo progetto dopo diversi anni di ritardi burocratici.

Con la presenza di giganti digitali e altri pesi massimi del settore (Digital Realty, Telecom Italia Sparkle, Synapsecom Telecoms), la Grecia si sta gradualmente affermando come hub del Mediterraneo. “La Grecia è attualmente indietro rispetto ai mercati emergenti, come Madrid e Milano, ma tutti gli ingredienti concorrono per renderla un nodo importante”, conclude Olivier Micheli.

E in Italia? IDA in Audizione alla Camera

In Italia, sono in corso le audizioni presso la Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera sulle proposte di legge recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati. Ieri è stata la volta dell’IDA, Associazione italiana costruttori & operatori data centers. “Noi stimiamo come Ida 10-15 miliardi di investimenti da qui al 2028 in Italia in data center, che portano indotto a livello di posti di lavoro e possibilità di sviluppo di nuovi posti di lavoro in termini di competenze. Per promuovere i temi di riconoscimento del settore abbiamo avviato interlocuzioni a livello istituzionale. Chiediamo una normativa chiara, il tema dei permessi non è regolato, le amministrazioni locali e regionali prevedono iter diversi, chiediamo quindi anche omogeneità e semplificazione dell’iter dei permessi, e tempi certi sul rilascio dei permessi. Chiediamo inoltre uno sportello unico per definire le richieste dei permessi e di facilitare le procedure di fast track”. Lo hanno detto i rappresentanti dell’Associazione italiana costruttori & operatori data centers in audizione.

Assinter Italia: modello federato data center pubblico e certificato

“La strategia cloud della Pubblica amministrazione punta a garantire la sovranità tecnologica del Paese attraverso un framework unico per la sicurezza. Tra le sfide vi è il superamento dei modelli di servizi attuali, ancora frammentati. L’intelligenza artificiale generativa per la pubblica amministrazione può ottimizzare i processi amministrativi, creando anche assistenti virtuali avanzati e migliorare l’interazione con i cittadini, ma le infrastrutture attuali necessitano di adattamenti. La proposta è passare a un modello federato di data center che superi il modello centralizzato, che limita il potenziale dell’intelligenza artificiale, e che si integra perfettamente con il concetto di polo strategico nazionale, promuovendo una rete distribuita di infrastrutture pubbliche certificate e presenti su tutto il territorio nazionale.

Localizzazione e privacy dei dati

Questa infrastruttura permetterebbe di utilizzare una capacità computazioneale distribuita e permetterebbe di addestrare un modello di intelligenza artificiale a livello locale garantendo la sicurezza, la localizzazione e la privacy dei dati”. Lo hanno detto i rappresentanti dell’Associazione delle società per l’innovazione tecnologica nelle regioni (Assinter Italia), in audizione in commissione Trasporti alla Camera, sulle proposte di legge recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

“I prossiimi passi – hanno osservato – sarebbero quindi la creazione di un tavolo di lavoro tecnico con il Dipartimento e l’Acn, l’identificazione delle risorse finanziarie aggiuntive, eventuali interventi normativi per rendere attive le collaborazioni tra pubbliche amministrazioni, lo sviluppo di una collaborazione tra il Dipartimento e Assinter per la creazione di un modello di data center e piattaforme cloud federate, e infine l’utilizzo di fondi Pnrr per potenziare le infrastrutture”.

Sarmi (Asstel): ‘Positivo un quadro normativo su data center per favorire investimenti’

Asstel – Assotelecomunicazioni ha partecipato oggi all’audizione presso la IX Commissione della Camera dei Deputati sulle proposte di legge (C. 1928​, C. 2083​ e C. 2091​) recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati. 

La filiera delle Tlc – ha illustrato il presidente di Asstel, Massimo Sarmi – sta vivendo una trasformazione importante: sta evolvendo verso un ecosistema integrato. Questo cambia le relazioni attraverso cui gli attori tradizionali e nuovi interagiscono, competono e collaborano tra di loro per offrire connessioni e servizi di valore al cliente. Gli Operatori hanno le caratteristiche per passare da fornitori di connettività a orchestratori dell’ecosistema Tlc.

In questo processo di trasformazione, la diffusione e l’espansione del mercato dei data center ha un ruolo importante: “I data center – ha proseguito Sarmi – sono diventati fondamentali per gestire il crescente flusso di dati generati dalla digitalizzazione, dai servizi cloud e dalle nuove tecnologie come l’IoT e l’intelligenza artificialeIn Italia, il mercato dei data center è in forte espansione, alimentato dalla necessità crescente di archiviazione ed elaborazione di dati. Gli attori della filiera Tlc, che possiede oltre la metà dei data center operativi in Italia, riveste un ruolo centrale in questo mercato”. 

Tema energetico prende quota

Tale espansione porta con sé temi rilevanti, in particolare il consumo energetico e la necessità di rendere le infrastrutture sempre più sostenibili. Secondo il Presidente: “Da un lato è opportuno avviare una riflessione sulle misure strutturali in materia energetica dedicate alle industrie di servizio digitale, come data center e telecomunicazioni, per garantire loro condizioni stabili di approvvigionamento; dall’altro, deve essere loro permesso di partecipare, alla pari di altre industrie o organizzazioni, alle molte iniziative tese a ridurre l’impatto ambientale”.

Accogliamo – conclude Sarmi – positivamente l’iniziativa di un quadro normativo per la realizzazione dei data center, una scelta strategica che può valorizzare questo settore in crescita. Una regolamentazione chiara e uniforme a livello nazionale deve avere come obiettivo la semplificazione delle attività autorizzative e amministrative, favorendo allo stesso tempo chiarezza del quadro normativo per gli Operatori. Tale approccio è in grado di favorire l’innovazione tecnologica, creando un ambiente più stabile e favorevole agli investimenti”. 

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