Zelensky oggi vedrà Meloni a Roma e poi gli altri leader europei
Volodymyr Zelensky presenterà ai partner europei il suo piano della vittoria. La strada resta in salita, tanto più che l’occasione più importante per illustrare il piano, il vertice di Ramstein programmato per sabato, è saltato all’ultimo minuto per il forfait del presidente americano impegnato a gestire la crisi in patria per l’arrivo dell’uragano Milton. Ma Zelensky resta ottimista: “A ottobre, novembre e dicembre abbiamo una vera possibilità di muovere le cose verso la pace e una stabilità duratura. E la situazione sul campo di battaglia crea un’opportunità per un’azione decisiva per porre fine alla guerra non più tardi del 2025”. Dopo le indiscrezioni trapelate, è stato lo stesso presidente ucraino ad annunciare la tappa italiana di un tour europeo iniziato in Croazia e che lo vedrà anche all’Eliseo da Emmanuel Macron, in Germania per incontrare Olaf Scholz e nel Regno Unito da Keir Starmer. A Roma Zelensky arriverà oggi e in serata incontrerà la premier Giorgia Meloni in un bilaterale al quale seguirà una cena.
La Santa Sede ha annunciato invece l’udienza dal Papa di venerdì mattina: sarà il terzo incontro tra il leader in guerra e il pontefice, dopo il difficile faccia a faccia in Vaticano del 13 maggio 2023 e l’incontro del 14 giugno scorso in occasione del G7. Nelle varie capitali Zelensky insisterà anche sulla necessità di usare le armi occidentali per attaccare in profondità in Russia, richiesta finora respinta dagli alleati. Sul punto il Governo italiano è fermissimo. In questa direzione vanno anche le ultime forniture militari tricolori, compreso il secondo sistema Samp-T, arrivato in Ucraina e già operativo. Senza l’appuntamento di Ramstein (rinviato probabilmente alla fine del mese), sarà nei bilaterali con i leader europei che il presidente ucraino tenterà di dare forza al suo piano per la fine della guerra anche se per ora rimane un certo scetticismo sulla percorribilità concreta della roadmap preparata da Kiev.
La premier incontra Giorgetti: questo Governo non aumenterà le tasse
La premier insiste sul contenimento delle spese, il Ministro dell’economia continua a prospettare il rischio di sacrifici. La sintonia non sembra mancare, ma Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, almeno a livello comunicativo, stanno affrontando i primi passi della manovra con un approccio diverso. La premier è attenta a ribadire il messaggio che “questo Governo non vuole aumentare le tasse”, come chiarito anche in un nuovo videomessaggio sui social per ribattere alle accuse delle opposizioni e probabilmente per spazzare gli spettri che agitano anche la maggioranza da giorni dopo alcune uscite pubbliche del ministro dell’Economia.
Nei confronti con gli altri Ministri, nell’intervista a Bloomberg e nell’audizione sul Psb, Giorgetti da giorni sta mandando una serie di messaggi dietro cui si legge la difficoltà a mantenere gli equilibri prefissati dall’esecutivo. È alle prese con una crescita del Pil che difficilmente raggiungerà per il 2024 l’1% e la situazione si è fatta più delicata dopo l’intervento di Bankitalia. Per una legge di bilancio che si vorrebbe da 23-25 miliardi è tanto urgente quanto complesso trovare risorse. Con questo obiettivo è nata la trattativa con il mondo bancario, la cui evoluzione ha creato non poche fibrillazioni tra Forza Italia e il resto degli alleati, che hanno raggiunto Palazzo Chigi quando giorni fa il Ministro, davanti a una platea finanziaria, ha usato la parola “sacrifici”. Il termine “non rientra nel nostro dizionario”, per sintetizzare il pensiero della Meloni, “Non chiederemo agli italiani nuovi sacrifici”, ha assicurato sui social la stessa premier, senza accennare all’altra azione su cui ha puntato in queste ore Giorgetti, l’aggiornamento catastale degli immobili che hanno beneficiato di bonus del 110%.
Non una revisione del catasto, è stato chiarito a più voci nel Governo, ma l’applicazione di misure esistenti e non pienamente attuate: il censimento degli immobili catastali e l’adeguamento degli estimi per quelli che hanno usufruito del superbonus 110%, come previsto dall’ultima legge di bilancio; si tratta di misure che in prospettiva dovrebbero indirettamente garantire maggiori entrate all’erario. Su questa linea, assicurano i meloniani, non ci sono frizioni. La premier è convinta di poter raggiungere un’intesa con banche e grandi imprese da cui possono arrivare le risorse per misure a tutela del ceto medio. Scommette su investimenti stranieri come quelli di Microsoft e BlackRock, positivi in generale per l’economia italiana, e insiste soprattutto sul contenimento delle spese: una strategia che toccherà il panorama delle deduzioni e dei bonus, e cui si devono adeguare anche i Ministri, come ha messo in chiaro in uno degli ultimi Cdm assieme a Giorgetti. Nel governo c’è chi studia la spending review.
Meloni vede Crosetto e cerca di ricompattare la sua maggioranza
Dopo giorni di tensioni la premier Giorgia Meloni ha incontrato il Guido Crosetto. Il ministro della Difesa, appena finita l’audizione davanti al Copasir sul caso dossieraggi, alle 18.30 è entrato a Palazzo Chigi per un incontro che aveva preannunciato questa mattina su X, smentendo il “gelo” con la Meloni, con cui c’è “totale sintonia” e contatti “2-3 volte al giorno”. Né, per Crosetto, al rapporto con la presidente del Consiglio sono legate alcune sue assenze in Consiglio dei ministri: “Non in tutti i Cdm ci sono argomenti che riguardano la Difesa e non possono essere fissati tenendo conto delle agende, degli impegni istituzionali o internazionali di ogni Ministro”, ha spiegato, annunciando che nella seduta di oggi ci sarà. Che esista o meno un caso Crosetto, gli ultimi giorni per la maggioranza sono stati abbastanza burrascosi: Antonio Tajani non ha certo gradito gli attacchi venuti da Pontida, dove è stato oggetto di striscioni e cori in cui è stato definito “scafista” per l’iniziativa sullo Ius Italiae, proposta depositata ufficialmente ieri alla Camera e al Senato e certo non accolta con entusiasmo dagli alleati, Carroccio in testa.
Poi c’è stata la nuova fumata nera sull’elezione di un giudice della Corte Costituzionale. La premier voleva far eleggere Francesco Saverio Marini, suo consigliere giuridico ed estensore della riforma del premierato, e per questo aveva chiamato tutti i parlamentari a raccolta. Poi, però, il blitz è saltato. Alla fine, la colpa della mancata elezione di Marini è stata data al centrosinistra, che ha scelto la tattica dell’Aventino, ma la realtà è che la decisione di Meloni di far votare scheda bianca sarebbe arrivata per evitare di essere impallinata dai franchi tiratori che sarebbero stati annidati tra i banchi di Lega e Fi. Tutto questo mentre resta aperto il cantiere di una manovra complicatissima, che crea fibrillazione nella maggioranza. Ad ogni modo almeno pubblicamente il chiarimento con Guido Crosetto è avvenuto e ora la premier sembrerebbe orientata a cercare di ricompattare la sua maggioranza. Questa mattina a margine del Cdm delle 11.00 potrebbe avvenire un primo confronto con Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Alla Camera
Dopo che ieri sono stati approvati il ddl in materia di lavoro e il Piano strutturale di bilancio di medio termine – Italia – 2025-2029, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare la proposta di legge per il riconoscimento del relitto del Regio sommergibile Scirè quale sacrario militare subacqueo, le mozioni in materia di parità di genere con particolare riguardo alle condizioni lavorative, economiche e sociali delle donne, la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull’attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall’anno 2019, a proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia Giulia, della pdl per l’abrogazione di atti normativi prerepubblicani relativi al periodo 1861-1946 e le mozioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata, con particolare riguardo alla prioritaria definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà lo schema di dm per il riparto dei contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell’interno e le pdl per la separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura. La Esteri ascolterà il Rappresentante permanente dell’Unione europea in Georgia Paweł Herczyński sulla locale situazione politica. La Finanze svolgerà delle audizioni sulla pdl per la proroga dell’applicazione dell’imposta straordinaria calcolata sull’incremento del margine d’interesse e di destinazione dei proventi a misure di sostegno in favore dei titolari di mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di unità immobiliari adibite ad abitazione.
La Cultura dibatterà sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica per la definizione del quadro orario degli insegnamenti e degli specifici risultati di apprendimento del percorso liceale del made in Italy. La Ambiente, con la Attività Produttive, proseguirà il ciclo di audizioni Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 e si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulla disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato il Piano strutturale di bilancio di medio termine – Italia 2025-2029 e del ddl di modifica della disciplina delle intercettazioni tra l’indagato e il proprio difensore, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni e alle 15.00 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl per la semplificazione normativa. La Giustizia, con la Affari Sociali, svolgerà delle audizioni sui ddl sulla morte volontaria medicalmente assistita e, con al Finanze, terrà delle audizioni sullo schema di Dlgs relativo ai controlli sul denaro contante in entrata o in uscita dall’Unione.
La Esteri e Difesa dibatterà su diverse ratifiche di trattati internazionali, sul ddl per l’istituzione della Giornata degli internati italiani, sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma denominato Ammodernamento di mezza vita dell’obice semovente PzH2000, dello schema di dm per l’approvvigionamento di sistemi d’arma di tipo obice semovente ruotato e relativo munizionamento, dello schema di dm relativo all’approvvigionamento di sistemi d’arma e relativi missili guidati con capacità loitering e dello schema di dm sul programma pluriennale denominato Sistema d’arma controcarro a corta gittata per le unità operative dello strumento militare terrestre. La Politiche dell’Uesi confronterà sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2024 e sull’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea.