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La Giornata Parlamentare. Ursula pronta per il ‘bis’, il Governo italiano in Libia, Canone Rai

Unione europea

Oggi in Ue è il giorno della verità: von der Leyen è pronta per il bis

Oggi si saprà se Ursula von der Leyen sarà ancora alla guida della Commissione Ue. Una bocciatura, seppure sempre possibile nel segreto dell’urna, è esclusa nei palazzi di Bruxelles e Strasburgo: martedì, in un’elezione diversa ma comunque segreta per la presidenza del Parlamento europeo, c’è stata un’ampia convergenza sul nome di Roberta Metsola e ha retto il cordone sanitario verso i gruppi di destra dei Patrioti e dell’Europa delle nazioni sovrane. Sulla carta, la base di partenza è di 401 voti, la somma delle forze della maggioranza Ursula composta da popolari, liberali e socialisti. Un margine troppo basso per superare la soglia dei 461, se si considera una quota del 10-15% di franchi tiratori e il no annunciato da diverse delegazioni, come i francesi e gli sloveni tra i popolari, gli irlandesi tra i liberali e i molti mal di pancia che si registrano tra i socialisti, soprattutto tra gli indipendenti eletti nelle liste dei partiti. Il via libera dei Verdi, con i loro 53 preziosissimi voti, è dato quasi per certo anche se i popolari vorrebbero che il loro apporto non fosse visto come un ingresso in maggioranza.

Dopo che von der Leyen avrà illustrato le sue linee programmatiche, a cui molti indecisi danno molta importanza, ci saranno due ore in cui i gruppi si confronteranno prima del voto, previsto per le 13.00. In quello spazio ci sarà l’annuncio dei Verdi e della pattuglia di Fratelli d’Italia, che potrebbe far convergere i suoi 24 voti su von der Leyen dopo che la premier Giorgia Meloni avrà ottenuto delle garanzie sui ruoli nella futura Commissione. Difficile che non passi la leader tedesca, che si è spesa in tutti i modi negli ultimi mesi, scendendo prima nell’arena politica da spitzenkandidat del Ppe e poi come interlocutrice di ogni forza politica pro Ue, pro Ucraina e pro Stato di diritto. In caso contrario il Consiglio Ue dovrà votare entro un mese un altro candidato e l’Europa darebbe un’immagine di debolezza ed inevitabilmente di crisi.

Il Parlamento Ue ha discusso una risoluzione pro-Ucraina. L’Italia si divide

Il Parlamento Ue ha approvato la sua prima risoluzione per confermare il suo sostegno all’Ucraina che si è trasformata subito in un terreno di scontro tra le forze italiane. Il Parlamento Ue “condanna la recente visita del primo ministro ungherese Viktor Orban alla Russia” e “ribadisce la sua precedente posizione secondo cui tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a sostenere l’Ucraina militarmente con almeno lo 0,25% del loro Pil annuo; accoglie con favore la decisione della Nato di garantire forniture militari per un valore di almeno 40 miliardi di dollari nel futuro prossimo”.

Fratelli d’Italia ha votato a favore all’intera risoluzione ma contro “il paragrafo relativo alle iniziative del primo ministro ungherese Orban, pur avendole già giudicate in maniera critica nei giorni scorsi” perché conteneva “un attacco strumentale al Governo ungherese”, afferma il capodelegazione Carlo Fidanza. Contraria la Lega che parla di atteggiamento strumentale da parte della maggioranza, “che nella sua proposta attacca in maniera del tutto inopportuna la presidenza di turno dell’Ue”. Voto negativo anche da Verdi, Sinistra Italiana e Movimento Cinque Stelle, per cui la maggioranza parte col piede sbagliato perdendo un’occasione “per cambiare strategia nella guerra in Ucraina e affermare finalmente la pace”. Tiene la linea favorevole del Pd tranne per i due indipendenti Cecilia Strada e Marco Tarquinio.

Dalla Libia Meloni parla chiaro: fermiamo i trafficanti di uomini

La lotta ai trafficanti di esseri umani deve essere il caposaldo della gestione dei flussi migratori: Giorgia Meloni ha creato una coalizione su questo fronte al G7 e punta a una più stretta collaborazione anche con i Paesi del Nord Africa, inclusa la Libia, dove la premier assieme al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha partecipato al Trans-Mediterranean Migration Forum, puntando sull’assunto che “i migranti illegali sono nemici di quelli legali”. Intanto è scontro tra la premier e la ong Sea-Watch International, che sui social ha attaccato Meloni e Piantedosi per aver accolto l’invito in Libia di Dabaiba: “Di qualunque cosa parlino, probabilmente mira ad aumentare il numero di uccisioni nel Mediterraneo. Auguriamo loro tutto il peggio”. Meloni ribatte dura: “La ONG Sea Watch, che non ha nulla da dire sugli scafisti che si sono arricchiti uccidendo migliaia di persone, augura a noi tutto il male possibile dal profondo del cuore perché andiamo in Libia a confrontarci su come fermare l’immigrazione illegale creando sviluppo. Un cuore bizzarro, c’è da dire. In ogni caso, il Governo italiano continuerà a lavorare per fermare la tratta di persone, l’immigrazione clandestina e le morti in mare. Che a loro piaccia o meno”.

Il governo di unità nazionale di Tripoli, guidato dal primo Ministro Abdul Hamid Mohammed Dabaiba, fra i tanti problemi di un Paese spaccato in due e in costante instabilità, deve gestire la presenza di “2,5 milioni di stranieri, la maggior parte dei quali entrati in Libia irregolarmente”, come ha spiegato in questi giorni il Ministro dell’Interno ad interim Emad Trabelsi. Matteo Piantedosi ha sottolineato che l’obiettivo non è “alleggerire la situazione migratoria dell’Italia o dell’Europa ma creare le condizioni per una riduzione di carattere regionale dei flussi illegali a beneficio di tutti i Paesi” perché “quando i migranti arrivano sulle coste nordafricane per imbarcarsi, abbiamo tutti già compromesso la nostra capacità di prevenzione dei flussi migratori irregolari”. Tra gli ospiti del forum a Tripoli anche il primo Ministro di Malta Robert Abela, quello della Tunisia Ahmed Hachani e il Commissario Margaritis Schinas. A loro e agli altri partner del Mediterraneo la premier ha ricordato che bisogna “lavorare insieme”. E ha sottolineato la necessità di intervenire sulle cause originarie delle migrazioni. Con il Piano Mattei, ha spiegato, l’Italia vuole dare “il buon esempio”, per “un approccio da pari a pari” con i Paesi africani, portando là “investimenti che risolvono problemi per entrambe le parti”.

Piersilvio Berlusconi contro la riduzione del canone Rai. La Lega insiste

Si riaccende la querelle sulla Rai. Camera e Senato si sono impegnate a trovare entro la fine di luglio una data per la nomina dei membri del Cda ma considerato che non c’è accordo nella maggioranza il dossier slitterà alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre. La Lega ha chiesto un vertice di maggioranza ma per il momento non è ancora stato fissato. Intanto la Lega è tornata a difendere la proposta di ridurre il canone dell’azienda di viale Mazzini compensando i mancati introiti con l’innalzamento del tetto pubblicitario. L’ha fatto per rispondere a Pier Silvio Berlusconi che ha bocciato senza mezzi termini l’idea: “E’ un pasticcio assoluto, il contrario di quello che andrebbe fatto”, ha argomentato l’ad di Mediaset, “Distrugge il mercato. Sarebbe la morte della editoria italiana”. La risposta leghista non si fa attendere: “Saremmo lieti di confrontarci con lui e la sua azienda sul futuro dell’offerta televisiva italiana, ivi compreso il miglioramento della tv pubblica con riduzione dei costi a carico dei cittadini”.

Ed ancora: “Il dialogo è sempre utile, anche perché l’obiettivo è migliorare la concorrenza e la qualità complessiva del prodotto a beneficio del pubblico”. Altro tema sul quale si sono manifestate sensibilità diverse tra Matteo Salvini e Pier Silvio Berlusconi è quello dell’intitolazione dell’aeroporto Malpensa al Cavaliere. “Io sono contento, poi non ho seguito le procedure onestamente”, ha detto il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture; “Tutto ciò che viene intitolato in onore di mio padre fa piacere. Se lo stramerita”, ma “noi figli siamo stati informati a cose quasi fatte, non so se era opportuno farlo adesso o meno”, ha sottolineato il figlio dell’ex premier. Pier Silvio Berlusconi, durante la serata di presentazione dei palinsesti, è intervenuto a tutto campo: elogiando il Governo (“Meno male che c’è”), sposando la linea di Marina sui diritti civili (“Non sono di destra o di sinistra”), respingendo la tesi che in Italia ci sia Tele Meloni (“Non è vero”).

Suggestioni di campo larghissimo alla Partita del cuore

La Partita del cuore è riuscita per una sera nell’impresa di portare allo stadio 44 politici (la maggior parte parlamentari), stessa maglietta e stessa squadra, nella sfida benefica contro la Nazionale cantanti. In campo da Giuseppe Conte a Lorenzo Fontana, da Nicola Fratoianni a Licia Ronzulli fino a Leonardo Donno, il grillino oggetto di gag per chi temeva falli da cartellino rosso (che non ci sono stati) dopo la rissa che l’ha coinvolto a Montecitorio un mese fa. E tutti sotto la regia di Ignazio La Russa. Dal campo arriva la suggestione di un nuovo centrosinistra extralarge; la mattina dopo il match nei corridoi parlamentari non si parla d’altro, specie quando lo scatto di Matteo Renzi ed Elly Schlein fa il giro del web.

L’immagine è la prima della photogallery che Renzi dedica alla serata. L’ultima è il video del goal che la leader del Pd segna, riuscendo a intercettare la palla che le passa appunto Renzi. Immagini emblematiche, per dire che il gioco di squadra è possibile. E magari anche fuori dal campo, visto che ora le condizioni politiche ci sono. Archiviato il progetto del Terzo polo, i renziani potrebbero diventare la costola liberal del centrosinistra, una “Margherita 2.0”, sintetizzano alcuni. In più, le elezioni europee hanno diradato le nebbie dei rapporti, spesso tesi se non ostili, tra Dem e renziani, mostrando chiaramente la supremazia del Pd di Schlein rispetto alle altre opposizioni e la bontà del suo progetto di un fronte allargato contro la destra. Insomma, molti credono che dalla sintonia dimostrata in campo si possa passare a qualcosa di più. Le prossime settimane, anche in viste delle prossime regionali, ci diranno su quella sarà la strada.

Alla Camera

Dopo che ieri è stato approvato in prima lettura il decreto in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 14.35 per il voto di fiducia e la successiva approvazione del decreto-legge per la semplificazione edilizia e urbanistica.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl costituzionale sul premierato. La Giustizia, con la Finanze, si confronterà sullo schema di decreto legislativo sulla rendicontazione societaria di sostenibilità. Terrà, poi, delle audizioni nell’ambito dell’esame della proposta di legge per l’acquisizione di dati relativi al traffico telefonico e telematico per esigenze di tutela della vita e dell’incolumità fisica del soggetto interessato. La Bilancio si confronterà sul rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 e l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2024.

La Finanze si confronterà sullo schema di decreto legislativo relativo ai mercati delle cripto-attività. La Ambiente dibatterà sul decreto per le infrastrutture e gli investimenti d’interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport. Alle 8.30, la Lavoro, con la rispettiva del Senato, ascolterà le comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone in relazione tragici fatti riguardanti il lavoro in agricoltura e, più in generale, sugli incidenti sul lavoro, nonché sulle iniziative in materia di contrasto al lavoro irregolare.

Al Senato

L’Assemblea del Senato riprenderà i propri lavori alle 9.30 con il confronto sul decreto-legge per la riduzione dei tempi delle liste di attesa delle prestazioni sanitarie.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia, con la Finanze, dibatterà sullo schema di decreto legislativo per la rendicontazione societaria di sostenibilità e adeguamento della normativa nazionale. La Finanze si confronterà sullo schema di decreto legislativo per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA e sullo schema di decreto legislativo relativo ai mercati delle cripto-attività. Esaminerà la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori, il ddl per la promozione di progetti a impatto sociale sul territorio e il ddl sulle agevolazioni fiscali start-up. La Cultura proseguirà il ciclo di audizioni sulle prospettive di riforma del calcio italiano ed esaminerà il decreto, approvato ieri dalla Camera, in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca.

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