La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.
Trump attacca Zelensky. Palazzo Chigi non ribatte: “Contano i risultati”
Donald Trump alza il tiro degli affondi ma Palazzo Chigi continua sulla linea del silenzio. Nessuna dichiarazione ufficiale, più che alle dichiarazioni si guarda alla prospettiva di pace, augurandosi che “si arrivi il prima possibile a un accordo”; prima di allora, “è impossibile fare valutazioni”. Secche e allineate sono arrivate invece quelle di Matteo Salvini e Giuseppe Conte: sposano entrambi le tesi del presidente Usa. Parole “ruvide”, per dirla con il leader del M5S, che “smascherano tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina”, mentre il vicepremier in una riunione serale della Lega ha ribadito “il pieno sostegno all’impegno” di Trump “per la fine dei conflitti”. I toni scelti dal tycoon possono anche essere “incredibili”, ma pensare di andare senza gli Usa “è impossibile”, si ragiona fra i fedelissimi della premier. Si confida che alla fine la strategia di Trump possa portare risultati, “e a quel punto passeranno in secondo piano i toni e le cose che ha detto”. Nel frattempo, a Roma si lavora nel tentativo di “fare da pacieri”, nelle stesse ore in cui si diffonde la notizia che Emmanuel Macron la prossima settimana sarà a Washington, forse assieme al primo ministro britannico Keir Starmer.
Una novità considerata “normale”, ai piani alti del governo, perché Parigi e Londra sono quelli che più spingono per lo schieramento di truppe sotto il cappello dell’Onu e siedono nel Consiglio di sicurezza dove passa questo genere di decisioni. Di certo Palazzo Chigi non arretra sulla linea già esposta da Giorgia Meloni all’Eliseo: “Inviare truppe in Ucraina non è la soluzione”. L’attivismo del presidente francese, che ha portato al doppio summit all’Eliseo, finora è stato vissuto con scetticismo da Palazzo Chigi, dove si punta a una risposta unitaria dell’Ue. Le cancellerie europee lavorano a un Consiglio straordinario a Bruxelles. Nel governo circola comunque “ottimismo”, accompagnato dalla convinzione che “l’Ue deve provare a fare l’Ue e dialogare con Trump”. Intanto da Washington arrivavano le bordate di Trump contro Volodymyr Zelensky (“un dittatore mai eletto”) e l’avvertimento all’Europa, separata dagli Usa da “un grande e meraviglioso oceano”.
La linea Trump alimenta le distanze tra Pd e M5S
Altro che “piattaforma unitaria”, Giuseppe Conte va avanti per la sua strada su Ucraina, Trump, riarmo Ue e nel centrosinistra si cerca di trovare il modo per gestire l’attivismo M5S senza farsi troppo male. Il pentastellato continuerà su questa linea, spiegano dal Pd, e al momento sembra improbabile anche riuscire a convincerlo a concordare una piattaforma condivisa per la manifestazione che ha annunciato, bruciando sul tempo Elly Schlein che pure stava pensando di lanciare un’iniziativa analoga, ma tutta concentrata sull’opposizione al Governo e tenendo fuori i temi “divisivi”. La linea della segretaria Pd resta la stessa, “testardamente unitaria”, e la sua idea era appunto quella di una manifestazione delle opposizioni con una piattaforma che unisse, sui temi sociali, economici, l’opposizione al Governo.
Schlein anche ieri, alla Camera, ha parlato con gli alleati, prima con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, poi proprio con Giuseppe Conte, quindi di nuovo con i leader di Avs. Il tentativo era quello di trovare una qualche forma accordo per evitare frizioni eccessive che possano alimentare la litigiosità. Non sembra avere sortito effetto l’invito che Giuseppe Provenzano ha lanciato: “Una manifestazione comune si costruisce con una piattaforma comune”. Il leader M5S già in mattinata aveva risposto con una frase pungente: “Noi siamo testardamente generosi, forse di sacrifici ne facciamo troppi a volte”. Dove quel “testardamente” è appunto una citazione del mantra che ripete in continuazione la segretaria Pd. Ma anche dopo il breve colloquio alla Camera Conte è tornato ad attaccare la linea dell’amministrazione Biden e dell’Europa, alla quale il Pd di fatto è stato finora fedele: “Trump con ruvidezza smaschera tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina e dice una verità che noi del M5S stiamo dicendo da tre anni insieme a tutti gli esperti militari: che battere militarmente la Russia era irrealistico”. Il resto della giornata prosegue con dichiarazioni incrociate contro o pro la linea Trump e mettendo sempre di più in bella luce la profonda distanza tra Pd e M5S.
Il Papa ha ricevuto la Premier Meloni al Gemelli
Le condizioni di papa Francesco al Gemelli presentano “un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”, così come emerge dagli esami del sangue, valutati oggi dallo staff medico. Comunque, a livello generale, “le condizioni cliniche del Santo Padre si presentano stazionarie”, ha fatto sapere ieri sera il bollettino diffuso dalla Sala stampa vaticana. Il quadro, quindi, resta quello già noto della polmonite bilaterale, per debellare la quale proseguono le terapie. Il portavoce vaticano Matteo Bruni ha sottolineato che nel pomeriggio il Papa ha ricevuto in visita la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “con la quale si è trattenuto in forma privata per 20 minuti”, dalle 15.10 alle 15.30. Come riferito da Palazzo Chigi, la premier ha espresso al Papa “gli auguri di pronta guarigione, a nome del Governo e dell’intera nazione”; “Sono molto contenta di averlo trovato vigile e reattivo. Abbiamo scherzato come sempre. Non ha perso il suo proverbiale senso dell’umorismo”. Anche la premier, quindi, conferma quanto riferito da chi è vicino al Papa, cioè che malgrado l’attuale stato di salute “il suo umore è buono”.
Mattarella e Meloni hanno incontrato il Presidente israeliano Herzog
Sergio Mattarella ha sottolineato che l’Italia è al fianco di Israele, difende “il suo diritto alla sicurezza” e “per avere una pace reale nel Medio Oriente bisogna assicurare una concreta prospettiva di futuro ai palestinesi, con ovviamente l’esclusione di Hamas”. Giorgia Meloni ha insistito su “l’importanza della tenuta del cessate il fuoco a Gaza” e “la necessità di un orizzonte politico verso una pace giusta e duratura nella regione”. Prima il Capo dello Stato e poi la premier hanno ribadito al presidente israeliano Isaac Herzog la posizione di Roma rispetto a una crisi che lo Stato ebraico tenta di superare con un cessate il fuoco sempre precario. Herzog arriva nella Capitale alla vigilia della restituzione di quattro cadaveri degli ostaggi nelle mani di Hamas: storie che “ci stanno spezzando il cuore” ha spiegato il capo politico di una nazione “sottoposta a enormi montagne russe emotive”, che fronteggia “il male assoluto e crudele”. Sentimenti vissuti anche dalla comunità ebraica italiana incontrata dal presidente israeliano nella Grande Sinagoga di Roma dopo i due colloqui, prima al Quirinale e poi a Palazzo Chigi.
Con il suo ospite, Mattarella ha ricordato il suo recente viaggio ad Auschwitz, “per gli 80 anni dalla scoperta di quell’orrido cantiere di morte”, dove con “grande soddisfazione” ha visto “l’Europa presente al completo al più alto livello rappresentativo”, un messaggio di “impegno rinnovato contro l’antisemitismo che ha ripreso a circolare e contro il quale l’Italia è fortemente impegnata”. La presenza di Mattarella nel campo di sterminio “significa molto per noi, per il popolo ebraico”, ha detto Herzog, sottolineando che “la voce dell’Italia risuona forte nella coscienza pubblica israeliana”, che tra i due Paesi c’è un “rapporto forte” e “per noi fa una grande differenza sapere chi sono gli amici”. Poco più tardi il leader israeliano è stato ricevuto per un’ora da Giorgia Meloni: nell’incontro, il quarto fra i due, la premier ha ribadito l’importanza della tenuta del cessate il fuoco, che sta consentendo “il rilascio di parte degli ostaggi e di incrementare sensibilmente l’assistenza umanitaria nella Striscia, dove l’Italia è in prima linea anche attraverso l’iniziativa Food for Gaza”. Il Governo, ha ricordato, è impegnato “per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza” e l’auspicio di una “pace giusta e duratura” si estende al Libano, “dove l’Italia ha un ruolo insostituibile anche attraverso il contingente in Unifil”.
Tensione tra FdI e Fi sulla Commissione d’inchiesta sul Covid
Ieri alle 11.30 i presidenti dei gruppi parlamentari di FdI alla Camera e al Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, il capogruppo di FdI nella Commissione Covid Alice Buonguerrieri e il deputato Francesco Filini si sono presentanti in conferenza stampa per denunciare lo “scandalo” delle mascherine contraffatte. “Emerge che milioni di mascherine sono state pagate e distribuite, pur non essendo idonee perché chi doveva controllare non l’ha fatto e chi ha indagato è stato ostacolato in ogni modo”, la denuncia. I dati: 880 milioni di mascherine contraffatte, pagate 1,25 miliardi, acquistate dal commissario Arcuri a 3-4 volte il prezzo di mercato. “Occorre riportare la verità su una delle pagine più discusse della storia contemporanea italiana”, la tesi, “ciò che emerge dalla Commissione dà fastidio”.
Passano pochi minuti e arriva la nota di Forza Italia, firmata dai componenti azzurri della Commissione parlamentare Covid Licia Ronzulli, Stefano Benigni e Annarita Patriarca. “Apprendiamo con sorpresa dalle Agenzie che il Gruppo Fratelli d’Italia sta tenendo una conferenza stampa per commentare l’andamento dei lavori della commissione Covid, tra l’altro anticipando come già accertati e conclusivi i contenuti di alcune audizioni fin qui svolte. Vorremmo ricordare che questa è una Commissione d’inchiesta, non uno strumento a uso di un singolo gruppo, che è chiamata a mantenere uno sguardo obiettivo, svolgere audizioni, fare un’attività istruttoria e alla fine dei suoi lavori, dopo un’accurata riflessione, approvare una relazione”. Che ci fossero sensibilità diverse sul tema della pandemia tra i due partiti era emerso anche in altre occasioni, dopo la soppressione delle sanzioni ai no vax che aveva suscitato i distinguo di numerosi parlamentari forzisti, decisione rivendicata più volte da Fdi. In ogni caso, ieri le divisioni sono riemerse e la tensione nella maggioranza è appara più che palpabile.
Alla Camera
Dopo che ieri è stata votata la fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’approvazione definitiva del decreto proroga termini. A seguire esaminerà la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro del turismo Daniela Garnero Santanchè, la proposta di legge per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori, la pdl per istituire il fondo per favorire l’organizzazione da parte delle scuole secondarie di secondo grado di viaggi nella memoria, la pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche e le mozioni sulle iniziative volte a promuovere le maratone e a favorire la partecipazione di atleti stranieri, con particolare riferimento ai profili afferenti alla tutela sanitaria.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali terrà delle audizioni sul ddl per il riordino delle funzioni e dell’ordinamento della Polizia locale. La Affari Esteri incontrerà una delegazione dell’Assemblea Nazionale della Repubblica di Armenia guidata dal Presidente Alen Simonyan. La Attività Produttive proseguirà l’esame del ddl sulla economia dello spazio. La Lavoro esaminerà la pdl per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell’orario di lavoro. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato definitivamente il decreto cultura, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per svolgere le interrogazioni e alle 15.00 per le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl in materia di ordinamento giurisdizionale e di Corte disciplinare. La Giustizia proseguirà il ciclo di audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di misure cautelari alternative alla custodia cautelare in carcere. La Politiche dell’Ue ascolterà il Presidente dell’Assemblea Nazionale della Repubblica d’Armenia Alen Simonyan. La Industria dibatterà sui decreti dell’ex Ilva e sull’Atto Ue per il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Tutte le altre Commissioni torneranno a riunirsi la settimana prossima.