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La Giornata Parlamentare. Oggi si apre il Consiglio Ue su Difesa e investimenti

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Tensione alla Camera: passa la risoluzione di maggioranza sul Consiglio Ue. Meloni attacca il manifesto di Ventotene e le opposizioni insorgono.

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Tensione alla Camera: passa la risoluzione di maggioranza sul Consiglio Ue 

Da una parte c’è la Lega che continua a bocciare il piano ReArm Europe proposto da Ursula von der Leyen, marcando la differenza con gli alleati di Governo, dall’altro c’è Giorgia Meloni che cerca di tenere unita la maggioranza in vista del Consiglio europeo di oggi e domani in cui si affronterà anche il piano da 800 miliardi proposto da von der Leyen. A tenere banco in Parlamento alla viglia dell’appuntamento di Bruxelles c’è però altro, ovvero le parole che la premier pronuncia nell’Aula della Camera in replica dopo la discussione generale, tre minuti in cui Meloni cita alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene per poi concludere: “Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia”. La dichiarazione, rilanciata dalla presidente del Consiglio anche via social, infiamma Montecitorio spostando di fatto il focus del dibattito e l’opposizione va all’attacco denunciando “un’inaccettabile arma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dalla totale ambiguità della risoluzione di maggioranza sulla difesa europea che non dà nessun mandato chiaro alla premier in vista del Consiglio Ue”. 

E a sera, dopo il suo arrivo a Bruxelles, Meloni torna su quanto accaduto a Roma: “Ho fatto arrabbiare tutti? Ho letto un testo. Ventotene è un simbolo? È un simbolo del quale ho riletto i contenuti. Non capisco che cosa ci sia di offensivo nel leggere il testo. Non l’ho distorto, l’ho letto testualmente”. La mattinata intanto si era aperta, ancor prima dell’arrivo di Meloni a Montecitorio, con le parole del capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari: “Non sono così convinto che ReArm Europe venga approvato. L’Italia non approverà in Parlamento una risoluzione che dà a Meloni il mandato di approvare il piano. La risoluzione parlerà della proposta di Giorgetti all’Ecofin e della volontà dell’Italia, con i propri tempi, di aumentare la propria difesa in linea con gli impegni del paese con la Nato”. A stretto giro ecco però arrivare le parole del vicepremier e segretario di FI Antonio Tajani, che invece assicura che “Meloni ha pieno mandato da parte di Forza Italia per approvare il progetto di sicurezza della von der Leyen”. 

Da Bruxelles è l’altro vicepremier Matteo Salvini a ribadire: “Meloni ha mandato per difendere l’interesse nazionale. Non penso che quello di cui sta parlando qualcuno a Bruxelles corrisponda all’interesse italiano. 800 miliardi di armi sono l’ultima delle cose utili su cui investire in questo momento”. E nel corso delle dichiarazioni di voto, cui la Meloni non assiste, prima del via libera alla risoluzione di maggioranza (approvata dalla Camera con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti), è ancora Molinari a dichiarare che “come Lega ribadiamo piena fiducia nella Meloni”. Nel suo discorso, prima del passaggio contestato sul Manifesto di Ventotene, Meloni ha affrontato il tema della “compattezza del Governo” rispondendo a chi nell’opposizione aveva posto l’accento sulle assenze dei ministri leghisti, assenze poi colmate dall’arrivo dei Ministri Giancarlo GiorgettiRoberto Calderoli e Giuseppe Valditara. Per quanto riguarda invece il nodo legato al piano del riarmo, Meloni ha ribadito che “la posizione del Governo è chiara” e “non possiamo non porre il problema che l’intero Piano si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati ed è la ragione per la quale stiamo facendo delle altre proposte”. 

Meloni attacca il manifesto di Ventotene e le opposizioni insorgono

Dopo le parole di Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene scoppia il caos alla Camera con le opposizioni che attaccano duramente la premier. Federico Fornaro, deputato Pd, è un fiume in piena: dopo aver sbattuto i pugni sui banchi in aula e urlato a squarciagola a Giorgia Meloni di “studiare la storia”, in Transatlantico si sfoga con i cronisti. Le parole della premier, la sua “rilettura macchiettistica e oltraggiosa” del Manifesto di Ventotene, hanno fatto infuriare i dem; Lorenzo Guerini prova a calmare gli animi: “Meloni ha fatto questa operazione per coprire le divisioni del Governo sul piano europeo che sono clamorose. Prima Molinari e poi Salvini hanno detto che non ha il mandato a votare ReArm Eu”. In Aula alle parole della premier il centrodestra si alza in piedi a tributare la sua standing ovation e battono le mani anche i sottosegretari Gianmarco Mazzi e Wanda Ferro, seduti davanti alla presidente del Consiglio e ai Ministri. Meloni poi lascia l’aula. Tommaso Foti cerca di leggere i pareri sulle risoluzioni, strilla per coprire il rumoreggiare a sinistra: non si può andare avanti e il presidente Lorenzo Fontana sospende la seduta per alcuni minuti; alla ripresa, la tensione è alle stelle. 

“Ci sentiamo offesi e indignati, è successo un fatto gravissimo: questa Costituzione è nata anche a Ventotene, è grazie a quegli uomini e a quelle donne che siete liberi. Non si può dileggiare chi ha salvato la nostra patria. Dovete dire grazie a quei rivoluzionari e chiedere scusa”, tuona Marco Grimaldi, deputato di Avs. “Oltraggiare Ventotene significa oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, il padre dell’Europa, di Ernesto Rossi, di Eugenio Colorni”, gli fa eco Fornaro, “Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria. Il Manifesto di Ventotene non è quello che sostiene Meloni, l’inno della dittatura del proletariato ma il suo esatto contrario: l’inno dell’Europa federale contro i nazionalismi che sono stati il cancro del Novecento”. Dal M5S, Alfonso Colucci affonda il colpo: “Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo”. 

Meloni, da poco rientrata in aula, si mette a ridere, scatenando la nuova protesta delle opposizioni. Lo scontro si accende di nuovo. Il presidente della Camera è costretto a interrompere di nuovo i lavori e convoca i capigruppo. Le dichiarazioni di voto vengono rimandate al pomeriggio. Meloni, in partenza per Bruxelles, non c’è, ma lo scontro va avanti con le opposizioni che lamentano l’assenza della premier. Dopo le polemiche è il tempo dei voti: la maggioranza si ricompatta e approva la sua risoluzione, mentre i testi delle opposizioni vengono respinte. M5S e Avs votano insieme, così come fanno AzioneIv e Più Europa. Il Pd si astiene sulle mozioni presentate dalle altre opposizioni ma votano contro sui punti dei dispositivi M5S e Avs che prevedono lo stop all’invio di armi in Ucraina e a favore di quelli sul passaggio contro l’espulsione dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania. 

Oggi si apre il Consiglio Ue su difesa e investimenti

Sarà un vertice Ue incentrato sulla competitività e sulla difesa, due facce della stessa medaglia che vedono i leader europei impegnati di nuovo nell’annoso dibattito sulla spesa. All’indomani della pubblicazione del Libro bianco sulla difesa e delle proposte presentate dalla Commissione europea, il ReArm Eu e il Readiness 2030, i 27 capi di Stato e di Governo daranno formalmente l’input a procedere sui pilastri del pacchetto, dallo stop al Patto di Stabilità per le spese sulla difesa, allo strumento Safe, per poter richiedere 150 miliardi di prestiti, ai finanziamenti Bei ma sugli strumenti avanzano ancora dei dubbi. Anche lo scorporo delle spese per la difesa dal Patto di Stabilità su cui l’Italia ha insistito molto negli ultimi mesi, una volta ottenuto, sembra diventato meno attrattivo per l’Italia: creerebbe comunque debito, ecco perché la proposta italiana è quella di favorire gli investimenti privati con garanzie sul bilancio Ue, ipotesi che comunque lascerebbe fuori la parte dell’acquisto da parte degli Stati delle forniture militari prodotti dalle aziende. 

Anche i prestiti Safe alla fine potrebbero non essere richiesti dall’Italia e dalla Francia, per evitare aggravi sul bilancio, o da molti altri, come Germania, Danimarca e Svezia e i nordici che avrebbero interessi più bassi per i prestiti cercati sul mercato. La spinta sulla difesa si lega a doppio giro con il futuro dell’Ucraina, cui l’Ue vuole continuare a garantite il supporto militare anche una volta raggiunto un eventuale accordo di pace. Le conclusioni sull’Ucraina saranno approvate, come il 6 marzo, di nuovo a 26. La posizione dell’Ungheria si è fatta più intransigente che mai: ormai non vuole trattare su nessun testo e il presidente del Consiglio Ue ha già separato quel capitolo; di fatto è stata superata la regola dell’unanimità prevista dai Trattati per l’organismo apicale Ue. In quella parte ci sarà anche un riferimento al piano dell’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas per fornire nuovi aiuti militari, si parla di 40 miliardi, a Kiev nel 2025. Giorgia Meloni si presenterà al vertice con la linea che sicurezza e difesa non devono essere ridotte al riarmo, ma anche tenere viva l’alleanza con gli Stati Uniti. 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per ascoltare le l’informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l’area dei Campi Flegrei e allo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.  A seguire si confronterà sulle mozioni relative alla situazione nelle carceri.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà, con la Giustizia, la pdl in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale. La Affari Esteri, assieme alla Difesa e alla rispettiva del Senato, ascolterà il Comandante del Comando operativo di Vertice interforze (COVI) Gen. C.A. Giovanni Maria Iannucci nell’ambito dell’esame sulla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali per l’anno 2025 e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione riferita all’anno 2024. La Cultura esaminerà la proposta di nomina del generale di brigata Giovanni Capasso a direttore generale per il supporto all’attuazione dei programmi dell’Unità Grande Pompei – Grande progetto Pompei. 

La Ambiente esaminerà la pdl per l’istituzione del Parco nazionale del Monte Conero, la pdl sui benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale e ascolterà i rappresentanti dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) sulla pdl sulla gestione autonoma del servizio idrico integrato. Alle 16.00, con la Politiche dell’Ue e le rispettive del Senato, ascolterà la Commissaria europea per l’ambiente, la resilienza idrica e l’economia circolare e competitiva Jessika Roswall sulle tematiche di sua competenza. La Trasporti, con la Attività Produttive, ascolterà il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) Giacomo Lasorella nell’ambito dell’esame delle proposte di legge in materia di organizzazione e funzionamento dei call center. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per esaminare il ddl sull’intelligenza artificiale. Come di consueto svolgerà le interrogazioni e alle 15.00 terrà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali dibatterà sul ddl in materia di ordinamento giurisdizionale e di Corte disciplinare e sul ddl per l’abrogazione di atti normativi prerepubblicani relativi al periodo dal 1861 al 1946; con la Giustizia, proseguirà il confronto sul ddl sulla sicurezza pubblica. La Giustizia dibatterà sul ddl per la determinazione del valore dell’immobile espropriato, sul ddl relativo al processo telematico, sui ddl in materia di attribuzione del cognome ai figli, sui ddl in materia di successioni, sul ddl sui reati contro gli animali, sul ddl in materia di oralità e contradittorio nel giudizio penale di appello, sul ddl per l’affidamento condiviso, sul ddl sul compenso dell’esperto o dello stimatore, sul ddl in materia di spese di giustizia per la liquidazione del compenso di periti e consulenti tecnici e sul ddl sui corsi di specializzazione per consulente forense. La Finanze proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’ente della riscossione.

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