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La Giornata Parlamentare. La Rai secondo Meloni-Salvini-Tajani, già 500mila firme per il referendum contro l’Autonomia

La Meloni chiude la missione in Cina. Ora Parigi e nomine Rai

Giorgia Meloni ha concluso la missione in Cina a Shanghai, capitale economica del Paese, gemellata con Milano e principale meta per le aziende italiane. Qui sono presenti circa 1200 imprese e l’interscambio Shanghai-Italia vale circa il 20% del totale con il Paese del Dragone. “Il nostro obiettivo è rafforzare la cooperazione economica, commerciale, culturale, scientifica e farlo in un’ottica anche di riequilibrio dei nostri rapporti”, tanto per quanto riguarda la bilancia commerciale quanto per gli investimenti esteri diretti, entrambi a netto svantaggio dell’Italia, ha ribadito la Meloni incontrando il segretario del Comitato municipale di Shanghai del Partito comunista cinese Chen Jining. Momento clou della missione, che ha visto anche l’incontro con il primo ministro Li Qiang, il bilaterale di un’ora e mezza con il presidente Xi Jinping nella residenza della Diaoyutai State House. 

Con il leader cinese, che aveva incontrato in precedenza a margine del G20 di Bali nel novembre del 2022, la Meloni aveva la necessità di ricucire il rapporto dopo l’uscita di Roma dal Memorandum sulla Via della Seta. Per la Meloni un “approccio alternativo concreto” alla Belt and Road initiative è il Piano triennale d’azione 2024 siglato a Pechino dai ministri cinesi competenti e dall’ambasciatore italiano Massimo Ambrosetti. Un Piano che viene articolato in sei intese che vanno dalla cooperazione industriale (compreso il settore strategico delle auto elettriche) alla tutela delle indicazioni geografiche, dalla sicurezza alimentare alle materie ambientali, fino all’istruzione. Su questo adesso, saranno ministri e commissioni tecniche a dover lavorare per mettere in pratica i principi. Parte rilevante del colloquio con Xi è stato riservato alle tematiche di politica internazionale

Il confronto su questo è stato “franco” e “trasparente”, ha spiegato la Meloni, lasciando intendere che le posizioni di partenza, ma anche di arrivo, restano distanti. Sull’Ucraina, la premier ha rivendicato di essere stata “abbastanza chiara” nel porre la questione dell’aiuto di Pechino a Mosca. “Penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa. Anche se come sappiamo non interviene direttamente è evidente che questo crea una frizione”. Al di là delle parole di circostanza del presidente cinese che auspica “collaborazione e unità” degli Stati e dell’apertura di credito della Meloni per una Cina ritenuta “interlocutore importante”, appare difficile un cambiamento della posizione fin qui tenuta dal Dragone. Anche per quanto riguarda il Medio Oriente la premier ha auspicato un ruolo di Xi per cercare una soluzione di pace. Al termine della missione, intervallata da momenti di visita privata con la figlia Ginevra, la Meloni è ripartita volando direttamente a Parigi, dove oggi è attesa a Casa Italia per un saluto agli atleti italiani alle Olimpiadi. Poi il rientro a Roma, dove l’attende il dossier scottante delle nomine Rai.

È tensione sulle nomine Rai. FdI cerca di accelerare, la Lega frena

Sulle nomine Rai gli occhi sono puntati sull’incontro in programma entro lunedì tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di ritorno dalla Cina e i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Ma al momento c’è il braccio di ferro con la Lega, che non molla la presa sul direttore generale. Per questo la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama non è stata risolutiva. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, prima di entrare in Capigruppo dice ai giornalisti che lui il problema della calendarizzazione del voto sul Cda lo porrà. Ma al termine della riunione si viene a sapere che, alla sua proposta di indicare una data, il “Pd si è opposto” e la Lega ha chiesto “altro tempo per riflettere”, come racconta il presidente dei senatori di FI Maurizio Gasparri. Nella stessa riunione si decide, però, di riconvocare una nuova Conferenza dei capigruppo lunedì prossimo. Lo “spiraglio”, appunto. Cioè, l’occasione per fissare in extremis una data per votare. 

La strada si presenta ancora in salita. Anche perché, come sottolinea sempre Maurizio Gasparri, “la procedura” per arrivare a un nuovo Cda nel pieno delle sue funzioni è “lunga e complessa”. Non solo, sia la Camera, sia il Senato, devono indicare ciascuno i nomi di 2 componenti del Cda. Anche Palazzo Chigi deve designarne altri 2. Poi, il Cda si deve riunire per eleggere il proprio Amministratore delegato e indicare il presidente. E la scelta deve venire approvata dalla Commissione di vigilanza con una maggioranza di 2/3. Il tutto, con il Parlamento che vorrebbe chiudere per la pausa estiva entro il 7 agosto. “All’89% si va a settembre” assicura un parlamentare leghista, mentre in FdI si ritiene ancora possibile “un’accelerazione”. Il punto, nella maggioranza, è di arrivare ad una ricomposizione che al momento non c’è, anche perché “tutti i palinsesti sono già stati decisi” e quindi, a prescindere da chi arriverà ai vertici Rai, “poco o nulla potrà essere modificato”. Quello che “pesa”, in particolare, è l’aspetto politico, cioè “l’equilibrio” tra le forze di maggioranza. Dove diktat e “imposizioni” sembrano sempre più difficili da digerire. 

Lo schema al quale starebbe lavorando FdI è quello di Simona Agnes alla presidenza; Giampaolo Rossi come Ad, alla Lega toccherebbe un consigliere. Ma il partito di Matteo Salvini insiste per indicare il direttore generale e si fanno anche i nomi, tra gli altri, di Marco Cunsolo, attuale direttore della produzione, e di Maurizio Fattaccio, direttore di Rai Pubblicità. Una posizione netta il cui punto di caduta potrebbe anche essere la concessione di un dg senza deleghe forti. O in alternativa, la nomina di uno o due direttori centrali di peso. Si parla anche di un piano B sulla presidenza nel caso ci fossero problemi di ratifica di Agnes in Vigilanza: la maggioranza può contare su 24 voti e altri 2 da parte dell’opposizione si danno per scontati. Ma servirebbe il soccorso dei 2 componenti di Italia Viva per arrivare a 28, la quota necessaria per decidere. Se così non fosse, la maggioranza potrebbe indicare un nome super partes gradito al Pd per allargare il consenso. E anche per questo si guarda alle scelte dei Dem che, come consigliere, potrebbero indicare uno tra Antonio Di Bella e Roberto Natale. Il M5S dovrebbe confermare Alessandro Di Majo, la Lega potrebbe eleggere Alessandro Casarin più che Antonio Marano e Fdi Valeria Falcone

Le opposizioni esultano: 500 mila firme per il referendum contro sull’Autonomia differenziata

Il traguardo delle 500 mila firme per il referendum contro l’Autonomia differenziata per molti è raggiunto, anche se manca l’ufficialità. In tanti esultano, anche se l’unico dato certo è quello che arriva dalla raccolta online. A dare l’ultimo aggiornamento è il senatore del Pd Alessandro Alfieri: sono 355 mila e 167 i contrassegni contati sulla piattaforma nel pomeriggio. “Prevediamo di arrivare a 500 mila online all’inizio del weekend”, aggiunge il responsabile Riforme della segreteria dem. Per il leader di Europa Verde Angelo Bonelli, manca anche meno per il raggiungimento della soglia: “solo 36 ore”. Nell’entusiasmo diffuso tra i diversi componenti del Comitato promotore, ci sono i più ottimisti. Il segretario Maurizio Landini sottolinea le “altre centomila firme raccolte ai banchetti” soltanto dalla Cgil. Mentre fonti parlamentari raccontano un risultato già in tasca: secondo i dati ufficiosi aggregati che arrivano dai banchetti delle varie Regioni le firme sarebbero più di 150 mila. E così la somma, tra online e banchetti, supererebbe di gran lunga il quorum necessario per la Corte di Cassazione

Quello delle 500 mila. In serata arriva l’esultanza del leader Giuseppe Conte: “un segnale potentissimo, una grande ondata di partecipazione che ci ha portato alle 500 mila firme in pochissimi giorni”. L’entusiasmo rimbalza da una parte all’altra del campo largo. “Un segnale molto forte di mobilitazione e di quanto sia sentita la battaglia”, afferma il dem Alfieri. Il leader di Si Nicola Fratoianni sottolinea lo “straordinario afflusso” proprio ai banchetti, come “risposta del Paese alla controriforma della destra”. Per Bonelli c’è “una fortissima volontà popolare di bloccare questo spacca-Italia”. Per Riccardo Magi di +Europa, “in 10 giorni, tra firme cartacee e digitali, mezzo milione di italiani ha già detto no all’Autonomia differenziata, un successo incredibile che è solo l’antipasto della batosta che aspetta Giorgia Meloni quando i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi su questa riforma”. Il comitato promotore, però, non ha intenzione di fermarsi ai 500 mila contrassegni. L’obiettivo è andare avanti per tenere alta l’attenzione e accrescere la partecipazione dei cittadini, online come nelle piazze. L’obiettivo è un milione di firme

Alla Camera

Dopo che ieri è stato approvato il ddl per l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e la proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per ascoltare l’informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della difesa, sugli esiti del vertice NATO di Washington. A seguire esaminerà la proposta di legge sulla destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all’estero

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali terrà delle audizioni sul ddl costituzionale sul premierato e dibatterà sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica sull’organizzazione degli uffici di diretta collaborazione Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sullo schema di decreto legislativo sulla resilienza dei soggetti critici e sulle pdl per il riordino delle funzioni e dell’ordinamento della polizia locale. La Esteri, con la Lavoro, si confronterà sulla risoluzione per modificare ed integrare l’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale. La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo sul testo unico dei tributi erariali minori.

La Cultura si confronterà sullo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, sullo schema di decreto ministeriale sui princìpi contabili e schemi di bilancio in contabilità economico-patrimoniale per le università, sulla pdl per l’istituzione della Giornata nazionale in memoria dei giornalisti uccisi a causa dello svolgimento della loro professione, sulla pdl per il riconoscimento delle associazioni sportive costituite all’estero da italiani o da soggetti aventi origine italiana da parte del Comitato olimpico nazionale italiano e del Comitato italiano paralimpico e svolgerà delle audizioni per l’adozione di linee guida volte a favorire il rispetto delle differenze nel sistema scolastico. La Ambiente esaminerà lo schema di decreto legislativo per la riduzione delle emissioni in tutti i settori dell’economia dell’Ue e il decreto, approvato dal Senato, per la ricostruzione post-calamità, per gli interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali. 

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato, in prima lettura, il decreto-legge per la ricostruzione post-calamità, per gli interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato riprenderà i propri lavori alle 9.00 con il confronto sul decreto recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà lo schema di decreto legislativo sulla governance europea dei dati, il ddl sulle guardie giurate e il ddl per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane. Infine, svolgerà delle audizioni sul ddl relativo alla mobilità del personale delle Forze dell’ordine. La Giustizia svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo di modifica del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. La Esteri e Difesa svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per l’adozione del Piano strategico Italia-Africa (Piano Mattei). La Bilancio dibatterà sul rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2023 e sull’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2024.

La Finanze si confronterà sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori, esaminerà e ascolterà i rappresentanti della Banca d’Italia sullo schema di decreto legislativo relativo ai mercati delle cripto-attività.

La Cultura dibatterà sui ddl per l’accesso alle professioni di restauratore, sul ddl per l’insegnamento della sicurezza nei luoghi di lavoro nell’ambito dell’educazione civica e sul ddl sulle competenze non cognitive e sul ddl per l’accesso ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia. Esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi e lo schema di decreto ministeriale sui princìpi contabili e schemi di bilancio in contabilità economico-patrimoniale per le università.

La Ambiente e Lavori Pubblici esaminerà il decreto, approvato dalla Camera, per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e lo sport, lo schema di atto di proroga fino al 30 aprile 2026 del contratto di programma stipulato tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la società Poste italiane Spa per il quinquennio 2020-2024, il ddl di modifica del Codice della strada e i ddl per la tutela dei minori nella dimensione digitale. La Affari Sociali esaminerà il ddl sull’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia, il ddl sulla medicina di genere, il ddl per la sicurezza lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, il ddl per la tutela della salute mentale, il ddl per la tutela delle persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl per il riconoscimento e la promozione della mototerapia, il ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, il ddl per la semplificazione in materia di lavoro e legislazione sociale, il ddl per l’inserimento lavorativo delle persone con disturbi dello spettro autistico, i ddl sui disturbi del comportamento alimentare.

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