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La Giornata Parlamentare. Meloni si tiene le deleghe per il Sud. Grillo attacca: “Il Movimento è morto”

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In arrivo il decreto per il decimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina

L’Italia è pronta a fornire all’Ucraina un nuovo pacchetto di armi per fronteggiare la Russia ed estende la possibilità di inviare aiuti a Kiev anche nel 2025. Pochi giorni dopo l’esortazione del Parlamento Ue che invita i Paesi dell’Unione a fornire moderni sistemi di difesa aerea e missili a lungo raggio per contrastare l’aggressione di Mosca, il Governo Meloni fa la sua mossa: un decimo decreto di aiuti e un provvedimento che garantisca ancora per il prossimo anno, con un passaggio parlamentare, le forniture militari. La lista degli invii è secretata ma le ipotesi che circolano riguardano nuovi munizionamenti per i sistemi di difesa antiaerea Samp T. Non si può escludere ora che l’Italia possa quindi fornire a breve, per proseguire l’utilizzo dello stesso scudo di difesa, i missili Aster che hanno una gittata di 120 chilometri o altri tipi di munizionamenti. Resta segreto anche il punto dove saranno collocati i due sistemi di difesa antiaerea e se avranno la capacità di colpire in territorio russo; secondo quanto comunicato da Mosca, la prima contraerea fornita in collaborazione con la Francia sarebbe stata almeno in parte danneggiata dai soldati russi. 

Lo scorso aprile l’Italia aveva già fornito a Kiev anche i missili da crociera Storm Shadow/Scalp che possono colpire a una distanza di 500 chilometri, potenzialmente anche obiettivi in Russia dunque. Ma secondo il caveat, come più volte sottolineato dai Ministri italiani, le armi cedute non possono essere usate sul suolo russo. Intanto nel nostro Paese proseguono gli interventi intrapresi per proseguire nell’ammodernamento della capacità nazionale di difesa aerea e missilistica sul programma Samp T che vedrà a breve l’entrata in servizio della nuova generazione e l’acquisizione di un’ulteriore batteria per l’Esercito italiano, oltre alla fornitura del supporto logistico per i sistemi in inventario di esercito e marina militare. Il primo a invocare un aumento della produzione è lo stesso Ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha auspicato in più occasioni il raddoppio della linea di produzione.

Il Governo pensa a incentivi per le aziende dell’automotive. Pressioni su Elkann

Il Governo valuta un intervento a sostegno dell’automotive da inserire nella manovra, non più incentivi ai consumatori ma alle aziende della lunga filiera della componentistica, dai motori alle marmitte, dai bulloni a vetri e cinture. Si parla di 400 milioni di euro, che rappresenterebbero un segnale nel percorso di rilancio del dialogo con Stellantis dopo le dimissioni dell’ad Carlos Tavares. La richiesta bipartisan affinché John Elkann chiarisca al Parlamento il piano industriale e le prospettive occupazionali è accompagnato dall’auspicio del presidente della Camera Lorenzo Fontana: “Venga quanto prima in audizione”, perché “un confronto con i parlamentari di maggioranza e opposizione è importante e necessario”. Ma per ora il pressing non sfonda. 

Al presidente della Commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli, che gli ha inviato il terzo invito a presentarsi in audizione, il presidente del gruppo ha ribadito che non è ancora il momento: vuole attendere la chiusura del tavolo al Mimit e l’apertura di quello a Palazzo Chigi prima di valutare altre iniziative di confronto, compreso quello richiesto dalle forze politiche in Parlamento. Inoltre nel Governo si registrano approcci diversi. Matteo Salvini parte all’attacco: più che Tavares, in Stellantis “il problema è la proprietà, che d’italiano ormai ha ben poco e ha preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all’estero”. L’invito del vicepremier leghista a Elkann è a presentarsi in Parlamento “con un assegno che ricordi quanti miliardi di denaro pubblico negli anni questa azienda ha incassato”. “Non è importante dove viene ma è importante cosa fa”, taglia corto il presidente del Senato Ignazio La Russa

Adolfo Urso dal colloquio con Elkann ha tratto “le condizioni per essere fiduciosi di poter condividere un piano Italia che vede il nostro Paese al centro dello sviluppo dell’auto europea”; “Ora anche Stellantis condivide la necessità di rivedere il percorso di decarbonizzazione”, rimarca il Ministro delle Imprese (di FdI), che il 17 dicembre dirigerà il tavolo sull’automotive, cui Stellantis ha delegato Jean Philippe Imparato, capo dell’area europea. Il tavolo al Mimit è il prossimo passo per allineare il dialogo tra azienda e Governo, fin qui frenato dalle tensioni tra l’esecutivo e Tavares. Il primo c’è stato domenica, quando Elkann ha anticipato l’addio del manager portoghese alla premier Giorgia Meloni e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo l’appuntamento al Mimit si capiranno i margini per spostare la questione a Palazzo Chigi, come chiedono i vertici aziendali e anche i sindacati. Il Governo ha fissato la priorità: tutelare i lavoratori degli impianti Stellantis in Italia, quelli dell’indotto e della logistica. PdM5SAvs e Azione hanno chiesto un’informativa urgente a Meloni su Stellantis. 

Meloni ha deciso di tenersi le deleghe per il Sud

Giorgia Meloni decide di tenere per sé la delega del Sud, prima in capo a Raffaele Fitto neovicepresidente della Commissione Ue – Pnrr, Coesione e Affari europei, e affida a Tommaso Foti le altre competenze. Così la premier punta a mostrare quanto sia cruciale il Mezzogiorno, tanto da occuparsene direttamente: il tema spesso è stato al centro dei suoi ultimi interventi pubblici in cui ha sottolineato le potenzialità delle Regioni del Sud, la “locomotiva d’Italia del 2023”. Mentre blinda con Galeazzo Bignami il gruppo alla Camera, orfano del presidente traslocato al ministero, la premier guarda alle prossime scadenze, anche elettorali, visto che nel 2025, salvo sorprese, si voterà in Campania e pure in Puglia

Qualche malumore dai territori davanti all’ipotesi che a occuparsi del Sud fosse un ministro del Nord come l’emiliano Foti deve essere arrivata fino a Palazzo Chigi, tanto che, al momento di assegnare formalmente le deleghe, è arrivato quello spacchettamento che il giorno prima veniva negato. La premier “ha avviato da subito una ricognizione per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno, dai programmi in atto e alle proposte ancora da implementare, in particolare su incentivi, infrastrutture e investimenti”, fanno sapere da Palazzo Chigi al termine di un Cdm lampo che ha accolto con un applauso il nuovo arrivato. Il nuovo viceministro ai trasporti non è chiaro quando sarà nominato, è possibile che la questione possa slittare di qualche mese, probabilmente a febbraio, quando ci sarà il dibattito per il cambio e la conferma delle presidenze delle Commissioni parlamentari di metà legislatura.

Grillo attacca: il Movimento è morto, cambiate simbolo

A due giorni dal nuovo voto online nel M5S è battaglia totale. Ieri mattina si parte con l’annunciato video diffuso via social da Beppe Grillo: “Il Movimento 5 stelle è morto”, “il mago di Oz-Conte l’ha disintegrato”, ora “fatevi un altro simbolo”, è l’affondo del garante che si presenta, sulle note dell”Inno alla gioia, alla guida di un carro funebre. Poi tira giù il finestrino, annuncia di essere “ottimista per la votazione” sui quesiti statutari, che si aprirà il 5 dicembre e inizia l’arringa contro il presidente e tutta la comunità che lo segue. “Siete diventati un partito che segue un Oz di gente che non riconosco più”, incalza. A Giuseppe Conte “ho detto: fatti dare una mano, ma non si è mai più fatto trovare”. “Non so quale narrazione vi è stata fatta, ma io come garante non intervenivo in nulla. Tutti i miei progetti non arrivavano al mago di Oz, perché non si faceva trovare e non hanno mai avuto risposta”. L’attacco di Grillo, ancora una volta, è anche contro il processo costituente che si è concluso il 24 novembre con l’assemblea Nova: “Ha votato meno della metà degli iscritti”, accusa il garante, e “hanno fatto venti domande per coprirne tre: quella per mandare via me, quella sui mandati e quella sul presidente”. 

Secondo il fondatore, del Movimento delle origini “non c’è più niente” e “io ho già perso”, “però vedere questo simbolo, che ha rappresentato sudore, cuore e coraggio per milioni di persone, rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio”. La lotta quindi si sposterà sul simbolo, ma intanto chiede di astenersi in occasione del nuovo voto online, da lui stesso richiesto: “andate a funghi”. E guardando oltre, “il Movimento è morto, stramorto. Però è compostabile e l’humus non è morto. Questo Movimento avrà un altro decorso meraviglioso, che ci siate voi o no”. “Questa è una comunità orgogliosa” è la replica di Conte “che non si lascia calpestare da nessuno. Che non vuole andar per funghi. Da giovedì a domenica tornerà a votare. Rivoteremo tutti insieme perché ci sono anche nuove battaglie da portare avanti. Quelle che voi dalla base avete selezionato e avete votato e saranno gli obiettivi strategici che realizzeremo tutti insieme”. Quello che sembra chiaro è che la scissione sembra sempre più vicina. I prossimi giorni ci diranno che piega prenderanno queste tensioni interne che a detta di molti sembrano ormai inconciliabili e definitive.

Alla Camera

Dopo che ieri è stata approvata in prima lettura la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 15.00 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Dalle 15.00 voterà la fiducia al decreto fiscale per poi approvarlo definitivamente tra questa sera e domani mattina.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Esteri svolgerà diverse audizioni informali nell’ambito dell’esame della Relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei e audirà i rappresentanti del Forum per cambiare l’ordine delle cose sulle procedure di rilascio dei visti per motivi di studio a cittadini stranieri. La Difesa ascolterà i rappresentanti di Poste Italiane sulla difesa cibernetica. La Bilancio svolgerà l’illustrazione degli emendamenti della legge di bilancio. (Segui la legge di bilancio sulla pagina dedicata di Nomos). 

La Ambiente svolgerà delle audizioni sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al Codice dei contratti pubblici. La Trasporti ascolterà Anitec-Assinform, Google Italia, Microsoft Italia e Oracle Italia, l’Osservatorio data center del Politecnico di Milano e la Fondazione Italia digitale sulle pdl sulla disciplina dei centri di elaborazione dati. La Attività Produttive proseguirà il ciclo di audizioni sul disegno di legge in materia di economia dello spazio. La Affari Sociali proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di riordino delle professioni sanitarie e ne svolgerà alcune sulle pdl relative alle terapie digitali. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per dibattere sul decreto, già approvato dalla Camera, in materia d’ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, e sul decreto per la tutela ambientale del Paese, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione d’interventi in materia di bonifiche di siti contaminati e dissesto idrogeologico. 

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà i ddl in materia di attività organizzate dalle associazioni pro loco, i ddl per la tutela delle vittime di reati e, con la Giustizia, il ddl sicurezza. La Giustizia, con la Affari Sociali, proseguirà l’esame sui ddl in materia di morte volontaria medicalmente assistita e sul ddl sulle molestie nei luoghi di lavoro. Con la Finanze, si confronterà sullo schema di decreto legislativo per la prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. La Esteri e Difesa ascolterà i rappresentanti di Leonardo sull’Affare assegnato relativo al Global Combat Air Programme. La Politiche dell’Ue si confronterà sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2024 e la legge di delegazione europea 2024. Dibatterà, poi, sulle disposizioni relative alla data di applicazione e sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Ue. 

La Finanze si confronterà sulle risoluzioni sul contributo dei Comuni per il risanamento della finanza pubblica, sul ddl relativo all’assegno sostitutivo di accompagnatore militare, sul ddl sulla zona franca extradoganale della Valle di Susa e sulla risoluzione sul funzionamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Con la Affari Sociali dibatterà sullo schema di DPCM per la revisione delle modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE).

La Cultura dibatterà sui ddl sugli alunni con alto potenziale cognitivo, sullo schema di dm per il finanziamento a comitati ed edizioni nazionali per l’anno 2024, sul ddl per la promozione e tutela della danza, sul ddl sulle banche dati per le opere audiovisive e per i fonogrammi, e sull’affare assegnato sulle prospettive di riforma del calcio italiano. La Ambiente e Lavori Pubblici dibatterà sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al Codice dei contratti pubblici, si confronterà sugli emendamenti sul decreto per la tutela ambientale, e sui ddl sui manufatti e macchine per la pesca tradizionali. La Industria dibatterà sui ddl sul registro nazionale dei pizzaioli professionisti.

La Affari Sociali esaminerà il ddl in materia di lavoro, il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl sulla sicurezza lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, il ddl sul salario minimo, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, i ddl sui disturbi del comportamento alimentare, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico e il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale.

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