Meloni a Berlino per la firma del Piano d’azione con la Germania
Con il Piano d’azione il dialogo bilaterale fra Germania e Italia diventerà strutturale sui principali temi europei. La firma di oggi a Berlino di Giorgia Meloni e Olaf Scholz, affiancati da otto Ministri per parte, potrebbe rivelarsi anche l’occasione per proseguire l’avvicinamento fra le due parti nella lunga trattativa sul nuovo Patto di stabilità, dopo i passi in avanti rispetto a qualche settimana fa. Al G20 virtuale a margine del vertice i due leader dovrebbero partecipare assieme collegandosi dalla Cancelleria, uno scenario, insomma, che vede i due esecutivi meno distanti rispetto a quanto ci si potesse immaginare un anno fa. Le strategie sulla gestione dei migranti di Palazzo Chigi sembrano aver fatto breccia e di certo ai tedeschi non dispiacerebbe se entro fine anno anche l’Italia ratificasse le modifiche al Mes, tema che non è più un tabù per governo e centrodestra, anche se ogni decisione viene subordinata a un accordo sul Patto di stabilità “sostenibile”. Per dirla con il Commissario Ue Paolo Gentiloni “non c’è formalmente alcun legame” tra le due partite, ma “in termini politici ognuno può fare le conclusioni che ritiene” ed è “chiaro e comprensibile che” sul Mes “si voglia chiudere”.
Il momento, insomma, è cruciale. Anche per motivi di calendario, come ampiamente prevedibile, è slittato il voto sulla ratifica previsto inizialmente per oggi alla Camera; si guarda a dicembre, magari a dopo l’Ecofin del 7 dicembre. Dai parametri quantitativi di riduzione di deficit e debito alle regole che consentano di incentivare gli investimenti, ci sono ancora dettagli importanti su cui trovare una posizione di compromesso sul Patto, sottolineano da Palazzo Chigi, ma intanto lo spread continua a scendere dopo il rating di Moody’s sull’Italia. In questo momento cruciale per i negoziati europei, è inevitabile la ricerca di una sponda con Berlino, la capitale di maggior peso nei meccanismi decisionali Ue. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti dopo l’incontro a Parigi con l’omologo francese Bruno Le Maire si confronterà con quello tedesco Christian Lindner: è la triangolazione politica fra i principali Paesi Ue, un vincolo speciale sigillato ora dal Piano d’azione fra Roma e Berlino dopo il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia e quello di Aquisgrana tra Germania e Francia. Questo vertice intergovernativo si svolge a sette anni dall’ultimo: l’appuntamento punta a sancire il rafforzamento dei rapporti tra i due Paesi, con cooperazioni rafforzate ad ampio spettro, fra industria e competitività, energia, transizione verde e digitale, ricerca e scienza, industrie della difesa, con la previsione di consultazioni e dialoghi più regolari sulle questioni politiche e sui temi europei. Si parlerà di Medio Oriente, Ucraina e Africa, ma soprattutto di dinamiche europee.
Tajani annuncia la ratifica dell’accordo con l’Albania sui migranti
La risoluzione di maggioranza anticipa il cambio di rotta ancor prima che Antonio Tajani lo annunci nell’aula della Camera: il testo sottoscritto da FdI, Lega, FI e Noi moderati impegna il Governo ad “adottare ogni iniziativa necessaria, anche tramite un disegno di legge di ratifica, per un’efficace e urgente attuazione del Protocollo” tra Italia e Albania sui migranti. Le parole pronunciate di fronte all’assemblea dal ministro degli Esteri, sono conseguenti: “Consideriamo il voto delle risoluzioni di oggi solo un primo, ma significativo, passo. Il Governo intende, infatti, sottoporre, in tempi rapidi, alle Camere un disegno di legge di ratifica che contenga anche le norme e gli stanziamenti necessari all’attuazione del Protocollo”. Puntuali arrivano gli applausi di tutto l’emiciclo anche se più convinti appaiono quelli delle opposizioni che dal giorno in cui l’accordo è stato sottoscritto da Palazzo Chigi insistono per avere un passaggio parlamentare del testo, fin qui negato da Governo e maggioranza. Per Tajani “La discussione in Parlamento offrirà l’opportunità di un confronto approfondito e argomentato. Auspichiamo che l’approvazione possa avvenire in tempi compatibili con l’urgenza di affrontare, anche con strumenti innovativi, la gestione dei crescenti flussi migratori”.
Se dal Governo sottolineano come si tratti “non di un atto dovuto ma distensivo” nei confronti dell’opposizione Tajani prova a tenere la linea: “E’ una scelta di rispetto del Governo nei confronti del Parlamento. Non c’è stata nessuna marcia indietro”. Le sue parole non hanno impedito alle opposizioni di attaccare: “Bene che il Governo con un’incredibile inversione a U ci abbia dato ragione. Ancora una volta il Governo va a sbattere il muso sulla Costituzione”, afferma Elly Schlein. In realtà, anche le opposizioni non riescono a tenere il fronte del tutto unito. Sottoscrivono la risoluzione per la ratifica del Memorandum Pd, Azione, Iv, Avs e +Europa mentre il M5S presenta un proprio testo. Alla fine, il primo testo è quello più votato, raccogliendo sia i consensi del centrodestra che quelli del M5S. La battaglia parlamentare sul dossier migranti, in ogni caso, continua: in Commissione Affari costituzionali le opposizioni, unite, impossibilitate dai numeri a intervenire sul decreto immigrazione tentano l’ostruzionismo ma la maggioranza, però, blinda i tempi fissando il limite di 3 minuti per ciascun gruppo parlamentare a emendamento. Il provvedimento, in scadenza il 4 dicembre, deve approdare venerdì in aula alla Camera e deve ancora passare dal Senato.
Fra i 2600 emendamenti alla manovra ce ne sono 3 della Lega
Alla fine, spuntano anche tre emendamenti della Lega tra quelli depositati in commissione Bilancio al Senato sulla manovra, tre proposte di modifica che, si specifica, come più volte richiesto dal Mef, non sono di carattere oneroso ma, in ogni caso esulano dall’accordo di maggioranza che prevedeva modifiche esclusivamente attraverso un maxi-emendamento concordato. Le opposizioni, intanto, si apprestano a dare battaglia su questo come sul fronte del salario minimo. Ciascuno è pronto a presentare la propria contro-manovra ma arriva anche un pacchetto di proposte unitarie sul fronte della sanità. Ieri alla Camera decine di parlamentari di opposizione si sono iscritti a parlare per protestare contro il “colpo di mano” della maggioranza che ha presentato un proprio emendamento con il quale cancella e riscrive la proposta delle minoranze sul salario minimo a prima firma di Giuseppe Conte.
L’obiettivo dichiarato è quello del ritiro del testo. Ma, per ora, il risultato è quello di far slittare il voto che era previsto ieri. La battaglia, tra l’altro, si riproporrà sulla manovra: M5S, Pd, Avs e +Europa fanno sapere di aver presentato emendamenti comuni su salario minimo e sanità. Oggi i Dem e i pentastellati illustreranno ciascuno la propria contro-proposta sulla legge di bilancio. Ieri, intanto, è stata la volta di Azione con focus su sanità, istruzione, crescita e sviluppo. Nonostante le previsioni alla fine sono oltre 2600 gli emendamenti alla legge di bilancio che sono stati depositati dalle opposizioni più i tre emendamenti della Lega, che hanno scatenato non poche tensioni e sembra verranno ritirati. Nonostante questo, l’accordo di maggioranza ha sostanzialmente retto.
Alla Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 17.00 per il voto di fiducia e per l’approvazione del decreto proroga termini.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il decreto in materia d’immigrazione e protezione internazionale e per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno. La Esteri audirà i rappresentanti dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) sui risvolti geopolitici connessi all’approvvigionamento delle cosiddette terre rare, il sottosegretario per gli affari esteri Giorgio Silli sui servizi consolari e i cittadini italiani residenti all’estero, e Vas Shenoy, esperto dei rapporti Europa-India, sulla proiezione dell’Italia e dei paesi europei nell’Indo-pacifico. La Difesa ascolterà il direttore generale di Leonardo Lorenzo Mariani sul Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. La Cultura proseguirà il ciclo di audizioni sulla pdl sull’esonero dall’insegnamento per i docenti che svolgono funzioni vicarie nelle istituzioni scolastiche affidate in reggenza.
La Ambiente si confronterà sul decreto per la prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulle pdl per la sicurezza. La Attività Produttive proseguirà le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale nel sistema produttivo italiano e ascolterà i rappresentanti dell’ISTAT e di ARERA sull’andamento dei prezzi dell’elettricità e del gas dal 2021 a oggi. La Lavoro svolgerà delle audizioni sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e mondo del lavoro, con particolare riferimento agli impatti che l’intelligenza artificiale generativa può avere sul mercato del lavoro. La Affari Sociali svolgerà delle audizioni sulla pdl per il riconoscimento dell’apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante, alcune in materia di sicurezza delle cure e dei pazienti e di contrasto alla medicina difensiva, e altre sugli atti Ue sull’autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per esaminare il ddl, già approvato dalla Camera, per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia esaminerà il ddl per l’introduzione della circostanza aggravante dello sciacallaggio e, con la Esteri e Difesa, dibatterà sullo schema di decreto legislativo sul funzionamento del Consiglio della magistratura militare e sull’ordinamento giudiziario militare. La Esteri e Difesa incontrerà una delegazione di familiari degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023. La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue in materia di circolarità per la progettazione dei veicoli e di gestione di quelli fuori uso. La Bilancio esaminerà la legge di bilancio 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 e il decreto fiscale.
La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo recante attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema d’imposte sui redditi e lo schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale. La Cultura esaminerà il ddl per l’istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. Dopo che ieri ha concluso l’esame del decreto recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio, la Ambiente e Lavori Pubblici dibatterà sulla risoluzione per l’adeguamento del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. La Industria e Agricoltura dibatterà sul monitoraggio della misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata “Resto al Sud” e proseguirà le audizioni sugli effetti del cambiamento climatico in agricoltura.