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La Giornata Parlamentare. Le critiche del Csm sulla separazione delle carriere, i cantieri per il ponte sullo stretto

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Cecilia Sala è stata rilasciata ed è in Italia. Plauso bipartisan al Governo. Crosetto chiarisce su Space X e ribadisce l’utilità di Starlink per la Difesa. FI ritira gli emendamenti sulla separazione delle carriere. Critiche dal Csm. Per il Ponte sullo Stretto si apre la corsa verso i cantieri.

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Cecilia Sala è stata rilasciata ed è in Italia. Plauso bipartisan al Governo

Dopo tre settimane di detenzione nel carcere di Evin la giornalista italiana Cecilia Sala è stata liberata. L’annuncio del rilascio da parte delle autorità iraniane, con il volo decollato da Teheran, arriva con una nota di Palazzo Chigi diffusa alle 11.24; cinque ore dopo Sala è all’aeroporto di Ciampino, ad accoglierla, oltre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la madre Elisabetta Vernoni, il padre Renato Sala e il compagno Daniele Raineri, giornalista del Post. “La nostra connazionale è stata rilasciata grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence” afferma la premier via social, spiegando di aver informato “personalmente” i genitori della giornalista nel corso di una telefonata fatta qualche minuto prima dell’annuncio ufficiale. “Voglio esprimere gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”, con “un bel gioco di squadra” e “una vittoria di tutti”, aggiunge quindi Meloni, che all’aeroporto accoglie Sala dicendole: “Adesso devi solo stare serena, non dire niente. Sono qui per ringraziarti e per dirti che sei stata forte. Bentornata Cecilia!”. 

Il rilascio di Sala arriva a distanza di cinque giorni dalla visita lampo di Meloni a Mar-a-Lago dal presidente eletto degli Stai Uniti Donald Trump, una missione, quella in Florida, organizzata nella massima riservatezza e tenuta segreta fino all’ultimo. Così come cautela e riserbo sono stati alla base del lavoro dell’intelligence e della diplomazia portato avanti nelle scorse settimane da Governo e servizi, un lavoro che, dopo la liberazione della giornalista, riceve il plauso di tutte le forze politiche e del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Il Presidente della Repubblica” informa con una nota il Quirinale “ha espresso al presidente del Consiglio Giorgia Meloni i complimenti per il ritorno di Cecilia Sala in Italia. Successivamente, ha telefonato alla mamma di Cecilia Sala, che aveva incontrato nei giorni successivi all’arresto”. A esprimere soddisfazione c’è ovviamente il titolare della Farnesina Antonio Tajani, ricordando che “siamo stati in silenzio, a volte prendendoci anche qualche critica, ma abbiamo sempre lavorato sotto traccia proprio per cercare di ottenere questo risultato importantissimo, così come facemmo per Alessia Piperno qualche tempo fa”. 

Nella liberazione di Sala, “il peso politico internazionale di Meloni ha aiutato”, sottolinea invece il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che aggiunge: “È il frutto di un grande lavoro di squadra fatto in silenzio in primis dal presidente del Consiglio, dalla Farnesina guidata da Tajani in prima persona e da tutto lo staff diplomatico italiano, dai nostri servizi, quindi da Alfredo Mantovano che ha seguito in prima persona tutta la vicenda. È una piccola grande vittoria del nostro Paese”. Per la segretaria del Pd Elly Schlein il ritorno in Italia di Sala è “la notizia che stavamo aspettando, che speravamo di ricevere il prima possibile. La liberazione di Cecilia è un sollievo e ci riempie di gioia. Un ringraziamento al Governo, al corpo diplomatico, ai servizi e a chi ha lavorato incessantemente in questi 20 giorni di apprensione e angoscia per questo risultato”. Anche il presidente del M5S Giuseppe Conte parla di “bella notizia dopo giorni di tensioni”; “Oggi festeggia tutto il Paese senza distinzioni e polemiche” sottolinea invece il leader di Iv Matteo Renzi. Infine, anche il segretario di Azione Carlo Calenda sottolinea che “è doveroso riconoscere al Governo il merito per l’ottimo lavoro svolto in questo difficile caso”. 

Crosetto chiarisce su Space X e ribadisce l’utilità di Starlink per la Difesa

Non ci sono accordi con Space X, ma i satelliti in orbita bassa dell’azienda di Elon Musk sarebbero molto utili alle crescenti esigenze della Difesa; un tavolo tecnico di approfondimento sarà istituito se il Governo deciderà di avvalersene. Tocca al ministro della Difesa Guido Crosetto rispondere al question time alla Camera, dopo il polverone sollevato dalla notizia di Bloomberg, poi smentita da Palazzo Chigi, di un contratto da 1,5 miliardi di euro in dirittura d’arrivo per la fornitura di servizi di telecomunicazione sicuri. E oggi il Ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso farà lo stesso al Senato per la parte di sua competenza. Le opposizioni avevano chiesto a Giorgia Meloni di chiarire in Parlamento, ma il Ministro Luca Ciriani ha fatto sapere che la premier non lo farà “perché non c’è nulla da riferire. È una polemica costruita a tavolino”. 

Alla Difesa sicuramente fanno gola i mezzi della costellazione Starlink, ben più avanzati di quelli di cui si avvalgono attualmente i militari italiani. “Le nostre forze armate” ha ricordato il Ministro “sono spesso chiamate a operare a grande distanza nell’Indopacifico, in Africa, in Medio Oriente, in Nord Europa, in Est Europa, in attività che richiedono comunicazioni affidabili, sicure e continue”. Questo servizio è assicurato oggi dai satelliti geostazionari Sicral, a 36mila km di altezza: “Sono affidabili ma offrono una copertura geografica e banda limitate. Ne consegue che la Difesa è interessata, anzi è obbligata, a integrare questa capacità con quella fornita da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità, copertura, minor tempo di latenza”. Ed in questo segmento la società americana ha praticamente il monopolio; e l’Italia? E l’Europa? Per Crosetto “L’Autorità delegata per lo spazio ha dato mandato all’Asi di avviare uno studio teso a sviluppare questi servizi esplorando ogni tipo di soluzione esistente al mondo”. I risultati sono attesi per questa estate. In UE c’è il programma Iris 2 per lo sviluppo di 290 satelliti ad orbita bassa, “ma i tempi di realizzazione vanno oltre il 2030”. 

In attesa di programmi nazionali o di collaborazione, per Crosetto, “c’è quindi l’esigenza di valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità che servono alle forze armate”. Ecco, dunque, l’interesse per Space X, che, ha evidenziato il Ministro, “ha 6.700 satelliti in orbita bassa con una previsione che diventino 42mila: è un operatore che ha i requisiti per fornire capacità e servizi” alla Difesa. Ma ciò, ha sottolineato, “non esclude che un Paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire questi dati con apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali. Laddove il Governo dovesse optare per soluzioni commerciali la Difesa attiverà un tavolo tecnico per approfondire la sussistenza dei requisiti necessari a soddisfare le esigenze dello strumento militare”. 

FI ritira gli emendamenti sulla separazione delle carriere. Critiche dal Csm

Il vertice di maggioranza convocato in fretta e furia a Palazzo Chigi per fare il punto sulla separazione delle carriere, nel giorno in cui la legge approda in aula alla Camera, si chiude con la soddisfazione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che, dopo l’incontro spiega: “È stato determinato dal fatto che sono stati presentati degli emendamenti da parte di una forza della maggioranza sulla legge costituzionale”. Il riferimento è all’emendamento di Forza Italia, poi ritirato, contro il sorteggio per l’elezione dei membri laici: “Abbiamo dovuto in un certo senso ricomporre questa dialettica interna perché il provvedimento deve essere blindato”. Via quindi le proposte di modifica, che avrebbero portato a uno slittamento dei tempi, e “raggiunto un accordo”, assicura il Ministro, secondo il quale “questi emendamenti saranno gestiti in un altro modo”. 

Segue a stretto giro la nota nella quale Forza Italia chiarisce che obiettivo della modifica era “sottolineare la funzione centrale del Parlamento nell’individuazione dei membri laici del Csm. Ciò nonostante, d’accordo con il ministro Nordio, si è deciso di ribadire tali principi nella successiva, necessaria legge ordinaria. Sicché, pur di evitare il rischio di qualsiasi rallentamento nella definizione dell’iter della riforma, dna del partito, FI non sottoporrà al voto gli emendamenti in questione”. Nordio punta a chiudere, prima della pausa estiva, il percorso parlamentare della riforma costituzionale che prevede due passaggi obbligatori in ognuno dei due rami del Parlamento. Seguirà il referendum confermativo se, com’è probabile, la norma non sarà approvata con una maggioranza dei due terzi. Il ddl 1917, che per il Guardasigilli resta “la madre di tutte le riforme”, approda in aula alla Camera nelle stesse ore in cui a Palazzo Bachelet il Csm approva un parere fortemente critico nei confronti della legge. 

La delibera, approvata in serata dal plenum con 24 preferenze, è quella proposta dai togati Antonello Cosentino (Area), Roberto D’Auria (Unicost), Eligio Paolini (Magistratura Indipendente), Roberto Fontana (indipendente) e dal laico in quota Pd Roberto Romboli: “Non può non osservarsi” si legge nel documento, che nella sesta Commissione aveva ricevuto cinque voti su sei, “come impostare la questione della separazione delle carriere in termini di necessità costituzionale, o anche di stringente opportunità, rischi di veicolare l’idea per cui la magistratura giudicante presenta, oggi, deficit di terzietà e d’imparzialità: un’idea che, tuttavia, non sembra trovare riscontro nell’esperienza concreta, sol che si pensi che, come da più parti osservato, in più del 40% dei casi le decisioni giudiziarie non confermano l’ipotesi formulata dalla pubblica accusa con l’esercizio dell’azione penale”. Secondo il parere, la riforma crea una serie di “nodi problematici” che sarà necessario sciogliere in caso di approvazione. 

Per il Ponte sullo Stretto si apre la corsa verso i cantieri

Per il Ponte sullo Stretto parte la corsa verso l’apertura dei cantieri entro la fine dell’anno. La copertura finanziaria c’è: è stata completata con l’ultima legge di bilancio, che ha aggiunto il miliardo e mezzo mancante nel Def 2024 (dove la spesa a progetto ultimato era già stimata a 13,5 miliardi). La Commissione di Valutazione d’impatto ambientale ha poi dato l’ok e la Conferenza dei Servizi si è conclusa prima di Natale. L’ultimo tassello a mancare è il progetto definitivo con il piano economico-finanziario, che però è in preparazione. E con tutto questo in mano, infine, toccherà al Cipess, presieduto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a dare la propria approvazione definitiva. Il semaforo verde, come ha anticipato qualche giorno fa il vicepremier Matteo Salvini, dovrebbe arrivare “tra gennaio e febbraio”. Sarà dunque un inizio di 2025 decisivo per il futuro dell’opera. E non solo per via del Cipess. 

Restano infatti altri nodi, in questo caso giudiziari. Ci sono cinque procedimenti in corso legati all’opera. Due sono i contenziosi che vedono contrapposti il consorzio Eurolink e la Parson Transportation alla società Stretto di Messina che potrebbero rallentare l’avvio dei lavori. Un’altra è la class action di 104 cittadini contro la Stretto di Messina (alla quale si sono aggiunti 139 privati a favore del ponte), che chiedono di accertare “la responsabilità della società e il danno ingiusto causato per la violazione del dovere di diligenza, correttezza e buona fede proseguendo nell’attività per la realizzazione del ponte sullo Stretto, nonostante l’opera non abbia alcun reale interesse strategico e non è fattibile sotto i profili ambientali, strutturali ed economici”. Su questo tema si attende la pronuncia del Tribunale delle Imprese di Roma, che potrebbe arrivare in qualsiasi momento. Infine, i due ricorsi al Tar del Lazio, uno presentato da Legambiente, Lipu e Wwf Italia, l’altro dai comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, entrambi contro il parere favorevole con prescrizioni sulla Valutazione d’impatto ambientale (Via). 

Al di là degli aspetti giudiziari l’iter per l’opera prevede che, una volta avuto l’ok del comitato presieduto da Meloni, parta il programma dei lavori, anzitutto con le operazioni propedeutiche alla cantierizzazione, la risoluzione delle interferenze, la bonifica dei territori da ordigni bellici, essendo entrambe le sponde state bombardate nel ’43. Andranno anche effettuate indagini archeologiche, geognostiche e geotecniche. Dunque, saranno predisposti i campi base. Gli espropri saranno eseguiti in relazione allo stato di avanzamento del cantiere, che dovrebbe essere avviato entro il 2025. 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per discutere sul disegno di legge costituzionale sull’ordinamento giurisdizionale e d’istituzione della Corte disciplinare, sulle mozioni in materia di legalizzazione della cannabis per finalità di carattere terapeutico e ricreativo, sulle mozioni in merito al conflitto in corso a Gaza e agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale, sulle mozioni in materia di politiche industriali, sulle mozioni per il rilancio della competitività europea in relazione al Rapporto Draghi e sulla proposta di legge per l’Istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria

Per quanto riguarda le Commissioni, la Trasporti proseguirà le audizioni sugli Atti Ue relativi ai diritti dei passeggeri nel contesto di viaggi multimodali. Tutte le altre Commissioni invece non terranno seduta e torneranno a riunirsi la settimana prossima.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato diverse ratifiche di trattati internazionali, il ddl per l’istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda guerra mondiale e il ddl per l’istituzione della Giornata nazionale della cittadinanza digitale, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni e alle 15.00 per le interrogazioni a risposta immediata

Per quanto riguarda le Commissioni, la Politiche dell’Ue riprenderà l’esame della Legge di delegazione europea 2024 e della relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’UE per il 2024; inoltre, dibatterà sull’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. Tutte le altre Commissioni invece non terranno seduta e torneranno a riunirsi la settimana prossima.

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