Nonostante la tensione, il Governo riflette sui test attitudinali per le toghe
Il Governo punta a introdurre i test psico-attitudinali per l’ingresso in magistratura: potrebbe servire del tempo, ma quella sembra essere la direzione cui si guarda a Palazzo Chigi. Intanto l’ipotesi è stata messa sul tavolo senza però essere inserita nei due decreti legislativi varati dal Cdm per portare avanti la riforma della giustizia, uno scenario che inevitabilmente porta tensione fra esecutivo e magistratura, dopo le dichiarazioni di Guido Crosetto sul rischio di una “opposizione giudiziaria”. L’opposizione vera, quella parlamentare (al netto di Azione che ne “sottoscrive” le parole), chiede che il Ministro riferisca in Aula alla Camera al più presto e anche dall’Anm lo esortano a fugare “sospetti e ombre: non deve lasciare che le sue parole cadano nel vago”. I test psico-attitudinali ci sono già a cadenza periodica per tutte le forze dell’ordine, dicono da Palazzo Chigi, chiarendo che l’intenzione del Governo è di estenderla ai pubblici ufficiali con alti incarichi di responsabilità “da cui dipende la libertà dei cittadini, come appunto i magistrati: è una questione di buonsenso”.
L’ipotesi lanciata dal sottosegretario Alfredo Mantovano nella riunione preparatoria con i tecnici non ha trovato per ora spazio nei due decreti legislativi: uno rivede il sistema di valutazione dei magistrati, l’altro dà una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo delle toghe, con il limite a sette anni. Fibrillazioni significative da mesi, soprattutto dopo la dura presa di posizione a luglio di Palazzo Chigi per l’imputazione coatta di Andrea Delmastro (domani c’è l’udienza davanti al gup di Roma per il sottosegretario indagato per rivelazione di segreto d’ufficio), ma nessuno scontro governo-magistratura, assicurano in ambienti di FdI che fanno notare: “Un Governo guidato da noi non può che essere al fianco dei servitori dello Stato, magistrati compresi”. Ma le parole di Crosetto hanno lasciato il segno e sono destinate ad alimentare la tensione.
Il Governo rassicura sulle pensioni: aumenti fino a 130 euro da gennaio
Da gennaio pensioni un po’ più pesanti, anche se non allo stesso modo per tutti. Il Governo ha fissato per il prossimo anno l’adeguamento all’inflazione al 5,4%, ma, in forza del meccanismo a fasce che garantisce la perequazione piena solo agli assegni fino a circa 2.200 euro, gli aumenti saranno diversificati, fino a un massimo di 130 euro nelle fasce in cui si concentra la maggior parte dei pensionati. Un decreto firmato dal Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, di concerto con la Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, fissa la percentuale con cui verranno rivalutate le pensioni nel 2024.
Il nuovo schema introdotto lo scorso anno per indicizzare le pensioni garantisce l’adeguamento al 100% solo per le pensioni fino a 4 volte il minimo (il minimo è fissato per il 2023 al 563,74 euro, ma cui va aggiunto lo 0,8% di differenza tra l’inflazione recuperata quest’anno, 7,3%, e quella effettiva registrata nel 2022, 8,1%): per le altre l’adeguamento sarà solo parziale (dall’85% fino al 22% delle pensioni più ricche). La percentuale si riduce così al 4,59% per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (2.200-2.800 euro), con incrementi fino a 130 euro, fino a ridursi all’1,18% per gli assegni più ricchi, quelli sopra i 5.600 euro, con aumenti a partire da 67 euro. L’aiuto però non basta a placare le critiche sul tema delle pensioni che sarà oggi in cima alle priorità del confronto a Palazzo Chigi tra il Governo e i sindacati sulla manovra.
Pd e M5S: condannare la violenza ma non sminuire la piazza
La violenza si condanna sempre, senza se e senza ma, con qualche precisazione, in alcuni casi: questo sembrerebbe il senso del ragionamento del Pd e del M5S, che hanno risposto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito a quanto è successo sabato durante la manifestazione contro la violenza sulle donne quando è stata presa d’assalto la sede dell’associazione Pro Vita e Famiglia. “Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti d’intollerabili atti di violenza e intimidazione”, ha scritto la premier. Sia Giuseppe Conte sia la senatrice dem Valeria Valente hanno colto l’appello di Meloni specificando, però, che non si deve svuotare di significato quella piazza gremita di persone.
L’ex presidente del Consiglio, da Napoli, ha detto che condanna sempre “tutti gli atti di violenza. Ci troveranno sempre contro. Però non vorrei che questo fosse anche un modo per sminuire una grande mobilitazione, una grande risposta a favore del riscatto delle donne, della massima libertà contro ogni sopraffazione, ogni arbitrio, ogni sopruso”. Poi l’attacco: “Meloni piuttosto dia risposte sul reddito di libertà, per esempio; noi l’abbiamo istituito nel Conte II, abbiamo chiesto sia portato in questa manovra a 1.200 euro mensili per consentire alle donne e ai propri figli di poter creare le premesse per una maggiore libertà. E soprattutto dia risposta, vedo che fa post e quindi ha ripreso a parlare, su casi come Lollobrigida e Crosetto, che meritano una presa di posizione responsabile” da parte sua. Dello stesso avviso anche Valeria Valente, che ha tenuto a precisare la distanza del Pd dai Pro Vita, ma ha soprattutto richiamato il Governo e la politica tutta a delle risposte e a una presa di responsabilità che da quella piazza, da quella “marea fucsia” hanno chiesto in centinaia di migliaia sabato.
Alla Camera
Dopo che ieri è stata votata la fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’approvazione del decreto in materia di immigrazione e protezione internazionale. A seguire esaminerà le mozioni in materia di politiche per il clima e impegni per la 28°conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dei contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell’interno per l’anno 2023. La Giustizia esaminerà le pdl sugli illeciti agro-alimentari e, con la Difesa, lo schema di decreto legislativo sul funzionamento del Consiglio della magistratura militare e sull’ordinamento giudiziario militare. La Esteri si confronterà su diverse ratifiche di trattati internazionali, ascolterà Filippo Fasulo, co-responsabile dell’Osservatorio Geoeconomia dell’ISPI, sulle tematiche relative alla proiezione dell’Italia e dei Paesi europei nell’indo-pacifico e proseguirà le audizioni su diverse ratifiche di accordi con il Canada.
La Difesa ascolterà l’amministratore delegato di Fincantieri Pierroberto Folgier nell’ambito dell’esame del Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo recante attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema d’imposte sui redditi lo schema di decreto legislativo per la razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari. La Cultura svolgerà delle audizioni sulla pdl per la promozione della conoscenza dell’emigrazione italiana nel quadro delle migrazioni contemporanee. La Ambiente si confronterà sul decreto per la prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell’area dei Campi Flegrei.
La Trasporti svolgerà delle audizioni e si confronterà sulle pdl per la sicurezza stradale e di delega per la revisione del Codice della strada. La Attività Produttive esaminerà il ddl per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy, le pdl sulla professione di guida turistica e la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022. La Lavoro esaminerà la pdl sul salario minimo. La Affari Sociali riprenderà il confronto sulla pdl per l’istituzione del servizio di psicologia di base nell’ambito del SSN, sulla pdl per il riconoscimento dell’apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante e dibatterà sulla proposta, già approvata dal Senato, d’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Al Senato
Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato non si riunirà. I lavori dell’Aula di Palazzo Madama riprenderanno domani alle 16.30 con l’esame di diverse ratifiche di trattati internazionali e del ddl per la dichiarazione di monumento nazionale del Teatro Olimpico di Vicenza.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali svolgerà delle audizioni sul ddl costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri. La Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl relativo alla geografia giudiziaria, esaminerà il ddl per l’introduzione della circostanza aggravante dello sciacallaggio. A seguire, dibatterà sul ddl per la tutela delle vittime di reati, sul ddl sulla dichiarazione di morte presunta delle persone scomparse, sul ddl sulle intercettazioni tra l’indagato e il proprio difensore e proroga delle operazioni, sul ddl sui criteri di priorità nell’esercizio dell’azione penale e il ddl sul sequestro di strumenti elettronici. La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue in materia di circolarità per la progettazione dei veicoli e di gestione di quelli fuori uso.
La Bilancio dibatterà sul decreto fiscale su cui oggi sono attesi gli emendamenti governativi; la volontà nella maggioranza è di iniziare a votare da domani e chiudere in Commissione entro la settimana: il provvedimento è atteso in Aula la settimana prossima. L’indicazione è procedere solo con le modifiche ordinamentali, anche se dalla maggioranza non si esclude che possa passare qualche piccolo ritocco che necessiti di finanziamento. Molti i temi caldi ancora in ballo, dalla soluzione sui mutui dei bancari al bonus psicologo, che però potrebbe rientrare attraverso la manovra. Esclusi invece interventi sul Superbonus: il governo, spiegano le opposizioni, ha confermato che non ci sarà nulla, né nel dl anticipi né in manovra.