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La Giornata Parlamentare. Governo-sindacati, incontro rinviato. Schlein dice no al terzo mandato di De Luca in Campania

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Meloni rinvia l’incontro con i sindacati sulla manovra. Il Governo valuta la riapertura del concordato per supportare la manovra. Meloni incontra Rutte. Entrambi ribadiscono la vicinanza all’Ucraina. È tensione sull’incontro tra la Meloni e Pinelli del Csm. Schlein ribadisce: no al terzo mandato di De Luca in Campania.

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Meloni rinvia l’incontro con i sindacati sulla manovra

Slitta il confronto tra il Governo e i sindacati sulla manovra. La premier Giorgia Meloni, influenzata, a ridosso dell’incontro rinvia l’appuntamento e rimanda tutti a lunedì prossimo, prima data utile visto che la sua settimana proseguirà all’estero con il vertice della Comunità politica europea e il Consiglio europeo informale a Budapest. Le richieste dei rappresentanti dei lavoratori restano quindi, per ora, in stand by, in attesa di un segnale dal Governo chiamato a rispondere su quella che la Cgil ha definito la “fiera dei tagli”. Per la Cgil la manovra è insufficiente su molti fronti, uno su tutti il cuneo fiscale, dove c’è “una partita di giro a saldo zero” con i 17 miliardi in più di Irpef per lavoratori e pensionati quest’anno.

Totalmente deludente anche per la Uil che, in assenza di risposte, assieme alla Cgil mantiene sul tavolo lo sciopero generale del 29 novembre. Diversa la posizione della Cisl che vede alcuni interventi positivi ma si oppone ai tagli nella scuola e nel fondo automotive, e chiede uno sforzo in più sulle pensioni minime. La prossima settimana, mercoledì, il Governo vedrà anche le imprese: il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha spiegato che il lavoro con il Governo “per la crescita” è in corso, tanto che anche ha avuto un incontro con la premier. 

Il Governo valuta la riapertura del concordato per supportare la manovra

I margini per le modifiche alla manovra restano comunque molto stretti, perché le risorse aggiuntive vengono soltanto dal gettito del concordato di cui ora il viceministro dell’Economia Maurizio Leo comincia a dare le prime stime: le oltre 500mila adesioni delle partite Iva avrebbero fruttato 1,3 miliardi di euro. “Sembra che il concordato sia andato bene”, spiega Leo, ma evidentemente il Governo punta a qualcosa di più. Per questo è in corso una valutazione sulla riapertura dei termini, conferma, sottolineando come ci siano “tutte le condizioni per portare a casa un risultato sicuramente interessante”. L’ipotesi allo studio è un decreto che riapra una finestra da subito, ovvero più rapidamente rispetto a un emendamento al decreto fiscale o alla manovra. 

Il gettito del concordato, che inizialmente il ministro Giancarlo Giorgetti e Leo avrebbero voluto destinare a un’ulteriore riduzione dell’Irpef, ora è “al servizio della maggioranza e del Governo”. Segno che nella maggioranza la riflessione è ancora aperta, e le posizioni non necessariamente allineate, come nel caso del canone Rai, con la Lega che va avanti nella sua battaglia affinché resti a 70 euro e non torni a 90 come previsto in manovra; per questo presenterà, entro la scadenza, un emendamento nel decreto fiscale all’esame della Commissione Bilancio del Senato assieme ad uno che chiede di rateizzare l’acconto Irpef di novembre. Sulla Rai, però, lo scontro nella maggioranza è aperto, tanto che lo stesso vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è intervenuto per ribadire il no al taglio del canone.

Meloni incontra Rutte. Entrambi ribadiscono la vicinanza all’Ucraina

La Nato resterà al fianco di Kiev, perché “la lotta dell’Ucraina è la lotta di tutti noi”. È il messaggio che lancia il Segretario generale Mark Rutte insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo una mezz’ora di faccia a faccia a Palazzo Chigi. Un messaggio chiaro: l’obiettivo comune è creare le “condizioni per una pace giusta”, inviato mentre sale l’attesa per l’esito delle elezioni americane, che potrebbero avere ripercussioni, come la premier ha ripetuto più volte, sulle scelte americane in politica estera che coinvolgono tutti. Rutte arriva nella sede del Governo poco prima di mezzogiorno a Roma ed è ricevuto anche da Sergio Mattarella al Quirinale. Lui e la premier si conoscono da tempo, hanno costruito un buon rapporto quando l’olandese era primo ministro, si danno del tu anche nel corso delle dichiarazioni alla stampa. “Come sto? Ancora viva” scherza infatti la premier alla stretta di mano di rito in favore di telecamere, prima di entrare nel dettaglio dei dossier con il Segretario generale, in primo luogo il rilancio del ruolo dell’alleanza atlantica, con il pilastro nordamericano da affiancare a quello “europeo” attraverso una “industria della difesa comune”, come sottolinea la premier, ma anche attraverso la nuova attenzione “strategica” al fianco Sud della Nato, promosso dall’Italia e che ha bisogno di “piena attuazione”. 

Nessun riferimento, nelle dichiarazioni ufficiali, al nuovo ruolo di rappresentante speciale per i Paesi del fianco Sud affidato dallo spagnolo Javier Colomina da Jens Stoltenberg poco prima del passaggio di consegne con Rutte, scelta che a Roma brucia ancora. Meloni però sottolinea più volte il “contributo di primo piano” e “a 360 gradi” dell’Italia all’Alleanza e rivendica l’azione italiana “sul fianco orientale”, con i “dispositivi navali nel Mediterraneo” e pure nei Balcani, dove “abbiamo nuovamente assunto il comando della missione Kfor” in Kosovo “da pochi giorni”. La premier rivendica anche l’eccellenza italiana nell’industria della difesa mentre Rutte plaude al nuovo investimento da 8,2 miliardi per rinnovare gli strumenti delle forze armate, con il programma pluriennale “Rinnovamento della componente corazzata (nuovo Main Battle Tank e piattaforme derivate) dello strumento militare terrestre”. L’Italia ha garantito l’impegno ad aumentare le spese per la difesa che saliranno attorno ai 30 miliardi nel 2025 restando ancora lontani, però, dall’obiettivo del 2%. 

È tensione sull’incontro tra la Meloni e Pinelli del Csm

Un incontro “inedito” e “inopportuno”, una “grave ingerenza”. Le opposizioni usano espressioni simili per contestare il colloquio fra Giorgia Meloni e il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli. Seppur in programma da circa tre settimane, come assicurano da Palazzo Chigi, il faccia a faccia è avvenuto nel momento di massima tensione fra l’esecutivo e l’organo di autogoverno della magistratura, che è presieduto dal Capo dello Stato. E Sergio Mattarella è stato avvisato di questo appuntamento di Pinelli solo a ridosso, ma senza essere informato di contenuti e modalità. Chi nel Governo era convinto che questo faccia a faccia avrebbe incontrato il favore del Presidente della Repubblica ha dovuto invece fare i conti con il gelo del Quirinale; del resto, Pinelli dovrà rispondere alla richiesta di chiarimenti dei consiglieri togati del Csm, mentre all’indirizzo della premier sono arrivate sollecitazioni simili dai partiti di opposizione. 

Meloni “ha scelto di prendere parte a un incontro inopportuno”, sostiene la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani, “perseguendo una linea di conflitto continuo con la magistratura, con l’evidente intento di comprometterne l’indipendenza”. Sono pochi i commenti di esponenti di maggioranza sul caso: il deputato di FI Enrico Costa risponde alle critiche “non c’è niente di scandaloso se il vicepresidente del Csm incontra alla luce del sole esponenti del Governo, dal premier al ministro della Giustizia o quello dell’Economia”; “Non essendosi visti alle sei del mattino in un convento, ma nella sede istituzionale del Governo non mi pare né un incontro carbonaro, né una mancanza di rispetto istituzionale” dice Giorgio Mulè vicepresidente della Camera. Rientra nella leale collaborazione tra poteri dello Stato, “È stata una normale interlocuzione”, il giudizio di Paolo Trancassini (FdI). 

Schlein ribadisce: no al terzo mandato di De Luca in Campania

Il Pd dice no al terzo mandato dopo il voto dell’assemblea regionale campana che non smuove di un millimetro la segretaria Pd Elly Schlein. Parlando alla festa del quotidiano Domani, la segretaria è netta: “Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del Pd, che non supporterà i presidenti uscenti per un terzo mandato. Le regole valgono per tutti”. La leader Pd ribadisce anche il concetto già espresso qualche giorno fa: “Se qualcuno era abituato diversamente, perché prima funzionava diversamente, è bene che si abitui al cambiamento perché io sono stata eletta esattamente per fare questo”. Poi, però, esclude “espulsioni” e arriva invece quella che sembra un’apertura: Schlein indica l’esempio di Stefano Bonaccini e Antonio Decaro: “Prima del consenso viene il buonsenso. Bonaccini e Decaro ci hanno aiutato a costruire una nuova classe dirigente. Questa è la posizione”. Dunque, per essere ancora più chiara, “bisogna costruire insieme ciò che offriamo alle prossime elezioni regionali. Noi lavoriamo in questa direzione, ci interessa lavorarci con il partito regionale campano e naturalmente con la coalizione. Ma noi siamo pronti a fare questa discussione e chi vuole potrà contribuire ad aiutarci”. In pratica un invito anche al governatore in carica a sedersi al tavolo che dovrà scegliere il candidato per il prossimo anno, ovviamente insieme anche al resto della coalizione. Si vedrà se questo basterà a De Luca. Ieri il presidente campano, un po’ come Nerone, ha offerto la propria esibizione di forza, mostrando che il Pd della regione segue lui e non le indicazioni che arrivano da Roma. 

Alla Camera

L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per l’esame della proposta diLegge quadro in materia di ricostruzione post-calamità e delle mozioni in materia di politiche per il clima e impegni per la 29a Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Cop29). Come di consueto alle 15.00 svolgerà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali si confronterà sulle pdl materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare e, con la Giustizia, sulle pdl relative alle funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale. La Giustizia dibatterà sullo schema di decreto legislativo sulla mediazione civile e commerciale e la negoziazione assistita e sulla pdl sulla durata delle operazioni di intercettazione. La Esteri esaminerà diverse ratifiche di trattatati internazionali e sulla risoluzione sul riconoscimento dell’apartheid di genere come crimine contro l’umanità. La Difesa ascolterà i rappresentanti di IBM Italia sulla difesa cibernetica. 

La Bilancio, assieme alla rispettiva del Senato, proseguirà il consueto ciclo di audizioni sulla legge di bilancio. Alle 14.30 sarà la volta dei rappresentanti di Ania, Mediocredito Centrale e Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui). Infine, domani alle 14.00 ascolterà il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. A seguire proseguirà l’esame della manovra di bilancio il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 14.00 di lunedì 18 novembre. (Segui le audizioni sulla legge di bilancio sulla pagina dedicata di Nomos)

La Cultura, con la Lavoro, svolgerà delle audizioni sul decreto in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione per una migliore attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La Ambiente dibatterà sulla pdl sui piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e sugli interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana. La Trasporti si confronterà sulla proposta di delega al Governo in materia di organizzazione, potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati. La Agricoltura proseguirà le audizioni sull’emergenza legata alla diffusione della Xylella fastidiosa nella regione Puglia.

Al Senato

Dopo che ieri ha approvato in prima lettura il decreto per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, sociosanitari, ausiliari e di assistenza e cura, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per dibattere sul decreto per l’attuazione di obblighi derivanti da Atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Successivamente, esaminerà il ddl sull’assistenza sanitaria a persone senza dimora

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà, con la Giustizia, il ddl sicurezza. La Giustizia esaminerà il ddl sulle molestie nei luoghi di lavoro. Si confronterà sul ddl sulla sottrazione o trattenimento anche all’estero di persone minori o incapaci, sul ddl in materia di spoglie mortali delle vittime di omicidio, sulla proposta d’indagine conoscitiva in materia di misure cautelari alternative alla custodia cautelare in carcere, sul ddl relativo alla rappresentazione nelle successioni, sul ddl per la devoluzione dell’eredità ai Comuni e sui ddl sulle norme per l’attribuzione del cognome ai figli. La Politiche dell’Ue si confronterà sul decreto salva infrazioni, sulla relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2024 e la legge di delegazione europea 2024, e sulle disposizioni relative alla data di applicazione e sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea.

La Bilancio esaminerà il decreto fiscale, provvedimento il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 10.00 di oggi. La Finanze si confronterà sullo schema di decreto legislativo per la revisione del regime impositivo dei redditi. La Cultura svolgerà delle audizioni sullo stato di attuazione della riforma dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Dibatterà sui ddl sugli alunni con alto potenziale cognitivo e sul ddl per il fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante. La Ambiente e Lavori Pubblici dibatterà sul decreto per la tutela ambientale, riprenderà il confronto sul ddl per la rigenerazione urbana, sul ddl sul vincolo paesaggistico per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti e sullo schema di dlgs in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. 

La Affari Sociali esaminerà il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl in materia di lavoro, il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico,

i ddl sui disturbi del comportamento alimentare, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl sulla sicurezza lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, il ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, il ddl sul salario minimo, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante; infine svolgerà delle audizioni sui ddl per la tutela della salute mentale. 

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