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L’Ue apre al Pnrr per la produzione di munizioni. Contrarietà di M5S e AVS
Dirottare fondi del Pnrr per aumentare gli investimenti nella difesa e nello specifico per la produzione di quel milione di munizioni che andranno inviate a Kiev: la sola formale apertura da parte di Bruxelles all’utilizzo dei fondi Recovery, presentata insieme al nuovo Act in support of ammunition production, scatena subito la polemica da sinistra. Giuseppe Conte in testa chiede al Governo di “non prendere nemmeno in considerazione l’idea”, tuona il leader M5S quasi in contemporanea con l’annuncio del commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton che ha inquadrato la difesa nel “terzo pilastro” su cui è stato costruito il Recovery, cioè la “resilienza” (accanto a transizione verde e digitale). Il Governo, incalza anche Avs, deve venire in Parlamento a riferire su questo nuovo scenario, per ora null’altro che un’ipotesi, un dossier che a Palazzo Chigi ancora non è stato aperto e che andrà discusso, eventualmente, prima di tutto con gli alleati a partire dalla Lega. Ma al momento l’attenzione è concentrata sugli obiettivi della quarta rata (mentre si attende lo sblocco definitivo della terza) e sulla revisione del Piano con l’aggiornamento legato al RepowerEu.
Il ministro Raffaele Fitto, che ha avviato la nuova governance con la nomina del magistrato della Corte dei Conti Carlo Alberto Manfredi Selvaggi alla guida della nuova struttura di missione del Pnrr, sta continuando gli incontri con i ministeri per mettere a punto le modifiche al piano; ieri ha incontrato Gilberto Pichetto Fratin, Adolfo Urso, Anna Maria Bernini, Daniela Santanché e Nello Musumeci, e pure il capo di Gabinetto del commissario Paolo Gentiloni Marco Buti. La proposta di Breton, che ha agitato la politica a Roma, punta dritto a rinforzare l’industria della difesa continentale per portarla alla “modalità economia di guerra”, un maxi-piano che coinvolge da subito l’Italia e altri dieci Paesi, tra i quali Francia, Germania, Spagna, Grecia e altri dell’Est, con le industrie della difesa più avanzate d’Europa in fatto in munizioni. A loro disposizione un fondo comunitario da 500 milioni di euro, con tassi di co-finanziamento dal 40% al 60%, nuove procedure di autorizzazione più snelle, partnership tra Paesi e joint venture tra aziende per la costruzione di nuove fabbriche e per il rifornimento degli stock.
Accanto, la possibilità di utilizzare anche parte dei fondi di coesione e del Pnrr. Il tutto, negli auspici della presidente Ursula von der Leyen, per sostenere l’Ucraina nel “difendere i suoi cittadini” e rafforzare in un colpo solo “anche le capacità di difesa europee”. Il disegno fin qui ha incassato il placet delle big Ue, Roma compresa, ma non trova d’accordo alcune capitali che si chiedono se il piano sia compatibile con il trattato istitutivo dell’Unione, che vieta la spesa diretta per la difesa dal bilancio dei ventisette. Nuovi dissidi, insomma, non mancheranno lungo la trafila legislativa comunitaria, con l’Irlanda e l’Austria, tradizionalmente neutrali, a fare già da capofila dell’opposizione. In Italia, dove rimane ancora lontano l’obiettivo del 2% del Pil in spese militari, l’incremento della produzione è già previsto dal nuovo piano triennale dal 2024, che sarà approntato nei prossimi mesi.
I Sindacati virano verso la piazza. Salvini li invita al confronto
Da Palazzo Chigi al Ministero delle Infrastrutture, passando per una manifestazione di piazza; per i sindacati è una lunga settimana d’incontro-scontro con il Governo: il primo, con Giorgia Meloni alla vigilia del decreto sul lavoro varato il 1° maggio, si è concluso con distanze piuttosto significative, portando a una mobilitazione che inizierà sabato a Bologna; il secondo è stato preannunciato da Matteo Salvini, un invito ai leader sindacali per discutere di opere pubbliche, cantieri e sicurezza sul lavoro. Intanto Palazzo Chigi ha accolto con soddisfazione i dati Istat sugli occupati a marzo, +0,1% rispetto a febbraio e +1,3% sull’anno, un trend che per la Premier è il “frutto del clima di fiducia percepito dalle imprese in questi primi sei mesi di governo”.
Più o meno in contemporanea è arrivato l’annuncio dell’invito di Salvini. Si profila così un secondo appuntamento in un breve lasso di tempo fra sindacati ed esecutivo, dopo giorni surriscaldati da polemiche prese di posizione, in particolare da parte di Cgil e Uil, nei confronti della premier, non solo sul contenuto del decreto lavoro, ma anche sulle tempistiche del confronto, avvenuto a poche ore del varo, avvenuto il 1° maggio. Anche nella maggioranza c’è chi vede in questo passaggio l’ennesimo episodio della competizione interna fra Meloni e Salvini, tra l’altro a ridosso di una tornata delle amministrative che inevitabilmente servirà a misurare il consenso di FdI e Lega dopo sei mesi di governo. Non è chiaro, però, se il leader leghista abbia concordato la sua mossa con Palazzo Chigi.
In ogni caso, a stretto giro sono arrivate le reazioni dei sindacati. Pierpaolo Bombardieri (Uil) è chiaro: “Siamo sempre pronti al confronto, quando si tratta di fare le cose per bene e di parlare di lavoratori e delle lavoratrici di questo paese”. L’annuncio del vicepremier “è importante”, secondo Luigi Sbarra (Cisl): “Obiettivo comune è accelerare gli investimenti pubblici e quelli legati al Pnrr, sbloccare i progetti e realizzare le grandi opere di cui ha fortemente bisogno il Paese”. “Se vogliono fare trattative col sindacato devono farlo prima di prendere le decisioni, altrimenti è una finta, e noi delle farse ci siamo stancati”, l’avvertimento di Maurizio Landini (Cgil). Le tre sigle hanno lanciato un mese di mobilitazione, sabato a Bologna, poi il 13 a Milano e il 20 a Napoli; a Bologna ci sarà anche la segretaria dem Elly Schlein, secondo cui “il Governo deve prendere misure che sanino le piaghe strutturali del mercato del lavoro”; ancora in dubbio la presenza di Giuseppe Conte.
Schulz riunisce i vertici Pd e Cgil e vede Conte
Il socialista tedesco Martin Schulz, esponente di spicco della Spd, ha riunito i principali esponenti dell’opposizione italiana a pochi passi da palazzo Chigi, sede della Presidente del Consiglio di Giorgia Meloni. Al convegno di martedì a Piazza di Pietra presenti tra gli altri la segretaria del Pd Elly Schlein, il segretario della Cgil Maurizio Landini, il responsabile Esteri del Pd Giuseppe Provenzano, la vicepresidente della Commissione Esteri della Camera Lia Quartapelle, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ed esponenti di spicco di Pd e Articolo Uno come Piero Fassino, Pierluigi Bersani e Debora Serracchiani. Per gli onori di casa presente anche l’ambasciatore tedesco a Roma Viktor Elbling.
Dopo avere riunito la sinistra per celebrare i 50 anni della Fondazione Ebert, ieri Schulz ha fatto visita al leader M5S Giuseppe Conte. L’ex Presidente del Consiglio scrive sui social: “Questo pomeriggio nella sede del Movimento 5 Stelle ho avuto il piacere di incontrare l’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz oggi a capo della Fondazione Ebert. È stato un colloquio proficuo e costruttivo sulla comune visione di un’Europa sociale e democratica”. Questa iniziativa guarda alle elezioni europee del 2024 e all’intento di Giorgia Meloni di costruire una maggioranza di centrodestra che includa il Ppe ed escluda i socialisti. Attualmente la maggioranza che sostiene la Commissione Ue di Ursula Von der Leyen è composta da Ppe, Pse e liberali; i Conservatori di Meloni e l’estrema destra di Le Pen e Salvini sono all’opposizione.
Alla Camera
Dopo che ieri è stata votata la fiducia, l’Assemblea della Camera dei deputati tornerà a riunirsi alle 9.00 per la discussione degli ordini del giorno e la votazione per l’approvazione definitiva del decreto, già approvato dal Senato, sui flussi d’ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare, il cosiddetto decreto Cutro. A seguire si confronterà sulla pdl di ratifica degli accordi tra Italia e Svizzera sui lavoratori frontalieri.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia, assieme all’Affari Sociali, esaminerà, in sede di comitato ristretto, le pdl per la prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo e di misure rieducative dei minori. La Difesa dibatterà sulla risoluzione relativa al programma soldato sicuro. La Finanze ascolterà i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confesercenti e quelli del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro sulla delega al Governo per la riforma fiscale. La Cultura esaminerà le pdl sull’ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e l’istituzione del relativo albo professionale, la pdl per l’istituzione della Giornata nazionale della scrittura a mano e svolgerà delle audizioni sulla pdl per l’istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. La Attività Produttive esaminerà lo schema del piano strategico di sviluppo del turismo per il periodo 2023-2027. La Lavoro dibatterà sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica sull’accesso agli impieghi nelle Pa e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato il ddl per l’avocazione delle indagini per delitti di violenza domestica o di genere, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per lo svolgimento delle interrogazioni e alle 15.00 per la discussione delle interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl sulla circonvenzione di persone anziane ed esaminerà il ddl per il contrasto alla violenza domestica e di genere. La Esteri e Difesa incontrerà i Presidenti delle Commissioni affari esteri dei Parlamenti di Lituania, Polonia e Ucraina (Triangolo di Lublino). La Finanze dibatterà sulla nomina di Federico Cornelli e di Gabriella Alemanno nell’ambito dell’esame delle proposte di nomina a componenti della Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB). La Ambiente e Trasporti assieme all’Industria svolgerà diverse audizioni sul decreto siccità; nello specifico oggi ascolterà i rappresentanti di: Utilitalia, Protezione civile, Autorità di bacino distrettuali, Struttura tecnica di missione Mit, Cnr, Arera, Ancim, Ance, Elettricità futura e Federidroelettrica. La Affari Sociali ascolterà i rappresentanti di Agenas nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle forme integrative di previdenza e di assistenza sanitaria nel quadro dell’efficacia complessiva dei sistemi di welfare e di tutela della salute.