È tensione nella maggioranza sul Mes
La ratifica del Mes non produrrebbe “nuovi o maggiori oneri”, non s’intravede “un peggioramento del rischio” e anzi potrebbe portare a un miglioramento del rating dell’Italia: il parere del capo di gabinetto del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti “è tecnico”, dicono dal Governo. Sono però decisamente politici gli effetti della lettera messa agli atti in mattinata in Commissione Esteri della Camera, che mettono alla prova il muro sin qui opposto da Giorgia Meloni alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità e generano tensione nel centrodestra, anche perché i più irremovibili sull’argomento sono nella Lega, il partito di Giorgetti. Le fibrillazioni in Forza Italia, invece, sono molto probabilmente la prima causa per cui la maggioranza nelle stesse ore è andata sotto al Senato in Commissione sul decreto lavoro. Il caso del Senato, dove la maggioranza è più risicata, è quello “più pesante”, si ragiona in ambienti di FdI, ma non meno delicato è il nodo Mes.
Quando il presidente della commissione Esteri Giulio Tremonti ha diffuso la lettera sulla maggioranza è sceso il gelo e sono stati bloccati i lavori: 24 ore di riflessione, nuovi rinvii non sono esclusi. Il silenzio della Lega dura fino a sera: “Sul Mes non è successo niente”, taglia corto il vicesegretario Andrea Crippa, il parere del Mef ha “la firma di un tecnico che fa un altro mestiere” ma “la politica dice che il Mes non si ratifica. La posizione della Lega è sempre stata chiara: non serve quindi, noi rimaniamo nella posizione contraria alla ratifica del Mes”. Più di un Ministro la pensa diversamente, incluso Giorgetti, che dall’Eurogruppo riceve costanti sollecitazioni sulla ratifica. Meloni era a conoscenza della mossa del Mef, assicurano nel Governo, ma ad ogni modo la questione è diventata ormai particolarmente pressante per l’esecutivo e le prossime ore saranno determinanti. Da Bruxelles le pressioni sono fortissime e il Governo, dopo aver rimandato più volte la decisione, dovrà trovare una quadra e prendere una decisione.
Al Senato la maggioranza va sotto sul decreto lavoro
Approvato simbolicamente dal Cdm il primo maggio, il decreto lavoro ha rischiato di impantanarsi in Senato dopo che la maggioranza è stata battuta in commissione Bilancio. FdI, FI e Lega vanno sotto sul parere del Mef al pacchetto di 12 emendamenti presentati in Aula dalla relatrice Paola Mancini (FdI). Si consuma così un “dramma parlamentare” concluso con un braccio di ferro tra maggioranza e opposizione durato oltre quattro ore. Il centrodestra alla fine si ricompone ed esulta nonostante un’insolita compattezza delle opposizioni. La discussione generale in mattinata fila liscia, una pausa di mezz’ora per permettere poi alla Commissione di votare gli ultimi emendamenti presentati: finisce però in pareggio, 10 a 10 e la maggioranza va sotto, un epilogo a sorpresa perché sono mancati i voti di Forza Italia e i senatori di Az-Iv, che finora si erano astenuti, realizzando di essere l’ago della bilancia votano assieme ai partiti di opposizione. In casa forzista si smentisce qualsiasi ipotesi di rappresaglia interna al centrodestra.
Ufficialmente i senatori azzurri, Claudio Lotito e Dario Damiani, si sono attardati per i festeggiamenti di compleanno di quest’ultimo ma c’è chi assicura che il patron della Lazio arrivando in ritardo in Commissione avrebbe buttato lì: “questo è solo l’antipasto”. Nei corridoi però si dice che il suo malcontento riguardi il disegno di legge contro la pirateria online del quale nonostante sia relatore non riesce a spuntare alcune modifiche tecniche. “Un incidente, ma rimediamo anche a questo”, minimizza la relatrice. In un clima di disaccordo generale viene convocata, su richiesta delle opposizioni, una capigruppo, dove il presidente Ignazio La Russa dà una tirata di orecchie alla sua maggioranza. Lo stesso presidente del Senato più tardi chiarisce: “Al di là dell’occasionalità dell’incidente, ho raccomandato ai gruppi e ai rappresentanti del Governo di trovare modi per cui non si debba sempre arrivare con l’acqua alla gola su emendamenti e tempi”. Le opposizioni ottengono dunque la modifica del parere e di alcuni punti degli emendamenti: è stata ritirata la proposta di stanziamento di 1 milione per la comunicazione istituzionale e rivista la scala di equivalenza dell’assegno di inclusione (Adi).
Il centrodestra rilancia sul fisco amico e non vessatore
“Con la delega fiscale vogliamo creare un fisco alleato di chi fa impresa e produce ricchezza, non un fisco nemico e quasi vessatore, questa è la nostra visione”: tocca a Giorgia Meloni, in occasione dell’assemblea dell’Ance, tentare di smorzare i toni e arrivare a un punto di convergenza sulla delicata questione del fisco, e lo fa scegliendo termini diversi da quelli usati a maggio a Catania quando parlò di “pizzo di Stato” sollevando non poche polemiche. Poche ore prima, era intervenuto anche il presidente Sergio Mattarella, che aveva dovuto sottolineare come “tutti siano tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e come “il sistema tributario” sia “informato a criteri di progressività”. La precisazione del Capo dello Stato era arrivata dopo un’altra dichiarazione del Guardasigilli Carlo Nordio, che, in un convegno a Milano, a proposito del nuovo sistema sanzionatorio previsto dalla riforma tributaria aveva sottolineato la necessità di far fronte all’enorme complessità normativa; da qui, la previsione di una “giustizia preventiva” e “conciliativa”, che faccia stringere accordi “tra il cittadino e lo Stato creditore di tributi, affinché una volta trovato l’accordo su quella che è l’imposta da pagare con una bollinatura, il cittadino possa dormire sonni tranquilli”. E anche se poi il Ministro aveva assicurato che sull’evasione i suoi pensieri erano “stati alterati”, dal centrosinistra erano arrivate comunque critiche severe, come quella della segretaria del Pd, Elly Schlein che lo aveva accusato di “legittimare l’evasione fiscale”.
Sul tema interviene anche il leader della Lega Matteo Salvini, che, confrontando i dati sull’evasione della Gdf con quelli per il nuovo Codice della strada, fa ricorso a una metafora: “Siccome c’è uno che passa col rosso, complico la vita a tutti gli automobilisti? E siccome c’è uno che evade il fisco, non è uno, ma alcune migliaia, complico la vita a tutti gli imprenditori nei rapporti con il fisco?”. Rincara la dose il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che spiega come l’intenzione dell’esecutivo sia quella di combattere la “scannocrazia” come la chiamava Carlo Collodi, aiutando imprese e cittadini ad avere un sistema fiscale più equo e leggero. E della necessità di un fisco “più leggero ed equo” parla anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, che sottolinea gli sforzi del Governo in questo senso: “Il rinvio della flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti così come proposta per le partite Iva, la detassazione di tredicesime e premi di produttività dimostrano che il Governo è seriamente impegnato nella riforma fiscale che prevede il riordino dell’Irpef” e “la strada seguita è quella di un fisco più leggero, equo e semplice per evitare che la pressione delle tasse costituisca un freno allo sviluppo”.
Alla Camera
Dopo che ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 8.00 per le votazioni sul decreto sulle disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e d’iniziative di solidarietà sociale.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali dibatterà sulla pdl per il riconoscimento della lingua italiana come lingua ufficiale della Repubblica e la proclamazione dell’inno nazionale. La Giustizia si confronterà sull’Atto Ue sul contrasto della diffusione di contenuti terroristici online. La Esteri, con la Difesa, dibatterà sulla deliberazione del Cdm in merito alla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali ed esaminerà la proposta ratifica ed esecuzione dell’Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES). La Finanze proseguirà la discussione sugli emendamenti alla delega al Governo per la riforma fiscale e si confronterà sulla pdl per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti.
La Cultura esaminerà la pdl per l’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti, nonché nei percorsi d’istruzione e formazione professionale. Con la Trasporti, svolgerà delle audizioni sull’atto Ue sulla libertà dei media. La Ambiente svolgerà delle audizioni per la pdl per la gestione delle emergenze di rilievo nazionale e per la disciplina organica degli interventi di ricostruzione nei territori colpiti da eventi emergenziali di rilievo nazionale. Assieme alla Attività Produttive, esaminerà l’Atto Ue sugli imballaggi e i rifiuti d’imballaggio. La Attività Produttive esaminerà la pdl di modifica del Codice della proprietà industriale. Infine, la Politiche dell’Ue proseguirà l’esame della proposta di regolamento sulla produzione di munizioni.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per proseguire la discussione sul decreto per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl per riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale della Repubblica, il ddl per l’istituzione delle circoscrizioni Sicilia e Sardegna per il Parlamento europeo, il ddl per la modifica dell’articolo 117 della Costituzione sulla tutela della salute, il ddl per l’elezione diretta dei presidenti delle Province, dei sindaci metropolitani e dei sindaci, il ddl per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione in materia di disciplina dei partiti, il ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, il ddl per la detenzione delle armi da fuoco e il rilascio del porto d’armi, il ddl per l’istituzione della Giornata in memoria delle vittime dell’amianto, il ddl per la nascita dell’Osservatorio nazionale per il sostegno psicologico alle Forze di polizia, il ddl per la compartecipazione dello Stato alle spese per i minori in comunità o istituti, il ddl d’istituzione di una Commissione di verifica degli statuti dei partiti politici, il ddl per l’istituzione del Garante per la protezione dati personali e diritti umani, il ddl relativo all’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci e il ddl d’istituzione della Commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Orlandi e Gregori.
La Giustizia dibatterà sul ddl per l’elezione di componenti del Consiglio superiore della magistratura e proseguirà le audizioni sul tema delle intercettazioni. Esaminerà i ddl per il danneggiamento di beni culturali e artistici, il ddl sul reato di tortura, il ddl per il contrasto alla delinquenza minorile, il ddl relativo alla sottrazione o trattenimento anche all’estero di persone minori o incapaci, il ddl sulla diffamazione a mezzo stampa e la lite temeraria e i ddl sulla geografia giudiziaria. La Politiche dell’Ue proseguirà il confronto sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea ed esaminerà il decreto anti-infrazioni. La Finanze svolgerà delle audizioni sul disegno di legge sugli interventi a sostegno della competitività dei capitali. La Industria e Agricoltura, assieme Affari Sociali e Lavoro, si confronterà sul ddl sul divieto di produzione e d’immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici.