La Giornata Parlamentare è curata da Nomos, il Centro studi parlamentari, e traccia i temi principali del giorno. Ogni mattina per i lettori di Key4biz. Per leggere tutti gli articoli della rubrica clicca qui.
Meloni all’Onu lancia l’appello alla guerra globale ai trafficanti di uomini
Ieri Giorgia Meloni è intervenuta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La premier ha parlato nel pomeriggio, dopo una giornata in cui ha avuto vari incontri, tra cui quelli con il presidente Volodymyr Zelensky e con il premier canadese Justin Trudeau; proprio per questi appuntamenti ha rinunciato a parlare al Consiglio di sicurezza, dove è intervenuto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Nel suo discorso la presidente del Consiglio ha toccato le priorità dell’Italia, che saranno anche quelle del G7: le grandi migrazioni e lo sviluppo dell’Africa, la guerra in Ucraina, la governance di fenomeni come l’intelligenza artificiale. In “un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue” non è il momento “delle frasi di circostanza”. Occorre ripartire da due principi, “da una parte le nazioni, che esistono perché rispondono al bisogno naturale degli uomini di sentirsi parte di una comunità di destino” e dall’altra l’aspirazione delle stesse nazioni di “trovare un luogo nel quale risolvere le controversie internazionali” con “lo strumento della ragione”. Dunque, occorre dire no “a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio” decidendo “da che parte della storia stare”. E l’Italia “ha scelto chiaramente da che parte stare”.
Le conseguenze del conflitto in Ucraina “impattano soprattutto sulle nazioni del sud del mondo: è una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le nazioni più povere”. La “scelta” è stata quella di “creare il caos e diffonderlo” e nel caos “s’infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili” incuranti del fatto che i viaggi in mare “troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo”. L’Italia, ha assicurato Meloni, intende “combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa” ma “combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”. Così come dovrebbe essere obiettivo di tutti lo sviluppo dell’Africa: con il continente africano “spesso l’approccio è stato predatorio” e allo stesso tempo “paternalistico” ma ora è necessario “invertire la rotta” anche per “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile”; in questo l’Italia darà “il buon esempio” con il Piano Mattei. Altro tema che sta a cuore alla premier è quello dell’Intelligenza artificiale, che è “sicuramente una grande opportunità in molti campi” ma che presenta anche “enormi rischi”: per far sì che l’IA non sia “una ‘zona franca’ senza regole” per Meloni “servono meccanismi di governance globale capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche”.
È stallo sul patto sui migranti in Ue
L’effetto domino era annunciato e ora rischia di complicare il percorso europeo per il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo: l’Eurocamera ha deciso la sospensione dei negoziati sui due file del pacchetto legislativo, il database europeo e lo screening congiunto sugli arrivi, come reazione all’impasse tra i Paesi membri sul testo per la regolamentazione delle crisi migratorie. Sul testo, che riguarda sostanzialmente la redistribuzione dei migranti in caso di un’ondata di flussi, pesano i veti di Polonia, Ungheria e, finora, della Germania, che non permettono l’approvazione a maggioranza qualificata della direttiva. La mossa dell’Eurocamera è arrivata nel corso della riunione gruppo di contatto sull’asilo e si è consumata mentre, sul dossier migranti, erano riuniti i rappresentanti permanenti dei 27. In questo caso qualche piccolo passo avanti si è registrato: è stato chiesto alla presidenza spagnola che la Commissione, alla riunione dei ministri dell’Interno del 28 settembre, faccia un’informativa sia sul piano Lampedusaannunciato da Ursula von der Leyen sia sullo stato dell’arte del Memorandum d’intesa con la Tunisia. Italia, Francia e Paesi Bassi hanno lanciato la richiesta sul tavolo e gran parte dei presenti l’ha accolta positivamente rimarcando, parallelamente, la necessità di superare lo stallo sul Patto sulla migrazione. Anche alla riunione degli ambasciatori, tuttavia, Polonia e Ungheria hanno marciato in senso contrario alla maggioranza.
Il governo di Mateusz Morawiecki, in piena campagna elettorale, continua ad attaccare i dieci punti di von der Leyen per Lampedusa. Viktor Orban ha ribadito che ai confini magiari “la pressione dell’immigrazione clandestina aumenta a causa delle politiche fallimentari di Bruxelles”, con 125 mila tentativi d’ingressi illegali bloccati dalle autorità di Budapest. Al Consiglio Affari Interni della settimana prossima ci sarà “uno scambio sostanziale” anche in merito all’impasse sul Patto sulla migrazione; il tema sarà prioritario anche al vertice dei leader di Granada, dove è possibile che Giorgia Meloni rilanci l’ipotesi di una missione navale comune per bloccare le partenze. “Non commentiamo proposte che emergono a livello nazionale. Qualsiasi decisione su queste missioni è nelle mani dagli Stati membri e va presa all’unanimità dei 27”, ha puntualizzato la Commissione, ricordando tuttavia un dato: l’Operazione Sophia fallì per mancanza di mezzi e, soprattutto, per i dissidi tra gli Stati membri sui soccorsi in mare. A tendere una mano all’Italia, nel frattempo è stata Frontex: l’agenzia Ue, che ha già inviato 40 suoi membri a Lampedusa, si è detta disponibile a un ulteriore supporto con l’obiettivo di velocizzare le attività di rimpatrio.
Mattarella punta alla coesione europea su patto di stabilità e crescita
Sergio Mattarella è a Siracusa insieme al presidente della Repubblica federale tedesca Frank Walter Steinmeier e traccia la rotta sulle prossime sfide europee. Il Capo dello Stato affronta con l’omologo tedesco, oltre alla questione migranti, anche i dossier economici, a partire dalla riforma del Patto di Stabilità e crescita. Dal Presidente arriva una sponda al Governo di Giorgia Meloni: “Dobbiamo trovare un’intesa sulla proposta per regole condivise sul bilancio Ue. Sì a regole di bilancio rigorose, ma il rigore non sia ottuso e cieco, abbia come obiettivo la crescita. Il bilancio europeo deve essere ambizioso per affrontare le sfide fondamentali come la transizione ecologica e digitale”. Le parole del Capo dello Stato nascondono, però, in realtà, un invito all’azione destinato al Governo di Roma: inutile avere un approccio rivendicativo, i traguardi comuni vanno costruiti insieme attraverso un dialogo politico che sia a 360 gradi. Sulle regole di bilancio bisogna arrivare a un accordo entro la fine dell’anno perché, se non si dovesse trovare un punto di equilibrio, anche su questioni come il Mes, verrebbero meno alcuni strumenti di protezione Ue e la situazione comunitaria potrebbe complicarsi.
Se l’Italia, unico paese Ue a non averlo ancora fatto, immagina di ratificare il Mes dopo le elezioni europee non può aspettarsi che sulle regole di bilancio si arrivi al compromesso voluto nei tempi sperati. Mattarella ha attivato la sua moral suasion diplomatica a livello internazionale, ora però tocca anche all’esecutivo fare la sua parte. Il negoziato deve andare avanti su tutti i fronti, mediando anche con chi, come Olanda e Polonia, ha scadenze (e quindi interessi) elettorali nel breve termine. Se ognuno pensa solo ai suoi obiettivi, il rischio è che si arrivi a un accordo che non faccia gli interessi di tutti. La linea di Mattarella è condivisa da Steinmeier; il Presidente tedesco ha poi lodato la “responsabilità umanitaria” dimostrata dall’Italia nell’accoglienza dei rifugiati e ha spezzato una lancia perché si arrivi a un sistema di redistribuzione stabile per fronteggiare l’emergenza.
Il Governo trasmette prudenza sulla manovra. Il 28 arriva la Nadef in Cdm
L’allarme del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sul rialzo dei tassi che peseranno 14-15 miliardi in più di interessi ha avuto l’effetto di stemperare le richieste dei partiti di maggioranza in vista della prossima legge di bilancio. È vero che ogni Governo mette le mani avanti sulla manovra, ma l’input arrivato dall’esecutivo alle forze politiche di maggioranza è quello di evitare anche la presentazione di emendamenti, invito recapitato a deputati e senatori dai vertici di partito delle forze politiche che sostengono l’esecutivo. Gli spazi restano stretti e si lavora sui contenuti: oltre che sul taglio del cuneo fiscale, si punterà sulla sanità, sulle misure per le famiglie e sulla detassazione delle tredicesime, anche per i pensionati, ma occorrerà capire come si tradurranno nero su bianco le misure. Intanto resta alta l’attenzione su come si comporteranno i mercati; la tesi di possibili imboscate ai danni dell’Italia fa breccia anche in transatlantico: “Il pericolo potrebbe arrivare se qualcuno giocasse a far schizzare lo spread”, dice un esponente dell’esecutivo; “Vogliono metterci in crisi di liquidità”, osserva un altro big della maggioranza.
“Per la manovra servirà più deficit? Adesso valuteremo, la situazione è difficile, si deve fare di tutto per non aumentare il debito” ma, ha detto il vicepremier Antonio Tajani da New York, “siamo di fronte a un’emergenza che è indipendente dalla responsabilità dell’Italia. In Europa troveremo la giusta comprensione. Bisogna essere ottimisti e lavorare con determinazione ma non cadere nel panico e nell’allarmismo”. Lunedì in Cdm arriverà il nuovo decreto sull’immigrazione annunciato dalla premier Meloni; anche su questo tema aumentano i timori nella maggioranza che sostiene a spada tratta l’operato del presidente del Consiglio ma non nasconde le difficoltà sul campo. Poi giovedì prossimo sul tavolo del Governo approderà la Nota di aggiornamento al Def, il Nadef.
Schlein attacca Meloni, ma Conte punge ancora il Pd
Il Pd incalza il Governo: Elly Schlein, al Nazareno preparando “l’autunno in piazza” voluto dalla segretaria, presenta le proposte contro la perdita del potere d’acquisto delle famiglie e rinfaccia a Giorgia Meloni le promesse mancate, ma i piani rischiano di essere rovinati dalla nuova linea presa negli ultimi giorni da Giuseppe Conte, “l’alleato-non alleato”. L’uscita sui migranti aveva già infastidito il partito, quella frase sulla “accoglienza indiscriminata” che secondo Conte sarebbe nei piani del Pd non è piaciuta affatto e ieri il leader M5S ha rincarato la dose, dicendo che “nessuno si deve sentire offeso” ma aggiungendo: “Chi parla solo di accoglienza, accoglienza, accoglienza e non offre integrazione, cade nell’ipocrisia”. La leader Pd punta, con difficoltà, a chiudere rapidamente la polemica, convinta che le opposizioni debbano semmai unirsi di nuovo sulla sanità, come già fatto sul salario minimo, per contrastare un Governo in affanno sulla manovra e con la Lega che sferza ogni giorno FdI.
Mettere in difficoltà il centrodestra, insomma. La sanità pubblica “va migliorata” insiste la Schlein, “sui temi concreti stiamo cercando in vista dei prossimi appuntamenti importanti di costruire una coalizione alternativa a quella della destra che sia vincente”. A questo servono anche le proposte contro la perdita del potere d’acquisto: le famiglie s’impoveriscono “nella totale assenza e indifferenza del Governo”, attacca la Schlein, bisognerebbe invece prendere misure efficaci, a cominciare dall’uso dell’extragettito Iva prodotto dall’aumento dei prezzi dei carburanti per sostenere le famiglie contro il caro-prezzi. “Non dimentichiamo i video di Giorgia Meloni che prometteva di tagliare le accise che invece sono aumentate”. Ma, appunto, la leader Pd deve fare i conti con un M5S sempre più deciso a sottolineare le distanze dai democratici. Il clima di cooperazione insomma non c’è ed è legittimo pensare che fino alle europee non ci sarà.
Alla Camera
Dopo che ieri è stata approvata la proposta di legge costituzionale sull’attività sportiva e la proposta di legge per l’introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche, nella giornata di oggi l’Assemblea della Camera non si riunirà. L’Aula di palazzo Montecitorio tornerà a riunirsi domani alle 9.30 per discutere le interpellanze urgenti.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà, assieme alla Giustizia, il decreto per il contrasto agli incendi boschivi, il recupero dalle tossicodipendenze e sul personale della magistratura e della Pubblica amministrazione. La Giustizia proseguirà le audizioni sulle pdl per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica. La Esteri, con la Difesa, dibatterà sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la ripartizione delle risorse del fondo per il finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione per l’anno 2023. Infine, la Politiche dell’Ue alle 8.45, assieme alla rispettiva del Senato, ascolterà il direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti sulle priorità dell’Ue.
Al Senato
Dopo che ieri ha approvato in prima lettura il ddl per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù, l’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per la discussione delle interrogazioni e alle 15.00 per le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia svolgerà delle audizioni sul ddl relativo alla modifica all’ordinamento giudiziario e al Codice dell’ordinamento militare. A seguire esaminerà il ddl per la prevenzione della delinquenza minorile, il ddl per il recupero dei crediti professionali, il ddl sul legittimo impedimento del difensore, il ddl sul reato di tortura, il ddl per il sequestro di strumenti elettronici, il ddl per l’elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura, il ddl sulla sottrazione o trattenimento anche all’estero di persone minori o incapaci, il ddl sulla geografia giudiziaria e i ddl sulla diffamazione a mezzo stampa e sulla lite temeraria. Dibatterà sullo schema di decreto legislativo per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e di confisca. Tutte le altre Commissioni invece non si riuniranno.