Vertice notturno tra Meloni, Salvini e Tajani a Bruxelles
Questa notte a Bruxelles c’è stato un vertice tra Giorgia Meloni, i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e Raffaele Fitto, il Ministro designato come Commissario europeo che deve passare il vaglio (che si preannuncia severo) del Parlamento Ue. I quattro si sono incontrati per circa un’ora al bar dell’hotel Amigo, dove alloggia la premier arrivata a Bruxelles per partecipare al summit Ue-Paesi del Golfo e oggi al Consiglio europeo. La presidente del Consiglio, al termine dei lavori, ha cenato in hotel con gli stessi Tajani e Fitto. Salvini è arrivato intorno alle 22.30, ha salutato Fitto nella hall e si è accomodato con il collega degli Esteri a un tavolino, dove poco dopo li ha raggiunti la premier. Grandi sorrisi, da parte loro, con la premier che ha fatto con le dita il segno della vittoria in direzione dei giornalisti che, tenuti fuori dall’hotel, stavano assiepati per sbirciare dalla finestra. Poi ai tre si è unito anche Fitto. L’incontro è arrivato all’indomani del Consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla manovra.
Quello di ieri sera è stato quindi sicuramente un segnale, voluto, di “compattezza” della maggioranza, rivendicata dalla stessa Meloni, ma potrebbe essere stata anche l’occasione per un primo confronto in vista del passaggio parlamentare. Proprio ieri, infatti, Tajani, ha auspicato la possibilità di “aggiungere altri interventi” tra Camera e Senato. Sul tavolo potrebbe esserci stata anche la candidatura dello stesso Fitto. Il Ministro, atteso in audizione il 12 novembre, dovrà avere il via libera della Commissione parlamentare che lo interrogherà e visti alcuni mal di pancia sia nel gruppo dei socialisti sia in quello di Renew, sarebbe sicuramente gradito un aiuto, magari non ufficiale, da parte dei Patrioti, di cui fa parte la Lega. A proposito dei Patrioti, Matteo Salvini è arrivato nella capitale belga per il primo summit pre-Consiglio organizzato dagli orbaniani, cui parteciperà anche Marine Le Pen, un gruppo che, a destra, rappresenta da un lato una spina nel fianco per l’Ecr, dall’altro una spinta a un avvicinamento dei Conservatori al Ppe di Ursula von der Leyen, che ha già avviato un processo di spostamento a destra della sua Commissione. Al termine dell’incontro, durato circa un’ora, Salvini non ha rilasciato dichiarazioni mentre Tajani si è fermato a parlare con i cronisti: “Abbiamo fatto quattro chiacchiere”, ha minimizzato. “La manovra? Non c’è stato nessun problema, era già tutto deciso, eravamo tutti soddisfatti”. Se poi dal concordato arriveranno altre risorse, ha ribadito, “si può fare di più”. Per quanto riguarda Fitto, ha assicurato che “il Ppe è compatto” sul suo nome mentre la Lega “può votare per Fitto e non votare la Commissione. Su questo da parte di Salvini non ci sono mai stati dubbi”.
Meloni blinda la manovra e la sua maggioranza
Giorgia Meloni vuole mettere il cappello sulla sua terza legge di bilancio su cui ha trovato, almeno per ora, un accordo con tutte le forze politiche della sua maggioranza. Di più non si poteva fare, il ragionamento che premier e ministro dell’Economia hanno spiegato fino all’ultimo ai partiti e ai Ministri, che sono già piuttosto preoccupati dai tagli, inevitabili, che andranno fatti per la tenuta dei conti. Quei “sacrifici” che tanto hanno agitato la maggioranza nelle ultime due settimane ora vanno tradotti in pratica, è la consapevolezza della compagine di governo; per Forza Italia c’è lo “scampato pericolo” degli extraprofitti che fa tirare un sospiro di sollievo, anche se il bottino per il resto è piuttosto magro, e la Lega per ora, a parte la retorica del “non siamo il partito delle tasse” anche per fare scudo a Giancarlo Giorgetti, punta su misure come il taglio del canone Rai.
E preferisce spostare l’attenzione su altri temi, come lo stop al numero chiuso a medicina che si è intestato il presidente leghista della commissione Cultura Roberto Marti, con tanto di blitz di Matteo Salvini alla conferenza stampa ad hoc per l’annuncio. Tra gli alleati però si respira una certa cautela, intanto perché il testo ancora non c’è, nessuno l’ha sostanzialmente visto, e ogni settore aspetta di vedere cifre e dettagli nero su bianco. C’è ad esempio una certa attenzione per le misure sugli Enti locali (i sindaci sono ampiamente rappresentati tra i parlamentari), dopo le promesse del Mef di tenerli il più possibile al riparo dai tagli. Ma superate le schermaglie della fase preparatoria, c’è anche un certo reciproco timore di mosse a sorpresa durante l’esame, che inizierà dalla Camera. Anche qui le risorse al momento sono ridotte al minimo ma aleggia la speranza di un buon risultato del concordato che porti un po’ di ossigeno ai desiderata parlamentari.
Le eventuali risorse aggiuntive dovrebbero andare, come annunciato in conferenza stampa, ad abbassare l’aliquota Irpef per il ceto medio (dal 35% al 33% è l’ipotesi), un tema su cui si sta spendendo molto FI; una parte dei fondi aggiuntivi, se ci saranno, sarebbe già ipotecato dall’idea di estendere la flat tax, cara invece alla Lega, e poco resterebbe, in ogni caso, per eventuali altre istanze. Aleggia ancora la possibilità, come avvenuto l’anno scorso, che la maggioranza non presenti nessun emendamento anche se la richiesta da parte di Giorgia Meloni non è ancora stata ufficializzata. Di sicuro l’invito sarà quello di contenere al massimo le ipotesi di modifica.
Si apre il primo Consiglio Ue. L’immigrazione sarà al centro del dibattito
Il primo Consiglio Ue del nuovo corso di Ursula von der Leyen avrà tre grandi capitoli: Ucraina, migrazione e Medio Oriente. Ma è principalmente sul secondo che si concentrerà l’attenzione politica, con un asse che s’intravede all’orizzonte, quello tra i Ppe e le destre, pronte a chiudere le porte a qualsiasi irregolare. La nuova stretta gode della benedizione di Ursula von der Leyen, ma difficilmente vedrà la luce in tempi rapidi: le conclusioni del summit sul dossier migrazione restano un punto interrogativo e il rischio di un nuovo scontro tra i 27 è altissimo. In Europa, sull’onda dell’ascesa delle destre, si possono ormai individuare tre gruppi: c’è un primo fronte, guidato anche dall’Italia, che vede nel protocollo Roma-Tirana e nei cosiddetti “returns hub” nei Paesi terzi una soluzione percorribile da ogni punto di vista; un secondo gruppo, guidato dal socialista Pedro Sanchez (con anche Atene), resta ancorato al concetto di responsabilità e solidarietà alla base del Patto di migrazione e asilo firmato solo pochi mesi fa eppure considerato già vecchio da alcuni.
Un terzo filone di Paesi prova a mantenere una posizione mediana e non si spinge ad applaudire il modello Albania. È in quest’ultimo gruppo che figurano due pesi massimi come Germania e Francia. A tutto ciò si aggiunge la Polonia di Donald Tusk, che dopo aver annunciato la sospensione del diritto di asilo vorrebbe espungere l’intero capitolo della migrazione dalle conclusioni, per impiantare il discorso su un nuovo parametro, quello della sicurezza e degli attacchi ibridi. Per Giorgia Meloni “Ci sono molti Paesi che guardano al nostro modello, c’è voglia di lavorare. La materia non è solo italiana, è europea”, ha sottolineato, ringraziando von der Leyen per il lavoro che sta svolgendo.
La presidente della Commissione potrebbe partecipare alla riunione che Italia, Olanda e Danimarca hanno convocato con i cosiddetti Paesi like-minded prima del vertice: è, di fatto, un tavolo dei falchi sulla migrazione, di coloro che, sin dalla lettera dei 15 dello scorso maggio, cercano “soluzioni innovative” sul dossier, come quella degli hub nei Paesi terzi considerati sicuri. Quello che sembra possibile è che sul Patto di migrazione e asilo i 27 si muovano in ordine sparso e il rischio, alla fine, è che le conclusioni si riducano a poche righe generiche in attesa del summit di dicembre, quando la Commissione sarà in carica.
La maternità surrogata è reato universale ed è scontro politico
La maternità surrogata in Italia diventa reato universale grazie ad un ddl, che porta la firma della deputata di Fdi Carolina Varchi, approvato ieri dal Senato e in precedenza dalla Camera. In Italia è già un reato da venti anni, ma ora si estende la punibilità anche per chi l’ha praticata all’estero che rischia dunque pene fino a due anni reclusione e multe fino a un milione di euro. “Chi si trincera dietro la retorica dei diritti per giustificare la pratica dell’utero in affitto” ha commentato la Ministra per la Famiglia, le Pari Opportunità e la Natalità Eugenia Roccella“dovrebbe chiedersi perché invece ci sia una rete mondiale del femminismo che sostiene l’iniziativa dell’Italia e considera il nostro Paese un esempio da seguire dappertutto. Oggi con il voto del Parlamento italiano i diritti non sono stati negati, ma al contrario sono stati riaffermati e resi finalmente effettivi”.
Tutte le opposizioni, però, concordano che la nuova normativa va contro la Costituzione, crea “bambini di serie A e di serie B” ed ha uno stampo “medioevale”. Secondo il capogruppo di Italia Viva Ivan Scalfarotto, il nuovo provvedimento viola l’articolo 3 della Costituzione: “È reato universale solo se la fanno gli italiani, il gregge di Giorgia, se la fa Elon Musk gli si aprono le porte di palazzo Chigi”, aggiunge. Per la senatrice del Pd Cecilia D’Elia si tratta “dell’ennesima arma di distrazione massa, rispetto ai problemi del Paese, un provvedimento che fa una scelta ideologica strumentale e gravemente incostituzionale”, mentre per la sua collega di partito Annamaria Furlan è “una legge contro i bambini”. La deputata di Avs Luana Zanella ha spiegato di essere “una ecofemminista che rifiuta con forza l’idea e la pratica della maternità ridotta ad un utero e ad un mercato. Ma questa legge non mi convince e sarà inefficace”. La senatrice M5S Alessandra Maiorino lo ha definito “un obbrobrio giuridico” che equipara la Gpa ai crimini di guerra, alla tortura, alla pirateria e al genocidio ma soltanto per colpire le famiglie arcobaleno che “nella vostra visione della società devono sparire”.
“Vogliamo sradicare il fenomeno del turismo procreativo” ha replicato la senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mennuni, mentre il collega di partito Lucio Malan aggiunge: “Le opposizioni accusano il centrodestra di ideologia. E siamo d’accordo, se per ideologia si intende difendere la dignità delle persone, delle madri, dei bambini, che hanno diritto a sapere chi è il loro padre, chi è la loro madre ed hanno diritto a non essere merce”. L’esponente della Lega Massimiliano Romeoha ricordato: “Vogliamo evitare che il divieto previsto in Italia venga aggirato, andando all’estero per commissionare un bambino che poi viene riconosciuto nel nostro Paese”. La gestazione per altri e “il commercio dei neonati non possono essere tollerati, anche se avvengono in Paesi in cui ciò è lecito” aggiunge Pierantonio Zanettin di Forza Italia.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.00 per esaminare le mozioni in materia di parità di genere con particolare riguardo alle condizioni lavorative, economiche e sociali delle donne. Alle 10.00 ascolterà l’Informativa urgente del Governo sugli attacchi alle sedi UNIFIL in Libano e successivamente dibatterà sulla proposta d’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull’attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall’anno 2019.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali proseguirà il ciclo di audizioni sul disegno di legge sul Premierato. La Giustizia dibatterà sulla pdl per la disciplina della magistratura onoraria del contingente ad esaurimento. La Esteri ascolterà Chris Smith, Vicesegretario aggiunto per l’Europa orientale del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, sulla situazione in Ucraina e Maka Bochorishvili, Presidente della Commissione per l’integrazione europea del Parlamento della Georgia, sulla situazione in Georgia. La Difesa ascolterà i rappresentanti di AKAMAI Technologies sulla difesa cibernetica. La Cultura si confronterà, in sede legislativa, sulla pdl per l’istituzione del Museo del Ricordo a Roma.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 9.00 per l’informativa del Ministro della difesa Guido Crosetto sui recenti attacchi alle sedi della missione UNIFIL in Libano. Come di consueto alla chiusura del dibattito svolgerà le interrogazioni e alle 15.00 le interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Giustizia, svolgerà delle audizioni sul ddl sicurezza e alcune sul ddl per la semplificazione normativa. La Giustizia, con la Affari Sociali, proseguirà il ciclo di audizioni sui ddl sulla morte volontaria medicalmente assistita.