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La Giornata Parlamentare. Caso Almasri: è partita l’indagine del Tribunale dei Ministri. Giallo al ministero 

Si cerca l’intesa sui giudici della Consulta. Oggi il voto in Parlamento

Chiudere la partita dei giudici costituzionali e trovare una soluzione per sbloccare l’impasse dei centri per migranti in Albania: i due dossier su cui si concentra molto del lavoro del Governo in queste ore procedono entrambi con un filo aperto fra Palazzo Chigi e Quirinale. È costante il pressing del Colle affinché finalmente il Parlamento elegga quattro componenti che impediscono alla Consulta di riunire il plenum, e alla vigilia dell’ennesima votazione l’accordo non pare lontano, anche se nessuno si sbilancia. Filtra qualche dubbio della Lega prima delle ultime trattative notturne. 

La vigilia della nuova votazione del Parlamento in seduta comune è stata segnata da confronti fra i leader del centrodestra e contatti fitti fra maggioranza e opposizione, con Giorgia Meloni che avrebbe parlato direttamente con Elly Schlein e Giuseppe Conte. Molti si aspettano il via libera definitivo da Palazzo Chigi, anche se si registra ancora qualche segnale di impasse, con responsabilità scaricate anche fra alleati; in un clima non proprio disteso, nella maggioranza c’è chi le attribuisce a FI e chi invece alla Lega. I parlamentari sono convocati dai rispettivi gruppi, ma ancora senza indicazione di voto: scheda bianca o i quattro nomi su cui si starebbe convergendo. Sono Francesco Saverio Marini in quota FdI, Gennaro Terracciano proposto da FI, Massimo Luciani indicato dal Pd, e Maria Alessandra Sandulli come nome bipartisan. 

Caso Almasri: è partita l’indagine del Tribunale dei Ministri. Giallo al ministero

Il clima teso con le opposizioni non è l’unico fronte nell’inchiesta sul caso Almasri, che vede indagati i vertici di Governo. Le indagini del Tribunale dei ministri partono tra stupore e punti interrogativi che si diffondono innanzitutto negli uffici di via Arenula: a oltre dodici ore dalla notizia diffusa dal Corriere della Sera e da Repubblica secondo cui sarebbe stata chiesta l’acquisizione di una serie di atti al ministero della Giustizia, il Guardasigilli Carlo Nordio e il suo capo di gabinetto non risultano a conoscenza di alcun ordine di esibizione documentale da parte dei magistrati. Si tratta dei documenti che servono per ricostruire quanto accaduto tra l’arresto e il successivo rilascio del generale libico, avvenuto due giorni dopo, su cui pendeva un mandato di arresto internazionale diffuso dalla Corte dell’Aja. L’obiettivo è capire la sequenza esatta e i tempi di azione: per questo nel materiale acquisito ci sarebbero le interlocuzioni tra il Tribunale e il ministero della Giustizia, tra la Corte penale internazionale, l’ufficio di collegamento dell’ambasciata italiana in Olanda e via Arenula, e la bozza del provvedimento preparato dai funzionari dello stesso dicastero, che rimase tale e che doveva servire a tenere in carcere il generale libico. Per ora dal Ministero nessun commento ufficiale anche perché non sarebbero ancora stati informati.

In ogni caso le opposizioni attaccano. Alla Camera i gruppi di AvsPd e M5S hanno chiesto, rivolgendosi alla presidenza, spiegazioni sulle carte che il Ministro, durante l’informativa sul caso Almasri, aveva mostrato in Aula e che riguardavano le due versioni del mandato d’arresto spiccato dalla Corte Penale internazionale nei confronti del libico. Alla richiesta si sono associati anche gli altri gruppi mentre il Pd ha inoltre chiesto che a intervenire sia Giorgia Meloni. Dal canto suo il vicepresidente di turno della Camera Giorgio Mulé si è già detto disponibile: “Chiederemo se sono intervenute ragioni successive per cui il Ministro ha ritenuto, lui o altri, di non inviare” quella documentazione. Contro il Ministro Carlo Nordio le opposizioni (tranne Azione) hanno firmato una mozione di sfiducia e sono pronte a dare battaglia.

La Lega insiste sulla pace fiscale e temporeggia sul congresso del partito

La Lega insiste sulla pace fiscale e si fa scudo, ora, del via libera dato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La questione, promossa a nuova battaglia della Lega, domina la discussione del Consiglio federale, durata un paio d’ore e così il congresso nazionale del Carroccio resta ancora senza una data: previsto finora a marzo, dovrebbe slittare ad aprile, prima di Pasqua, e aumentano le quotazioni perché si svolga a Roma. Dalla Lega, l’unica indicazione ufficiale è che sarà “in primavera”, complici ragioni pratiche come, ad esempio, la scelta degli ultimi delegati. In ogni caso, adesso i riflettori puntano alla rottamazione delle cartelle, una proposta condivisa in teoria dal resto del Governo ma tutta in salita per la fattibilità economica. Matteo Salvini però è ottimista: “Troveremo, come sempre, l’intesa con gli alleati”. Eppure, sono proprio loro, e in particolare FdI, a storcere il naso. Soprattutto per l’insistenza dei leghisti. 

Alle riserve già espresse dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo si aggiunge Luca Ciriani: “Siamo tutti favorevoli, il problema è trovare le risorse e garantirle”. Fratelli d’Italia insomma frena. Così come aveva fatto Antonio Tajani chiarendo che, per FI, la priorità è il taglio dell’Irpef e non altro. Del resto, non è chiaro quanto costerebbe il meccanismo che permette ai contribuenti di mettersi in regola con il fisco pagando i debiti senza interessi e sanzioni: la stima si aggira sui 5 miliardi, cioè il doppio di quanto potrebbe servire per ridurre l’Irpef al ceto medio. Ma per il Carroccio, la rottamazione è ormai la nuova bandiera

Un obiettivo votato “all’unanimità”, sottolinea il partito in serata, per regolarizzare “chi voleva pagare le tasse, ma non è stato nelle condizioni di farlo”. In altre parole, non è un regalo agli evasori ma piuttosto un aiuto a chi è moroso, è la tesi dei leghisti sostenuta anche dal ministero dell’Economia. Perciò, attenti a far passare il messaggio giusto, l’opzione migliore sarebbe quella di proporre la rottamazione con un provvedimento ampio e condiviso da tutto il Governo, piuttosto che un’iniziativa di un partito. “Giorgetti ha confermato che al Mef sono già al lavoro per trovare una soluzione tecnica”. Del resto al Senato è aperto anche il fronte della rottamazione quater, che la Lega vorrebbe rinnovare chiedendo, cioè, che si estenda alle cartelle successive al 2022. La questione sta animando, e rallentando, l’iter del decreto proroga termini, l’approdo in Aula rischia di slittare alla prossima settimana.

È scontro alla Camera sulla pdl per la settimana corta

Non si attenua lo scontro tra maggioranza e opposizioni nelle Aule parlamentari. Una nuova occasione arriva dalla proposta di legge sulla settimana corta. La Camera ha infatti approvato, per 29 voti di differenza, la richiesta della maggioranza di rinviare in Commissione la pdl che prevede la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. La motivazione è la mancanza di coperture, per la quale è necessario un ulteriore approfondimento. Subito dopo Pd e M5S chiedono la convocazione della conferenza dei capigruppo, che viene fissata in serata. Ma anche da lì escono delusi: “Come avevamo previsto, abbiamo preso atto che il Governo non è nelle condizioni di dire nulla sui tempi in cui la pdl tornerà in Aula, su quando verrà presentata un’eventuale proposta della maggioranza, e quindi noi denunciamo ancora una volta che questa pdl, per noi fondamentale, è stata buttata in tribuna per evitare di occuparsi di un tema così importante per milioni di lavoratori”, dice la capogruppo del Pd Chiara Braga

“La destra fa sempre la stessa mossa: quando si tratta dei diritti di chi lavora, sceglie sempre la strada dell’insabbiamento, del rinvio, della fuga”, dice Elly Schlein. “La settimana corta è la bussola che in tutta Europa sta guidando le grandi democrazie. Persino Giorgia Meloni oggi fa fatica ad andare contro una domanda che viene da lavoratori e imprese. Continueremo a incalzarli: abbiano il coraggio di fare una proposta e aprire un confronto”, aggiunge. Giuseppe Conte attacca: “Oggi in Parlamento sono scappati di nuovo, mentre si discuteva proprio la nostra pdl per sperimentare anche in Italia la settimana corta. Dicono che mancano i soldi? Una scusa ridicola di chi investe tutto in armi, non tassa gli extraprofitti miliardari delle banche e aumenta gli stipendi ai ministri”. In Aula è il presidente della Lavoro Walter Rizzetto a chiedere il rinvio in Commissione, poi approvato: “Sul provvedimento si è riunito il comitato dei nove per l’eventuale esame delle proposte emendative ma alla luce dei lavori della commissione Bilancio e del testo che ci ha fornito, emergono delle criticità sotto i profili di copertura finanziaria, oltre ad alcuni rilievi che la Commissione Bilancio ha formulato. Si parla di possibili effetti onerosi per la finanza pubblica e di portata normativa rispetto al provvedimento in esame. La stima è nell’ordine di 8 miliardi di euro”. 

Alla Camera

Alle ore 9.30 il Parlamento in seduta comune voterà per l’elezione di quattro giudici della Corte costituzionale. Per quanto riguarda l’Assemblea della Camera nella giornata non terrà seduta e si riunirà domani alle 9.30 per la discussione sul decreto per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonché per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Giustizia dibatterà sulla pdl sulla durata delle operazioni d’intercettazione. La Bilancio,con l’Ambiente, si confronterà sul decreto sulle misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza nonché per l’attuazione del Pnrr. La Lavoro esaminerà la pdl per la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche. La Affari Sociali dibatterà sulle risoluzioni per l’estensione agli operatori sanitari della normativa inerente alla verifica sull’assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. 

Al Senato

L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per discussione delle interrogazioni. A seguire esaminerà il decreto proroga termini. Come di consueto alle 15.00 terrà le interrogazioni a risposta immediata.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali concluderà l’esame del decreto proroga termini. La Affari Esteri ascolterà il responsabile del programma “Difesa” dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) Alessandro Marrone sugli Atti comunitari per una nuova strategia industriale europea per il settore della Difesa. La Politiche dell’Ue riprenderà l’esame della Legge di delegazione europea 2024 e della relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’UE per il 2024; inoltre, dibatterà sull’Atto Ue sugli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell’Unione europea. La Cultura esaminerà il decreto cultura.

La Ambiente svolgerà delle audizioni sul ddl per l’interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia, ascolterà il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla Legge quadro in materia di ricostruzione post-calamità, esaminerà i ddl sulla rigenerazione urbana e lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per il conferimento dell’incarico di Commissario straordinario per la riorganizzazione dei presìdi di sicurezza nelle città di Bologna e Milano e per i lavori di ristrutturazione del Palazzo di giustizia di Milano. La Industria svolgerà delle audizioni e dibatterà sui decreti dell’ex Ilva.

L’Affari Sociali e Lavoro, con la Diritti Umani, ascolterà il professor Americo Cicchetti, già Direttore Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, sul piano di potenziamento delle cure palliative. Esaminerà il ddl sulle prestazioni sanitarie, il ddl per la tutela persone affette da patologie oculari cronico-degenerative, il ddl sulla sicurezza del lavoro e tutela vittime amianto e tumori professionali, i ddl per la tutela delle persone affette da epilessia, i ddl per la tutela della salute mentale, i ddl sul salario minimo, i ddl per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante, il ddl per le semplificazioni in materia di lavoro e legislazione sociale, i ddl sulla medicina territoriale, i ddl per l’inserimento lavorativo persone con disturbi dello spettro autistico e i ddl relativi ai disturbi del comportamento alimentare.

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