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Il piano d’azione è pronto, manca solo la firma dei capi di governo sulle linee guida con cui Italia e Germania gestiranno la cooperazione politica rafforzata. La metteranno nel vertice intergovernativo di domani a Berlino, che potrebbe essere anche uno snodo nel negoziato sul nuovo Patto di stabilità. L’influenza che ha colpito Giorgia Meloni, causa per cui Sergio Mattarella ha rinviato il Consiglio supremo di difesa, per il momento, non sembra destinata a cambiare i programmi. La Premier, che dalla Germania parteciperà anche al summit virtuale del G20, sarà accompagnata da mezzo governo, a partire dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in Germania avrà un confronto con il suo omologo tedesco Christian Lindner, dopo aver incontrato a Parigi il collega francese Bruno Le Maire. Su questa triangolazione si snoda la possibilità di arrivare a un’intesa sulle nuove regole di stabilità e crescita entro la fine dell’anno. Nella ricerca di un’intesa digeribile tanto per i paesi frugali, tanto per quelli che chiedono più flessibilità, la chiave sta nell’entità di riduzione media annua del debito per chi ne ha di più.
Come previsto, è stato fissato un consiglio Ecofin straordinario, ma non a fine novembre: l’esame della proposta legislativa spagnola sulla riforma si terrà in una cena la sera del 7 dicembre, alla vigilia del consiglio Ue dell’Economia. Antonio Tajani ha ribadito la necessità che “i contenuti dell’accordo non creino danni alla nostra economia”. Solo un’intesa che vada in questa direzione potrebbe, nelle intenzioni di Roma, portare a valutazioni diverse sul Mes, la cui ratifica è in calendario mercoledì in Aula alla Camera ma con alte probabilità di slittare nuovamente. Intanto a Palazzo Chigi si plaude alla proroga di 6 mesi decisa dalla Commissione Ue per alcune sezioni del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato contro il caro energia, messo in campo dopo la guerra in Ucraina. In un’ottica a largo raggio di cooperazione, il tavolo del vertice fra Giorgia Meloni, il cancelliere Olaf Scholz e i rispettivi ministri di Esteri, Economia, Interno, Difesa, Lavoro e Ricerca, sarà il nuovo accordo, le cui basi erano state messe dal governo Mario Draghi. Un patto paragonabile al Trattato del Quirinale tra Italia e Francia.
Il Senato approverà una nuova legge contro la violenza di genere. Rimane il nodo sull’educazione affettiva nelle scuole
L’obiettivo è quello di approvare rapidamente anche in Senato il provvedimento che introduce nuovi strumenti contro la violenza di genere. L’orrore per l’omicidio di Giulia Cecchettin spinge la politica ad accelerare sul disegno di legge governativo che è già stato approvato dalla Camera. Il provvedimento introduce nuovi strumenti giuridici, dall’arresto in “flagranza differita” al carcere per chi manomette il braccialetto elettronico. Misure su cui c’è un consenso trasversale e che potrebbero avere il via libera questa settimana, alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, il 25 novembre. Da tempo però la politica si interroga sulla necessità di collegare la prevenzione alla educazione, partendo dalle scuole. E le posizioni restano distanti. Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara domani presenterà un piano sull’educazione alle relazioni per le scuole superiori.
Le opposizioni non fanno mancare le critiche, Elly Schlein si è rivolta alla premier “Non ci sono ancora stati contatti diretti” con Giorgia Meloni e rilancia: “Proprio su questa legge in discussione al Senato, che abbiamo già approvato alla Camera, abbiamo dimostrato un approccio costruttivo per lavorare insieme sul versante della repressione ma continuiamo a dire che la repressione non basta”. Schlein ribadisce la necessità di una “legge per l’educazione all’affettività e al rispetto delle differenze in ogni ciclo scolastico”. Una proposta che potrebbe trasformarsi in un ordine del giorno in Senato, e non in emendamento al disegno di legge, per non frenarne il percorso che in caso di modifiche dovrebbe ritornare alla Camera. In Parlamento sono molte le proposte di legge sull’educazione all’affettività e alla sessualità ma nella maggioranza ancora non c’è quella coesione necessaria per avviare un percorso legislativo di questa portata. Le prossime settimane ci diranno se ci sarà lo spazio politico per intervenire.
C’è tensione nella maggioranza in vista delle prossime regionali
È braccio di ferro nella maggioranza sulle candidature per le Regionali. FdI denuncia il “tradimento dei patti” per non aver ottenuto la vicepresidenza della giunta provinciale di Trento, e non dà l’appoggio al leghista Christian Solinas in Sardegna. Non è escluso che serva un vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani per far rientrare le tensioni. Le tensioni, per il momento, impediscono di fissare un nuovo tavolo politico, per confermare i candidati governatori delle tre regioni a guida centrodestra (Abruzzo, Basilicata e Sardegna) al voto a marzo, tre mesi prima delle elezioni europee.
Serve ragionare con una logica “a pacchetto”, secondo la Lega “Abbiamo tre governatori uscenti e vanno ricandidati. Cerchiamo di fare in fretta, troviamo una sintesi e non mettiamo veti tra di noi, altrimenti non facciamo un buon servizio al centrodestra”, chiarisce il vicesegretario Andrea Crippa, secondo cui FdI “ha l’onere e l’onore di tenere unita la coalizione” e definisce rischiosa la strategia di “vendicarsi per il Trentino non facendo partire le campagne elettorali”. L’alternativa, per i leghisti, è rimettere in discussione tutte le caselle. La Meloni nei giorni scorsi ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio, di FdI. Tajani ha incontrato e blindato Vito Bardi, governatore uscente della Basilicata: “È vincente in tutti i sondaggi, e non è in discussione la sua candidatura”. E lo stesso pensa Salvini di Christian Solinas in Sardegna. Un risiko, in cui rientra anche la riconferma dell’azzurro Alberto Cirio in Piemonte, dove si vota a giugno, che andrà risolto probabilmente a livello di vertici di partito, a Roma. Al momento il vertice non è però in programma.
Alemanno lancia un nuovo movimento per superare destra e sinistra
Gianni Alemanno, portavoce del Forum dell’Indipendenza, presenta il nuovo soggetto politico che nascerà dall’assemblea del 25 e 26 novembre a Roma. E scaglia dure accuse al governo in carica: “Il più atlantista della storia, ci fa rimpiangere Craxi e Fanfani. Meloni e Schlein litigano sulle sciocchezze ma sulle cose essenziali dicono le stesse cose”. Durante la conferenza alla Camera, l’ex sindaco della Capitale risponde anche sul coinvolgimento nel progetto di Marco Rizzo, presidente onorario del partito comunista italiano: “Abbiamo raccolto insieme le firme per il referendum per bloccare l’invio di armi in Ucraina e ci sono delle convergenze importanti. Ci confronteremo”.
Parlando del suo partito chiarisce: “Non è un movimento di estrema destra: ad esempio io penso che la vittoria di Milei sia un problema grave per il popolo argentino e sono molto critico con il governo Netanyahu”, “va sconfitto il terrorismo ma” a Gaza “va fermato il massacro”. A livello economico, invece, la ricetta è “superare il dogma del neoliberismo” e rimettere al centro il sociale. L’appuntamento, il 25 e 26, è al Midas Palace Hotel dove sarà presentato il nome del movimento e il simbolo realizzato da Massimo Arlechino (che fu ideatore del simbolo di AN). Il nuovo soggetto politico, punta a partecipare alle prossime elezioni, non è detto alle imminenti europee. Alemanno, in ogni caso, esclude una sua candidatura per Bruxelles con i principali partiti del centrodestra: “L’obiettivo ultimo sono le politiche che a mio avviso non saranno a scadenza naturale, ma anticipate”.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 11.00 per le comunicazioni del Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani sul Protocollo tra Italia e Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria. Dalle 14.30 esaminerà il decreto proroga termini su cui il Governo è molto probabile che porrà la questione di fiducia in serata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali esaminerà il decreto in materia d’immigrazione e protezione internazionale e per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno. La Giustizia esaminerà le pdl sugli illeciti agro-alimentari. La Esteri si confronterà su diverse ratifiche di trattati internazionali e ascolterà il Vicecoordinatore dell’Ufficio del Rappresentante speciale OSCE contro il traffico di esseri umani,Andrea Salvoni , sull’impegno internazionale dell’Italia per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni. La Difesa dibatterà sul Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. La Bilancio, con la Finanze, esaminerà il decreto proroga termini.
La Ambiente proseguirà le audizioni sulla realizzazione del Parco tecnologico e del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità. La Trasporti svolgerà delle audizioni sulle pdl per la sicurezza stradale e di delega per la revisione del Codice della strada. La Attività Produttive esaminerà la pdl in materia di turismo accessibile e di partecipazione delle persone disabili alle attività culturali, turistiche e ricreative e si confronterà sulla legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 approvata dal Senato la settimana scorsa. La Lavoro esaminerà la pdl sul salario minimo. La Affari Sociali, in sede di comitato ristretto, riprenderà il confronto sulla per l’istituzione del servizio di psicologia di base nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 16.00 per esaminare il decreto sulle misure urgenti in materia di energia e per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali esaminerà il ddl sull’autonomia differenziata. La Giustizia esaminerà il ddl per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica e il ddl per l’introduzione della circostanza aggravante dello sciacallaggio. La Esteri e Difesa si confronterà sul Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025 e ascolterà Gianclaudio Torlizzi, esperto in commodity energetiche, sulla centralità del Mediterraneo nelle priorità politiche, economiche, sociali e di sicurezza dell’Italia nel quadro dell’appartenenza all’Unione europea e alla NATO. La Politiche dell’Ue dibatterà sull’Atto Ue in materia di circolarità per la progettazione dei veicoli e di gestione di quelli fuori uso. Alle 14.00 e alle 20.00 la Bilancio esaminerà la legge di bilancio 2024 e il bilancio pluriennale per il 2024-2026 il cui termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 18.00 di oggi. A seguire dibatterà sul decreto fiscale.
La Finanze esaminerà lo schema di decreto legislativo recante attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema d’imposte sui redditi e lo schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale. La Cultura esaminerà il ddl per l’istituzione della Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche. La Ambiente e Lavori Pubblici dibatterà sul decreto recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio e sulla risoluzione per l’adeguamento del Programma nazionale di gestione dei rifiuti. La Industria e Agricoltura svolgerà delle audizioni sul monitoraggio della misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata “Resto al Sud”. Esaminerà l’Atto Ue sulla produzione e commercializzazione di materiale riproduttivo vegetale nell’Unione e sull’Atto Ue sulla produzione e commercializzazione di materiale forestale di moltiplicazione.