Iniziò allo stesso modo di tante storie incidentali, il 30 Novembre 2022 partì l’AI Race.
La bandiera a scacchi la diede un servizio di un’azienda poco nota, la OpenAI che lo aprì al pubblico con il nome di ChatGPT. L’AI è una materia che riguarda la scienza dell’informazione, molto più antica di questo software, ma l’effetto WoW fu così forte che segnò di per se una pietra miliare per l’intero settore. La profonda influenza di questo prodotto, soprattutto nella versione del lancio, non riguardava le effettive capacità, quanto piuttosto l’interesse del pubblico che attirava.
Dalla sua nascita, l’economia di Internet per intero, si basa sulla capacità di attirare l’attenzione, nel catturare minuti di utilizzo degli utenti, nel giungere sui loro device. Fu così per la nascita di Google, poi dei Social Network e proseguendo fino all’odierno TikTok o al fenomeno di massa ChatGPT. Non tutti gli strumenti più utilizzati dagli utenti, o più redditizi per i loro proprietari hanno una propria utilità, e così, fu proprio così che parti l’AI Race. Capitali immensi e gigantesche risorse sono state riversate su questa idea GPT, sulla previsione che un giorno questa tecnologia avrebbe monopolizzato il tempo e l’attenzione degli utenti. Tutti lo avrebbero utilizzato e spesso.
L’utilità pratica di uno strumento come ChatGPT era definita e nota, persino nei suoi limiti, già dal paper del 2017 da cui prese le mosse la tecnologia. Un team di Google Research stava lavorando sulle traduzioni, non sapeva come chiamare quest’oggetto, ma dal momento che trasformava il testo da una lingua all’altra, donarono una T al General Pre-Trained-Transfromer, per l’appunto.
Nell’AI Race non si corre con motori normali, si avanza per esplosioni di supernove. Dopo ChatGPT, i capitali si sono ribaltati su startup, americane ovviamente, che sembravano incredibili come Stability, Inflection, Perplexity, Midjourney. Queste aziende di piccole dimensioni sono state dotate di capitali che, singolarmente, valgono più del recente stanziamento governativo per tutta l’Italia sul tema AI. Capitali privati di giganti come Microsoft, Nvidia, Amazon e grandi fondi di investimento. Come in un film già visto, gli investitori si stanno attualmente ritirando da queste avventure del primo minuto, o nel migliore dei casi le stanno dissolvendo per incorporazione.
Solo nell’ultima settimana è toccato a Stability ed Inflection, ma la stessa OpenAI è da tempo sotto il protettorato di Microsoft. Sull’AI Race stanno prendendo il timone direttamente le Giant Tech e lo stanno facendo in perfetto stile Internet, su una scala mondiale, puntando ad 8 MLD di consumatori. In ordine di tempo, l’ultima è stata Apple che ha chiuso il programma Apple-Car per dirottare 2000 ingegneri verso Apple-AI ed a breve ne vedremo l’operato. Nell’ultimo GTC di Nvidia, l’evento più importante per questa compagnia, pochi giorni fa sono state presentate diverse novità sia hardware che software, ciascuna di queste ha probabilmente killato istantaneamente migliaia di Startup, alzando l’asticella, resettando la competizione. Quest’informazione va comparata con la dimensione dell’azienda, 2.3 Trillioni di dollari (sono 2 Milioni di Unicorni uno dietro l’altro, dove per Unicorno si intende una startup che arriva al Miliardo), Microsoft sono 3 milioni di Unicorni, Apple tra 2 e 3 milioni di Unicorni. Sono questi i numeri dell’AI Race in corso. Per queste aziende, investire 100MLN, 500 MLN o 5 BLN nelle stratup del primo momento, non ha significato molto da un punto di vista strategico, solo una mossa tattica per tenere un piede nella porta mentre si riorganizzavano.
L’AI di massa, che tutto sommato è ancora da venire e dimostrare, avanza per supernove. La propulsione è quella di capitali ingentissimi e ad ogni passo semina morte e distruzione su chiunque altro ci abbia provato. L’AI è una tecnologia veloce, la più veloce che si sia mai vista, un battito d’ali da 1 Trillion, la scaraventa in avanti dove gli altri non avevano nemmeno pensato di arrivare, per poi ricominciare subito dopo.
Oggi si inizia anche a capire che non ci estinguerà, e probabilmente non impatterà molto nemmeno i processi business, ma sicuramente, prima o poi, il pubblico la digerirà come accadde per i “filtri di Instagram”, la utilizzerà per scrivere quando non ha voglia, ci si avvicinerà per capire se potrà trovarvi delle scorciatoie o resterà un’ottima tecnologia per fare i compiti a casa.
Discorso molto diverso per l’AI Business, quella Militare, quella che coadiuverà la Sanità, avrà poco a che fare con quella di massa e ne parlerò in prossimi articoli.