La Commissione europea ha presentato la proposta legislativa per creare un certificato verde digitale per agevolare e rendere sicura la libera circolazione all’interno dell’UE durante la pandemia di COVID-19.
Il digital green pass sarà una prova del fatto che una persona è stata vaccinata contro il COVID-19, è risultata negativa al test o è guarita dall’infezione. Il certificato sarà disponibile, gratuitamente, in formato digitale o cartaceo, e comporterà un codice QR che ne garantirà la sicurezza e l’autenticità.
I commenti
“Può essere varato dall’Ue con l’adozione di un Regolamento e risolve i rischi di discriminazione e sono rispettati i princìpi di minimizzazione del trattamento dei dati sia di quelli inseriti nel certificato sia di quelli accessibili dagli Stati membri attraverso il gateway che sarà predisposto dalla Commissione Ue. I Paesi, in questo modo, potranno solo consultare i dati del digital green pass né tracciare e né archiviare. Resta da capire come andrà a correlarsi il Regolamento con cui potrebbe essere introdotto il certificato verde digitale con le leggi nazionali che la Commissione sembra fare salve. Infatti gli Stati, pur soggetti al Regolamento, restano liberi di introdurre misure più restrittive o di mantenimento delle restrizioni, nonostante l’adozione del digital green pass. In questo caso dovranno notificarlo alla Commissione”, osserva l’avv. Alessandro del Ninno, esperto Ict e data protection.
“La creazione di un certificato verde per gli Stati aderenti al SEE lo considero come un passo importante per la libera circolazione delle persone e la ripresa economica. Per i professionisti della privacy e il cittadino è importante sapere che il tool nasce sin dalla sua progettazione (privacy by design) con tutti i punti salienti previsti dalla convenzione 108+ e dal GDPR. Si parla già di informativa, base giuridica (legge), minimizzazione del dato, limitazione di conservazione, dato a libera disposizione dell’interessato, sicurezza del dato e Privacy by default, commenta Matteo Colombo, esperto di data protection ed Ad Labor Project.
Il gateway per garantire che tutti i certificati possano essere verificati in tutta l’UE
La Commissione predisporrà un gateway per garantire che tutti i certificati possano essere verificati in tutta l’UE e aiuterà gli Stati membri nell’attuazione tecnica dei certificati. Spetterà sempre agli Stati membri decidere da quali restrizioni sanitarie possano essere esentati i viaggiatori. Gli Stati membri dovranno però applicare tali esenzioni allo stesso modo ai viaggiatori titolari di un certificato verde digitale.
Il digital green pass, come funziona
Ecco i principali elementi del regolamento proposto oggi dalla Commissione:
- Certificati accessibili e sicuri per tutti i cittadini dell’UE:
- Faranno parte del certificato verde digitale tre tipi di certificati– i certificati di vaccinazione, i certificati dei test (test NAAT/RT-PCR o test antigenico rapido), e i certificati per le persone guarite dal COVID-19.
- I certificati saranno rilasciati in forma digitale o su carta. Entrambi comporteranno un codice QR contenente le informazioni fondamentali necessarie come pure una firma digitale che ne garantisca l’autenticità.
- La Commissione predisporrà un gateway e aiuterà gli Stati membri a sviluppare un software che le autorità potranno usare per verificare tutte le firme dei certificati in tutta l’UE: Nessun dato personale dei titolari dei certificati passa attraverso il gateway né è conservato dallo Stato membro che effettua la verifica.
- I certificati saranno disponibili gratuitamente e saranno redatti nella o nelle lingue ufficiali dello Stato membro di rilascio e in inglese.
Non discriminazione
- Tutte le persone – vaccinate e non vaccinate – dovrebbero beneficiare di un certificato verde digitale quando viaggiano nell’UE. Per evitare discriminazioni nei confronti delle persone che non sono vaccinate, la Commissione propone di creare non solo un certificato di vaccinazione interoperabile, ma anche dei certificati relativi ai test per il COVID-19 e dei certificati per le persone che sono guarite dal COVID-19.
- Stessi diritti per i passeggeri titolari del certificato verde digitale – gli Stati membri che accettano la prova della vaccinazione ai fini dell’esenzione da alcune restrizioni sanitarie come i test o la quarantena sarebbero tenuti ad accettare, alle stesse condizioni, i certificati di vaccinazione rilasciati nel quadro del sistema del certificato verde digitale Quest’obbligo sarebbe limitato ai vaccini che hanno ricevuto un’autorizzazione all’immissione in commercio su scala dell’UE. Gli Stati membri possono comunque decidere di accettare anche altri vaccini.
- Notifica di altre misure – se uno Stato membro continua a imporre la quarantena o i test ai titolari di un certificato verde digitale, deve notificarlo alla Commissione e a tutti gli altri Stati membri e deve giustificare la decisione.
- Solo informazioni essenziali e dati personali sicuri:
- I certificati includeranno una serie di informazioni limitate, come nome, data di nascita, data di rilascio, informazioni rilevanti riguardanti il vaccino/i test/la guarigione, e un identificativo univoco del certificato. Questi dati possono essere controllati solo per confermare e verificare l’autenticità e la validità dei certificati.
Il certificato verde digitale sarà valido in tutti gli Stati membri e aperto all’Islanda, al Liechtenstein, alla Norvegia come pure alla Svizzera. Dovrebbe essere rilasciato ai cittadini dell’UE e ai loro familiari, indipendentemente dalla loro nazionalità. Dovrebbe essere rilasciato anche ai cittadini non dell’UE che risiedono nell’Unione e ai visitatori che hanno il diritto di recarsi in altri Stati membri.
Il sistema del certificato verde digitale è una misura temporanea. Sarà sospeso una volta che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) avrà dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria internazionale COVID-19.
Subito l’ok del Parlamento e Consiglio Ue per usarlo prima dell’estate
Per essere pronta prima dell’estate, la proposta legislativa deve essere adottata rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Parallelamente, gli Stati membri devono attuare il quadro di fiducia e le norme tecniche, concordati in seno alla rete di assistenza sanitaria online (rete eHealth), per garantire l’attuazione tempestiva dei certificati verdi digitali, la loro interoperabilità e la piena conformità alle norme in materia di protezione dei dati personali. Lo scopo è che i lavori tecnici e la proposta siano completati nei prossimi mesi.
Ecco il certificato vaccinale digitale della Regione Lazio
Nel frattempo, la Regione Lazio gioca d’anticipo: ecco l’attestato vaccinale digitale scaricabile dal 20 marzo prossimo dal Fascicolo Sanitario Elettronico.
Il documento è dotato di QR Code non falsificabile. Può essere mostrato da smartphone o stampato. In quest’ultimo caso è verificabile con l’app “salutelazio”.